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Autore: ineedu    26/02/2013    0 recensioni
15 anni, capelli color mattone, occhi color foglia d'autunno. Non ha un nome, solo un sogno: diventare una ballerina. Ma questo è sovrastato da un'unica, triste realtà: è disabile, costretta sulla sedia a rotelle da 10 anni, in seguito ad un incidente causato dal padre. Ora il suo unico desiderio è di incontrare il papà, fuggito insieme al coraggio e alla speranza...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 febbraio 2013, il mio 15esimo compleanno.

Il 15esimo compleanno dei miei capelli color mattone.

Il 15esimo compleanno dei miei occhi color foglie d'autunno.

Il 15esimo compleanno delle lentiggini che riempiono gli spazi bianchi del mio viso.

Il 15esimo compleanno delle mie gambe pallide ed esili, da troppo tempo morte. Si, morte da quel 23 settembre di dieci anni fa, durante un incidente d'auto causato da un padre poco premuroso e troppo menefreghista. Da quel giorno è scomparso...sarà morto anche lui?

Chissà se ricorda che oggi la sua “piccola” compie 15 anni. Forse ha preferito dimenticare quella bambina dai riccioli di fuoco e dagli occhi di smeraldo, destinata a diventare una ballerina. Ma, da quel 23 settembre, il suo unico futuro è la sedia a rotella. Da quel giorno, i miei sogni sono andati in frantumi, come le ossa delle mie gambe. Niente da fare, sono rimasta invalida.

Sono invalida anche oggi, 3 febbraio 2013. Esco, accompagnata da mia madre.

Capelli rossi anche lei. Occhi verdi anche lei. Sono la sua copia, dicono. Eppure lei può camminare...così oggi spinge questa carrozzella. Come quindici anni fa, quando non ero che un fagotto con un ciuffetto, da difendere.

Sul muro c'è un graffito: “Buon 15esimo, Piccola”. Quel “Piccola” con la p maiuscola...papà mi carezzava il viso chiamandomi così, mi dava la buonanotte e mi sussurrava questa parola magica, così speciale. Questa scritta è recente, sento l'odore fresco della vernice. Sogno un padre pentito che si sveglia dieci anni dopo, ricordandosi della sua bambina. Sogno un padre che passa la notte insonne, quella mattina, per chiedere perdono. Sogno...e ci credo per la prima volta. Credo che questo sogno possa essere la realtà.

Anche mamma si è fermata, forse ha sentito il grido delle mie lacrime, o il rumore sordo della speranza. Poi apro gli occhi. Una giovane donna corre verso un ragazzo dalla barba incolta, ridendo.

“Ti amo”, urla ridendo. Ti amo. Sono contenta dell'amore tra questi due miei coetanei, si. Ma mio padre non ama me. Che senso a tutto questo? L'ennesima illusione: rivedo me, nel corso di questi anni, seduta vicino al telefono, in attesa che squillasse. Rivedo i miei compagni che corrono mano nella mano con il proprio genitore. Rivedo le lacrime. “Illusa, illusa, illusa.” sussurra una voce nella mia mente. Mi vedo mentalmente uno specchio: una quindicenne sulla sedia a rotelle, senza un papà, senza un futuro, senza un sorriso.

Volevo fare la ballerina.

Prendo la rincorsa verso la strada, nel traffico mattutino. Vedo mia madre voltarsi verso me. Vedo i due giovani fidanzati voltarsi verso me. Vedo i passanti voltarsi verso me. Ma mio padre mi ha voltato le spalle.

Guardatemi, sto volando.

Volevo fare la ballerina.

Danzo, libera. Senza il peso che mi blocca le gambe. Tra le voci lontane, sento quella disperata di mia madre, tormentata dal senso di colpa, “se solo mi fossi voltata...”.

Giochiamo al gioco dei “se...”, mamma?

Se solo non fossi stata in quella macchina, il 23 settembre di dieci anni fa.

Se solo le mie gambe fossero sopravvissute.

Se solo papà non avesse corso con l'automobile. Se solo non avesse corso via da me.

Se solo fossi stata una persona forte.

Volevo fare la ballerina.

Ora danzo, in cielo. Sono libera, papà.

  
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