AVVERTENZA: Questo capitolo contiene parole forti e
tematiche (solo accennate) forti, non è mio interesse sconvolgere il lettore,
ne continuare a utilizzare questo genere di linguaggio, ma in questo capitolo
l’ho trovato essenziale per la caratterizzazione del personaggio, non nego che
potrebbe riaccadere più avanti ma sicuramente sarà più contenuta la cosa.
Grazie e buona lettura
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La ragazza iniziò a tossire convulsamente con le ginocchia
per terra e una mano a stringersi il petto, cercava di espellere l’acqua dai
suoi polmoni e la gola le bruciava da impazzire.
Non fu’ un azione facile, ci volle qualche minuto prima di ricomporsi e poter
finalmente respirare tranquillamente, prese forti boccate d’aria ad occhi
chiusi, quando finalmente fu’ completamente calma aprì gli occhi, ma non cambiò
nulla, era nel buio più totale, era immersa nel nero, non vedeva ad un palmo
dal suo naso, questo la fece spaventare e sbarrare gli occhi per la paura, dopo
i primi attimi di terrore iniziò a girare il capo cercando intorno a se una
luce o comunque qualcosa che fosse visibile, non si alzò in piedi per paura di
cadere o sbattere contro qualcosa, quindi rimase dov’era cercando di mettere a
fuoco, non ci volle molto, era tutto molto scuro ma riusciva a distinguere
delle sagome, quindi con un po’ più di coraggio si alzò sulle sue gambe e
vacillando si avvicinò a una di quelle figure, era davvero molto alta e aveva
una forma non ben definita, la ragazza dovette tastarla con le mani per capire
che si trattava di un albero, dopo questa scoperta, senza neanche pensarci,
iniziò a scalare l’imponente vegetale, sapeva di non essere una brava
scalatrice ma stranamente riuscì a salire per un paio di metri prima di cadere
clamorosamente col sedere per terra.
“Oh Fantastico! Dove diamine sono ora? Cos’è questo posto?” Si chiese senza
ovviamente potersi dare risposta “C’è qualcuno?” Iniziò allora a gridare come
un ossessa “Qualcosa mi dice di no”. Sbuffò sonoramente prima di iniziare a
sentire uno strano ticchettio, non sapeva cosa fosse ma ben presto si ritrovò
dei puntini luminosi rosso sangue che si avvicinavano a lei, erano ragni.
Il suo primo impulso fu quello di urlare, urlare e scalciare quelle schifose
creature più grandi del normali, ma non servì a nulla, quelli riuscirono a
intrappolarla con le loro ragnatele e a iniettarle il loro veleno nelle vene e ben
presto tornò a vedere sfocato e ad essere stanca ma la sua mente rimase lucida
come mai prima di quel momento.
“Ma brava demente, finisci in un bosco nero come la pece e l’unica cosa che
riesci a fare e urlare come una cretina attirandoti contro una miriade di ragni
iperdopati che stanno per mangiarti, ma complimenti mia cara sei un genio di
astuzia” Una vocina nella sua testa iniziò a canzonarla mentre veniva
rinchiusa in un bozzolo di ragnatele.
“Ah ma fa silenzio!” Esclamò lei a voce alta mentre il veleno faceva sempre più
effetto.
“Sei tu quella che è riuscita per due volte di seguito ad andare incontro
alla morte” E la vocina continuò imperterrita.
“Giuro che se riesco a salvarmi da oggi sarò una brava ragazza” stranamente il
veleno le aveva attutito anche la paura, ma un pizzico di terrore era ancora
presente nella sua voce. “Non dirò più parolacce, prenderò tutti 30 agli esami,
non mangerò più la nutella direttamente dal barattolo e non rimarrò più alzata
la tavoletta del water… no un momento… io non ho mai lasciato alzata la
tavoletta del water!”. Si era quasi dimenticata di stare per morire mangiata
dai ragni. “Farò un bel viaggio, si me ne andrò lontano, casomai in qualche
località turistica” Non si fermava, imperterrita, fin quando non fu avvolta
completamente da quelle ragnatele, a quel punto non seppe più cosa successe,
sentì solo un enorme ruggito, era un orso ed era anche parecchio incazzato,
sentì i ragni allontanarsi e poi un enorme sferzata ruppe il bozzolo e la fece
cadere di nuovo per terra.
“E siamo a due, cos’è ? La giornata del Sfracelliamoci al suolo?” E con
il sedere per terra si ritrovò a cinque centimetri dalla faccia l’enorme muso
di un orso di cui non riusciva a riconoscerne i tratti.
“Ciao bell’orsetto, bell… ors… orsett…” E come un atleta alle olimpiadi compì
un poderoso scatto nella direzione opposta a dove si trovava l’orso, orso che
sentì rincorrerla e più di una volta la superò per tagliarle la strada
costringendola a deviare via, sembrava quasi che la stesse costringendo a
prendere una determinata strada, come se volesse condurla da qualche parte.
“Spero solamente di non finire in una trappola” Non era mai stata abituata a
correre, ma forse per la paura, ora stava correndo come una lepre, non era mai
stata così veloce o agile, eppure stava scappando davvero velocemente e
riusciva a schivare gli alberi sul suo cammino con molta grazia e agilità.
L’orso non demordeva, continuava a costringerla a cambiare strada, o a deviare
per una via invece che un'altra, ma ben presto quello che si parò davanti a lei
fu’ la cosa più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita: la luce!
Ancora pochi metri e sarebbe arrivata alla fine della foresta, aumentò il passo
senza fatica, riuscì quindi ad arrivare all’ultima fila di alberi e un forte
bagliore la investì e la rese ceca per qualche istante, ma lei non si fermò,
continuò a correre, probabilmente girandosi non avrebbe nemmeno più rivisto la
foresta, quindi vuoi per questo motivo, vuoi perché non sentiva più l’orso alle
sue spalle, si fermò, si piego su se stella e iniziò, per la seconda volta in
quella strampalata giornata, a cercare aria, riuscì persino a riaprire gli occhi
e ad abituarsi a quella forte luce, lacrimo un po’ certo, ma riuscì a vederci
chiaramente dopo, anzi stranamente vedeva ancora più chiaro di primo, ma non se
ne curò, si girò anzi indietro alle sue spalle e vide lontano, molto lontano,
il bosco era fitto, era nero, ma soprattutto, lei riusciva a vederlo
chiaramente, come se non si fosse allontana così tanto, riuscì anche a vedere
l’orso al suo interno fissarla da lontano come per assicurarsi che lei non
tornasse indietro. Rabbrividì a quella visione e ancora confusa per il fatto di
poter vedere così chiaramente, pose il suo sguardo nella direzione opposta,
molto lontano vide una casa, era circondata da un alta siepe e da un
cancelletto, riusciva a vedere chiaramente un giardino fiorito e una folta coltivazione
di api, era molto lontana da dove si trovava lei, ma riusciva a vederla nei più
nitidi dettagli.
Purtroppo non sapendo cosa fare, decise di incamminarsi verso quella casa,
sperando di trovare al suo interno qualcuno che la potesse aiutare.
Arrivò di fronte al cancello, era in legno molto pesante e
quasi convinse la ragazza a non oltrepassarlo, ma aveva bisogno di aiuto,
quindi decise di aprirlo e di entrare all’interno dell’enorme giardino dietro a
quelle altissimi siepi.
Il viottolo che conduceva alla casa attraversava uno stupendo prato erboso,
sembrava deserto ma in lontananza la ragazza poté sentire il ronzio delle api,
quindi pensò che il proprietario dovesse avere un allevamento di questi
insetti.
Attraversò il viale molto lentamente guardandosi intorno e osservando le
meraviglie lì intorno, in fondo doveva ancora riprendersi completamente per la
corsa che aveva fatto scappando da quella belva.
Arrivata finalmente in prossimità della porta alzò il braccio destro chiudendo
la mano a pugno, ma non riuscì nemmeno a sfiorare il legno della porta perché
una voce alle sue spalle la fece sussultare.
“E chi diavolo sei tu mocciosa?” La ragazza si girò di scatto ritrovandosi
davanti un uomo, se uomo si trattava, enorme con i capelli neri e una folta barba
del medesimo colore, era davvero grosso, tanto è che dovette alzare di
parecchio la testa per guardarlo in faccia.
“Scusi il disturbo, sto cercando un aiuto, o qualcuno che mi dica dove sono e
come raggiungere la prima città più vicino” Non si lasciò intimidire
dall’aspetto e quindi il suo tono era calmo, pacato e molto garbato “Lei può
aiutarmi?” Era davvero speranzosa perché se non trovava presto un aiuto non
avrebbe saputo cosa fare dato che non sapeva nemmeno dove si trovasse.
“Credi davvero che io mi beva la storiella della povera ragazzina indifesa che
si è persa? Chi vuoi prendere in giro, anche se sei un elfo non significa che
tutti pendino dalle tue labbra” Erano parole di scherno, parole dette con
cattiveria e per farla andare via.
“Ma io non la sto mentendo, davvero mi sono persa e non so dove mi trovo, la
prego mi aiuti” Aveva seriamente bisogno di aiuto quindi implorò quel bestione
e sorvolò volutamente sul fatto che l’avesse definita un elfo, in fondo per
quanto ne sapeva poteva anche essere un drogato, un ubriacone o che altro.
“Stammi a sentire bene elfo, perché non lo ripeterò una seconda volta: va via
da casa mia, non tornare mai più e di ai tuoi stupidissimi compagni nei boschi
di smetterla di venirmi a infastidire” Si era abbassata all’altezza della
giovane per poterla guardare negli occhi e spaventarla, ma non ottenne
l’effetto sperato, la ragazza non sembrava avere molta pazienza quindi smise
subito di essere gentile e di supplicare, alzò un sopracciglio e incrociò le
braccia rispondendo a tono.
“Ma nessuno ti ha mai insegnato l’educazione bestione? Io ho solo chiesto un
dannatissimo aiuto, non so dove mi trovo, non so come ci sono arrivata e non mi
interessa restare qui in un minuto di più, cosa che vuoi anche tu, quindi cosa
cazzo ti costa dirmi dove sono e indirizzarmi verso la città più vicina?” Non
era una persona molto propensa a sottostare alle angherie a quanto pare “Non mi
interessa chi tu sia, cosa fai nella vita, ne perché sei così grosso o cosa ti
sei fumato per vedermi biondo platino con le orecchie a punta e lo sguardo fleshato
da drogata, voglio solo delle fottutissime informazioni” gli puntò in dito in
faccia e continuò a fissarlo con aria di sfida.
“Come ti permetti di insultarmi ragazzina?” Tuonò lui rimettendosi in posizione
eretta “Chi ti credi di essere?” Si stava seriamente incazzando.
“Di sicuro una persona più socievole e ospitale di te, ma soprattutto una
persona che sa che gli elfi non esistono e non va dicendo alla gente che lo è
perché chissà che sostanza stupefacente ha assunto” Anche la ragazza si stava
infervorando e sembrava avere anche la lingua tagliente.
“Credi davvero che io mi sia drogato ragazzina? O sei stupida o non ti sei mai
vista allo specchio” Aveva un lato della bocca alzato come a volerla schernire
ma il suo tono continuava a essere incazzato.
“Ah adesso sono pure brutta? So di non essere una gnocca da paura ma addirittura
farmi capire che sono un cesso? Ma lei chi cavolo si crede di essere
seriamente? Ma si è mai visto allo specchio lei? Non è certo questa gran
bellezza!” Era davvero shokcata e inviperita “Basta ha vinto lei, me ne vado!
Spero sinceramente di non trovare altre persone come lei” E sbuffando come un
bisonte oltrepassò l’omone dandogli una spallata, totalmente inutile perché non
si mosse di una virgola, e uscì dal cancello sbattendolo alle sue spalle per
poi prendere una direzione a caso.
Non guardava nemmeno dove andava mentre si allontanava da quella casa, era
livida e sbuffava peggio di una locomotiva
“non ti sei mai vista allo specchio?” Lo scimmiottò in modo grottesco
“Ah ma se lo ri-incontro a quel maleducato giuro che lo faccio pentire di
avermi detto di no. Che stronzo!”
Sbatteva i piedi per terra e continuava ad avanzare ma dopo qualche metro si
rese conto di non sapere dove andare.
“Ma quanto sono cretina da uno a cento?” Si schiaffò una sonora manata in
faccia e dopo qualche imprecazione decise di continuare la strada che aveva
intrapreso sperando di trovare una città, una casa o almeno qualcun altro a cui
chiedere informazioni.
Camminò a lungo senza mai trovare niente e nessuno, l’unica
cosa che gli aveva fatto compagnia era la perenne boscaglia, in lontananza, di
quella foresta da cui era sbucata e che sembrava non finire mai.
“Mi conviene trovare una grotta per questa notte” Rifletté fra se e se “Ma è
mai possibile che queste cose accadono sempre a me? Prima gli strani sogni, poi
l’ipnosi, poi sto per affogare e poi ancora mi ritrovo in un bosco buio pieno
di super ragni che avrebbero potuto far impallidire superman e ancora quel
bestione antipatico…” continuò così lamentandosi senza sosta, probabilmente se
avesse avuto qualcuno accanto questo avrebbe cercato di ucciderla per
disperazione, ma per fortuna la ragazza durante il suo monologo non si era
accorta di essere arrivata ad un fiumiciattolo, infatti continuando a parlare
finì nelle acque calme di quel corso d’acqua e si bagnò dalla vita in giù.
“Oh Fantastico!” Esclamò disperata “Oh Fantastico!” Ripeté, questa volta in
tono felice, dopo aver capito dove era immersa e che quindi poteva finalmente bere
e darsi una ripulita.
Uscì velocemente dall’acqua e si tolse scarpe e pantaloni, che poi strizzò e
mise ad asciugare su una grossa pietra.
“Spero vivamente che non passi nessuno proprio adesso” E dopo aver riposto i
suoi stivali vicino ai pantaloni si inginocchiò per bere, l’acqua era fresca e
dissetante, non sapeva ne di inquinato, ne di cloro, ne aveva strani
retrogusti, era davvero fresca quindi la ragazza ne approfittò per sciacquarsi
anche il volto, dopo che si ebbe gettata una manciata di acqua sul viso fissò
la sua immagine riflessa nello specchio che formava l’acqua, e rimase lì
impalata qualche minuto prima di riprendersi e iniziare a tastarsi la testa
senza alcun apparente senso logico.
“OH PORCA TROIA! QUEL TOSSICO AVEVA RAGIONE! SONO UN CAZZUTISSIMO ELFO!” E con
gli occhi sbarrati fissò la sua immagine riflessa. “Ora capisco la vista a
binocolo e la super agilità!” Si alzò in piedi e iniziò ad osservarsi e
tastarsi.
“I miei capelli sono rimasti neri però” constatò prendendo una ciocca fra le
dita “Ma dove sono capitata?” iniziò a guardarsi bene intorno, non sapeva dove era
finita, ne perché si trovasse lì, però in quel momento ebbe il sentore che la
sua presenza in quel luogo non era casuale, aveva una missione ma ancora non
sapeva di cosa si trattasse.
Trovò presto una grotta entro cui ripararsi per la notte, non era molto
lontana, o almeno così parve ai nuovi occhi della ragazza, e fu una grande
fortuna perché ben presto iniziò a piovere e nell’aria si espanse un odore di
erba bagnata.
All’interno della sua dimora provvisoria, la ragazza riscopertasi elfo, era al
riparo dalla pioggia, ma non dal freddo, non sapeva come si accendesse un fuoco
e quindi dovette usare quelle poche conoscenze di sopravvivenza che aveva acquisito
nei film.
Era rannicchiata in un angolo
con le mani strette in petto quando venne svegliata di soprassalto da un forte
ululato, dei lupi si stavano avvicinando e la paura crebbe velocemente in lei,
si schiacciò ancora di più contro la parete sperando che nessuno di loro entrasse
in quella grotta.
I minuti passavano lentamente, la paura cresceva nel suo petto e l’ansia
l’attanagliava come mai prima di allora, ogni tanto sentiva degli ululati e
degli scalpiccii furiosi, ma sembravano lontani, molto lontani da lei e poi,
all’improvviso, fu il silenzio più totale, per parecchio secondi non udì più
nulla e quindi trasse un sospiro di sollievo, ma in quel preciso istante una
grossa figura nera a quattro zampe si stagliò sull’entrata della grotta e la
ragazza si impietrì dallo spavento.
Quella bestia era troppo grande per essere un normalissimo lupo, ma la sua
sagoma sembrava proprio quella di uno quegli animali. Annusò un po’ l’aria
prima di puntare i suoi occhi nella sua direzione e iniziare ad avanzare lentamente
e inesorabilmente, la poverina iniziò a vedersi davanti agli occhi tutta la sua
vita fino a quel momento , e quando il lupo si fermò davanti a lei smise di
respirare.
Era grosso, peloso e, dalla bava alla bocca, anche molto affamato, aveva il pelo
grigio illuminato dalla luce della luna e le sue zanne sembravano una
collezione di tanti coltelli.
Le ringhiò contro e fu in quel momento che la ragazza reagì di scatto, senza
pensare, presa solo dai suoi istinti, tirò un pugnò sul muso della bestia col
risultato di farla indietreggiare di qualche passo, ma all’animale la cosa non
piacque, e si arrabbiò ancora di più.
“Starmi ferma io mai vero?” Questa era l’unico pensiero che attraversò
la mente della ragazza prima che la bestia si scaraventasse su di lei,
afferrandola per un fianco e conficcandogli i denti nella carne.
Non provò dolore nell’immediato, era troppo presa dall’essere sballottata di
qua e di la, ma fu’ quando iniziò a bruciarle il fianco che comprese che non si
sarebbe fatta uccidere così facilmente, ma a quanto pare l’obbiettivo del lupo
non era quello di mangiarsela, o almeno non subito, infatti la portò fuori
dalla caverna dove ad attenderlo c’erano altri lupi, e quando la povera
malcapitata alzò gli occhi su di loro si rese conto che quelle bestie erano
cavalcate da altrettanti cavalieri, uno di questi si avvicinò a lei e fece
segno al lupo che la teneva di sputarla via, questo obbedì e la sua preda
iniziò a strisciare verso un grande masso e ci si rannicchiò contro tenendo una
mano sulla ferita sanguinante.
“bene bene, cosa abbiamo qui?” erano queste le parole uscite dalla bocca
dell’individuo che le si era avvicinato, ma lei non poté capire perché la
lingua che parlava era differente dalla sua “Una piccola ragazza elfo di Bosco
Atro” continuò imperterrito e avvicinandosi sempre più. “Potremmo divertirci un
po’ con te che ne pensi?” E si piego su di lei con un sorriso malefico sulle
labbra scure.
Continuava a non capire cosa stessero dicendo, ma quando quel mostro si piego
per vederla meglio in volto colse l’occasione per sputargli in faccia, e quando
lui se la ripulì, dopo essersi rimesso in posizione eretta, sembrava
decisamente più incazzato.
“Uccidete questa troia elfica, non mi interessa se prima ve la scopate, ma fate
in modo che soffra” Disse ciò ai suoi compagni che già stavano sbavando vedendo
il sangue colare dal fianco della povera corvina.
Si pentì quasi subito della sua azione, sembrava che ultimamente il suo corpo
agisse da sola, non gli erano mai piaciute le angherie, ne gli aggressori ma
non aveva mai reagito così, forse perché, effettivamente, non si era mai
trovata in situazioni simili. Ma ora non importava, stava per essere stuprata,
uccisa e fatta a pezzi, magari non propriamente in quest’ordine.
Si rannicchiò sempre più contro quel sasso, ma tenne sempre lo sguardo fisso
verso quelle strane creature scure che gli si avvicinavano, ma accadde
l’ennesimo fatto strano della giornata: da chissà dove spuntò, di nuovo, il
grosso orso con la pelliccia nera e bagnata dalla pioggia, ringhiò contro i
suoi aguzzini e ci si scagliò contro uccidendone una gran parte e chi rimase in
vita riuscì a scappare, ma non rimase incolume.
Dopo che furono rimasti solo la ragazza e l’orso, quest’ultimo si si girò verso
la prima e si avvicinò a lei, che vedendolo di nuovo sbarrò gli occhi e rimase
immobile.
“Ma come? Sputi in faccia ad un orco e hai paura di un orso mocciosa?” Una
rauca voce derisoria venne dall’orso che sembrava volerla prendere in giro, ma
lei non ci fece caso, perché quella voce, quel tono derisorio e quel nomignolo
la fecero scattare.
“Non è possibile… tu sei…” Non seppe nemmeno dirlo a parole talmente che era
sconvolta, un conto era che a lei le orecchie diventassero a punta, un altro
era che una persona diventasse un orso.
“Sali in groppa prima che cambi idea” e si abbassò per farla salire, lei obbedì
senza altre proteste ma ebbe non poche fatiche nel cercare di salire sul grosso
dorso dell’animale.
Una volta partiti lei si tenne stretta al pelo dell’animale e si stese su di
lui, nonostante fosse bagnato gli trasmetteva calore e conforto.
Arrivarono presto alla dimora dell’uomo che, posata la ragazza sulla soffice
erba del prato, si ritrasformò e la riprese in braccio.
“Non è stato un bello spettacolo ragazzina, ma non posso entrare in casa mentre
sono un orso” e oltrepassata la porta la depose su un morbido giaciglio “resta
qua io vado a prendere il necessario per curarti” e si allontanò mentre la
ragazza iniziava a guardarsi intorno: la casetta era completamente fatta in
legno, era molto accogliente e ricordava quei tipici cottage sulle montagne,
quelle col caminetto e il divano di fronte ad adesso.
Ben presto si rese conto che non era sola, infatti nascosti dietro a vari
mobili e suppellettili c’erano diversi animali, dalle capre, ai cavalli, ai
cani e via dicendo, la ragazza rimase un attimo basita ma subito dopo sorrise
nella loro direzione e li esortò ad avvicinarsi, questi piano piano avanzarono
diffidenti, ma appena arrivarono a tiro della ragazza lei iniziò ad accarezzarli,
tutti nessuno escluso, e fu’ così che l’uomo la trovò
“Cosa stai facendo?” Disse brusco facendo allontanare gli animale da lei.
“Li accarezzavo” rispose come se fosse una cosa normalissima “mi piacciono gli
animali” ammise alzando le spalle.
“Sei un elfo, mi sembra ovvio che ti piacciono gli animali” sbuffò mentre si
avvicinava “levati quello straccio avanti, che devo medicarti”. La ragazza non
se lo fece ripetere due volte e con un po’ di fatica si tolse la sua maglia
ormai da gettare e fissò i profondi buchi che le erano rimasti dopo il morso
del lupo, rabbrividì a quella vista, riusciva a vedere le sue costole e pensò
persino di averne alcune rotte.
“Farà male mocciosa, ti avverto” E così dicendo iniziò il suo operato,
ripulendo la ferita e disinfettandola.
“Perché mi sta aiutando? Mi era parso di capire che mi odiasse” Chiese cercando
di distrarsi.
“Non ti odio ragazzina, semplicemente non voglio nessuno che mi scocci intorno”.
“Io avevo chiesto solo delle indicazioni”.
“E io non te le ho volute dare, ricorda sempre ragazzina: chiedere è lecito,
rispondere è cortesia, e io non sono una persona cortese”. Aveva appena
iniziato a infilare l’ago nella carne che la ragazza dovette reprimere un
piccolo urlo.
“Devo chiederle scusa… per… prima”. Prendeva delle pause a causa del dolore.
“Riguardo a cosa?”.
“Al fatto di averla chiamata drogato… aveva ragione lei… sono un elfo”. Strinse
i denti fra loro così forte che quasi ebbe paura di romperseli.
“Questo mi sembra ovvio” Commentò mentre finiva di ricucire un buco e passava
ad un altro.
“No non lo è, perché prima di risvegliarmi in quella foresta io ero” prese una
leggere pausa non sapendo come dirlo “Umana!” sospirò “lasciamo stare, tanto
non mi crederebbe e…”.
“Ti credo Mocciosa!”.
“Come prego?” Credette di aver sentito male.
“Ho detto che ti credo, ho visto il bozzolo da cui sei uscita, ti ho condotta
io all’uscita del bosco se ricordi bene, e conosco la magia che impregna quel
posto”. Aveva quasi terminato e la ragazza sperò che quella tortura finisse
presto.
“M… magia?” Lo avrebbe preso per un folle se non lo avesse visto con i suoi
trasformarsi da un orso a una persona umana.
“Certo, magia! Perché sei così sorpresa?”.
“Perché da dove vengo io… la magia non esiste” Confesso stupefatta.
“Sciocchezze, esisterà sicuramente, solamente sarà ben nascosta”.
“No, ne sono sicurissima, da dove vengo io la magia non esiste” ancora non
voleva crederci che la magia esistesse.
“Non esiste nessun luogo della terra di mezzo
dove la magia non sia presente o sia passata” grugnì spostando
finalmente lo sguardo dalla ferita a lei.
“Forse perché io non vengo d a questa… terra di mezzo!” mise più enfasi
nelle ultime 3 parole.
“Cosa intendi?” La guardò sospettosa, che fosse lei quella sotto strane
sostanze allucinogene?
“Credo di… venire da un altro mondo” il suo sguardo era perso nel vuoto, e
stava pensando agli avvenimenti passati.
“Cosa te lo fa credere?”.
“Il fatto che la città da cui vengo io si chiama Parigi, il fatto che questa città
da cui vengo io si trovi in una regione chiamata Francia che si trova su un
pianeta chiamato Terra” puntò i suoi occhi in quelli del omone.
“Tu stai mentendo” L’accuso leggermente, ma in cuor suo sapeva che era vero.
“Ti sei appena trasformato da orso a persona con due gambe e due braccia e hai
problemi a credere che io provenga da un altro mondo?” in fondo aveva ragione,
infatti lui sospirò e ritornò alle ferite finendo il suo lavoro.
“Questo rimarrà dei segni, ti avverto” E strappò l’ultima parte del filo che
aveva usato per ricucirle il fianco.
“Grazie signor…” Lo fissò non sapendo il nome del suo salvatore.
“Beorn” Grugnò iniziando a posare tutto l’occorrente.
“E’ un bel nome” ammise.
“Non è facendo la smorfiosa che mi addolcirai” stava rialzando le difese che
aveva lasciato cadere.
“Non era mia intenzione” alzò le mani al viso negando. “Posso farle una
domanda?” chiese timida.
“Cosa vuoi sapere?” aveva consegnato i vari arnesi agli animali che erano
rimasti a guardare.
“Lei vive da solo? Intendo, oltre agli animali c’è qualcun altro?” Era una
domanda un po’ personale ma sperò che rispondesse lo stesso.
“No! Nessun altro!” Non seppe perché gli rispose invece che sbottargli contro
che non erano affari suoi, seppe solo che la sua figura ispirava fiducia e
dolcezza… chissà, forse… davvero tutti pendono dalle labbra degli elfi.
“E’ un po’ triste” Una capretta si era avvicinata e lei aveva iniziato ad
accarezzarle il muso.
“Non ho bisogno di nessun altro” La fissava mentre coccolava i suoi animali.
“E se… no lasciamo stare” Sospirò rassegnata .
“Ormai hai iniziato, finisci il discorso ragazza” la esortò con poca grazia.
“Volevo chiederle se potevo venire a vivere con lei, ovviamente non
gratuitamente, non oserei mai, potrei… aiutarla con il giardino… o con gli
animali, magari con le api, non sono molto brava ma so imparare velocemente e
non sono una scansafatiche” Lo guardò speranzosa, anche se già si attendeva un
rifiuto.
“E perché dovrei farti vivere con me? Alzò un sopracciglio guardandola
dall’alto verso il basso.
“Perché… perché…” Ebbe un blocco, lei, che studentessa di psicologia aveva
sempre avuto l’ultima parola, lei che sapeva sempre cavarsela in uno scontro
verbale ora era rimasta senza parole “Lasciamo stare, non mi sembrava nemmeno
una buona idea, sono solo una ragazza che si è risvegliata qui e non sa dove
andare, le ho già causato troppo disturbo, vorrei solo ringraziarla per avermi
salvato la vita, ma non ho niente con me e nemmeno credo che qualcosa di
materiale possa bastare, la mia eterna gratitudine credo serva a poco, non sono
potente, non sono forte, non sono nessuno, e con la gratitudine di una
sconosciuta non se ne fa niente. Avevo avuto questa idea più che altro perché
lei è stata la prima persona che ho incontrato, il nostro non è stato un primo
approccio fra i migliori, ma in fondo non mi sembra una persona cattiva, non
dopo aver scoperto che tutti questi animali vivono con lei e soprattutto non
dopo che lei mi abbia salvato la vita due volte. Insomma, è stata solo un idea
sciocca, di una sciocca ragazzina che ha perso tutto e non sa da dove partire
per capirci qualcosa” Sorrise tristemente alla capretta che sembrò capire il
suo stato d’animo, mentre invece Beorn ascoltò tutto, fino all’ultima parola.
“E se decidessi di prenderti come mia apprendista, cosa vorresti in cambio?”
Questo la fece scattare all’improvviso, alzando di scatto la testa e fissandolo.
“Mi sta dicendo che posso rimanere?” Era davvero incredula.
“Dipende da quello che tu vuoi in cambio” Stava trattenendo le sue labbra dal
sorridere a quella ragazzina così piccola e indifesa ma che non aveva abbassato
lo sguardo davanti a un branco di orchi in sella a dei mannari.
“Sinceramente… non ne ho idea”.
“Decidi in fretta mocciosa, prima che cambi idea”.
“Lei cambia idea facilmente eh?” Scherzò quasi al settimo cielo “io… bhe” ci
pensò su “Potrebbe smetterla di chiamarmi mocciosa, ragazzina o altri
nomignoli, si questo credo potrebbe andare” Era la prima cosa che gli era
venuta in testa, ma sinceramente lei non voleva niente dall’uomo, in fondo
l’aveva salvato la vita.
“Sì… si può fare, ma in tal caso, come dovrei chiamarti?”.
“Come dovrebbe chiamarmi?” Sembrava scesa dalle nuvole.
“Sì, il tuo nome, ne avrai anche tu uno no?” si stava spazientendo.
“Aveline… il mio nome è Aveline Le Den George” Sorrise mentre si gustava fra le
labbra il sapore del suo nome, lei era Aveline, un elfo, e questa è la sua
avventura.
Dodecaedro dell’autore!
Ed eccomi qui, con un ritardo colossale, spero voi non mi
uccidiate ma ho avuti alcuni impegni ^^, spero in seguito di aggiornare con una
certa regolarità (sese… speranze vane) o almeno spero di non fare altri ritardi
simili °-°… per il resto sono felice delle recensioni ricevute, sinceramente,
io pensavo che questa storia non potesse interessare, quindi ora credo di
essermi ricreduto (non del tutto, ma in parte), spero che anche questo capitolo
vi sia piaciuto e se siete arrivati fin qui bhé… vi informo che ringrazio
profondamente J_ackie, Ramona37 e Aoi per aver recensito ^^
Un grazie di cuore va anche a chi ha solo letto e a chi ha messo la storia fra
le preferite o le seguite.
Quindi ora un saluto e a presto ;-)
dark dream