“Puoi darmi il tuo nome?”, disse la donna seduta al bancone.
“Sì, Harry Styles”.
Come da prassi Harry fu brevemente intervistato per far sì che creassero l’introduzione alla sua audizione allo show di X-Factor al quale desiderava partecipare.
“Sono Harry Styles, ho sedici anni e vengo da Holmes Chapel nel Cheshire.
Faccio parte di una band a scuola, gli White Eskimo, io sono il cantante.
Abbiamo fatto una competizione a scuola ed abbiamo vinto.
Quando sono davanti a qualuno e devo cantare lo farei ancora e ancora senza fermarmi.
Se quando canto la gente rimane lì ad ascoltarmi ed i loro occhi iniziano a brillare... significa che sta andando secondo i miei piani”.
 
Harry si asciugò le mani.
Si trovava nel bagno pubblico all’interno degli studi di X-Factor, pronto per la sua audizione.
Le parole non potevano descrivere quanto fosse nervoso e dopo ore di fila era finalmente riuscito ad entrare nell’edificio.
E sì, doveva proprio andare in bagno. Si guardò allo specchio, toccò i suoi ricci e sospirò: mancava poco ormai.
Giratosi verso la porta del bagno si sporse per aprirla quando essa gli venne addosso.
Sbucò fuori di essa la testa di un ragazzo che era in procinto di entrare.
“Oops”, disse Harry.
“Ciao”, rispose il ragazzo sorridendogli.
Harry si spostò per permettergli di passare reggendogli la porta.
“Grazie”, disse sempre sorridendo il ragazzo che aveva un taglio di capelli che ad Harry  ricordava molto quello di Paul McCartney da giovane. “Figurati”, disse Harry girandosi per uscire dal bagno.
“Anche tu qui per l’audizione?”, lo richiamò la voce arrestandolo.
“Ehm...sì”, rispose girandosi Harry.
“Anche io. Piacere, sono Louis”, disse il ragazzo tendendogli la mano.
“Ehm...  Harry”, rispose il riccio stringendo saldamente la mano a lui protesa.
“Buona fortuna per l’audizione”, esclamò Louis.
“Grazie, anche a te”, rispose Harry sorridendo e mostrando due fossette sulle sue guancie rosee.

“E’ il tuo turno ragazzo”.
Anne lo baciò e così fece anche il suo amico.
Harry sembra sballottolato.
“C’è qualcun altro che vuole baciarlo?”.
Gemma Styles fece finta di esserne disgustata all’idea e sorridendo vide suo fratello dirigersi verso il palco.
Sospirando disse tra se’ e se’ che poteva farcela. Le luci lo accecarono ed Harry si ritrovò d’un colpo davanti a se’ un pubblico.
“Come va?”, gli chiese Simon Cowell.
"Ciaoo”, salutò Harry.
“Piacere di conoscerti, come ti chiami?”, chiese Simon.
“Sono Harry Styles”, disse Harry e un grido si levò dal pubblico tanto da far girare Simon.
“Ok Harry, Quanti anni hai?”, domandò sempre Simon.
“Ne ho sedici”, disse Harry.
“Sedici... ok, allora parlami un po’ di te”, lo invitò Simon a parlare.
“Ehm... lavoro in un panificio...”.
Simon sembrò leggermente irritato. “Harry, così tu hai lasciato la scuola per lavorare lì?”.
"Ci lavoro il sabato,ma ho finito il mio GCSE solo ora. Torno a scuola a settembre...”.
“E cosa hai intenzione di studiare al college?”, chiese Simon interessato.
“Ehm... giurisprudenza, sociologia, business... e qualcos’altro, ma non sono ancora sicuro”, disse Harry contando con le dita.
“Wow... e cosa fai qui oggi?”, fu il commento di Simon.
“Ho sempre voluto fare un provino, ma sono stato sempre troppo giovane”.
“Cosa ci canti?”.
“Farò isn’t she lovely, di Stevie Wonder”, disse Harry. “Ok, buona fortuna”.

Harry impugnò il microfono ed iniziò a cantare ad acapella la canzone, facendo emozionare il pubblico e facendo comparire sul volto di Simon un’espressione di completa approvazione.
Isn't she lovely
Isn't she wonderful
Isn't she precious
Less than one minute old

Tutti sapevano che se Simon rimaneva colpito era praticamente fatta.

I never thought through love we'd be
Making one as lovely as she
But isn't she lovely made from love
 
Il pubblicò acclamò la sua esibizione ed il verdetto dei tre giudici lo avrebbe portato ad un passo avanti o indietro rispetto al suo obiettivo.
“Ok, Nicole tu cosa ne pensi?”, chiese Simon rivolgendosi alla bellissima giudice mora.
“Sono davvero contenta che abbiamo avuto l’oppurtunità di sentirti ad acapella perchè abbiamo sentito la tua grande voce!”.
“Grazie”,  sussurrò Harry avvicinandosi al microfono.
“Per avere sedici anni hai davvero una bella voce”, disse Nicole.
“Grazie”, ripetè Harry sorridendo.
“Sono daccordo, ma penso che tu sia troppo giovane”, disse il terzo giudice. “Credo che tu non abbia abbastanza esperienza e sicurezza”.
“Ok”, disse secco Harry mentre il suo sorriso svaniva.
Simon si intromise infastidito: “Non importa avere quindici, sedici, diciasette anni se sei bravo! Io credo che con un buon allenamento tu diventeresti davvero bravo”.
“Grazie, grazie”, a queste parole gli occhi di Harry si riaccesero regalando uno splendido sorriso accompagnato dalle due fossette.
“Harry, per tutte ragioni giuste...per me è no”, disse Louis, il giudice che non lo trovava abbastanza maturo.
Urla di disapprovazione si levarono dal pubblico.
“In realtà no credo ti stiano fischiando abbastanza forte”, lo provocò Simon.
Urla ancora più forti riempirono lo studio ed Harry ne approfittò per dire anche lui un timdo “BU”, facendo ridere il pubblico.
“Nicole?”, interpellò Simon.
“Mi piaci Harry e per me è sì!”, gli disse sorridendo.
“Grazie”, disse Harry emozionato.
Era il turno di Simon: un altro SI e non sarebbe stato rispedito direttamente a Holmes Chapel.
“Sarai felice di sapere che sono assolutamente daccordo con Nicole!”.
A questo punto Harry fece un gran sorriso: era veramente felice. Balbettò un grazie e lasciò il palco mentre il pubblico gridava. Fuori ad accoglierlo  c’era Anne Cox, sua madre.
Si abbracciarono.