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Autore: Tonksgiuly    12/09/2007    6 recensioni
Era notte fonda. Una figura in pigiama dai lunghi capelli rossi stava in piedi davanti ad una porta, titubante. Ogni tanto era scossa da un tremito, al pensiero dell’ incubo che l’ aveva svegliata. Era stato così reale! La casa in fiamme, i suoi fratelli e i suoi genitori che urlavano e correvano per mettersi in salvo… e poi lui. Lui bloccato dalle fiamme, lui che gridava aiuto, lui schiacciato dai resti infiammati della casa… Un altro tremito la scosse. Ogni tanto allungava la mano verso la maniglia, ma la ritraeva subito. Faceva dietrofront, poi ci ripensava e tornava indietro, si guadava intorno e avvicinava nuovamente la mano alla maniglia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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promise

Piccola premessa: questa è la mia prima fanfiction, quindi vi prego di essere clementi. Non so se ne scriverò altre. Di idee in testa ne ho 3000, ma arrivati al punto di scriverle….mi blocco. Se mi viene un improvviso lampo di ispirazione però riesco a finire di scrivere in 10 minuti. Questa lo scritta una mattina appena mi sono svegliata. Non sono neanche scesa dal letto, ho preso carta e penna dal cassetto del comodino e ho iniziato a scrivere.

Questa FF NON CONTIENE ALCUN TIPO DI SPOILER SUL SETTIMO LIBRO DI HARRY POTTER. È tutto frutto della mia testolina. L’ ho scritta ancora prima di leggere il libro, quindi tranquilli. Ora basta, so che vi sto annoiando….eccovi la mia modesta opera. Spero sia di vostro gradimento!

Promise that you’ll come back

Era notte fonda. Una figura in pigiama dai lunghi capelli rossi stava in piedi davanti ad una porta, titubante. Ogni tanto era scossa da un tremito, al pensiero dell’ incubo che l’ aveva svegliata. Era stato così reale! La casa in fiamme, i suoi fratelli e i suoi genitori che urlavano e correvano per mettersi in salvo… e poi lui. Lui bloccato dalle fiamme, lui che gridava aiuto, lui schiacciato dai resti infiammati della casa…

Un altro tremito la scosse. Ogni tanto allungava la mano verso la maniglia, ma la ritraeva subito. Faceva dietrofront, poi ci ripensava e tornava indietro, si guadava intorno e avvicinava nuovamente la mano alla maniglia. Non avrebbe dovuto trovarsi lì, e lo sapeva. Ma era più forte di lei. Doveva entrare. Si prese di coraggio, fece un respiro profondo ed aprì la porta.

La stanza era silenziosa. La luce della luna che entrava dalla finestra illuminava un alto armadio sul quale stava appollaiata una civetta candida come la neve, che scrutava la stanza con i suoi enormi occhi d’ ambra. Non batté ciglio quando la ragazza entrò. La rossa si chiuse lentamente la porta alle spalle e si diresse verso uno dei due letti che si trovavano nella stanza (quello sul quale dormiva un ragazzo dai capelli neri) stando bene attenta a non inciampare nei vari scatoloni lasciati lì da due dei suoi fratelli maggiori. Si sedette lentamente sul bordo del letto, guardando il bel viso del quale da sei anni era perdutamente innamorata. Quanto le mancava! Si erano lasciati da un mese, ormai, e anche se lei aveva accettato le decisioni di lui senza versare una lacrima, non significava che non ne soffrisse. Le sfuggì un singhiozzo. Il ragazzo aprì gli occhi.

“Ginny! Che ci fai qui?”

Lei abbassò lo sguardo, lo fissò sulle proprie dita intrecciate in grembo e rispose: “Harry, so che non dovrei essere qui, ma… ho…ho avuto un incubo. Un incubo terribile”.

Lui la scrutò con i suoi bellissimi occhi verdi. Amava quella ragazza, l’ amava tantissimo, anche se non gliel’ aveva mai detto. Non poteva dirglielo. Aveva paura. Non di dichiararle i propri sentimenti, ma di perderla. Un mese prima l’ aveva lasciata perché temeva che Voldemort avrebbe potuto usarla come ostaggio, un tranello per attirare lui, ed Harry non poteva permetterlo. Non poteva permettere che qualcun’ altro morisse per causa sua. Non lei. Non Ginny.

“Che incubo hai fatto?” le chiese dopo essersi riscosso dai suoi pensieri. “Vuoi parlarmene?”

lei aprì la bocca e dopo due secondi, sempre con lo sguardo fisso sulle sue mani, raccontò: “La casa era in fiamme. Scappavano tutti, ma tu rimanevi bloccato dentro. Ho avuto una paura enorme. Ho cercato di correre verso la casa, ma una trave infuocata mi è caduta davanti e… mi sono svegliata… Oh, Harry!” disse voltandosi verso di lui. Le lacrime le rigavano il viso. “Ti prego, fammi restare qui, solo per questa notte! Non voglio restare sola! Ho bisogno di averti vicino!”

Lui si mise seduto e la strinse forte a sé, accarezzandole la testa mentre lei singhiozzava contro il suo petto. “D’ accordo. Puoi restare. Solo per questa notte però. Da domani torna tutto come prima”.

Ginny annuì e un leggero sorriso le increspò le labbra. Harry le sorrise di rimando e lei gli diede un bacio sulla guancia. Si misero sotto le coperte, lei con il capo poggiato sul petto di lui e lui con un braccio che stingeva le spalle di lei.

Ginny si sentiva più tranquilla ora che era così vicina ad Harry. Lui le aveva sempre dato sicurezza.

Sapeva che, qualunque cosa accadesse, l’ avrebbe sempre protetta, rischiando la sua vita per lei, solo per lei.

“Harry?”

“Dimmi”

“Me la prometti una cosa?”

“Si”

“Ma se non hai neanche sentito quello che ti voglio dire!” rise lei.

“Lo so. Ma per te farei qualsiasi cosa. Avanti, cosa devo prometterti?”

“Che tornerai da me. Il più presto possibile”.

Lui la guardò negli occhi e rispose: “Te lo giuro. Qualunque cosa accada tornerò da te.”

La guardò negli occhi ancora per qualche istante e, dopo un momento di esitazione la baciò.

Appena si furono separati lei gli sussurrò: “Ti amo Harry”.

“Anche io ti amo Ginny, tu non sai quanto”. La stinse forte e, dopo un po’, si addormentarono entrambi. Abbracciati. Felici. Senza pensare a quello che li attendeva.

***
Harry partì il giorno seguente con Ron ed Hermione. La signora Weasley versò un fiume di lacrime. Non smise un attimo di piangere mentre si salutavano e qualunque cosa le dicessero per consolarla era perfettamente inutile. Harry salutò tutti i ragazzi Weasley, Lupin, Tonks, Malocchio e Hagrid (che erano alla Tana per salutarli), si liberò dagli abbracci soffocanti di Molly e si voltò verso l’ unica persona che non aveva ancora salutato, quella dalla quale sarebbe stato più difficile separarsi. Le si avvicinò lentamente. “Niente lacrime” le disse non appena furono vicini. Ginny fece un sorriso triste e gli gettò le braccia al collo, trattenendo le lacrime. Lui la strinse forte cercando di non pensare che quella sarebbe potuta essere l’ ultima volta che la vedeva.
“Ricordati della promessa…” gli sussurrò Ginny all’ orecchio.
Lui sorrise, le diede un bacio sulla guancia e si allontanò da lei.

***

Harry, Ron ed Hermione si recarono a Godric’s Hollow e si diedero da fare per trovare e distruggere tutti gli Horcrux. Ginny a settembre decise di tornare ad Hogwarts per frequentare il suo sesto anno di studi. Molly cercò invano di farle cambiare idea, ma lei era irremovibile. Alla fine la signora Weasley, rassegnata, la lasciò partire.

Finito l’ anno scolastico, Ginny tornò alla Tana. Era da un anno che non aveva notizie di Harry, Ron ed Hermione. Non volevano che qualcuno sapesse quello che stavano facendo e dove fossero, per questo non volevano né ricevere né inviare lettere: i gufi avrebbero certamente rivelato la loro posizione. Fu per questo che Ginny rimase enormemente sorpresa quando, una mattina, entrando in camera sua, vide una civetta candida poggiata sul davanzale della finestra.

“Edvige!” esclamò.

Corse ad aprire la finestra e lasciò entrare l’ uccello, che si posò sul suo letto. Con il cuore che le batteva all’ impazzata, slegò la lettera dalla zampa di Edvige e l’ aprì.

Cara Ginny,

Voldemort è stato finalmente sconfitto! Ieri notte si è svolta una battaglia orribile al cimitero di Little Hangleton. Sono fuori gioco anche tutti i suoi Mangiamorte. Molti sono morti durante lo scontro, i restanti sono finiti ad Azkaban.

Mi dispiace, ma temo che per il momento non potrò mantenere la mia promessa, a meno che tu non voglia farlo per me. In questo momento mi trovo al San Mungo con Ron ed Hermione. Non preoccuparti, stiamo bene! Siamo solo un po’ stanchi e abbiamo qualche piccola ammaccatura qua e là, ma per il resto stiamo tutti benone.

Per quanto riguarda la mia promessa…ti chiedo di venire tu, da me. Come si dice? “Se Maometto non può andare alla montagna, la montagna andrà da Maometto!” Ti prego, vieni presto, non posso stare un secondo di più senza vederti.

Ti amo da impazzire!

Per sempre tuo,

Harry.

Ginny finì di leggere la lettera con un sorriso enorme sulle labbra. Mise la lettera in tasca, afferrò il mantello e si precipitò giù in cucina, felice come non lo era da molto tempo. Annunciò a sua madre che andava al San Mungo e, prima che Molly potesse ribattere, era già fuori di casa.

“Tra poco”, pensava, “rivedrò Harry e staremo insieme per sempre”.

Per sempre.

FINE

Be’? che ne pensate? Certo non è molto fantasiosa, ma ne ho in mente molte altre… Me lo lasciate un commentino??? Ciao a tutti e grazie per averla letta.

Tonks@

  
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