Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: _Kiiko Kyah    25/02/2013    1 recensioni
Non sono certa che "Introspettivo" sia il genere corretto, però.. insomma, decidete voi per me okay ~?
~text quote~
Essere sé stessa.
Lei odiava il suo modo di essere.
Voleva essere diversa.
Non voleva in nessun modo essere sé stessa.
[...]
Lei odiava il suo modo di essere.
La faceva solo soffrire.
Ma un giorno avrebbe trovato qualcuno che l’avrebbe amata per quella che era. Forse.
O forse no.
Lo avrebbe scoperto rimanendo sé stessa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Per essere felici basta essere sé stessi e accettarsi per come si è.”
Sì, certo, come no.



?.. ♥


Lei ci aveva provato, ad essere sé stessa.
E aveva imparato che accettarsi per quello che si è non sempre è la cosa giusta, né tantomeno facile, da fare.
L’aveva capito a sue spese.
Seduta sul letto, le gambe al petto, il suo orso di peluche marrone stretto fra le braccia, la coperta rosa avvolta intorno a sé, i ciuffi ribelli dei suoi ciuffi alti le ricadevano corvini sul viso.
Non sapeva cosa fare.
A causa del perfetto consiglio che le era stato dato, aveva finito con il fare una figuraccia davanti a tutta la scuola. Forse tutta era esagerato, ma buona parte sicuramente.
Come fare a rimediare?
Essere sé stessa.
Lei odiava il suo modo di essere.
Voleva essere diversa.
Non voleva in nessun modo essere sé stessa.
Si gettò all’indietro, poggiando pesantemente la testa sul cuscino bianco; si voltò di lato con il corpo, abbandonando anche il peluche sul materasso, e chiuse gli occhi. D’improvviso, le era venuto un sonno..











Una ragazza incappucciata di violetto guardava con serenità innaturale un ragazzo che, in ginocchio davanti a lei, guardava il terreno con gli occhi socchiusi, la mestizia palpabile, la mano poggiata a terra tremava.
– Il tuo problema ha facile soluzione. – domandò la giovane, scostando debolmente la stoffa scura dagli occhi, rivelando una mano bella e quasi adulta, smaltata di viola.
– Quale? – mormorò quasi con timore il ragazzo, mentre le ciocche castane dei suoi capelli sbarazzini gli accarezzavano il viso, infastidendolo.
– Se vuoi conquistare quella ragazza, dovresti comportarti come lei vorrebbe. – sibilò con voce vellutata, ma palesemente infida e subdola.
Il ragazzo non parve accorgersene, in verità.
– Dovrei essere diverso da ciò che sono? – esalò titubante.
– Esatto. – replicò quella, sicura.
Sbagliato! – una terza voce, severa, eppure al contempo piena di dolcezza, si intromise nel discorso.
Da dietro il ragazzo apparve, da chissà dove, una seconda ragazza, più bassa, il viso rotondo e infantile scoperto.
Lunghi, boccolosi e folti capelli corvini, raccolti in due ciuffi alti, le scendevano lungo le spalle, incorniciando il suo dolce sorriso.
Indossava un abito bianco e rosato, principesco, la gonna a balze ricordava quella di una principessa da fiaba, i grandi occhi cerulei splendevano di serenità.
Le piccole mani affusolate da pianista erano smaltate di rosa confetto.
– Non intrometterti, tu. – intimò l’incappucciata, sollevando il mento, e così facendo scoprì i suoi sottili occhi neri.
– Perché sbagliato? – l’ignorò il castano, scrutando con curiosità la nuova venuta.
– Se ti fingerai diverso da ciò che sei, quella ragazza non si innamorerà mai di te.
– Non dire sciocchezze. – soffiò ancora minacciosa la di viola vestita – Sarà lui l’oggetto delle sue attenzioni, secondo questo consiglio.
– Forse. – accondiscese la castana, serrando le palpebre in un sorriso, per poi rischiuderle gentile – Ma si innamorerà di ciò che lui non è. Quindi, sarà come se si fosse innamorata di un altro ragazzo totalmente diverso, giusto?
Il giovane in piedi fra le due rimase per un attimo in silenzio, valutando quelle parole.
In effetti, aveva un senso.
– Tu.. pensi che io debba essere me stesso? – chiese assottigliando mesto lo sguardo.
– Certo. – gli occhi risplenderono mentre il sorriso si allargava.
– E se lei non dovesse ricambiarmi? – insistette, non troppo convinto.
– Anche il dolore aiuta a crescere. – socchiuse gli occhi azzurro mare rivolgendogli uno sguardo comprensivo – Un giorno troverai colei che ti amerà per ciò che sei.
Seguì qualche manciata di attimi in silenzio, interrotto solo dalla fresca brezza che li stava colpendo.

O magari no. – sussurrò malignamente l’incappucciata, facendo sussultare gli altri due.
– Come puoi dire una cosa simile? – si mostrò interdetta la visibilmente più giovane.
– Essere sé stessi può anche provocare solo sofferenze.
– Essere diversi causa sempre e comunque sofferenza inutile! – l’umore della mora era sensibilmente mutato.
– Sei un’ipocrita. – si limitò ad accusare quell’altra, ancora estremamente e glacialmente calma.
Nessuna delle due sembrava essersene accorta, ma il ragazzo era come scomparso.
Come se non fosse mai esistito.
– Come ti permetti di—
– Tu stessa vorresti essere diversa, no? Non è quello che desideri? – gli occhi turchesi sgranarono davanti alla serenità ghiacciante di quelli nero pece.
– Io, non..
– Tu vorresti essere diversa da ciò che sei.. per evitare di fare ancora figuracce, vero? Il tuo desiderio è poter essere accettata.. anche se questo ti impedirà di accettarti per come sei! – quella voce, prima vellutata, era diventata sinistramente accusatrice e roca, quasi spettrale.
L’altra cominciò a torturarsi le mani.

Essere sé stessa.
Lei odiava il suo modo di essere.
Voleva essere diversa.
Non voleva in nessun modo essere sé stessa.

A causa del suo vero essere, aveva finito con il fare una figuraccia davanti a tutti.

– Come ti permetti quindi di giudicare sbagliato questo comportamento, tu che per prima lo tieni? – continuò imperterrita quella voce, ormai quasi incorporea.
La donna incappucciata era scomparsa, anche lei.
Probabilmente neanche lei era mai esistita.
– Negare è inutile. Sei un’ipocrita!
L’abito spumoso era svanito nel nulla, come per magia. Al suo posto, una maglia nera, un teschio bianco disegnato sul petto. Un gilet rosso fuoco, un guanto da rockstar sulla mano destra, una minigonna a scacchi bianca e nera, leggins scuri, converse da ginnastica.
La ragazza si tappò le orecchie, stringendo gli occhi.
L’ultima frase pronunciata da quel tono maligno le rimbombava in testa come in una danza infinita.


Sei un’ipocrita!
Ipocrita!

Sei un’ipocrita!

Ipocrita!


Essere diversi era una cosa sbagliata.
Eppure, lei desiderava non essere come in realtà era.
Forse l’incappucciata aveva ragione.
Era un’ipocrita.







Però aveva ragione anche lei.
Essere diversa avrebbe solo fatto in modo che gli altri accettassero una ragazza con il suo stesso aspetto, ma completamente diversa.


Lei odiava il suo modo di essere.
La faceva solo soffrire.
Ma un giorno avrebbe trovato qualcuno che l’avrebbe amata per quella che era. Forse.
O forse no.
Lo avrebbe scoperto rimanendo sé stessa.


Giusto..?











I suoi occhi turchesi si spalancarono.
La ragazza si irrigidì, e si mise seduta sul letto.
Gli abiti era gli stessi di quando si era addormentata, gli stessi che nel sogno erano stati gli ultimi.
Niente abito spumoso.
Si trovava nella sua camera, sul suo letto, abbracciata al suo orso.
Era sola.
Niente incappucciata, niente ragazzo, niente voce incorporea.
Era stato solo un sogno.
Ma non privo di senso.








– Guardatela, il topo di biblioteca! – la voce di quell’oca di una biondina la raggiunse, perforandole i timpani.
– Dopo la figuraccia di ieri, non era meglio rimanere a casa, topolino? – aggiunse un’altra, con l’odiosità schernitrice al massimo livello.
La castana sospirò, poi rivolse loro una smorfia.
– E va bene, io sono diversa da voi, ma almeno non sono diversa da me stessa! Scommetto che voi, invece, lo siete eccome! – detto questo, corse verso il grande istituto della scuola.





***
Il trionfo della filosofia, vero? Ma anche no.
Domanda interessante, introspettivo è giusto come genere?
Comunque, spero che questa storiella vi sia piaciuta.
So che non ha il minimo senso, per questo ero indecisa, potevo anche metterla nel nonsense.. giusto?
Bah, a voi il giudizio.
Bacioni.
Anna ~
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _Kiiko Kyah