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Autore: Donia_    26/02/2013    4 recensioni
SPOILER
Hinata e Neji due persone così diverse eppure così simili,che il destino ha unito indissolubilmente. Potrà mai la morte dividerli?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Petali e Ricordi





Sulle sere serene
e i giorni silenziosi,
piogge di primavera

Dolore. Era questa l’unica cosa che provavo da un anno a questa parte, nonostante il tempo trascorso ancora non mi rassegnavo all’idea di aver perso mio cugino Neji . Ogni sera mi abbandonavo alla tristezza quando un suo ricordo si faceva spazio nella mia mente, mentre le giornate passavano tra allenamenti e innumerevoli faccende da sbrigare in casa, ma nessuna di queste attività mi teneva impegnata a sufficienza purtroppo. Il posto peggiore dell’abitazione per me? I giardini. Ironia della sorte talvolta la sera o la notte quando non riuscivo a dormire mi rintanavo in quel luogo per osservare da sotto il portico ligneo, il cielo stellato o l'alba. Anche in questa notte primaverile, vagando per la casa ancora leggermente assonnata ,finì nei giardini, mi sedetti sul pavimento coriaceo coperta da una piccolo plaid azzurro, avendo indosso solo una veste da notte bianca in cotone, decorata con un piccoli fiori violacei. Un leggero venticello soffiava, scompigliandomi i capelli, portando con sé gli odori tipici della stagione ed anche piccoli fiori rosati che si posarono sulle mie mani. Guardai verso il centro del giardino e sotto la flebile luce lunare cominciai a fissare il rigoglioso ciliegio dalla quale provenivano quei fiori ; fu così che lasciandomi trasportare iniziai a piangere e ricordare l’unica cosa che in quella notte avrei voluto dimenticare… lui.

                                                                              

Ricordo ancora come se fosse ieri, quando da bambina di 7-8 anni passavo le giornate con mio padre ad allenarmi ero timida e debole però in quanto primogenita ero destinata ad ereditare il potere della casata Hyuga nonostante mio padre fosse fortemente contrariato; ma soprattutto ricordo l’astio che provava  Neji  nei miei confronti dopo la morte del padre, mio zio. Questo odio derivava dal fatto che considerava responsabile mio padre se il suo era morto, un altro motivo era che facendo parte della casata cadetta non avrebbe mai potuto prendere le redini del clan nonostante ne avesse le piene capacità, venendo infatti considerato un genio. Come se non bastasse mio cugino, in quanto membro della casata cadetta era costretto a proteggere la casata principale con la vita, fattore evidenziato dal sigillo maledetto che aveva sulla fronte; quest’ultimo infatti permetteva alla casata principale di distruggere il cervello dei membri di quella cadetta in caso d’insubordinazione, esso inoltre scompariva in caso di morte del possessore, in modo tale da proteggere i segreti del Byakugan .
Neji  non sopportava proprio la mia presenza e non perdeva mai occasione per umiliarmi soprattutto durante gli allenamenti; io invece cercavo di essere gentile ed indiscreta  con lui, ma le cose non cambiarono per molto tempo. Tutto questo successe anche all’Accademia, soprattutto in occasione degli esami per la selezione dei Chunin, in cui dovetti affrontarlo in combattimento; anche se c'ero abituata ogni volta che mi criticava o insultava, mi feriva. Per questo motivo ero decisa a dimostrargli quanto valevo, ma nonostante la mia determinazione arrivò a ridurmi in fin di vita, sovrastandomi con la sua bravura e il suo odio per me:tutto cambiò dopo che affrontò Naruto. Infatti da lui imparò che il  destino non era immutabile e successivamente scoprì anche  che suo padre era morto per propria volontà e non a causa del fratello; da quel momento le cose tra di noi migliorarono. Pur rimanendo sempre silenzioso e un po’ sulle sue cominciò a considerarmi come una degna avversaria e ad essere più gentile, per esempio durante gli allenamenti al posto di annientarmi, come faceva prima, mi aiutava a diventare più forte e così conobbi la vera personalità di mio cugino: serio, responsabile, una persona su cui potevi fare affidamento, sempre.

Nella sera di primavera
quale lettura per l’uomo
senza compagna?

Ricordo anche quando eravamo un po’ più grandi, già Genin esperti, tutte quelle sere passate sotto quello stesso portico in cui mi trovavo ora a leggere, a studiare ed ad apprezzare la magnificenza del nostro giardino di cui ci piaceva prenderci cura durante il tempo libero. Insieme ci prendevamo cura del ciliegio che viveva da tempo  in quel luogo, era il momento in cui Neji sembrava più fragile, più dolce, intento ad accudire quel magnifico arbusto riservandomi qualche sorriso intriso di gentilezza e gratitudine, mentre lo aiutavo. Quel giardino e quel portico divennero un appuntamento abituale tutte le sere anche solo per raccontarsi la giornata trascorsa, senza contare che ogni volta in cui avevo dei problemi o non riuscivo a dormire mi rifugiavo lì e trovavo mio cugino seduto a guardare il ciliegio, come se sapesse che sarei arrivata; con lui mi aprivo completamente e lui faceva lo stesso con me, ascoltandomi, consigliandomi e quando ero più abbattuta, prendeva un fiore dall’albero e me lo metteva tra i capelli dicendo “Sei forte, reagisci, non sei sola guardando questo fiore pensa che ci sono io a sostenerti”. Neji  non era più solo un cugino o un membro del clan per me, ma era diventato come un fratello.

Mi desta un sogno
e mi sorprende il buio,
già tardo autunno.

Sorridendo per tutti quei momenti felici, come un’ onda in piena, mi travolse l’ultimo doloroso ricordo di mio cugino, il momento della sua morte in quel maledetto giorno. La quarta grande guerra ninja era in pieno svolgimento, eravamo tutti insieme uniti contro due grandi nemici: Madara Uchiha e Obito Uchiha. Tutta l’alleanza shinobi combatteva coraggiosamente per contrastarli e per annientare soprattutto il Juuby,  improvvisamente cominciò a scagliare lame lignee ovunque, così mi misi davanti a Naruto per proteggerlo, ma proprio all’ultimo momento Neji mi si parò davanti e prima che potessimo accorgercene era stato trafitto gravemente  ed era tra le braccia di Naruto, in fin di vita. Mi aveva salvata. Anche in punto di morte riusciva a guardarmi con quel suo sguardo penetrante e a preoccuparsi per me, mentre diceva le ultime parole a fatica ed io non riuscivo a fare altro che piangere  silenziosamente. Non avevamo  bisogno di parole anche per capire che quelli erano gli ultimi istanti, anche perché il sigillo maledetto stava svanendo inesorabilmente, ma lui nonostante ciò era felice…felice di aver scelto come morire. Chiuse gli occhi, la fronte era rosata e non più marchiata, un sorriso era rimasto sulle sue labbra, le lacrime aumentarono, per un attimo il mio cuore sembrò fermarsi. Un dolore straziante mi pervase, non riuscivo a muovermi, restavo lì a fissare il corpo inerme di mio cugino tra le braccia di Naruto, che sentivo trattenersi dallo scoppiare in lacrime. La guerra  per quei brevi istanti sembrava essersi interrotta, non mi importava, lui era morto per salvarmi e io non l’ho impedito…lui che mi ha odiata, umiliata, aiutata, sostenuta, apprezzata…non c’era più, se n’era andato per sempre. Non avrei mai più rivisto quel suo flebile sorriso di tanto in tanto o apprezzato  quella muta riservatezza che lo caratterizzava, non lo avrei più trovato in giardino ad aspettarmi; questa consapevolezza si faceva sempre più tangibile e dolorosa, ma decisi che non mi sarei arresa che avrei reagito combattendo, portando dentro di me una parte di Neji, ricordando per sempre tutti quei momenti passati assieme. Un giorno diventerò degna di ereditare il clan e soprattutto sarò alla tua altezza; ognuno di noi porterà dentro di sè una parte di colui che era il grande genio di Konoha.

                                                                                   

Concessi un ultimo squarcio a quei tristi ricordi, mentre una lacrima solitaria rigava muta il mio viso; distolsi lo sguardo dall'albero, aprii le mani e trovai i fiori di ciliegio, li misi nei capelli; alzandomi dal pavimento guardai il nostro albero e sorrisi, da quel momento decisi che  ogni  giorno avrei indossato un fiore di ciliegio per non dimenticare che Neji  Hyuga era con me, sempre come se quello fosse solo uno dei suoi soliti silenzi.

  
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