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Autore: 3ottobre    25/02/2013    1 recensioni
La scatola nella tasca dei jeans iniziava a pesare e ormai era un mese che andava di jeans in jeans senza mai uscire fuori. Ogni momento sembrava quello giusto ma non era mai abbastanza perfetto e lei meritava la perfezione in tutto. Ma quella sera proprio non riuscii a fermarmi, dovevo farlo.. E lo feci. I suoi occhi mi guardarono terrorizzati mentre mi inginocchiavo ai suoi piedi. ero perso con lo sguardo all'aria, provavo a non pensare, l'ansia aveva preso totalmente possesso del mio corpo e il respiro corto di certo non aiutava.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Smettila Nialllll!" aveva urlato mentre continuavo a farle il solletico, rideva a scatti, aveva le lacrime agli occhi, ma odiava quando qualcuno le faceva il solletico, non aveva la situazione sotto controllo e ciò la faceva impazzire. Risi con lei e la torturai per qualche altro secondo prima di lasciarla respirare e scendere dal suo corpo stendendomi accanto a lei. Si asciugò qualche lacrima "ti odio" riuscì a dire mentre ancora rideva e per tutta risposta le stampai un bacio sulle labbra mentre accompagnavo la sua risata con la mia. E fu quella sera che decisi di fare l'enorme passo che avrebbe cambiato tutta la nostra vita. La scatola nella tasca dei jeans iniziava a pesare e ormai era un mese che andava di jeans in jeans senza mai uscire fuori. Ogni momento sembrava quello giusto ma non era mai abbastanza perfetto e lei meritava la perfezione in tutto. Ma quella sera proprio non riuscii a fermarmi, dovevo farlo.. E lo feci. I suoi occhi mi guardarono terrorizzati mentre mi inginocchiavo ai suoi piedi. ero perso con lo sguardo all'aria, provavo a non pensare, l'ansia aveva preso totalmente possesso del mio corpo e il respiro corto di certo non aiutava..


Sentii tutti alzarsi alle mie spalle. ecco. Era arrivato il momento.  Più terrorizzato che confuso mi girai verso "l'entrata" anche se su quella spiaggia una vera entrata non c'era. Liam comparve e prima di girarsi completamente verso di lui i pochi invitati guardarono me che nel mio impeccabile smoking nero trasudavo nervosismo e felicità allo stesso tempo. La musica tipica partì e vidi il mio migliore amico tendere una mano verso qualcuno, verso lei.. Ogni singola pupilla era incantata dal suo essere, ogni singolo pensiero era rivolto a lei, ogni persona la seguiva come attratta da una strana forza invisibile che la legava a lei. Gli occhi giudici degli altri analizzarono il vestito, troppo corto, troppo lungo, troppo semplice, troppo bianco.. Ma a me non interessava, non riuscivo nemmeno a guardarlo. Perché perdersi a guardare il vestito quando potevo guardare lei? I capelli biondi e lisci erano uguali a sempre, la pelle del suo viso era arrossata, il bianco le donava quella maledetta aria angelica e perfetta difficile da resiste. I suoi occhi erano fissi sui miei, e i miei sui suoi. Non mi ero nemmeno reso conto che per tutto il tempo avevo sorriso come un cretino e che lei aveva attraversato la navata di sabbia fino ad arrivare a me. E ora Liam mi stava porgendo la sua mano diafana che debolmente presi. La testa iniziò a girare, tutto il mondo intorno si cancellò, restammo solo io e lei nella mia mente. E ogni parola detta dall'uomo che ci stava sposando non arrivava alla mia mente perché lei era lì che mi sorrideva, e tutta la mia mente e il mio corpo erano impregnati dalla sua perfezione tanto da non pensare ad altro. Riuscii per un nano secondo a cogliere qualche parola e mi resi conto di dover dire qualcosa, "si, lo voglio" dissi trattenendo ogni emozione che stava per esplodere. E lei disse lo stesso, e fummo dichiarati marito e moglie. Ogni persona lì ci applaudì e avvicinammo i nostri visi per baciarci con una lieve pressione tra le labbra. Intrecciammo le dita delle nostre mani e ci incamminammo verso l'uscita. Non sarebbe stato facile, ci saremmo odiati e avremmo litigato fino a piangere. Come al solito, anzi! Forse ora anche più del solito, ma l'importante era tornare sempre indietro a chiedere scusa, era amarsi fino a soffrire per la lontananza di qualche ora, era mantenere quella promessa che avevamo gridato a tutti quel giorno che ci eravamo sposati. Non sarebbe stato facile, ma ce l'avremmo fatta, mano nella mano, proprio come ora stavano camminando attraverso la navata.

   
 
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