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Autore: Sae    12/09/2007    6 recensioni
- Matt, che cavolo stai facendo?? - Takero trattenne una risata nel vedere il fratello maggiore praticamente disteso sotto il suo letto, nell’atto di cercare qualcosa. -Pensavo fossi intelligente! Secondo te che sto facendo? - gli fece eco da quella posizione, il duro della situazione pizzicato nell’ orgoglio. T.k. indovinò subito che Yamato Ishida, stava attraversando la fase pomeridiana dei grugniti: meglio lasciare correre....
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una donna per amico

Una donna per amico

Come l’impensabile sia talvolta gradito

Guardava disinteressato il paesaggio che intravedeva dalla finestra dell’appartamento. Sospirò, accavallando le gambe sulla sedia e rendendosi conto dei due occhi azzurri che lo scrutavano.

-Che c’è?-

Chiese non distogliendo lo sguardo.

-Secondo me dovresti andarle a parlare, forse hai frainteso quello che voleva dire.-

Takeru non rispose, gli faceva uno strano effetto quella situazione. Per la prima volta si rendeva conto che se gli accadeva qualunque cosa, non avrebbe potuto correre da Hikari a confidarglielo.

Si voltò di scatto, proprio come se quel pensiero gli avesse riportato qualcosa alla mente.

-Ah… il padre di Yuko… mi ha proposto una selezione in una squadra giovanile di basket …-

Matt ruotò il capo, a quella notizia i suoi occhi andarono a cercare quelli del fratello.

-E che fai ci andrai?- Takero si stiracchiò.

-Non so… la mamma è d’accordo… lo sai poi fa già articoli sensazionali sulla tua voce stonata…- il sorriso imporporò le labbra di Takeru, mentre un pugno si abbatteva sulla sua testa…

-Brutto biondo di un fratello…! Ah senti dove ecco, in teoria dove potrei portare…ehm una ragazza??- Matt tossicchiò coprendo l’ultima parola, un lieve rossore si era diffuso sulle sue gote mentre Takeru sorrideva amabilmente.

-Uh, chi porti fuori Jun?-

Yamato gli lanciò un’occhiataccia. –Vogliamo parlare della tua Jun??-

Takeru sospirò pesantemente.-Ti sbagli, Yuko Aruma non è innamorata di me… neanche lei…- aggiunse con un tocco di malinconia profonda.

Matt sgranò gli occhi.- Ma che dici, ma se è peggio di una piovra, credimi quella lì non è la cugina di Mako, ma di Daisuke!-

-Ahah! Credimi le sarebbe piaciuto esserlo!-

Yamato afferrò una sedia incuriosito dal pettegolezzo. –Ma di chi è innamorata se non di te, scusa? Se ti sta sempre a chiamare con nominagli diversi… e praticamente ti lascia le sue impronte ovunque?-

Takero sorrise.- Non ci crederesti mai se te lo dicessi… e purtroppo non posso dirtelo!-

Matt fece i suoi soliti occhioni da angelo, vedendo che non avevano efficacia col fratello, si limitò ad aprire il frigorifero…-Guarda che ti cucino le ricette della bisnonna…!-

--

-Izumi… oddio! Mi dispiace, scusa… scusa, scusa, scusa!-

Mako sosteneva impacciata il vicino di banco mentre, assieme a Mimi si dirigevano verso il cortile per la consueta pausa pranzo. La digiprescelta li sopravanzò non degnando di uno sguardo quel duo e sbottò; sedendosi con braccia incrociate di fianco a Sora che per una battuta di Taichi stava ridendo di gusto.

-Ma che è successo al povero Izumi?- Cody non potè fare a meno di domandarglielo al fianco di Takeru che sorrideva vicino a Yuko.

-Uhm!- Fu il commento poco esauriente di Mimi intanto che il rosso si avvicinava come se camminasse sui carboni ardenti.

-Scusa…scusami…-

La voce di Mako poi sembrava ripetere come una cantilena sempre quella parola, Koushiro era tentato di ridere mentre si sedeva inghiottendo il dolore.

-Povero… povero il mio compagno di classe!- Mako gli si sedè di fianco sui gradini della scuola. -Posso fare qualcosa… sei sicuro che non vuoi un po’ di ghiaccio??-

Izumi si morse il labbro, pensando che quella Mako Samoto era davvero la degna cugina di Yuko… Scossè il capo cercando di sorridere nel frattempo che il vocione di Taichi gli perforava anche il timpano destro.

-EHY MA CHE CAVOLO TI PRENDE??? CHIAMO JOE?!?-

Yamato aggrottò le belle sopracciglia. –Ma perché urli, mi pare che sia quasi zoppo, ma non sordo!- uno sguardo di ringraziamento del rosso rimarcò il ruolo fondamentale del digiprescelto dell’amicizia che tra le tante cose, teneva a bada il moro esuberante e imprevedibile.

-Oh… è colpa mia!- Mako si passò una mano tra i folti capelli e assunse un’espressione colpevole.- Stavamo giocando a pallavolo nell’ora di educazione fisica… quando il pallone dei ragazzi ha sconfinato nel nostro campo… Allora io ho raccolta calciando al volo il pallone…ma il mio tiro ecco era un tantino ad effetto…-

Mimi non potè non trattener un risolino, suo malgrado, in fondo Izumi se lo meritava proprio.

-E?- Tai faceva fatica ad immaginarsi il tiro.

-E mi ha colpito Tai.- fece schietto Izumi, che sembrava aver recuperato colore mentre arrossiva impietosamente sotto tutti quegli sguardi.

-Dove?- fece di nuovo il moro sbattendo le palpebre.

-Lì.- la risposta di Izumi non bastò per schiarire i dubbi del moro, mentre i digiprescelti sbiancarono leggermente capendo al volo il dolore dell’amico.

-Ah… ti ha colpito molto forte?- Fece invece Daisuke più abbietto a rompere vetri con i suoi memorabili tiri.

-Ehy, ma dov’è che ti ha colpito alla gamba??- Taichi fece una smorfia di noncuranza. –E allora io ne ho prese di cotte e di crude.-

Mako si sollevò il fermaglio con cui alzava una ciocca nera come la pece.

-No, Taichi-kun io l’ho colpito più sopra.-

Taichi alzò lo sguardo soffermandolo sul volto dell’amico.-Ah, allo stomaco si fa male…ma mai come quando ti colpiscono alla conchiglia, diciamo.-

Izumi ebbe la forte tentazione di strozzare il digiprescelto del coraggio. Fece un sorriso nervoso chiudendo gli occhi.

-Shiro-kun è stato colpito alla conchiglia, Tai.- Yamato gli chiarì il dubbio e in men che non si dica il digiprescelto del coraggio regalò uno sguardo preoccupato al rosso.

-Oh, poraccio.-

Sdeng! Caduta di massa, interrotta poi da un pugno ben assestato sul capoccione del castano.

-Ahi, Yama e menomale che ti ho dato anche il permesso di uscire con Sora!-

Il biondo divenne bordeaux colpendo di nuovo e senza ritegno il suo migliore amico che frastornato non capiva davvero dove stavolta aveva sbagliato.

-Sta zitto!!-

“Oooohh!” Fu invece il coretto che si alzò dietro a Yamato che sfoderò i suoi denti da vampiro.

-Ehi…ma a proposito di mia cognata chi è quel ragazzo che le sta facendo la corte?-

La voce del fratello, distolse l’Ishida dal tentato omicidio di Daisuke Motomiya, che ringraziò livido la sua buona stella.

Yamato si avvicinò facendo l’indifferente… Mimi sorrideva seguendolo con gli occhi mentre, Sora aveva appena liquidato il bel giovanotto che salutandola se ne tornava tutto allegro verso l’atrio della scuola.

-Ciao, ciao …Noel!-

Sora sorrise educatamente prima di rivoltarsi verso il gruppo…e dove un paio di occhi azzurri la fissavano un po’ scocciati ma sufficientemente per farla arrossire.

-Chi era quello…?- Il tono di Matt era tagliente e indifferente.

-Eh?- Sora sbattè le ciglia. Una gocciolina le scivolò lungo la tempia.

-Chi era quel damerino e che voleva da te.- Sussurrò ancora il biondo, puntando le sue iridi sul volto della ragazzina che avvampò per quel contatto.

-Ohm… ehm…, era un mio vecchio compagno dell’asilo! Pensa mi ha riconosciuto malgrado tutto questo tempo!- Sora si mise a ridere mentre sentiva un forte calore sulle gote, Yamato non era mai stato così palesemente geloso di qualcuno o di qualcosa…

Il biondo dal canto suo pensò che era normale che quel “Noel” avesse riconosciuto la sua Sora anche se a distanza di tanto tempo… Come facevi a scordare un volto del genere dopotutto?

Ma naturalmente il pensiero se lo tenne per sé e un’altra domanda gli si inoltrò nel cuore.

-Ah. Sì?- Concretizzò con somma indifferenza.- E come mai sei così rossa?-

Sora a quella affermazione avvampò ancora di più, dato che il viso del biondo era troppo vicino…

-Ahm.. Ehm…- si limitò a biascicare.- Per nulla che ti interessi!- Il suo tono, malizioso e puntiglioso allo stesso tempo, colpì le orecchie del maggiore degli Ishida facendolo sorridere. Yamato non si voltò sentendola andare via mentre, i suoi occhi scrutavano di nuovo il volto di Noel da lontano…

-Ztè… damerino da strapazzo!- borbottò mentre alle sue spalle si consumava un’altra divertente scenetta.

Daisuke si era appena ripreso dalla stretta mortale quando, una mano si era poggiata sulla sua spalla facendolo sbiancare come un cencio. Il giovane non avrebbe mai immaginato che quel tocco gentile era della sua Hikari-chan.

-Kari…?- chiese a metà con voce sognante. Trasalì e divenne paonazzo.

-Daisuke tutto bene?- chiese invece la castana dondolando le sue ciocche marroni e fissandolo perplessa.

-Sisi.- La sorella di Taichi non era molto convinta da quella risposta. Daisuke allora prese a volteggiare in aria con la faccia rossa e con le mani bianche cadaveriche.

-Sembra un insalata di riso.- fu il commento di Cody che fece ridere di gusto sia Yolei che Kari.

Takeru non aveva sentito quella battuta e vedere Kari che parlava con Daisuke… e che rideva anche per giunta, fu una staffilata dritta al cuore.

-Karinissima…Kari…- fece il moro sorridente e paonazzo.

E un’altra persona con dei grandi occhi vedi a quell’esclamazione, si voltò verso la scenetta, corrucciando il volto. E in men che non si dica quella smorfia si tramutò man mano in pianto. Grosse lacrime e singhiozzi si udirono in quel gruppetto di solito così spensierato e allegro.

Tutti si voltarono e Takeru compreso rimase sbalordito e inebetito davanti alla figura di Yuko Aruma completamente in lacrime.

-Yuko!- sussurrò la cugina alzandosi da vicino a Izumi e sgranando gli occhi.

La ragazzina nel frattempo raddoppiò i suoi singhiozzi e tra i perché di tutti, se ne andò via correndo.

Takeru solo vedendola andar via, prese coscienza che quella lì anche se bizzarra, era sua amica e lanciò uno sguardo astioso a Daisuke, correndole dietro.

Kari che aveva visto la scena, poco mancò perché i suoi capelli non diventassero tutti bianchi. Non capiva e non poteva sapere, perché quella ragazzina si era messa a piangere ma ebbe la tentazione di singhiozzare anche lei, vedendo il suo Takeru inseguirla. Miyako, che portava onore al suo intuito femminile, prese la mano della sua migliore amica e la trascinò praticamente in un’altra direzione del cortile, dando inizio a una vera missione 007.

Takeru nel frattempo aveva inquadrato la figura di Yuko sotto un albero che piangeva sonoramente. Le si avvicinò, non sapendo come consolarla.

-Yuko..- sussurrò appoggiandole garbato una mano su una spalla.

-Sigh…è tutto inutile!!!- Fece quella a quel contatto, singhiozzando amaramente e ancora più forte, tanto da far trasalire il povero digiprescelto.

Da dietro un albero guardavano la scena una Miyako con tanto di Pipa alla Sherlock Holms e Kari che invece si sforzava di guardare la scena, facendo anche finta di niente.

-Dai… non fare così!- Takeru con una gocciolina in testa provò a farla ridere. –Se no, mi metto a piangere anche io e allaghiamo insieme il cortile!!-

Yuko fece un sorriso forzato e poi tirò su col naso girandosi verso il ragazzino.

Vedere i due, l’uno verso l’altra, fece impallidire la povera Yagami che volse il volto di lato, facendo forza su se stessa. -Miya… andiamocene!- Fece, mentre invece la violacea la costringeva a guardare.

-Dai asciuga le lacrime e spiegami perché hai pianto.-

Yuko con gesti molto lenti di asciugò gli occhi, tirando su col naso mentre riprendeva a parlare tra i singulti.

-La… AMA!!-

Takero trasalì e si appoggiò al tronco.

Miyako cercò con tutta se stessa di capire il linguaggio delle labbra, decise che si sarebbe avvicinata ancora di più. Kari invece aveva udito quello che la ragazzina aveva detto e un grosso punto di domanda le cadde sulla testa.

-Chi?- fece Takeru alzando un sopracciglio.

-Daisuke ama Kari!- Yuko lo gridò con rabbia e forza e sia Hikari che Miyako sentirono quei due nomi.

-La ragazzina ti detesta…- fece allora la futura moglie di Ken sussurrando ciò all’orecchio di Kari.

-Ma cosa dici!- Takero alzò lo sguardo, irritato da quello che la ragazzina gli aveva appena detto.

-Daisuke la ama… la ama da impazzire… basta che lei sorrida anche a suo fratello e arrossisce! Quell’idiota patentato! Quel brutto idiota che non è altro!- Strinse i pugni mentre un’ondata di fuoco la possedeva. -Come ho fatto a innamorarmi di QUELLO Lì?!?!- urlò furibonda con se stessa e con il suo cuore.

Takeru indietreggiò mentre una gocciolina gli scivolava lungo la tempia. -Ti prego non arrabbiarti…- fece mentre come in un flash gli era venuta in mente Sora a Digiwold e in uno dei pochi momenti con cui imprecava contro qualcosa e qualcuno.

-OH… Sono arrabbiatissima! Cosa devo fare??Non voglio odiare Hikari-chan mi sta simpatica e poi è la tua ragazza!-

Takero per tutta risposta arrossì imperdonabilmente. Dietro al cespuglio Kari e Miyako erano sbalordite da quella confessione e senza parole non avevano la forza di spostarsi da lì.

-Non è la mia ragazza.- fece allora il biondo togliendosi un ciuffo dagli occhi. –E poi sono convinto che Daisuke non la ama veramente.-

Quella frase fece spalancare gli occhi a Yuko, che sorrise mentre un’altra lacrima le scendeva dalle ciglia nere.

-Davvero, Kero-kun?!-

A parte il fatto che il suo nome fosse stato storpiato irrimediabilmente, T.k. sorrise.

-Si… lui né è cotto ma sono convinto che non sa davvero cosa vuol dire amare Kari. Tu faglielo capire, stargli vicino e gli passerà.- Il suo sguardo si fece serio e il giovane guardò per terra. –Vedi, molto probabilmente avrà visto in lei il suo ideale di bellezza, e l’avrà amata anche perché lei è gentile e cortese con tutti. Non conosco nessuno che la trovi antipatica o che la odi… perché lei è così, si preoccupa prima degli altri e poi pensa a se stessa.-

Il ragazzo continuò mentre Yuko gli sorrideva.- Lui ama Hikari, solo perché vede questo in lei, la venera come se fosse una Dea… non che non lo sia, ma non riesce a coglierne la fragranza e l’essenza. Kari è gentile con tutti ma è totalmente insicura. Si circonda di amici che le vogliono davvero bene… ma non riesce ad essere mai se stessa, si chiude in un mondo tutto suo, dove solo avvolte fa entrare pochi eletti.-

Kari avvampò le lacrime cominciarono a roderle i lati degli occhi. Miya guardava sorridendo il volto di Takeru. Luce e Speranza.

-I silenzi di Hikari sono parole, parole che a volte diventano urla. Sono così forti che anche se le sue labbra sono sigillate non puoi fare a meno di guardarla, perché senti che lei ti sta dicendo qualcosa. Lei parla al cuore delle persone, riesce ad entrarti dentro come un raggio di sole o come un rivolo di pioggia. Forse mi troverai uno stupido… ma Daisuke non riesce a sentirla, pensa solo al suo di cuore ed in questo riconosco un suo difetto dato che è tremendamente egoista.-

Yuko sorrise ancora. – E tu riesci a sentirla vero, Take-kun?-

Takeru non rispose rimirò l’erbetta del cortile, poi il suo sguardo si spostò verso l’alto come a voler eludere quella domanda.

Quando stava per articolare parola, un tonfo fece voltare le due figure verso il suddetto cespuglio. Il suo cuore si fermò, prima di battere impazzito quando Yolei con un grosso gocciolone ne uscì fuori trascinando la povera Hikari.

-Ehm… salve, salvino!-

Takeru sbuffò scocciato, grandioso Kari aveva sentito tutto da come lo stava guardando! Yuko anche impallidì inesorabilmente.

-Avete sentito tutto???- chiese con voce fioca.

Miyako annuì sorridendo a quella ragazzina.

-Ti piace Daisuke Motomiya…- esclamò mettendole una mano sulla spalla e facendo la disinvolta.

-Oh no…hai sentito…! E che farai glielo dirai?? No ti prego, mantieni il mio segreto me ne vergogno troppo! Abbi pietà di me!-

Yuko si incollò addosso a Miyako Inoue che rimpiange il suo senso di spia russa.

-Si certo! Figurati se dò a quella prugna la soddisfazione di sapere che una bella ragazza è innamorata di lui!- Yolei si incamminò verso il cortile affiancata da Yuko Aruma e sapeva già che non si sarebbe staccata facilmente malgrado quella rassicurazione.

-Grazie… Grazie!!-

Takeru e Hikari si guardarono. Lei era commossa, lui imbarazzato e avrebbe voluto seppellirsi tre metri sotto terra…

-Takeru…- la sua voce poi così dolce gli fece un male tremendo. Si sforzò di non guardarla puntando gli occhi altrove che però si spostarono quasi subito…su di lei.

-Hai… hai sentito tutto?-

Kari annuì mentre si stringeva le sue mani bianche in una morsa di tensione.-Ho sentito tutto e…- Si morse il labbro. –Ed ecco io…- cercò di trovare le parole che le erano morte in gola. -Ti chiedo perdono…- Kari lo guardò dritto egli occhi facendolo sussultare. -Scusami Takeru…!-

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