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Autore: perfcnarry    26/02/2013    1 recensioni
Una bambina ed un bambino.
Due caratteri completamente diversi.
Due mondi esattamente paralleli.
Ma un forte e indissolubile legame che li lega strettamente l'una all'altro.
Un rapporto formato principalmente sulla fiducia reciproca.
E nonostante fosse praticamente impossibile che tra due persone così diverse tra loro si potesse creare un legame del genere. A loro era veramente successo.
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Eppure come si dice? le cose belle non durano mai a lungo.
E in effetti stavolta, il detto tendeva ad avere chiaramente ragione.
Tutta colpa di uno stupido ed inutile trasferimento.
Che rovinò le loro vite, per sempre.
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Eppure, anche se il destino li aveva divisi così crudelmente, da un momento all'altro.
Quest'ultimo aveva ancora qualcosa in serbo per loro.
Eh già, perchè non era ancora finita quì.
Il destino può essere spesso brutale e meschino, ma non in questo caso.
Eh si, perchè presto quei piccoli ed ormai diventati adulti ragazzi, si ritroveranno più vicini di quanto ancora non credessero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   I've Been Waiting All This Time.

            

                                                                                        Prologue.








Una bambina ed un bambino.
Due caratteri completamente diversi.
Due mondi esattamente paralleli.
Ma un forte e indissolubile legame che li lega strettamente l'una all'altro.
Un rapporto formato principalmente sulla 
fiducia reciproca.
E nonostante fosse praticamente impossibile che tra due persone così diverse tra loro si potesse creare un legame del genere. A loro era veramente successo.
Perchè nella vita
 tutto è possibile, no?
Si tratta proprio di un'amicizia tra maschio e femmina. Uno di quei rapporti che tutti sognano.
E invece, per loro, era la pura e semplice realtà.
Quei due bambini per quanto fossero uniti, erano davvero un corpo incastrato in una sola anima.
Ovunque uno dei due andasse, l'altro, era sempre presente. Anche solo con il pensiero.
Erano veramente indivisibili.
Lui aveva il suo cuore, e lei aveva quello del ragazzo.



Così è cominciato tutto..


Era un 13 settembre come tanti altri, di una fresca e soleggiata giornata d' Estate.
E forse se, per molti poteva persino sembrare un giorno come tanti altri, per loro, anche se ancora non lo sapevano, non lo era affatto.
Quei due bambini stavano per affrontare il loro primo giorno d'asilo.
Avevano esattamente 4 anni, quindi, frequentare la scuola a quell'età era l'ultimo dei loro pensieri, e ne avrebbero fatto sicuramente a meno se non fosse che i loro genitori speravano in un futuro radioso e prosperoso per entrambi.
Tuttavia, non erano, ovviamente, al corrente del fatto che quel giorno sarebbe stato
 il più bello di tutta la loro vita.
Tutti i familiari erano riuniti nell'immenso giardino di quell' enorme edificio aspettando che la campanella suonasse per far entrare i propri figli.
Una bambina, per rompere la noia che la stava torturando da un paio di minuti, stava correndo avanti e indietro per quel piccolo vialetto giocherellando con le dita, fin quando, non inciampò su un robusto sasso, procurandosi una storta e sbucciandosi addirittura un ginocchio.
Il padre e la madre, dal canto loro, erano troppo impegnati ad informarsi sulla scuola per accorgersi della bimba che, ormai costretta a sedersi per il forte dolore, continuava a piagnucolare, senza che, nessuno l'aiutasse o le dasse un po di considerazione.
La piccola rimase dolente seduta su quella superficie fredda a lamentarsi fin quando, un bambino della sua stessa età non gli allungò la manina permettendole di alzarsi.
La bimba alzò il suo faccino per ringraziarlo, notando due occhi azzurri come il mare, ed un sorriso dolce e rassicurante che la fissavano costantemente.
Impossibile dimenticare quel viso.
Solo dopo aver visto quel sorriso la piccola, cessò immediatamente di piangere. Come per magia.
-Cosa ti è successo?- Chiese dolcemente il bimbo.
-Sono inciampata e mi sono sbucciata un ginocchio.- Frignò la piccola. -E la caviglia.. Mi fa tanto male la caviglia.- Continuò tra i singhiozzi.
-Ci penso io!- Disse lui.
La fanciulla lo vide dirigersi verso la madre, prendere un pezzo della stoffa dei suoi pantaloni tra le mani e  tirarla, per farsi notare.
La madre, di conseguenza, si abbassò inginocchiandosi verso di lui, guardò la piccola, poggiò sulle mani del figlio un fazzoletto di carta con una bottiglietta d'acqua e lo lasciò andare, sorridendogli.
Il piccolo tornò di corsa dalla bimba.
-Eccomi.- Inzuppò leggermente il fazzoletto con dell'acqua e lo posò sul ginocchio della bimba.
La piccola era troppo impegnata a fissare gli occhi del suo coetaneo per badare al forte dolore che le potesse procurava quel contatto con il fazzoletto bagnato.
Il piccolo, di conseguenza, non si curò molto del fatto che la bimba lo stesse osservando attentamente essendo troppo impegnato a medicargli la ferita.
-Come il cielo!- Esclamò lei, ancora incantata da quello sguardo. -E brillano come dei diamanti.- Benchè non avesse senso quello che la piccola aveva appena esclamato, le era, comunque, uscito dal
 cuore.
Il bimbo inizialmente ne rimase stupito, poi capì, ed arrossì.
Nonostante avessero solo quattro anni, il bambino comprese immediatamente che quello fosse un complimento.
-Grazie.- Annunciò la piccola guardando e scostando immediatamente lo sguardo dal suo coetaneo, per l'imbarazzo.
Nonostante fosse una graziosa bambina, nessuno le era mai stato vicino nel vero senso della parola , eccetto i suoi genitori. Non perchè fosse antipatica o introversa, ma perchè nessuno, fino a quel momento, l'aveva accettata per quella era.
Specialmente le bambine le stavano lontana. La definivano per lo più un maschiaccio, e quindi non adatta a 
giocare con loro. Difatti la piccola preferiva correre e saltellare sulle pozzanghere ,delle strade di Mullingar, invece che, giocare con le bambole. Lo riteneva, un gioco troppo noioso per essere considerato tale.
Lei amava stare a contatto con la natura, distendersi sul prato e rimanere a fissare il cielo.
Ecco perchè si era dal primo momento innamorata degli occhi di quel ragazzino.
Ma questa non era una giustificazione, di certo non era un maschiaccio, anzi, si prendeva molto cura del suo corpo e del suo aspetto esteriore. E' solo che, mettersi le gonnelline era l'ultimo dei suoi pensieri, a quell'età.
La bimba lo guardò negli occhi e sorrise, entrambi si ritrovarono a pensare che non avessero mai visto degli occhi così belli, nonostante fossero ancora troppo piccoli per pensare a certe cose.
-Posso giocare con te?- Le chiese dolcemente stringendogli la manina. -Sai, gioco sempre da sola!-Ammise con un tono malinconico.
-Ma certo che puoi.- Annuì teneramente -D'ora in poi giocherò io con te.- Per poi ricambiare la stretta.
Era rimasto davvero incantato da quella bambina.
Era fermamente convinto che fosse una forza della natura.
Più la guardava e più notava che lei fosse decisamente differente dalle altre.
E aveva davvero ragione. Lei lo era, eccome.
-Vuoi essere il mio migliore amico?- Chiese timidamente la piccola.
-Si, che lo voglio.- Rispose lui, entusiasto.
-Per sempre, vero?- Chiese ancora sorridendogli.
-Per sempre.- Rispose lui, ricambiando.
-E' una promessa?- Continuò lei.
-Si, d'ora in poi ci sono io con te, non ti lascerò mai più sola.- Affermò lui abbracciandola dolcemente.
Da quel giorno non si staccarono più.
A poco a poco i piccoli divennero sempre più inseparabili.
Frequentarono le stesse classi, e ogni mattina raggiungevano la propria sezione mano nella mano, infischiandosene di quello che gli altri potessero pensare.
Loro si volevano bene e quello era l'unica cosa che contava.
Nessuno credeva nell'amicizia tra maschio e femmina, sostenevano, che alla fine uno dei due si sarebbe sicuramente innamorato o peggio ancora stancato, ma a loro non importava, anzi, loro erano proprio  l'eccezione alla regola.
I giorni come i mesi e gli anni passarono ininterrottamente.
E la loro amicizia, ovviamente, si consolidò sempre di più. 
Eppure come si dice? le cose belle non durano mai a lungo.
E in effetti stavolta, il detto tendeva ad avere chiaramente ragione.
Tutta colpa di uno stupido ed inutile trasferimento.
Che rovinò le loro vite, per sempre.



Avevano 9 anni quando successe tutto.
Quando, una semplice notizia rovinò la felicità di due semplici bambini.
-No, non te ne puoi andare.- Si lamentò la piccola. 
Quella notizia le aveva lacerato l'amima, spezzandole, inoltre, il cuore.
Riusciva a stento a parlare ma doveva farlo, non poteva perdere la persona più importante della sua vita, non in quel modo almeno.
-Io non voglio andarmene, ma devo farlo piccola.- Mugugnò tra le lacrime il giovane.
Quel nomignolo fece sobbalzare ancora di più il cuore della fanciulla.
Era quello il nome con cui l'aveva chiamata fin dal primo giorno, perchè sosteneva che fosse così esile e delicata che sarebbe rimasta per sempre la sua
 piccola!
-Ed io? Come farò io senza di te? Io.. io non posso.- Incespicò lei tra le lacrime.
La loro amicizia era così speciale, loro erano così speciali insieme.
Erano così diversi, ma in fondo, così uguali quei due.
Uno completava l'altra.
-Io non voglio lasciarti piccola, vorrei tanto restare con te, ma mamma non ne vuole proprio sapere di cambiare idea.- Spiegò, continuando a frignare.
Erano vicini di casa, quindi incontrarsi per passare del tempo insieme non era mai stato un problema per loro. I suoi genitori erano intenti a infilare le valige dentro la macchina, mentre i due bambini continuavano a piagnucolare dall'altra parte della strada.
Dove sarebbe andato?
Si sarebbe dovuto trasferire a Londra. Chiunque avrebbe voluto essere al suo posto, meno che lui, ovviamente.
Non voleva di certo lasciare da sola la sua migliore amica.
Dopotutto gliel'aveva promesso, no?
I due genitori cominciarono a chiamare il proprio figli. Era ormai ora di andare, ma la piccola non ne voleva proprio saperne di lasciarlo andare.
Si abbracciarono così forte che se avessero stretto ancora di più la presa avrebbero perso il respiro da un momento all'altro.
Ma tanto l'uno era l'ossigeno dell'altro. Eh si sa no? Nessuno potrebbe vivere senza la propria aria.
Si fa per dire, ovviamente.
Quello era il loro ultimo abbraccio, i loro ultimi sguardi, le loro ultime carezze.
E loro lo sapevano, eccome se lo sapevano.
-Niall, lo so che vorresti rimanere un'altro pò con Nicole ma... dobbiamo andare.- Annunciò la madre appoggiando la sua mano sul cuore cercando di trattenere le lacrime.
Vederli in quello stato la straziava completamente.
Sapeva che il figlio ne avrebbe sofferto, ma non potevano farci niente,
 non si più scegliere il proprio destino.
Ed era stato proprio lui a decidere di farli separare.
Il bimbo si staccò dolcemente dalla sua migliore amica, si asciugò l'ennesima lacrima che cadeva sulla sua guancia e le sorrise dolcemente. 
Quel sorriso che lei tanto amava.
-Promettimi.- Si fermò mordendosi il labbro per strozzare un singhiozzo provocato dalle lacrime. -Promettimi che non ti dimenticherai mai di me, mai di noi. E sopratutto mai della nostra amicizia.- le chiese lei appoggiando le mani sulle sue spalle.                
-Io? Dimenticarmi di te e di noi? Mai!- Rispose il ragazzo, stampandole un bacio sulla guancia che fece arrossire la piccola Nicole.
Niall le stava per voltare le spalle, ma si girò nuovamente.
-Piccola- La chiamò.
La fanciulla si girò di scatto sorpresa ma allo stesso tempo contenta di quel gesto.
-Si?- Rispose incerta.
Il ragazzo le si avvicinò di nuovo, allungò il braccio e le porse un ciondolo.
-Tienilo, così mi avrai comunque al tuo fianco.- Le disse mettendole il ciondolo al collo.
C'era scritto semplicemente 'Niall' ma sapeva che agli occhi di Nicole sarebbe stato il più bel regalo che avesse mai ricevuto da parte sua.
-Ma.. ma.. Oh Niall!- Balbettò, appoggiandosi la mano sulla bocca.
-Così, non potrai mai dimenticarti di me.- Continuò, accarezzandole il viso.
Aveva davvero il timore che lei potesse in qualche modo dimenticarlo?
Oh andiamo, non sarebbe mai potuta succedere una cosa del genere. E' assurdo!
-Non temere, non potrò mai dimenticarmi del mio
 angelo custode.- Affermò.  
Lui ne rimase spiazzato.
Angelo custode?
Lo aveva davvero chiamato così?
Eh si, perchè lui si era sempre preso cura di lei, l'aveva sempre protetta, consolata, aiutata e non l'aveva mai abbandonata nonostante tutto.
Era più che certa che fosse lui il suo vero angelo.
Chi altri sennò?
L'abbracciò dolcemente mentre altre lacrime cominciavano a rigargli il viso, lacrime che prontamente asciugò, pr provare ad essere il più forte tra i due.
-Ti voglio bene piccola.- Le sussurrò nell'orecchio.
-Te ne voglio anch'io.- Sorrise lei, mentre si staccavano delicatamente l'una dall'altro.
La bimba vide il suo migliore amico correre verso la macchina, salire e allontanarsi pian piano con essa da lei, fino a diventare un punto nero.
Avrebbe voluto correre e fermarlo ma non ce l'avrebbe mai fatta, se n'era andato via, ormai, e per sempre.
Corse immediatamente a casa, si buttò sul letto e continuò a sfogare il suo dolore con l'unico mezzo che aveva a sua disposizione in quel momento, le lacrime.


Nicole si toccava ripetutamente giorno per giorno il suo ciondolo, quel
 ciondolo. 
Come se fosse un richiamo, in effetti, lei era realmente sicura che al sol tocco lui avrebbe sentito che lei lo stesse pensando.
E forse era così.
Il dolore continuò settimana dopo settimana.
Non ne voleva proprio sapere di cessare.
Tuttavia erano piccoli, e benchè ci stessero male entrambi, la loro vita continuava con o senza la loro totale approvazione. Perciò la dovettero proseguire l'una distante dall'altro.


E crebbero, maturarono e inconsapevolmente si scordarono pian piano l'uno dell'altra.
Non perchè avessero dimenticato la loro promessa, ma perchè, il tempo in quel caso ne aveva fatto da padrone, e correndo ad un ritmo così accelerato aveva fatto in modo che si dimenticassero a vicenda. Inconsapevolmente.
E' strano pensare che due amici come loro fossero riusciti a dimenticare quell'amicizia.
Eppure era così, il loro dolore fu talmente forte che li portò a credere che tutti quei momenti non fossero mai esistiti. 
Eppure il ciondolo era lì, ancora inconsapevolmente attaccato al collo della ragazza.
Nonostante lei avesse rimosso il ragazzo che tanto amava.
Ma, sebbene le loro menti avessero cancellato tutto, i loro cuori non l'avevano proprio fatto.
Strano vero?




Eppure, anche se il destino li aveva divisi così crudelmente, da un momento all'altro.
Quest'ultimo aveva ancora qualcosa in serbo per loro.

Eh già, perchè non era ancora finita quì.
Il destino può essere spesso brutale e meschino, ma non in questo caso.
Eh si, perchè presto quei piccoli ed ormai diventati adulti ragazzi, si ritroveranno più vicini di quanto ancora non credessero.





READ ME, PLEASE
Ok, sono tornata con una nuova storia.
Capisco che faccia un po cagare ma ci ho provato ugualmente.
Non ho ancora letto una storia del genere, e spero che non ce ne siano così uguali sinceramente XD
E ho pensato subito a Niall, riflettendoci attentamente. *-*
Però vi prego anzi scongiuro, fatemi sapere cosa ne pensate.
Perchè mi sento una scrittrice pessima, ultimamente LOL.
Vi prego recensite e fatemi sapere, così che io possa capire se continuarla o eliminarla.
Ho bisogno di voi, vi aspetto.
Un bacio.  :)
 
   
 
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