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Autore: youcanfly    25/02/2013    19 recensioni
"Ormai ci sei dentro. Benvenuta nel gioco."
Mi appoggiai allo stipite della porta e portai la mano destra alla mia bocca. Che diamine stava succedendo?
Corsi verso l'entrata e presi il telefono, controllai i numeri in rubrica e ringraziai il cielo di avere il numero di cui avevo bisogno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 1.

 
“Lia,svegliati! Per caso vuoi fare tardi al lavoro? Non la vedo come una prospettiva allettante,no?”

Mi rigirai nel letto cercando di evitare di prestare attenzione alla voce di Silvia che stava prendendosela con la porta di camera mia,la faceva facile lei che non si trovava a Londra per lavorare ma solo in vacanza.

“Lia,muoviti,sono le 7 e dovresti essere da Harrods alle 8!” Urlò senza smettere di prendere a pugni la porta. Mi alzai lentamente dal letto senza avere il coraggio di guardarmi allo specchio. Eravamo li da poco meno di una settimana e io avevo già trovato un lavoro,mentre Alice girava ancora da un colloquio all'altro rifiutando ogni singola proposta che le veniva fatta in quanto 'non rispecchiava la sua personalità'.

“Lasciala stare,si sarà già alzata e starà zitta solo perchè in caso contrario ti direbbe di ficcarti le tue urla dove il sole non batte” disse Alice con la voce più assonnata del solito.
Mi avvicinai al mio armadio e ne estrassi il mio unico completo pseudo-lavorativo composto da una camicia abbastanza scollata e un paio di skinny che riuscivano a bloccare la circolazione persino della persona più magra sulla faccia della terra. Una volta vestita mi infilai un paio di stiletto aperti dello stesso colore della camicia e mi guardai allo specchio,il mascara che era colato mi rendeva ancor più simile a un panda di quanto non lo facesse già il mio colorito cadaverico. Scossi la testa e raccolsi ciò di cui avevo bisogno per poi uscire dalla stanza e trovarmi faccia a faccia con Silvia che era già pronta e perfettamente sveglia.

“Mi spieghi l'utilità di svegliarsi a quest'ora se sei qui solamente per divertirti?” chiesi sapendo benissimo che non mi avrebbe lasciata andare in bagno da sola,ma mi avrebbe seguita per chiedermi se ero psicologicamente pronta a ciò che mi aspettava.

“Nessuno,volevo solamente accompagnarti e..” mi fermai e mi voltai di colpo.

“No,Silvia,nessun giro di perlustrazione per cercare commessi carini e single” dissi per poi entrare in bagno a struccarmi,ri-truccarmi e sistemarmi almeno un minimo i capelli,una volta finito mi guardai allo specchio e sospirai,quello era la mia prima vera esperienza lavorativa e doveva andare tutto benissimo. Uscii dal bagno e Silvia mi sorrise senza aggiungere una sola parola “Vai e fai vedere a tutti quello di cui sei fatta” disse per poi voltarsi verso Alice “E tu muoviti,tra mezz'ora hai un colloquio.” “Si mamma” disse lei continuando a mangiare l'ennesima tazza di latte e cereali,elemento costitutivo della nostra dieta da quando eravamo li dato che non potevamo permetterci molto altro.

Uscii di casa controllando di aver messo tutto l'occorrente in borsa e estraendo la tessera della metropolitana dato che quello era l'unico modo che avevo per arrivare senza aspettare trent'anni un autobus che passava quando il conducente si ricordava che forse avrebbe dovuto lavorare.
Arrivai all'entrata del personale di Harrods con cinque minuti d'anticipo e una ragazza davanti a me si voltò sorridendomi “Nuovo viso,sorriso smagliante,presumo tu sia una nuova arrivata” disse appoggiandosi al muro e accendendosi una sigaretta. “Tieniti stretto quel sorriso per oggi,già da domani lo avrai perso. A che piano sei?” chiese senza nemmeno guardarmi negli occhi.

“Sono al terzo piano,abbigliamento giovani e giochi” dissi appoggiandomi a mia volta contro il muro,ma la calma apparente che si stava creando in quel momento durò poco dato che in men che non si dica la ragazza buttò la sigaretta a terra e con occhi stralunati guardò dietro di me “Tu,sei tornato!” urlò guardando verso quello che fino a pochi minuti fa per me corrispondeva a un buco vuoto. Guardai la sconosciuta che mi stava accanto e che sembrava aver visto una statua greca e mi voltai trovandomi faccia a faccia con uno di quei classici rubacuori inglesi che ormai avevo incontrato tremila volte in questi giorni.

“Harry,lei lavorerà con te sai,abbigliamento giovane” disse sorridendomi e facendomi un occhiolino quasi a volermi dire 'Via libera'. Si era forse bevuta il cervello? La guardai cercando di farle capire che non ero li per quello,ma lei non rimase fuori ancora a lungo e entrò senza nemmeno lasciarmi il tempo di seguirla.

“Io sono Harry” disse lui porgendomi la mano mentre io stavo ancora guardando la porta d'entrata non riuscendo a capacitarmi del fatto che la ragazza mi avesse lasciata li da sola.

“Hey riccia,che stai guardando? Questo lavoro tende a dare allucinazioni solo quando andiamo a sbronzarci dopo il turno per riprenderci da otto ore di pazzia”. Mi voltai verso di lui non appena mi diede un colpetto sulla spalla destra e mi riportò alla realtà.

“Scusami,io stavo solo.. Non fa niente,sono Lia” dissi stringendogli la mano e facendo per entrare a mia volta,ma lui mi precedette aprendomi la porta e aspettando che entrassi per prima.

“Di dove sei?” mi chiese mentre percorrevamo uno di quei corridoi che in qualità di cliente non vedi mai.

“Perchè me lo chiedi?” sorrisi rendendomi conto che quella era la domanda più insensata di sempre dato che il mio accento era tutto tranne che inglese.
“Il tuo accento e il fatto che sembra che tu non sappia quello che ti aspetta,una persona di qui non si presenterebbe mai per un lavoro qui,siamo pagati bene,ma ci fanno lavorare come dei matti.”
L'ascensore si aprì immediatamente e ne uscì una ragazza bionda in lacrime.

“Quella è pazza,qui sono tutti pazzi,io me ne vado,ci rinuncio!” urlò finendomi contro “Scappa.” mi disse prima di correre via. Mi voltai verso Harry che nel frattempo era entrato nell'ascensore e stava aspettando che lo seguissi.

“Non ti preoccupare,non avrà avuto un buon collega,non permetterò che qualcuno ti riduca così” disse appoggiandosi contro la parete dell'ascensore con fare sexy.

“Se eviti l'atteggiamento alla James Dean si può anche fare” dissi entrando e schiacciando il pulsante del terzo piano.
Una volta arrivati al piano ci trovammo davanti a una donna sulla quarantina che aveva in mano una cartellina.

“Finalmente,voi due,moda giovani,ora.” disse battendo il piede per terra. Uscimmo velocemente e Harry si precipitò alla sua destra,ma io fui fermata prima che potessi fare un solo passo.

“Tu..” disse con tono deciso,il mio cuore per un momento si fermò,i suoi occhi erano gelidi come il ghiaccio,sembrava capace di incenerirmi in un solo secondo.

“..Belle scarpe.” disse prima di andarsene lasciandomi praticamente paralizzata in mezzo agli scaffali.

“Dai riccia,muoviti!” disse Harry ridendo e prendendomi per il braccio.

“Senti chi parla,ti sei mai visto allo specchio? Hai più ricci te di me eh” dissi dandogli una gomitata amichevole mentre ci affrettavamo verso la zona moda giovane. Avremmo dovuto lavorare nello stesso settore,per la French Connection.
La mattinata trascorse velocemente,forse perchè i clienti erano talmente tanti che saltò persino la nostra pausa pranzo (che venne prontamente sostituita da un panino al volo).

“Calma piatta per almeno mezz'ora” annunciò lui buttandosi sul bancone sul quale erano state abbandonate almeno una trentina di magliette e altri capi d'abbigliamento.

“Dobbiamo sistemare questo casino e non sto parlando di quello che hai fatto prima mentre ci stavi provando con quel gruppo di ragazze che avranno avuto quantomeno 3 anni meno di te” dissi ridendo mentre iniziai a piegare le prima magliette. Lui si alzò dal bancone sorridendo con fare sexy.

“Gelosa?” chiese avvicinandosi a me e mettendomi una mano sul fianco.

“Dacci un taglio scemo e aiutami” gli lanciai un vestito da appendere e sorrisi scuotendo la testa. In quel momento la radio del piano partì all'improvviso e “We are young” riempì completamente tutte le stanze.

“Ora si che si ragiona” disse Harry ridendo e cominciando a cantare sulla canzone ballando senza smettere di piegare le magliette. Sorrisi scuotendo la testa,ma quando arrivò il momento del ritornello non riuscii a trattenermi e in men che non si dica mi trovai a cantare con lui mentre ballavamo come degli scemi facendo finta che quella canzone fosse nostra e non dei 3OH!3.
A un certo punto per sbaglio inciampò e mi venne addosso facendomi andare a finire contro il banco di cassa e facendo cadere entrambi per terra.

“Dove sei stata fino ad oggi?” chiese ridendo e facendo ridere anche me. “Sul serio,non mi sono mai divertito così tanto al lavoro” mi voltai verso di lui e solo in quel momento realizzai che i suoi occhi erano una delle cose più belle che avessi mai visto in vita mia. Sorrisi rendendomi conto della situazione paradossale in cui mi trovavo in quel momento,sembrava la scena di un film e per mia sfortuna io ero una di quelle ragazze che hanno i piedi fin troppo per terra. Lui si alzò e mi tese la mano aspettando che gliela stringessi così da alzarmi con il suo aiuto.

“Italia” dissi velocemente. Lui scoppiò a ridere.

“Io voglio aiutarti ad alzarti e tu mi dici Italia?”

“No scemo,è da dove vengo. Me l'hai chiesto prima,ricordi?” strinsi la sua mano e lui mi aiutò ad alzarmi,ma lo fece con troppa decisione e in men che non si dica mi trovai contro di lui completamente persa nel suo sguardo. Rimanemmo a fissarci per un minuto e nessuno disse nulla,ma la radio e “Check It Out” di Nicki Minaj ci riportò alla realtà.

“Forse è meglio se finiamo di piegare le magliette” dissi piano prima di staccarmi da lui e di ritornare verso il bancone.
Il periodo di calma durò solo un'ora e in men che non si dica il piano tornò a essere pieno di ragazzine che correvano da una parte all'altra urlando e ridendo come delle pazze.

“Questo lavoro mi farà diventare scema” dissi piegandomi sul banco di cassa dopo aver servito l'ennesima mamma scontenta.

“Hey babe!” urlò una voce fin troppo conosciuta. Mi voltai e mi trovai di fronte Silvia.

“Oh no,Silvia,davvero,forse non è..” l'ultima cosa che volevo era che lei vedesse Harry dato che sapevo benissimo che mi avrebbe detto di provarci.

“Stai calma,sono qui perchè sono venuta a portarti il cellulare e...” non finì la frase,ma rimase a fissare qualcuno che si trovava alle mie spalle mezza sconvolta.

“Okay,perchè oggi fate tutti così?” chiesi voltandomi e vidi che alle mie spalle c'era Harry che era tanto sconvolto quanto Silvia.

“Tu,oh mio Dio,Harry!” urlò Silvia prima di correre verso di lui ad abbracciarlo.

“Ma te che ci fai qui? Non ci credo!” Esclamò lui.
Li guardai attonita. Loro si conoscevano,lei conosceva il ragazzo con cui lavoravo,lei conosceva davvero Harry e sembrava che dietro quell'abbraccio si nascondesse qualcosa di più di un passato da buoni amici.

  
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