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Autore: raawrharreh    25/02/2013    6 recensioni
cercavo di dimenticarti per non soffrire, ma quello era il dolore più grande, non pensarti.
«i can't stop thinking about you..»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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  xehimalik

 


Oggi non è proprio giornata, sono appena le dodici e già mi sono scontrata con due persone, non si prospetta una delle migliori.

Mi volto alquanto stupefatta, ero talmente presa dall’incontro di oggi pomeriggio con Harry che mi era totalmente passata di mente la persona che, fino a pochi giorni prima, aveva egoisticamente monopolizzato i miei pensieri, Tyler.

-Abby non ti volevo spaventare, tutto bene?- chiede mettendomi una mano sul braccio, forse tremavo, probabile, sono estremamente impressionabile, probabile anche che sia stata semplicemente la persona poco aspettata.
-sì sì, tranquillo.. grazie.- a
ccenno un sorriso, -.. come mai qui?- cerco di far sembrare la domanda il meno esortativa possibile nel farlo allontanare, è semplice curiosità.

-volevo solo chiederti se ti andrebbe di venire questa sera a casa mia per una festa, per festeggiare la mia entrata nella squadra.- esordisce con il suo solito e coinvolgente sorriso.

-sei stato preso per lacrosse? sono felicissima per te, certo che vengo!- colta dell’entusiasmo lo abbraccio e sento alimentarsi la sua tenera risata.

-grazie! mi fa davvero piacere che tu possa venire.- allento la stretta dell’abbraccio e mi distacco, - se vuoi porta qualche amica, anche Olive ed Audrey ovviamente.- conclude nascondendo nuovamente le mani nelle tasche.

-certamente, ora scusami, devo proprio andare.- sorrido e mi allontano stampandogli un bacio sulla guancia calda nonostante il gelo che c’è fuori.

Mi allontano e voltandomi agito la mano verso di lui, cercando di sorridere il meno impacciata possibile, la faccia è completamente congelata.

Man mano che mi avvio verso casa di Olive cerco di velocizzare il passo, tenendo le mani strette nelle tasche della giacca, sperando di riuscirmi a riscaldare. Oggi le strade sono deserte, giustamente, chi uscirebbe con questo freddo anziché restare a casa a dormire avvolto dal tepore del proprio letto, di sabato mattina?

Ad un certo punto sento una macchina iniziare a suonare ininterrottamente il clacson, sicuramente cerca di farsi notare da me, sono l’unica nei paraggi. Presa dall’ansia aumento ulteriormente la velocità del passo e mi allontano dal ciglio della strada avvicinandomi alle abitazioni. Continua a suonare e l’avverto sempre più vicina, ha accostato e ridotto la velocità. Inizio a correre ed urlare ‘chiamo la polizia! lasciami stare!’ tenendo stretta la borsa, l’auto persiste. ‘Abigail!’ sento urlare dall’interno del veicolo, ora come conosce il mio nome? Riduco la velocità, sia per riprendere fiato, che per capire chi sia nell’auto. Mi fermo, ma indugio qualche secondo a girarmi.

-Abigail, ti sei presa quale eccitante, droga o altra strana sostanza?- riconosco la delicatezza e l’ironia di quella voce. Mi giro e inizio a ridere rendendomi conto di essere sembrata paranoica, forse troppo.

-ma cosa ci fai qui Harry? in caso non l’avessi capito, iniziare a suonare così ostinatamente contro una ragazza in una stradina desolata, non è il massimo degli approcci. una telefonata?- cerco di sembrare rigida, ma vengo ipnotizzata dal suo sorriso e mi avvicino al finestrino della vettura baciandolo, sento il calore riaffiorarmi nelle vene.

-non vuoi entrare?- chiede persuasivo e con un tono remissivo.

Mi avvio verso l’altro il lato opposto ed entro, mi siede e agilmente mi prende delicatamente per un braccio baciandomi nuovamente.

-non dovevamo vederci più tardi?- inizio un discorso serio, dopo aver eccessivamente scherzato sulla mia precedente reazione.

-non potevo aspettare.- risponde serio e continuando a guidare verso una meta adesso a me ignara. Vorrei esasperatamente saltargli al collo, ma non sarebbe il massimo in questo momento; mi limito perciò a sorridere e mettergli una mano sulla gamba.

-e invece potresti essere più specifico sulla destinazione?- chiedo nuovamente, togliendomi la giacca e mettendomi comoda, preannuncio un lungo viaggio.

-vedrai.- mi lancia un fuggevole sguardo, prima di tornare a guardare la strada.

-quanto mistero oggi..- incrocio le gambe sul sedile e tengo la mano sulla sua gamba, ride.

-giuro che questa è l’ultima domanda del viaggio..- ride, -ma come hai fatto a sapere dove ero?- è la cosa che mi rende più titubante, non credo sia umanamente possibile che sbuchi sempre nei momenti più adatti.

-se non ti fa dormire la sera il pensiero che io sia una specie di Edward Cullen che ti guarda mentre dormi, che sbuca dal nulla e che cerca di leggerti il pensiero, puoi stare tranquilla..- inizia, - sono umano e non cerco di succhiarti il sangue, potrei più che altro farmi prendere da impeti licantropi e strapparmi la maglietta di dosso.. ma non credo sia un problema per te.- mi lancia uno sguardo provocante e sorride vedendomi abbandonata a ridere sul sedile, ormai con le lacrime agli occhi.

-cretino,- gli lancio una manata sulla spalla, -dico seriamente, te l’ha detto qualcuno?-

-Louis,- esordisce. -ero venuto a casa per prenderti prima, ma ho trovato solo quei due deficienti che stavano giocando a FIFA 13.- conclude lasciandosi sfuggire un lieve sorriso al ricordo di Louis e Niall. Annuisco e sorrido a mia volta, puntando lo sguardo fuori dal finestrino e godendomi il silenzio momentaneo che si è creato. I dintorni sono caratterizzati da scenari mozzafiato, lunghe distese verdi completamente ricoperte da alberi innevati, per strada ci siamo solo noi, questo mi incuriosisce ancora di più sulla meta da raggiungere. Allungo la mano e accendo la radio, non sono abituata a lunghi silenzi a casa con mio fratello.

-adoro questa canzone.- interrompe il silenzio Harry iniziando a cantare e alzando il volume della radio.

-la conosco, è bellissima.- dico iniziando a cantare con fare teatrale, accompagnata dal moro. È 'isn't she lovely' di Steve Wonder. Noto con piacere che, durante la nostra emozionante performance in macchina, mi guarda spesso al momento del ritornello, come se mi volesse dedicare la canzone. Sarebbe davvero tenero, potrei dire fieramente di avere una nostra canzone.

Al termine rimane sorridente, come se la canzone gli avesse risvegliato dei ricordi, o semplicemente certi dei nuovi.

-penso a te ogni volta che la sento, sai.- avremo una nostra canzone.

-davvero? solo quando senti questa canzone?- ironizzo, non amo le situazioni sdolcinate o imbarazzanti, non saprei come affrontarle. 

-no, certo. ma penso a te in modo particolare quando la sento.- mi lancia uno sguardo fugace, tornando poi concentrato sulla strada. Tranquillizzata dalla strada rettilinea e dalla presenza costante delle solite tre macchine, mi sporgo dal suo lato e lo bacio sul collo, sembra apprezzare e rabbrividisce.

Pochi istanti dopo il telefono inizia soffocatamente a vibrare, è un messaggio di Audrey. 

'Abbux oggi non posso venire con te ed Olive, mi dispiace. la avverti tu?' leggo e mi rendo conto di non aver nemmeno io avvisato Olive che non sarei venuta. 

'in realtà neanche io posso venire, tranquilla sistemo tutto io. dove vai poco di buono? x' rispondo in breve tempo, cambiando poi destinatario per avvisare Olive.

'Olivia Stanford ti dobbiamo dare buca, perdonaci xx' invio il messaggio  mantenendo il grado ambiguo di dolcezza delle nostre conversazioni. 

-con chi parli?- chiede Harry dopo essersi ripreso dal bacio. 

-tranquillo Harold, sono solo quelle stupide di Audrey ed Olive; sarei dovuta uscire con loro oggi prima che qualcuno mi sequestrasse..- rispondo controllando i messaggi in arrivo.

-da che giornata esageratamente divertente ti avrei sequestrato?- chiede nuovamente, con il solito tono ironico delle nostre conversazioni. 

-dormi sereno, nessuna. entrambe a quanto pare solo salpate in sella del cavallo bianco del loro principe,- inizio a leggere ad alta voce gli ultimi messaggi, -'esco con Dylan, mi ha chiamato questa mattina e non potevo rifiutare.' questa è Audrey.- continuo. -'tranquille, non avrei potuto nemmeno io, esco con Austin, dopo ti racconto x' ed infine Olly.- le saluto, lasciandole al loro intrepido pomeriggio, e ripongo il telefono nella borsa sotto il sedile.

-di sicuro ti divertirai molto di più tu, rimarrai scioccata..- sogghigna. 

-cioè? cosa hai in mente?- sollecita la mia curiosità.

-guarda, questo è solo l'inizio.- dice parcheggiandosi vicino ad un albero e prendendomi per mano. Sono senza parole.

  
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