Buongiorno gente!
Premetto che questa è la primissima fan fiction che scrivo, quindi se fa totalmente schifo posso usare questa come scusa, XD. Non ha molto senso in realtà, ma mi andava di scrivere e avevo bisogno di distrazioni, così ho buttato su carta tutto ciò che mi è venuto in mente in quel momento. Questa per ora è una flashfic, ma se nei prossimi giorni sarò ispirata potrebbe diventare una storia a capitoli. Un grazie enorme va a @mo_click_24_ che ha letto la mia storia in anteprima e l’ha apprezzata, e a @maaacith che anche lei l’ha letta in anteprima e inoltre mi ha corretto degli errorucci che avevo fatto, grazie davvero di cuore ad entrambe! ♥♥♥♥
Enjoy! 
 

                                                    Save me from myself 

Louis, in quel momento, stava bene.

Stava bene nel senso che le sue condizioni fisiche gli impedivano di ricordare i momenti dolorosi, che lo dilaniavano dall’interno provocandogli un tale stato di stordimento da sembrar quasi irreale, da fargli credere che la sua intera vita fosse un incubo, un brutto sogno dal quale si sarebbe svegliato a breve; gli riusciva così facile non pensare, ogni qual volta fumasse dell’erba. Si sentiva rilassato, tranquillo, come se i fatti realmente accadutogli non lo toccassero minimamente, come se fossero eventi appartenenti alla vita di una persona sconosciuta della quale non gli importava assolutamente nulla, quindi perché mai non avrebbe dovuto fumare tutta quell’erba? Lo faceva stare bene, bene davvero.
Forse avrebbe dovuto evitare le ultime tre canne, avendone fumate ben cinque tutto da solo; era probabilmente colpa loro se adesso si trovava disteso a “x” in mezzo ad una strada alle 2,37 a.m., sarebbero potute passare auto da un momento all’altro e lui sarebbe morto in un battito di ciglia, e Louis lo sapeva, ne era pienamente consapevole, ma non aveva voglia di alzarsi perché, appunto, lì stava bene. Non che volesse suicidarsi o desiderasse morire, assolutamente no, al contrario, Louis amava la vita e alcune volte ha persino desiderato di poter vivere per sempre. Semplicemente, l’asfalto in quel momento gli sembrava comodo, morbido come un materasso e non trovava le forze di abbandonare tale comodità per tornare a casa, se ancora così gli era permesso chiamare quel luogo.

La macchina, dopo vari secondi o minuti –come diavolo poteva ricordarsi da quanto tempo era in quella maledetta posizione?!- arrivò. Louis ne sentì il rumore in lontananza, era in grado di percepire il suo avvicinarsi, ma puntò sulla sua solita sfacciata sfortuna e non si mosse.

 Quella sera, Louis, ebbe l’ennesima conferma di essere un ragazzo estremamente fortunato. Non solo l’auto inchiodò circa due metri e mezzo prima di investirlo, ma venne fuori che l’autista era un ragazzo alto (altissimo), riccio e con dei bellissimi occhi verdi (o grigi?) che si premurò di urlargli contro in maniera affannata e con il cuore che batteva a mille a causa dello spavento “cosa diavolo stai facendo? Saresti potuto morire!”, e Louis che altro poteva fare se non scoppiare a ridere? I motivi della sua risata erano tre: la troppa marijuana in circolo nel suo corpo, il fatto che non fosse morto e, infine, la consapevolezza che quello splendido ragazzo che aveva per poco rischiato di investirlo non lo avrebbe lasciato mai più solo.