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Autore: Vany93    26/02/2013    1 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico quindi siate sinceri e perdonate qualche eventuale errore di battitura che gradirei mi segnalaste per ovviare a tale abominio.
Spero che vada bene. Sono sia emozionata che ansiosa *-*.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eppur il brillare dei tuoi occhi non mi lasciò indifferente, nonostante il buio della notte, senza stella alcuna se non i tuoi occhi, che attanagliava la mia mente...

Atto Ottavo
Segreti…

Arrivai al catsello che era notte inoltrata. La luna l’unica compgana di quella folle corsa verso il fulcro dei mei problemi.
Seppi solo al mio arrivo che il catsello era in subbuglio, causa la mia sparizione.
Daniel non aveva detto che mi ero intenzionalmente allontana da lui dissse invece semplicemete che in una gara sparii dalla sua vista e che dopo che mi aveva cercato come un forsennato, non trovandomi in alcun posto che aveva settacciato con cura, era tornato suo malgrado e sconsolatò al castello in cerca d’aiuto... Una mezza bugia dunque...
Così un battaglione di uomini armati era sceso nel fitto del bosco per scadagliane gli anfratti più bui, dove Daniel non era arrivato ad osare controllare, alla mia disperata ricerca.
Quindi la sorpresa fu grande quando con il cavallo ansimante, ed io pallida come una stella di quella notte, mi presentai alle porte della tenuta come se nulla fosse stato e che mi ritirassi ‘’tranquillamente, come dissero alcuno cortigiani, da un’allegra passeggiata. Nessuno se l’aspettava insomma e un po’ li capivo visto ‘’come erano andate lì le cose’’...
Nei giorni che seguirono, comunque, non vidi nemmeno una volta Daniel. Mi evitava.E cercavo di capirlo, fino ad un certo punto…
Saltava i pasti e se cercavo di raggiungerlo nei corridoi lui si volatilizzava, in un batti baleno, in qualche passaggio segreto, che solo lui conosceva, lasciadomi con la gola carica di parole che la mia bocca era destinata a non pronunciare mai a come erano messe le cose ultimamente...
Lo devo ammetetre era snevante. Così mentre lui giocava a nascondino con i mie dilemmi dovevo pur trovare, per il mio benessere psicologico, una valvola di sfogo a questa situazione che mi stava mandando nell’esasperazione più nera fino a rasentare una vera e propria crisi di nervi.
Arrianne era sempre occupata a confabulare con altre le dame di comagnia scambaindosi curiosità e consigli del mestiere, legando con loro come solo delle commari con lo stesso mestiere, la stessa indole possono fare  ed io  non volevo che a causa dei mei problemi la mia migliore amica non si integrasse a corte, no non se lo meritava!!!. Se c’era un esule quell’appellativo doevava essere mio.
La sorella di Daniel, poi un altro gran bel ‘’soggetto’’, non era mai reperibile: sempre in girco con il suo circolo di cortigiani che l’adulavano in maniera convulsa. Una volta mi invitò a una partita di re-regine con il suo circolo. Dire che mi annoiai era poco. Lei parlava e parlava  e gli altri annuivano e sorridevano anche alle cose più stupide e senza senso che diceva senza sottolineare la loro futilità.
Quindi decisi, per il mio bene, per non ripassare un’altra giornata a sbuffare con il circolo ‘’della reginetta in fiore, per non stare, fra i nervi, dietro a ‘’un fuggitivo’’, di immergermi nel labirinto di quel castello  e di cercare ‘’altro’’.
Quest’altro che mi prefiggevvo di trovare mi si presentò alla vista tre giorni dopo la mia fintomatica fuga. Vagavo assorta nei mei tormenti quando un rumore attirò la mai attenzione.
Segui la fonte di quel suono, in punta di peidi per non far rumore ed essere scorta a spiare, cosa molto indecorosa a corte come lo era da me, ed intravidi un vecchietto, dall’andamento buffo, immerso dai libri.
Sicuramente prima camminava con quella pila, strapesante per uno della sua statura e gracilità, trabbalante fra le piccole manine tozze: povero!!!...
Preoccupata prontamente mi inginocchia accanto a lui togliendogli i libri di dosso rivelando l’ometto sepolto.
Era un ometto bassino e rotondetto. Vestiva con una lunga tonaca blu trapuntata di stelle d’orate e argentee. I cepelli bianchi uscivano a ciffi sparsi da un buffo cappellino a punta, anch’esso dello stesso blu della tonaca che portava, con un pentagramma al centro. I grossi tomi circondavano la sua veste che strusciava a suolo. I suoi occhi vivacei e attenti che racchiudevano una ancora un barlume di una giovinezza ormai perduta mi scrutarono indagatori appena socchiusi minacciosamente burloni.
«State bene?» Mi Accertai Subito dopo appena l’ebbi dissotterrato dai libri. Il mio tono di voce tradiva il mio disaggio. Non avevo mai visto due occhi così neri e disarmanti.
Si tiro su gli occhiali a palla e raccolse i tomi con il mio aiuto
«Non dovreste essere con il principino altezza?»fece in tono burbero e accusatorio
Tasto dolente.
Ahiai!!!
Deglutii foerte e a fatica e risposi emblematica:« Se riuscissi a trovarlo, mi creda in parola, lo farei…» feci seriamente angosciata «voi spate per caso dove si trova?...» domandai in fine un po’ speranzosa…
Fu allora che capii che liu avev capito. Il suo sgaurdo abbatte tutte le mie difese  e il suo sorriso complice mi fece capire che di lui potevo fidarmi davvero ciecamente.
«Tu mia cara hai bisogno di una distarzione» parlò come i dottori che prescrivono una medicina miracolosa per un male apparentemente incurabile e misterioso, quale era in fondo il mio« ed io ho la cura per tutti i tuoi mali!!!»
Fu cosi che conobbi l’immesa biblioteca reale.
Era un amabiente ariso e luminosissimo tanto d’abbagliarmi ogni qual volta che ne varcavo la soglia facendomi pervadere alla sua magnificente veduta dello stesso stupore e meraviglia che avevo provato la prima volta che vi misi piede tanti giorni fa...
La stanza circolare e carica di scaffali specchio quantuplicava la luce che entrava abbondantemente  dalle trifore, poste nel secondo ordine della stanza, a forma di noce di cocco. Al centro un grande tavolo in mogano e otto sedie ricoperte di satin rosso erano gli unici mobili di quel piccolo labirinto di scaffali dove riposavano scale mobili per arrivare ai libri posti nei posti più impervii.
Sopra il centro della sala, in perfetta direzione del tavolo e delle sedie, stava una cupola di cristallo altra fonte di luce di quella magnificente stanza.
La mia preferita in assoluto di tutte le stanze che avevo visto fino ad ora di quel castello…
E poi l’oodre dei libri lì era anarcotizzante. Ti entrava dentro, fin nelle ossa, e quando, obbligata dal veloce scorrere del tempo, abandonavi quel luogo la voglia di tornare  a inspirare quel odore penetrante, pungente, aromatizzato e inebriante assaporando ancora il sapere in essi racchiuso era più foret di te.
Ne diventavi dipendente c’era poco da fare.
Passavo interi pomerriggi iemersa, il viso chino su di essi fino a sfiorare con il mio nasino quelle mirabilianti pagine igiallite, nelle leggende fanatstice del regno fra cavaliere e principesse sognando il mio ‘’principe’’ che a cavallo di un destriero alato mi conduceva in un sentiero stellato su fino al nostro regno incatato, consumando il nostro focoso e vero amore...
Ma, aimè!!!, appena chiudevo il volume la realtà che mi circondava mi attanagliava opprimente ricordandomi, ni gesti di chi mi circondava e mi amava, nelle affacentatezze della servitù non solo nei piani inferiori ma per tutto l’intero castello, nelle frivolezze dei ridenti nobili, che il ballo si avvicinava, giorno dopo giorno, sempre di più purtroppo...
Carl, biblliotecario non che mago di corte, era diventato il mio consigliere privato, non che carissimo amico a furia di passare le mie giornate, il mio tempo in sua compagnia. Mi rallegrava, e ci voleva davvero in quel momento, il suo carattere bonariamente scontroso che nascondeva una dolcezza e tenerezza uncica, mai vista in vero in vita mia, che solo in pochi, ne dedussi, si erano proposti in passato e nell’ immediato presente di conoscerla  e fra questi fortnati ‘’pochi’’ sapevo che ‘c’ero io, anche se in un certo senso un po’ ero stata scelta da lui quel lontano giorno...
Era un uomo erudito, tanto che mi confidò che conosceva quei libri, tutti e 3450, a mena dito perché li aveva divorati tutti ai suoi tempi Oltre essere dedito allo studio aveva l’hobby del giardinaggio. Infatti nel suo apartamnete privato aveva un picoolo giardino affaciato su una terazza che lui stesso curava. Si vantava spesso delle sue rose canine e delle sua ninfee.Ma era anche e soprattutto  un paziente ascoltatore proprio quello di cui io avevo bisogno in quel momento  e poi incuteva così tanta fiduicia  e tenerezza , a causa della sua incredibile statura da sembrare un saggio e bonario nano delle legende che leggevo ‘’ Nel Suo Antro’’ come soleva chiamare la biblioteca molto spesso, che confidai tutto non tralasciando niente al caso.
E sapete come mi rispose:
«Le starde della vita sono immense mia cara e buona Luce»si trovava sopra una delle scale mobili. Aveva la mania dell’ordine, una piccola ‘’pecca’’ che io non smettevo giornalmente di ricordargli canzona dolo bonariamente mentre lo vedevo sistemare i libbri in manera millimetricamnete perfetta, almeno dal suo punto di vista, e se un libro era fuori posto lui doeva assolutamneet rimediare a questo’’immancabile errore’’ come diceva lui. Gli stavo porgendo dei tomi da riporre mentre gli parlavo liberamente e con un’incredibile semplicità, nemmeno con Arry ci riuscivo in quel modo in vero constatai stupefatta dalla cosa, di me
«E tu non sei destinata alle mura di una fortezza perché c’è troppa sagezza nel tuo cuore per essere travolta da certe frivolezze.Una falena muore senza Luce e le tenebre regano dove l’anima non ha trovato amore corrispsoto e vaga marcendo nel dolore perché non riesce, pur sforzandosi con tutta se stessa, di trovare requie…»
A quelle parole corruciai la fronte. Non sapevo che ben presto mi sarebbero state chiare…
Pensai semplicemente che sarei morta come la falena senza Luce di cui parlava il mago perché io in vero ero bloccata lì da un accordo preso prima della mia nascita.
Era il giorno prima del ballo quando accadde un fatto eclatante. Stavo leggendo, come sempre, un libro su come curare ogni male quando entra frettolosmate il mago di corte sgambettando tutto affaccendato in maniera buffa evitadnomi discretamente, come quando era preso da qualcosa di urgente e importante più di me, evitandomi accuratamente e con accortezza. Quella mattina la sua veste sembrava vecchia e lurida a causa di qualche sfortunato ruzzolone nella terra in una solerte mattinata di giardinaggio delle sue. Ma il perché non si fosse cambiato, a che c’era in stanza, per me rimaneva un mistero. Lo salutai con un sorriso e lui per tutta risposta mi ignorò come era suo solito fare in certe circostanze…
E copii anche, fra le tante altre cose, che  qualcosa lo turbava.
«Carl bungiorno a te…»
Lui sobbalzò dalla sopresa, no che mi aveva ignorata prima nemmeno se ne era accorto di me in vero!!! Pensai incredula osservando attenta la sua reazione, ma vedendo chi era stato a parlare si incolerò sbraitando:
«Sono modi secondo te questi di spuntare all’imporvvisi alle spalle di un vecchio  ragazza!!!?»rosso in viso e dall’aria costernata feceva davvero ridere. Dovetti trattenermi nascondendo un sorriso divertito dalla situazione dietro al volume che recavo in mano, fortunatamente...
Se no erano cavoli amari eh si!!!
«Io non ti ho sorpreso , alle spalle poi figuriamoci Io non lo farei mai!!!,» sottolineai ad alta voce però come se parlassi fra me e me « mastro Cral» continuia placida sfogliando una pagina«io ero qui quando siete entrato poco fa voi…»
L’ometto indietreggio, non se l’aspettava ne dedussi dalla sua faccia un po’ sulle sue «Oh bhe…» borbortò quasi a mo di scusa
«Dimmi qualcosa ti arreca premura?» chiesi in tono fintamente indifferente alla cosa se no, se era importante e segreta, non me l’avrebbe mai detto…
Lo conoscevo abbastanza bene ormai
Infatti:
«I preparativi per domani sera» sbottò lui scocciato dalla cosa «devo occuparmi dei giochi pirotecnici…»
Si rse subito conto dopo ma comunque troppo tardi ormai, guardandomi con espressione innoridita, della cosa, della sorpresa che mi aveva rivelato e che mi sa, a ragione, non doveva…
Sorrisi perfida concentrandomi sulla lettura a viso chino per nascondere il mio sorrisino furbetto: Io non glielo avevo mica tirato con le tenaglie però mi autogiustificai la colpa era soltanto sua…
«Non sapevo ce ne fosssero…» feci fintamente interessata alla cosa e un po’, lo ammetto. sorpresa della grandezza che c’era dietro a quell’evento di domani sera…
Troppo Grande…pensai disgustata per un matrimonio indesiderato almeno dal mio canto…
«L’ultima volta che hai parlato con qualche componente della famiglia reale Luce?» fece in tono basso ed evidentemente accusatorio l’ometto
Chiara allusine a Daniel.
Alzai gli occhi alcielo.
«Ti sei rispsota» mi guardo male con quegli occhi disarmanti:due pozzi di accusa…
«Mi evita…» cercai di scusarmi stringendomi nelle spalle
«E tu non lo cerchi»mi rimproverò ancora e apertamente incollerito sta volta abbasando la patina di finto e freddo distacco che aveva assunto prima
«Bhe abbiamo trovato un comune equilibrio» dissi ostinata, rossa in viso, con noncuranza
«Mai mollare» mi ricordò saggiamente « I Forti…»
«Cadono nel miele dell’ozio se perdono la propria determinazione in un pozzo»finì per lui la frase, che per smuovermi dal mio ‘’letargo’’, mi ripeteva sempre« lo so…»mi intristii cadendo in un angoscioso e tormentato, dai ricordi e un po’ dai sensi di colpa, che mascheravo distaendomi con la lettura e con lui, che avevo, silenzio.
«Luce» fece con tono paterno, addolcito dal vedermi in quello stato. Lui sapeva bene che anche io ci soffrivo, per prima anzi, in tutta quella situazione…
Rialzai il viso verso i suo occhi. Sembravano attirare tutta la luce della stanza rivesandola dentro di me, donandomi un forte senso di tranquillità
Li amavo
«Si?...»
«Vieni con me devo mostrai una cosa…»asseri emblematico incamminandosi. Chiaro intento che voleva che lo seguissi a ruota...
Mi sporsi a tre quarti sulla sedia. Alzai un sopraciglio sorpresa da quel tono serio, come se nascondessa qualcosa di gravoso, angosciante, che mai priva d’ora aveva utilizzato con me ma, nonostante ciò, non contrabbatei e lo segui a rotta di collo docile come un agnellino.
Mi condusse in una parte della biblioteca riservata alla famiglia reale e fu lì che un dipinto attirò la mia attenzione.
Mi bloccai attratta come il ferro alla calamita da due occhi penetranti del colore della foresta in estate, così profondi, cosi intensi, così billanti da lasciarmi stupefatta e con la bocca semi socchiusa. Verdi e saggi erano anche se chi li indossava, come due gemme preziose e gravose, era solo un bambino di non più di otto anni.
«Oh »il tono del bibliotecario si fece mesto, il suo viso scuro, la mascelal serrata al amssimo dolorante« hai appena consociuto Cam, Luce...»
Eppure mi sembrava familiare.
Mi avvicinai  ancora di più al dipinto, notevolmente grande, quanto la parete su  cui palcido stava, ed aguzzai lo sguardo sulla scena e sui due giovani bimbi, sul quel bimbo in particolare che aveva ridetsato in me non solo l’attenzione ma anche una strana e curiosa sensazione…
Nel dipinto Daniel con un sorriso smagliante,come mai avevo visto fino ad ora e in passato in lui, in tenuta da caccia tenva un braccio attorno alle esili spalle del bambino che rispondeva al nome di Cam. Anche quet’ultimo fraternanete aveva gettao un braccio sulle spelle dell’amico e sorrideva a mio parre timidamemte. Gli occi espressivi comunicavano invece una grande gioia mista a una saggezza insolita in un pargolo di quell’età. Cam vetsiva di vede da capo a piedi e indossva un caplleino cuorioso terminate con una grande campannella d’orata: sembrava un elfo dei boschi!!!.
Dietro di loro come spondo una cascata, la cascata dei tursiopi, per l’esattezza, nel giardino d’inverno ma la neva non cadeva , Strano… pensai fra me stranita dalla cosa.Però capii, ora, perché per lui fosse un luogo così importante…
I ricordi sono in chi vede i luoghi del passato che non muoiono mai in noi…
«Chi è?»mi incuriosii. I miei occhi adoranti non riuscivano a staccarsi dai suoi verdissimi!!!.
«Vorretsi dire» mi corresse con una lampante nota di nostalgia nella voce  «chi era giovane fanciulla…»
Al suo tona un aghiacciante sensazione mi attanaglio le membra.
Oh mio dio povero no!!!Pensai sull’orlo delle lacrime presa da una punhente angoscia…
«Era il cugino del principe nonché il suo migliore amico» iniziò a raccontare in dettaglio il mago di corte« un tempo Danile era dieverso anche se ti è difficile crederlo Luce» sospirò pesantemente «Lui era…» continuò imperterrito nel racconto con gli occhi vacui persi nei ricordi di un tempo, a quanto ne diceva, più florido «più solare e aperto con gli altri ma» la sua voce si spezzo di colpo facebdomi trasalire fra i brividi «dopo la sua scomparsa una ferita lancinante attanaglia, da allora, da quella frase Cam è morto, il suo petto» scosse il capo mesto«tutti lo sanno e per questo nessuno osa pralarne più,temendo di ridestare atroci martiri al buon erede.»
«Era il figlio della sorella del re Viviana trucidata inseme al marito e al figlio da una banda di scagnozzi.»Fece poi in un sussurò veloce che quasi non mi dieid il tempo di capire, di afferare al pieno la notizia
«E’ impossibile…» fissai attonita il bambino accanto a Dan«li ha otto anni e a quei tempi tracsosre l’estate da me e lì in vero  che lo conobbi per la prima volta»sospirai « lui non era con lui…»
«Perché capitò in inverno.» mi spiego pasientemete« fu allora che il re vendedo il figli a pezzi che pensò di porartlo da te »mi sorrise dolce con gratitudine. Ne rimasi incredula« aveva saputo della ‘’tua marcia in più’’ e in effettii al suo ritorno al castello era più sereno e le sue gaunce più rosee ed era tornato miracolosamente  a mangiare.
Pensai ai pasti che stava saltando a causa mia. Dovevo trovarlo e al più presto anche!!!.
«Ma perché il dipinto è nascosto qui?...»
«Se il principino lo vedesse gli riporterebbe alla mente pensieri dolorosissimi e  nessuno  ha il coraggio e vorebbe rivederlo con la morte nel cuore come allora»
Mi sa che per questo è gia troppo tardi…pensai con un groppo in gola.
«Ma gli rievocherebbe anche i bei tempi no?» mi spiegai meglio« non c’è solo il nero in ciò che ricorderebbe ma anche il bianco…» indicai il dipinto «come questo ricordo qui immortalato davanti ai nostri occhi!!!…»
«Non tutti riescono ad abbandonare il dolore alle sapalle e guardare solo la luce tramutando le tenebre in puntini indistinti mia cara Luce….
Mi trinsi nelle spalle dovevo rimediare a un po’ di cose…
Chi sa dove stava andando a sbattere la testa Daniel in quel momento senza nessuno, fissai il dipinto che ora mi guardava con aria colpevole, con cui parlare, sfogarsi, avere dei consigli…
La sorella non era tutta questa grande ‘’confidente’’, come lei in vero si vantava tanto e tutte le volte che la incrociavo, lo aveva capito dal suo sguardo che di scroscio avevo incrociato una sera a cena: non sapeva niente e quindi a rigor di logica non era la sua ‘’Amica’’ perfetta con cui dare sfogo alla sua frustrazione maggiore che in quel momento in vero ero io…
Il vero confidente, l’unico e solo, Mi stava guardando accusatorio in quel momento davanti a me, in quel bellissimo dipinto…
Rabbrividii forte…
«Ora aiutami con alcune scatole che mi servono per preparae i giochi di domani…»
Mi riscosse Carl dai miei pensieri e dal dipinto e silente, sorpassando il dipinto a capo chino, rosa dai sensi di colpa brucianti in me in modo tremendo, lo segui per aiutarlo…
 Angolo Autrice
E Rieccomi qua con L'Ottavo Atto!!!
*Applauso*
XDDD
Voi come state?
Io Così Così Ultimamente...
Ma comunqeu andiamo anoi che ne abbiamo di dire di cose eh si!!!
XDDD
In Questo Capitolo
Avete capito BENISSIMISSIMO: Cam E' Il Cucino Adorato Di Daniel...
Ma Ora Vichiede:Com'è possibile dato che lui dovrebbe essere morto?!
Pensateci che la risposta è importante...E
 chiedetevi pure come lui faccia a consocere lei a che ci siete!!!
XDDD
Nel Prossimo Capitolo:
Vi Dico Solo Che Vi Divertirete!!!
XDDD
Ve Lo Garantisco!!!
XDDD
Almeno io mi sono divertita TANTO a scriverlo poi voi mi direte se a leggerlo vi siete divertiti o meno!!!
^_^.
Saluti E Ringraziamenti:
Ringrazio chi come sempre con le sue recensioni si fa sentire, chiha aggiunto e aggiungerà la mia amata prima storia fra i suoi preferiti e seguiti:
Siete Davvero Degli Angeli!!!
*-*...
Un Bacione
E A Presto
Vany!!!
^_^.
  
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