Nail art ~
Una leggera arietta entrava dispettosa dalle finestre
socchiuse, facendo ondeggiare di poco i lunghi capelli biondi di Deidara,
legati in una coda alta ed ordinata che la ragazza di fronte a lui, quella
mattina, si era proposta di fare.
Il giovane si leccò le labbra, socchiudendo gli occhi e
passando nuovamente una pennellata sull’unghia curata dell’alluce di Ino;
sorrideva maliziosa e divertita, pensando a quanta fatica avesse fatto per
convincerlo, ed ora era diventata per lui una questione di sano principio: in
fondo, per un uomo mettere lo smalto ad una donna non era cosa da tutti i
giorni.
Ino l’aveva domandato candidamente, forse per fargli
capire quanto veramente credeva nella loro particolare intimità, formata da
lenzuola che profumavano ancora un po’ dei loro corpi e da sorrisi o bronci
infantili, che rispecchiavano perfettamente i caratteri di entrambi.
Sentì la presa di Deidara rinsaldarsi intorno al suo piede
magro, un’imprecazione mangiata per metà.
Alcuni ciuffi sfuggivano dalla sua coda e incorniciavano
il suo viso piacente, dandogli un’aria così normale
che Ino quasi non riusciva a distinguerlo dal solito ragazzo che vedeva ogni
giorno all’università.
Quando aveva accettato di uscire con lui l’aveva fatto più
per scherzo; erano così simili fisicamente che Deidara avrebbe potuto benissimo
essere suo fratello – o sorella, per le malelingue. Al loro primo appuntamento
non solo si erano ritrovati con vestiti abbinati, ma avevano scoperto di
possedere un carattere vanitoso ed arrogante che, decisamente, faceva presumere
loro di essere parenti.
Il meraviglioso tabù che è l’incesto, le aveva detto
Deidara scherzoso prima di baciarla. E questa cosa un po’ le piaceva; l’idea di
aver abbattuto figurativamente gli schemi preposti, le occhiate scandalizzate
della gente che li vedeva baciarsi per strada.
Ino squadrò il pennello uscire nuovamente dall’unghia,
andando a pitturarle la carne di un viola tenue.
«Sei imbranato quasi quanto me,» gli disse con un sorriso,
piegandosi verso di lui e scostandogli un ciuffo biondo dal viso. Deidara
sbuffò irritato, sollevandole leggermente il piede destro.
«Questa è arte, uh. Con le tue chiacchiere mi
deconcentri,» sbottò acido, tanto che Ino ebbe la tentazione di dirgli che
assomigliava ad una vecchietta che non trovava il solito cibo per i suoi gatti.
Si limitò invece ad ampliare il sorriso, inclinando il capo e lasciando che la
lunga coda di cavallo cadesse sulle sue spalle in fili dorati di capelli.
«Ti da fastidio che ti paragoni a me?» Domandò curiosa, mentre
il ragazzo era passato alla terza unghia e già imprecava.
Non staccò gli occhi quando parlò, troppo attento a non
uscire nuovamente dai bordi: «Mi stai chiedendo se mi piace essere paragonato
ad una donna, uh?»
La risata di Ino lo fece sorridere; guardarla con la bocca
spalancata e gli occhi azzurri brillanti era qualcosa di cui non avrebbe mai
potuto fare a meno.
«O forse parli dei nostri fluenti e setosi capelli, uh?»
Un’altra risata, seguita dal movimento fluido del corpo di
Ino che andava a scontrarsi contro il suo; un abbraccio decisamente goffo a cui
seguirono una serie di proteste infinite: «Non avevo ancora finito e
sicuramente lo smalto si sarà sbavato!»
La bionda lo strinse forte, baciandogli il collo. Lo sentì
rabbrividire e si staccò da lui, guardandolo negli occhi azzurri di una
tonalità più scura dei propri.
«Parlavo di questo e di quello, no?»
«Ora sì che ho capito, Ino-chan,» rispose sarcastico e
roteando gli occhi, divertito e allo stesso tempo irritato per chissà quale
interruzione.
La battuta le provocò una bassa risata, che fu subito
bloccata dalle labbra di Deidara contro le proprie, un bacio lento e sensuale
accompagnato dalle carezze delle sue mani contro i fianchi, sulla pancia magra,
fino al suo seno sinistro.
«Siamo decisamente diversi,» le disse d’un tratto, per poi
spingerla docilmente sul letto e riafferrando il suo piede tra le mani. Immerse
il pennellino nello smalto, contento che il suo lavoro di poco prima non fosse
stato rovinato. «A volte le tue uscite mi lasciano senza parole, Ino, uh»
Sollevò per un attimo lo sguardo, trovandola con le labbra
arricciate ed il naso per aria: vanitosa ed arrogante, proprio come la prima
volta che l’aveva vista. Forse solo più bella e più sua.
«Ormai non dovresti farti più questi problemi; avremo un
figlio bellissimo che avrà i nostri tratti aristocratici e che farà innamorare
tutte le bambine, uh»
E il voltò di Ino tornò ad illuminarsi, mentre la mano
andava ad accarezzare leggermente il ventre piatto – ma ancora per poco,
pensarono entrambi.
«Speriamo che non prenda i nostri caratteri, però»
«Uh, e perché? Hai paura che nasca un frignone, arrogante
e prepotente come te?»
«Come al solito ti confondi; il prepotente, frignone e
arrogante sei tu. Non riesci ancora a distinguerci?»
«Spiritosa, uh»
«Ho i miei momenti, sì,» chiocciò divertita mentre Deidara
pitturava l’ultima unghia del suo piede destro, l’esultanza dipinta sul suo
volto. «Non festeggiare, tesoro; ti manca ancora un piede»
Edit 19.05.2010:
Della vecchia versione è rimasto poco o nulla; questo è
solo un missing-moments della possibile vita
universitaria di due studenti che si sono conosciuti, stupendosi l’uno
dell’altra per il così simile aspetto fisico – e caratteriale, se vogliamo.
Ino e Deidara mi divertono: pensare un figlio loro è
un’idea simpatica; probabilmente quando cammineranno insieme li prenderanno per
fratelli, non per genitori e bambino.
Il titolo, Nail art, è per
riprende la battuta di Deidara mentre dipinge le unghie di Ino; ce li vedo
proprio in un momento del genere, un momento decisamente intimo. O almeno, lo è
per me.
Ne sono quasi soddisfatta.
Ringrazio chi ha recensito la vecchia versione, chi l’ha
preferita e che, magari, si ritroverà a leggere anche questa.
Un bacio,
Mì.