Una donna per amico
Come l’impensabile sia talvolta
gradito
Guardava
disinteressato il paesaggio che intravedeva dalla finestra dell’appartamento.
Sospirò, accavallando le gambe sulla sedia e rendendosi conto dei due occhi
azzurri che lo scrutavano.
-Che
c’è?-
Chiese non distogliendo lo sguardo.
-Secondo
me dovresti andarle a parlare, forse hai frainteso quello che voleva dire.-
Takeru
non rispose, gli faceva uno strano effetto quella situazione. Per la prima
volta si rendeva conto che se gli accadeva qualunque cosa, non avrebbe potuto
correre da Hikari a confidarglielo.
Si voltò
di scatto, proprio come se quel pensiero gli avesse riportato qualcosa alla
mente.
-Ah… il
padre di Yuko… mi ha proposto una selezione in una squadra giovanile di basket
…-
Matt
ruotò il capo, a quella notizia i suoi occhi andarono a cercare quelli del
fratello.
-E che
fai ci andrai?- Takero si stiracchiò.
-Non so… la
mamma è d’accordo… lo sai poi fa già articoli sensazionali sulla tua voce
stonata…- il sorriso imporporò le labbra di Takeru, mentre un pugno si
abbatteva sulla sua testa…
-Brutto
biondo di un fratello…! Ah senti dove ecco, in teoria dove potrei portare…ehm
una ragazza??- Matt tossicchiò coprendo l’ultima parola, un lieve rossore si
era diffuso sulle sue gote mentre Takeru sorrideva amabilmente.
-Uh, chi
porti fuori Jun?-
Yamato
gli lanciò un’occhiataccia. –Vogliamo parlare della tua Jun??-
Takeru
sospirò pesantemente.-Ti sbagli, Yuko Aruma non è innamorata di me… neanche
lei…- aggiunse con un tocco di malinconia profonda.
Matt
sgranò gli occhi.- Ma che dici, ma se è peggio di una piovra, credimi quella lì
non è la cugina di Mako, ma di Daisuke!-
-Ahah!
Credimi le sarebbe piaciuto esserlo!-
Yamato
afferrò una sedia incuriosito dal pettegolezzo. –Ma di chi è innamorata
se non di te, scusa? Se ti sta sempre a chiamare con nominagli diversi… e
praticamente ti lascia le sue impronte ovunque?-
Takero
sorrise.- Non ci crederesti mai se te lo dicessi… e purtroppo non posso
dirtelo!-
Matt fece
i suoi soliti occhioni da angelo, vedendo che non avevano efficacia col
fratello, si limitò ad aprire il frigorifero…-Guarda che ti cucino le ricette
della bisnonna…!-
--
-Izumi…
oddio! Mi dispiace, scusa… scusa, scusa, scusa!-
Mako
sosteneva impacciata il vicino di banco mentre, assieme a Mimi si dirigevano
verso il cortile per la consueta pausa pranzo. La digiprescelta li sopravanzò
non degnando di uno sguardo quel duo e sbottò; sedendosi con braccia incrociate
di fianco a Sora che per una battuta di Taichi stava ridendo di gusto.
-Ma che è
successo al povero Izumi?- Cody non potè fare a meno di domandarglielo al
fianco di Takeru che sorrideva vicino a Yuko.
-Uhm!- Fu
il commento poco esauriente di Mimi intanto che il rosso si avvicinava come se
camminasse sui carboni ardenti.
-Scusa…scusami…-
La voce
di Mako poi sembrava ripetere come una cantilena sempre quella parola, Koushiro
era tentato di ridere mentre si sedeva inghiottendo il dolore.
-Povero…
povero il mio compagno di classe!- Mako gli si sedè di fianco sui gradini della
scuola. -Posso fare qualcosa… sei sicuro che non vuoi un po’ di ghiaccio??-
Izumi si
morse il labbro, pensando che quella Mako Samoto era davvero la degna cugina di
Yuko… Scossè il capo cercando di sorridere nel frattempo che il vocione di
Taichi gli perforava anche il timpano destro.
-EHY MA
CHE CAVOLO TI PRENDE??? CHIAMO JOE?!?-
Yamato
aggrottò le belle sopracciglia. –Ma perché urli, mi pare che sia quasi
zoppo, ma non sordo!- uno sguardo di ringraziamento del rosso rimarcò il ruolo
fondamentale del digiprescelto dell’amicizia che tra le tante cose, teneva a
bada il moro esuberante e imprevedibile.
-Oh… è
colpa mia!- Mako si passò una mano tra i folti capelli e assunse un’espressione
colpevole.- Stavamo giocando a pallavolo nell’ora di educazione fisica… quando
il pallone dei ragazzi ha sconfinato nel nostro campo… Allora io ho raccolta
calciando al volo il pallone…ma il mio tiro ecco era un tantino ad effetto…-
Mimi non
potè non trattener un risolino, suo malgrado, in fondo Izumi se lo meritava
proprio.
-E?- Tai
faceva fatica ad immaginarsi il tiro.
-E mi ha
colpito Tai.- fece schietto Izumi, che sembrava aver recuperato colore mentre
arrossiva impietosamente sotto tutti quegli sguardi.
-Dove?-
fece di nuovo il moro sbattendo le palpebre.
-Lì.- la
risposta di Izumi non bastò per schiarire i dubbi del moro, mentre i
digiprescelti sbiancarono leggermente capendo al volo il dolore dell’amico.
-Ah… ti
ha colpito molto forte?- Fece invece Daisuke più abbietto a rompere vetri con i
suoi memorabili tiri.
-Ehy, ma
dov’è che ti ha colpito alla gamba??- Taichi fece una smorfia di noncuranza.
–E allora io ne ho prese di cotte e di crude.-
Mako si
sollevò il fermaglio con cui alzava una ciocca nera come la pece.
-No,
Taichi-kun io l’ho colpito più sopra.-
Taichi
alzò lo sguardo soffermandolo sul volto dell’amico.-Ah, allo stomaco si fa
male…ma mai come quando ti colpiscono alla conchiglia, diciamo.-
Izumi
ebbe la forte tentazione di strozzare il digiprescelto del coraggio. Fece un
sorriso nervoso chiudendo gli occhi.
-Shiro-kun
è stato colpito alla conchiglia, Tai.- Yamato gli chiarì il dubbio e in men che
non si dica il digiprescelto del coraggio regalò uno sguardo preoccupato al
rosso.
-Oh,
poraccio.-
Sdeng!
Caduta di massa, interrotta poi da un pugno ben assestato sul capoccione del
castano.
-Ahi,
Yama e menomale che ti ho dato anche il permesso di uscire con Sora!-
Il biondo
divenne bordeaux colpendo di nuovo e senza ritegno il suo migliore amico che
frastornato non capiva davvero dove stavolta aveva sbagliato.
-Sta
zitto!!-
“Oooohh!”
Fu invece il coretto che si alzò dietro a Yamato che sfoderò i suoi denti da
vampiro.
-Ehi…ma a
proposito di mia cognata chi è quel ragazzo che le sta facendo la corte?-
La voce
del fratello, distolse l’Ishida dal tentato omicidio di Daisuke Motomiya, che
ringraziò livido la sua buona stella.
Yamato si
avvicinò facendo l’indifferente… Mimi sorrideva seguendolo con gli occhi mentre,
Sora aveva appena liquidato il bel giovanotto che salutandola se ne tornava
tutto allegro verso l’atrio della scuola.
-Ciao,
ciao …Noel!-
Sora
sorrise educatamente prima di rivoltarsi verso il gruppo…e dove un paio di
occhi azzurri la fissavano un po’ scocciati ma sufficientemente per farla
arrossire.
-Chi era
quello…?- Il tono di Matt era tagliente e indifferente.
-Eh?-
Sora sbattè le ciglia. Una gocciolina le scivolò lungo la tempia.
-Chi era
quel damerino e che voleva da te.- Sussurrò ancora il biondo, puntando le sue
iridi sul volto della ragazzina che avvampò per quel contatto.
-Ohm…
ehm…, era un mio vecchio compagno dell’asilo! Pensa mi ha riconosciuto malgrado
tutto questo tempo!- Sora si mise a ridere mentre sentiva un forte calore sulle
gote, Yamato non era mai stato così palesemente geloso di qualcuno o di
qualcosa…
Il biondo
dal canto suo pensò che era normale che quel “Noel” avesse riconosciuto la sua
Sora anche se a distanza di tanto tempo… Come facevi a scordare un volto del
genere dopotutto?
Ma
naturalmente il pensiero se lo tenne per sé e un’altra domanda gli si inoltrò
nel cuore.
-Ah. Sì?-
Concretizzò con somma indifferenza.- E come mai sei così rossa?-
Sora a
quella affermazione avvampò ancora di più, dato che il viso del biondo era
troppo vicino…
-Ahm..
Ehm…- si limitò a biascicare.- Per nulla che ti interessi!- Il suo tono, malizioso
e puntiglioso allo stesso tempo, colpì le orecchie del maggiore degli Ishida
facendolo sorridere. Yamato non si voltò sentendola andare via mentre, i suoi
occhi scrutavano di nuovo il volto di Noel da lontano…
-Ztè…
damerino da strapazzo!- borbottò mentre alle sue spalle si consumava un’altra
divertente scenetta.
Daisuke
si era appena ripreso dalla stretta mortale quando, una mano si era poggiata
sulla sua spalla facendolo sbiancare come un cencio. Il giovane non avrebbe mai
immaginato che quel tocco gentile era della sua Hikari-chan.
-Kari…?-
chiese a metà con voce sognante. Trasalì e divenne paonazzo.
-Daisuke
tutto bene?- chiese invece la castana dondolando le sue ciocche marroni e
fissandolo perplessa.
-Sisi.-
La sorella di Taichi non era molto convinta da quella risposta. Daisuke allora
prese a volteggiare in aria con la faccia rossa e con le mani bianche cadaveriche.
-Sembra
un insalata di riso.- fu il commento di Cody che fece ridere di gusto sia Yolei
che Kari.
Takeru
non aveva sentito quella battuta e vedere Kari che parlava con Daisuke… e che
rideva anche per giunta, fu una staffilata dritta al cuore.
-Karinissima…Kari…-
fece il moro sorridente e paonazzo.
E
un’altra persona con dei grandi occhi vedi a quell’esclamazione, si voltò verso
la scenetta, corrucciando il volto. E in men che non si dica quella smorfia si
tramutò man mano in pianto. Grosse lacrime e singhiozzi si udirono in quel
gruppetto di solito così spensierato e allegro.
Tutti si
voltarono e Takeru compreso rimase sbalordito e inebetito davanti alla figura
di Yuko Aruma completamente in lacrime.
-Yuko!-
sussurrò la cugina alzandosi da vicino a Izumi e sgranando gli occhi.
La
ragazzina nel frattempo raddoppiò i suoi singhiozzi e tra i perché di tutti, se
ne andò via correndo.
Takeru
solo vedendola andar via, prese coscienza che quella lì anche se bizzarra, era
sua amica e lanciò uno sguardo astioso a Daisuke, correndole dietro.
Kari che
aveva visto la scena, poco mancò perché i suoi capelli non diventassero tutti
bianchi. Non capiva e non poteva sapere, perché quella ragazzina si era messa a
piangere ma ebbe la tentazione di singhiozzare anche lei, vedendo il suo Takeru
inseguirla. Miyako, che portava onore al suo intuito femminile, prese la mano
della sua migliore amica e la trascinò praticamente in un’altra direzione del
cortile, dando inizio a una vera missione 007.
Takeru
nel frattempo aveva inquadrato la figura di Yuko sotto un albero che piangeva
sonoramente. Le si avvicinò, non sapendo come consolarla.
-Yuko..-
sussurrò appoggiandole garbato una mano su una spalla.
-Sigh…è
tutto inutile!!!- Fece quella a quel contatto, singhiozzando amaramente e
ancora più forte, tanto da far trasalire il povero digiprescelto.
Da dietro
un albero guardavano la scena una Miyako con tanto di Pipa alla Sherlock Holms
e Kari che invece si sforzava di guardare la scena, facendo anche finta di
niente.
-Dai… non
fare così!- Takeru con una gocciolina in testa provò a farla ridere. –Se
no, mi metto a piangere anche io e allaghiamo insieme il cortile!!-
Yuko fece
un sorriso forzato e poi tirò su col naso girandosi verso il ragazzino.
Vedere i
due, l’uno verso l’altra, fece impallidire la povera Yagami che volse il volto
di lato, facendo forza su se stessa. -Miya… andiamocene!- Fece, mentre invece
la violacea la costringeva a guardare.
-Dai
asciuga le lacrime e spiegami perché hai pianto.-
Yuko con
gesti molto lenti di asciugò gli occhi, tirando su col naso mentre riprendeva a
parlare tra i singulti.
-La…
AMA!!-
Takero
trasalì e si appoggiò al tronco.
Miyako
cercò con tutta se stessa di capire il linguaggio delle labbra, decise che si
sarebbe avvicinata ancora di più. Kari invece aveva udito quello che la
ragazzina aveva detto e un grosso punto di domanda le cadde sulla testa.
-Chi?-
fece Takeru alzando un sopracciglio.
-Daisuke
ama Kari!- Yuko lo gridò con rabbia e forza e sia Hikari che Miyako sentirono
quei due nomi.
-La
ragazzina ti detesta…- fece allora la futura moglie di Ken sussurrando ciò
all’orecchio di Kari.
-Ma cosa
dici!- Takero alzò lo sguardo, irritato da quello che la ragazzina gli aveva
appena detto.
-Daisuke
la ama… la ama da impazzire… basta che lei sorrida anche a suo fratello e
arrossisce! Quell’idiota patentato! Quel brutto idiota che non è altro!-
Strinse i pugni mentre un’ondata di fuoco la possedeva. -Come ho fatto a
innamorarmi di QUELLO Lì?!?!- urlò furibonda con se stessa e con il suo cuore.
Takeru
indietreggiò mentre una gocciolina gli scivolava lungo la tempia. -Ti prego non
arrabbiarti…- fece mentre come in un flash gli era venuta in mente Sora a
Digiwold e in uno dei pochi momenti con cui imprecava contro qualcosa e
qualcuno.
-OH… Sono
arrabbiatissima! Cosa devo fare??Non voglio odiare Hikari-chan mi sta simpatica
e poi è la tua ragazza!-
Takero
per tutta risposta arrossì imperdonabilmente. Dietro al cespuglio Kari e Miyako
erano sbalordite da quella confessione e senza parole non avevano la forza di
spostarsi da lì.
-Non è la
mia ragazza.- fece allora il biondo togliendosi un ciuffo dagli occhi. –E
poi sono convinto che Daisuke non la ama veramente.-
Quella
frase fece spalancare gli occhi a Yuko, che sorrise mentre un’altra lacrima le
scendeva dalle ciglia nere.
-Davvero,
Kero-kun?!-
A parte
il fatto che il suo nome fosse stato storpiato irrimediabilmente, T.k. sorrise.
-Si… lui
né è cotto ma sono convinto che non sa davvero cosa vuol dire amare Kari. Tu
faglielo capire, stargli vicino e gli passerà.- Il suo sguardo si fece serio e
il giovane guardò per terra. –Vedi, molto probabilmente avrà visto in lei
il suo ideale di bellezza, e l’avrà amata anche perché lei è gentile e cortese
con tutti. Non conosco nessuno che la trovi antipatica o che la odi… perché lei
è così, si preoccupa prima degli altri e poi pensa a se stessa.-
Il
ragazzo continuò mentre Yuko gli sorrideva.- Lui ama Hikari, solo perché vede
questo in lei, la venera come se fosse una Dea… non che non lo sia, ma non
riesce a coglierne la fragranza e l’essenza. Kari è gentile con tutti ma è
totalmente insicura. Si circonda di amici che le vogliono davvero bene… ma non
riesce ad essere mai se stessa, si chiude in un mondo tutto suo, dove solo
avvolte fa entrare pochi eletti.-
Kari
avvampò le lacrime cominciarono a roderle i lati degli occhi. Miya guardava
sorridendo il volto di Takeru. Luce e Speranza.
-I silenzi
di Hikari sono parole, parole che a volte diventano urla. Sono così forti che
anche se le sue labbra sono sigillate non puoi fare a meno di guardarla, perché
senti che lei ti sta dicendo qualcosa. Lei parla al cuore delle persone, riesce
ad entrarti dentro come un raggio di sole o come un rivolo di pioggia. Forse mi
troverai uno stupido… ma Daisuke non riesce a sentirla, pensa solo al suo di cuore
ed in questo riconosco un suo difetto dato che è tremendamente egoista.-
Yuko
sorrise ancora. – E tu riesci a sentirla vero, Take-kun?-
Takeru
non rispose rimirò l’erbetta del cortile, poi il suo sguardo si spostò verso
l’alto come a voler eludere quella domanda.
Quando
stava per articolare parola, un tonfo fece voltare le due figure verso il
suddetto cespuglio. Il suo cuore si fermò, prima di battere impazzito quando
Yolei con un grosso gocciolone ne uscì fuori trascinando la povera Hikari.
-Ehm…
salve, salvino!-
Takeru
sbuffò scocciato, grandioso Kari aveva sentito tutto da come lo stava
guardando! Yuko anche impallidì inesorabilmente.
-Avete
sentito tutto???- chiese con voce fioca.
Miyako
annuì sorridendo a quella ragazzina.
-Ti piace
Daisuke Motomiya…- esclamò mettendole una mano sulla spalla e facendo la
disinvolta.
-Oh
no…hai sentito…! E che farai glielo dirai?? No ti prego, mantieni il mio
segreto me ne vergogno troppo! Abbi pietà di me!-
Yuko si
incollò addosso a Miyako Inoue che rimpiange il suo senso di spia russa.
-Si
certo! Figurati se dò a quella prugna la soddisfazione di sapere che una bella
ragazza è innamorata di lui!- Yolei si incamminò verso il cortile affiancata da
Yuko Aruma e sapeva già che non si sarebbe staccata facilmente malgrado quella
rassicurazione.
-Grazie…
Grazie!!-
…
Takeru e
Hikari si guardarono. Lei era commossa, lui imbarazzato e avrebbe voluto
seppellirsi tre metri sotto terra…
-Takeru…-
la sua voce poi così dolce gli fece un male tremendo. Si sforzò di non
guardarla puntando gli occhi altrove che però si spostarono quasi subito…su di
lei.
-Hai… hai
sentito tutto?-
Kari
annuì mentre si stringeva le sue mani bianche in una morsa di tensione.-Ho
sentito tutto e…- Si
morse il labbro. –Ed ecco io…- cercò di trovare le parole che le erano
morte in gola. -Ti chiedo perdono…- Kari lo guardò dritto egli occhi facendolo
sussultare. -Scusami Takeru…!-
**