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Autore: Gabx    26/02/2013    3 recensioni
Prima guerra mondiale. Francia del Nord. Un campo militare americano. Rachel, una dottoressa con un passato da cantante, si ritrova ad occuparsi di soldati feriti. Qui incontrerà una persona che le cambierà per sempre la vita. L'amore nasce anche nei tempi più oscuri.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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8. Let Me Love You
 
“Rachel? Mi senti?”Una voce che non riconobbi subito mi raggiunse. Un mal di testa assurdo mi esplose dentro. Spalancai gli occhi e quello che vidi fu Finn che mi scuoteva forte. Non avevo la forza per fermarlo.
“Sono stato così male .. perché non mi vuoi?Ti ho osservata sempre ma non capisco perché tu non possa stare con me.. Avremo tanti bambini e rimarremo insieme per sempre..”Il suo sproloquio mi stava spaventando a morte. Ma è possibile che tutti i malati di mente me li devo beccare io? Ditemi, cosa ho fatto per meritarmelo? Un conato di vomito mi salì in gola.
“Mi spiace per tutto ma ora stiamo per tornare a casa, dove vivremo felici e contenti..”
Sentivo che ci stavamo muovendo. Eravamo su un furgoncino o un carro? Ero terrorizzata. Non sapevo dov’ero e dove stessimo andando.  Quinn, Santana, Brittany .. dovevo trovare il modo per tornare.
“Sete ..”riuscii a dire. Lui mi si avvicinò e mi porse una brocca d’acqua in metallo. Bevvi avidamente.
“Dove stiamo andando?”chiesi con quella voce che mi era tornata.
“A casa. Prendiamo una nave al prossimo porto.”disse lui.
“Stai disertando?”chiesi. Ero ancora più disgustata. Come poteva tradire così la sua patria e i suoi compagni?
“Beh a chi importa? Io ti amo ed è più importante.”rispose lui convinto.
Che razza di persona era? Non aveva nemmeno un po’ di onore?
“Da quanto siamo in viaggio?”chiesi. I suoi occhi mi fissavano in un modo molto indiscreto e quello sguardo lo avevo già subito …
“Un paio di ore.” Mi prese la mano e se la portò al viso. Iniziai a piangere.
“Su su non piangere .. ci sono io …”
Questo mi fece gridare di terrore. Uno schiaffo mi raggiunse. Sentii il sangue colarmi dal mento.
“Stai zitta, puttana!”gridò. E mi tirò un altro schiaffo. Sentii che si toglieva la cintura. Presi la caraffa e appena si avvicinò di nuovo gliela tirai in faccia con tutta la forza che avevo. E poi ancora e ancora. Quando non si mosse più. Mi lasciai cadere fuori dal furgoncino, chiuso con solo una tenda. Iniziai a correre indietro percorrendo la strada che avevamo appena fatto.
Non sapevo da quanto stessi andando avanti solo come riflesso di volontà. Non mi importava di nulla, solo dovevo tornare da lei. Di fronte a me apparve un cavallo e sopra di esso un soldato. Mi spaventai subito. Ma non aveva senso che fosse Finn. Non veniva dallo stesso senso. Finn .. molto probabilmente lo avevo .. non potevo pensarci, non adesso.
Il cavaliere era Kurt e non ero mai stata più felice di vederlo. Mi fece salire e con tutte le dovute accortezze mi copri con una coperta. Stavo gelando. Dopo di chè cavalcammo fino al campo. Era ormai pomeriggio inoltrato quando ritornammo. Mi aveva spiegato che erano state dispiegate due squadre per la mia ricerca. Lui faceva parte di una delle due come esploratore. Lo ringraziai a non finire per avermi trovata. Mi fece scendere da cavallo e subito si raccolse una gran quantità di gente.
Ma fra tutti quelli che c’erano non mi importava di nessuno se non di lei. Quinn. Eccola, che arriva!
Non le importa che siamo di fronte a tutti. Non le importa degli sguardi che da felici passarono a ostili quando mi prese il viso fra le mani e mi baciò. Sembrava che stesse per morire e che solo io potessi salvarla. Mi abbracciò e mi fece volteggiare senza mai fermarsi.
“Oh dio, grazie .. me l’hai riportata..”sussurrò al mio orecchio. Poi mi condusse via e mi portò da Santana e Brittany. Mi abbracciarono a lungo. Santana mi curò le ferite e dal suo sguardo si capì che era furibonda. Quinn non era da meno. Andava avanti e indietro, gridando che se lo ritrovava davanti lo faceva fuori.
“Forse non sarà necessario..” sussurrai. E se lo avevo ucciso? Cosa mi rendeva migliore di lui? Raccontai loro quello che era successo al momento della fuga. Quinn venne a prendermi in braccio.
“Lo andremo a cercare. È stata legittima difesa e lo capiranno.”disse lei. Mi rifugiai fra le sue braccia.
 
Fu mandata una squadra a cercare Finn nella direzione che avevo detto loro. Partirono sia Quinn che Brittany. Santana rimase con me anche se si vedeva che voleva correre con loro appresso a quel pazzo maniaco.
Due giorni tornarono e con mio sommo sollievo, Finn era vivo. Non ero felice perché non era morto ma perché non ero io che lo avevo ucciso. Quando mi vide, iniziò ad insultarmi pesantemente.
Quinn che era li accanto, si girò e senza bisogno di prendere la mira, gli assestò un gancio destro sul viso che lo fece stramazzare a terra.
“Non osare insultare la mia ragazza di nuovo o giuro che ti ammazzo!”urlò.  Dopo di che mi venne a prendere fra le braccia. Anche se ci avevano accettate, a volte ci inviavano occhiate stranite o disgustate.  Ma non mi importava perché io stavo con la mia anima gemella ed era tutto quello che mi era sempre mancato nella vita.
 
Ci fu un processo a Finn e fu giudicato colpevole di aver disertato e aver rapito una civile. Finì in prigione e di lui non si seppe più nulla. Solo Kurt lo andò a trovare una volta. Non ci tornò più perché Finn lo trattò molto male e lo ferì nel profondo.
Quando la guerra finì pochi mesi dopo, io e Quinn tornammo a casa di sua madre. Fu un momento un po’ imbarazzante per me e per lei ma la signora Fabray ci accolse a braccia aperte. Conobbi la piccola Beth di cinque anni. Aveva i capelli biondi come la madre e gli occhi del padre. Il carattere era dolce e non aveva paura di domandare. A volte troppo ma era proprio quello che me l’aveva fatta amare subito.
Io e Quinn ci sistemammo a Lima e lì fummo raggiunte da Santana e Brittany. Cosa potevo desiderare ancora di più? Nulla ma Quinn mi convinse a ricominciare a cantare e così aprii una scuola di canto aperta a tutti. Lei invece diventò una scrittrice di successo e io una famosa cantante in tutta la nazione e insieme a Quinn la vita fu molto più bella e si poteva chiamare davvero vita. Una vita piena di amore e solidarietà con l’unica donna che avrei mai potuto amare.
 
 
13 anni dopo
 
“Ma’!Dov’è la mia gonna?”mi chiamò Beth. I capelli biondi lunghi fino a metà della schiena svolazzavano mentre correva da una parte all’altra della camera per trovare una gonna per uscire.
“Tesoro, di quale gonna parli?”le chiesi, scuotendo la testa. Come il padre, era disordinata da far paura.
“Quella lilla!”esclamò come se fosse ovvio. Notai un lembo di quel colore spuntare dalla scrivania ricoperta di libri.
“Questa?”le chiesi, tirandola fuori. Si girò verso di me e un enorme sorriso si aprì sul suo volto.
“Grazie, mamma!”Mi abbracciò forte.
Scesi in cucina mentre finiva di vestirti. Doveva uscire per un incontro per l’università di medicina che aveva frequentato anche Rach.  Preparai due caffè e fui raggiunta da lei. Si era appena fatta una doccia e profumava di rose.  Mi abbracciò da dietro.
“Hei .. “mi sussurrò. Mi vennero i brividi al suono di quella voce celestiale.
“Come stai?”le chiesi. Mi strinse ancora e poi prese la tazza con il caffè.
“Bene, adesso ..”rispose. “E tu?”mi chiese.
“Quando sto con te, sto sempre bene.”risposi. L’attirai verso di me per baciarla. Anche dopo tanti anni, eravamo ancora noi. Una bella casa, una figlia dolce e il nostro amore.
“Io esco!!”urlò Beth. Rachel mi lasciò andare e corse a salutare nostra figlia.  La seguii e rimanemmo sulla porta a osservarla salire sulla macchina e con le tutte dovute attenzione, lasciare il vialetto.
Abbracciai Rachel e ci baciammo lentamente.
“Ti amo, Rach ..”La sentii sorridere sulle mie labbra.
“Anche io, Quinn ..”
Rimanemmo un po’ in quella posizione poi una voce che riconobbi subito ci urlò che dovevamo prenderci una stanza. Santana. Rachel uscì e andò ad abbracciarla mentre io facevo lo stesso con Brittany. Le invitammo dentro casa. Avremmo passato un’altra bellissima serata. Le due avevano due gemelli partoriti da Brittany. A Santana non era piaciuto molto che avessero dovuto richiedere un donatore ma erano passate sopra quella storia da tanti anni. Erano due gemelli vispi e dolci come la madre. Una bellissima famiglia. Passammo tutta la sera a ridere a crepapelle, organizzandoci per andare al cinema. Santana non mollava mai la mano di Brittany e si baciavano amorevolmente ogni cinque minuti. Quando tornarono nella loro casa al di là della strada, io e Rach salimmo lentamente in camera nostra e lì passammo tutta la notte a fare l’amore e a sussurrarci vecchi sogni che non importavano più perché l’unico sogno che avevamo, lo stavamo vivendo. 
  
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