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Autore: Akane92    27/02/2013    9 recensioni
Una ragazza è di ritorno in città e sconvolgerà la vita del nostro caro Alpha.
Dal prologo:
" Due occhi grandi e verdi incrociarono il suo sguardo per qualche secondo. Un occhiata veloce che per il lupo fu fatale.
Qualcosa dentro di lui si mosse, all’improvviso. Non ebbe neanche il tempo di capire. I suoi battiti aumentarono, le sue mani tremavano, e i suoi occhi non potevano fare a meno di continuare a seguire quegli occhi magnetici. Strinse ancora più forte il volante della sua auto con i muscoli del corpo tutti tesi. Era una ragazza. Una ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi come il sangue. Sorrideva, mostrando i denti che per Derek in quel momento erano perfetti, insieme a tutto il resto. Era una strega, forse? "
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Hunters
 

 
POV Hope

Fu bellissimo riaprire gli occhi e vedere che ero ancora al sicuro fra le sue braccia, che non era stato tutto un sogno. Non mi mossi neanche un po’, volendomi godere ancora il momento. Sentivo ancora il suo cuore calmo e il suo respiro regolare sui miei capelli, mentre continuava a dormire stringendomi a lui. Spostai con tutta la delicatezza che potei la testa e lo guardai, il suo viso si era come rilassato, sembrava perfino che gli angoli della sua bocca si stessero alzando per sorridere. Mi spostai ancora, liberandomi dalla presa e mettendomi in piedi mentre il bell’Alpha continuava a dormire e ogni tanto a russare. Presi il cellulare, notando che Lydia mi aveva mandato tre messaggi e aveva anche provato a chiamarmi, voleva sapere cosa fosse successo dopo la festa e mi chiedeva di andare da lei. Le risposi che sarei stata lì dopo cena, visto che volevo andare da mio padre, anche perché avrei potuto scoprire qualcosa sulla morte di quella ragazza, o lupa insomma. Andai prima a riempire la seconda lavatrice coi vestiti di Derek, mettendo ad asciugare gli altri, e poi in cucina a preparare la cena sia per lui che per mio fratello e mio padre. Quando risalii in camera mia, il lupo dormiva ancora. Mi sedetti al bordo del letto mentre mi mettevo le scarpe, e sentii il letto muoversi. Mi girai verso di lui, che aveva appena aperto gli occhi ancora rossi a causa del sonno.
<< Buongiorno bell’addormentato! >>
<< Che fai? >> mi chiese, con la voce ancora assonnata.
<< Porto la cena a mio padre, è ancora in centrale, poverino. Poi vado da Lydia >> li spiegai, non fermandomi visto che dovevo riempire la borsa.
<< Da sola? >>
<< Con Kopa! >>
<< Perché da Lydia? >> era arrivata l’ora dell’interrogatorio?
<< Mi ha mandato un messaggio, vuole che vado da lei a raccontarle tutto >>
<< Ti accompagno >> mi disse alzandosi in piedi.
Alzai gli occhi al cielo, pensando che avevo già un padre poliziotto e che non mi serviva anche un lupo iper-protettivo. << Non c’è bisogno. Voglio fare una passeggiata >>
<< Ti accompagno >>
Mi misi di fronte a lui con le braccia conserte e decisa di non dargliela vinta. << Derek, non ho due anni, posso andare in giro da sola >>
<< Quante altre volte dovrò ripeterti che ti accompagno? >>
<< Nessuna, visto che ci vado da sola >>
<< Tanto devo comunque andare a casa >>
<< No, non ci vai >>
Mi guardò aggrottando le sopracciglia, confuso. << No? >>
<< Resta qui e cena con mio fratello, è da solo >>
I suoi occhi si spalancarono. << Mi prendi in giro, vero? >>
Presi la sua mano, cercando di fare uno sguardo dolce e supplichevole. << Ti prego >>
 << Va bene. Ma dopo vado a casa >> quello sguardo era imbattibile!
<< Grazie! >>
Lo portai in cucina, dove Stiles mi stava aiutando con la cena per mio padre. Quando gli dissi che avrebbero cenato insieme, non fu molto contento, ma in effetti neanche Derek lo era. Salutai prima mio fratello, baciandogli la guancia, e quando fu il turno di Derek non riuscii a resistere e alzandomi in punta di piedi baciai anche lui, quel ragazzo era davvero alto! Dovetti scappare per evitare di far vedere le mie guance diventare rosse come due pomodori e di far sentire il mio cuore in festa, baciare la guancia ruvida e calda di Derek mi era piaciuto troppo.
Arrivata in centrale con Kopa, mio padre mi accolse abbracciandomi e ringraziandomi per la cena. Inizialmente parlammo del più e del meno, ovviamente evitai di dirgli che avevo ospitato a casa nostra un licantropo burbero e asociale e gli avevo anche lavato i vestiti. Quando ormai avevamo finito di cenare, decisi che era il momento di chiedergli della ragazza.
<< Allora … hai scoperto qualcosa riguardo quella ragazza? >>
Lui mi guardò alzando le sopracciglia << Curiosa come tuo fratello, eh? >>
Alzai le spalle, sperando che mi dicesse qualcosa.
<< Non molto. Solo che i proiettili  non sono i soliti, contengono delle sostanze che non abbiamo mai trovato, infatti le abbiamo mandate ad analizzare. E poi le frecce … Davvero non capisco chi ancora le usi >>
<< Ma non sapete chi è? >>
<< No. Non aveva documenti e nessuno è venuto a chiedere di lei. Non era di Beacon Hills, non sappiamo neanche perché si trovasse nella radura … >>
<< Capisco … >>
<< Comunque, non dovrei parlartene >>
<< Oh, non dirò niente >> sorrisi, facendogli l’occhiolino. << Ora vado da Lydia >>
<< Vuoi che ti accompagni? >>
Ma perché tutti volevamo accompagnarmi?! << No, non preoccuparti >> mi alzai e lo abbracciai << Farai tardi? >>
<< Purtroppo. Tu invece torna presto a casa, non mi piace che vai in giro da sola, soprattutto dopo quello che è successo >>
<< Non sono sola, c’è Kopa >> dissi, mentre mettevo il guinzaglio al mio dalmata.
Mio padre alzò gli occhi al cielo. << Stai attenta. Ci vediamo domani mattina >>
<< Buonanotte >> sorrisi ancora, mentre uscivo.
Arrivai da Lydia in poco tempo, e appena entrai in casa mi chiese subito di raccontarle tutto, e così feci. Rimase sorpresa anche lei, soprattutto quando le detti la notizia di Ethan e della ragazza, ma più che altro rimase sorpresa per il fatto che il tenebroso Derek Hale si era dimostrato gentile e premuroso, visto che fino a quel momento le era sembrato solo un ragazzo sulle sue e poco socievole. In effetti, non aveva tutti i torti. Non le dissi niente della giornata che avevo appena passato, come se volessi tenerla per me e solo per me. Decisi di non disobbedire a mio padre e di tornare presto a casa, dove trovai mio fratello sdraiato sul divano a guardare un film e dopo aver liberato Kopa, mi sedetti accanto a lui.
<< Tutto ok? >> mi chiese.
Annuii. << Papà farà tardi. Non hanno trovato praticamente niente sulla ragazza >>
<< Immagino. Lydia sta bene? >>
<< E’ rimasta sorpresa per le novità ma sì, sta bene >>
<< Le hai anche detto che sei riuscita a trasformare il pericolo Alpha in un cuccioletto che arrossisce per un bacetto? >>
<< E’ arrossito? >> gli chiesi, sorpresa. Ero davvero riuscita a farlo arrossire?
Lui mi sorrise divertito. << Quanto siete carini >>
Lo spinsi via con un braccio, mentre lui cominciava a ridere. << Smettila >>
<< Io l’ho detto a Scott >> mi confessò, come se la cosa fosse normale.
<< Stiles! >>
<< Che c’è? Mi ha chiesto come stessi e cosa avessimo fatto >>
<< E tu non potevi farti gli affari tuoi, vero? >>
<< Tu sei affar mio >>
<< Oooh, tenerone >> gli presi una guancia e gliela strinsi, mentre lui cominciava a fare una delle sue solite facce strane. << Comunque, tutto bene con lui? >>
<< A parte le solite minacce di morte? Sì, ha detto che domani sarà fuori da scuola per tenere d’occhio i gemelli e che avviserà anche gli altri di farlo >>
Ah, già. Il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola e avrei incontrato Ethan, il lupo Ethan.
<< Cosa gli dico? Non posso mentirgli >>
<< Derek ha detto che devi fare finta di niente. Tu dormivi quando l’abbiamo visto >>
<< Ma secondo te è così stupido da non pensare che voi me l’abbiate detto? >>
<< Tu provaci >>
Feci un lungo respiro, cominciando già a preoccuparmi. << Va bene >>
Non aprimmo più l’argomento ed entrambi ci addormentammo sul divano.
Fummo svegliati alle quattro di mattina da nostro padre che era appena tornato, e che ci aiutò ad arrivare alle nostre camere e a dormire nei nostri letti.
Quando arrivammo a scuola, ero piena di ansia. Volevo vedere Derek, volevo parlargli prima di dover affrontare Ethan e suo fratello, ma lui non si fece vedere. Sapevo però che era lì, sapevo che mi stava seguendo coi suoi occhi da lupo fino all’aula della lezione di storia dove io, Scott e mio fratello avremmo rivisto i gemelli.
Arrivarono poco dopo di noi e fui io per prima a girarmi verso Ethan e a sorridergli, cercando di non perdere la calma. Lui mi rivolse un sorriso preoccupato e forzato, mentre pochi minuti dopo mi arrivò un suo sms.
“ Posso parlarti dopo la lezione? “
“ Certo “ gli risposi, avvisando poi sia Stiles sia Scott e temendo da quel momento la fine dell’ora.
Quando suonò la campanella ero un fascio di nervi. Guardai prima Scott e poi mio fratello, i loro sguardi mi dicevano di stare calma. Raggiunsi Ethan fuori dall’aula e gli rivolsi un altro sorriso. << Ciao, tutto bene? >> gli chiesi ripetendo a me stesso di non pensare a quello che era successo. Io non dovevo sapere nulla.
Lui non mi sorrise, sembrava davvero preoccupato. << Sto bene. Ero preoccupato per te >>
<< Sì, hai ragione. Scusami tanto davvero, ho rovinato tutto bevendo quella stupida cosa alcolica, non so cosa mi sia preso. Quando mi sono svegliata ero nel mio letto e mio fratello mi ha detto che mi hanno dovuto portare a casa perché sono stata molto male >>
<< Eri ubriaca, non ti ricordavi chi fossi >>
Fingiti sorpresa, tu non sai niente. << Davvero? Mio Dio, scusami. Ti sarò sembrata un’idiota >> gli dissi, facendo una risata finta e poco credibile perfino per me.
<< Volevo portarti a casa, ma quel ragazzo.. quell’amico di tuo fratello non me l’ha permesso >>
<< Derek? >>
<< Già. Ti avevo lui in braccio quando ti ho ritrovata >>
<< Ah, sì? Non mi ricordo niente >> seconda risata falsissima.
<< Non ti hanno detto nulla? Tuo fratello o quel ragazzo? >>
<< No. Dovevano dirmi qualcosa? >>
Lui questa volta mi sorrise, poggiando un braccio sul muro e mettendomi alle strette.
<< Sei una brava bugiarda, sai? >> mi fece quasi paura. La sua voce era cambiata così come i suoi occhi.
<< Non capisco >>
<< Va bene. Faccio finta di niente solo perché mi piaci davvero, spero che il tuo respiro sia accelerato perché ti piaccio anche io e non perché mi stai mentendo da quando abbiamo iniziato a parlare >>
Mi stavo ripetendo di stare calma, dovevo restare calma! Se fosse successo qualcosa non sarei stata in pericolo, ero circondata da lupi mannari che erano dalla mia parte. << Continuo a non capire. Mi stai spaventando >>
<< Fidati, posso fare molto peggio. Comunque, lascia stare. Ti va di uscire venerdì sera? Possiamo andare al cinema >>
Ma certo, prima mi minacci e poi mi chiedi di uscire. Bella tattica. << Va bene. Mi passi a prendere tu? >>
<< Certo. Ci vediamo, Hope >>
<< Ciao, Ethan >>
Fui come sollevata nel vederlo allontanarsi da me e quando girò l’angolo riuscii finalmente a tornare a respirare regolarmente. Scott aveva sentito tutto e quando tornai da lui e da Stiles non ebbi bisogno di raccontargli tutto. La giornata poi procedette normalmente, rividi Ethan e Aiden solo a pranzo ma entrambi restarono alla larga da noi, poi non li vedemmo più. Non vedevo l’ora che la giornata finisse perché ero davvero convinta che avrei visto Derek fuori da scuola, che avrei potuto rivedere i suoi bellissimi occhi puntati su di me e che avrei potuto sentire ancora la sua voce, ma rimasi delusa. Lui non c’era. Continuai a sperare fino all’ora di andare a dormire di vederlo, di sentire la sua auto arrivare nel vialetto di casa mia e di aprire la porta e trovarmelo davanti, bello come sempre e coi vestiti puliti e profumati. Ma rimasi delusa ancora. Non si fece vivo per tutto il giorno. Prima di addormentarmi, decisi che mi sarei fatta viva io.
 
Mi alzai presto, mi preparai il più veloce che potei e presi i vestiti di Derek che erano rimasti a casa mia, notando anche che mio padre era già uscito. Lasciai un biglietto a Stiles per avvisarlo di andare a scuola da solo, magari Derek mi avrebbe accompagnata o comunque sarei potuta andarci a piedi. Uscii con Kopa e dopo essere andata al bar vicino casa andai verso la radura, sperando di ricordarmi la strada di casa del bell’Alpha. Dopo una decina di minuti di camminata rividi la casa bruciata e semi-abbandonata, andando verso la porta.  Non appena bussai, un uomo alto e dagli occhi celesti mi aprì, sorridendomi. Kopa cominciò a ringhiare di nuovo, ma l’uomo riuscì a farlo smettere con un solo sguardo. Decisi di fare finta di non averci fatto caso.
<< Tu devi essere Hope >>
Pensai subito che fosse lo zio di Derek, Peter Hale, l’ex Alpha responsabile della trasformazione del mio migliore amico in licantropo.
<< Lei deve essere Peter Hale >>
<< Sono contento di conoscerti. Vuoi entrare? >> mi chiese, spostandosi.
<< Cercavo Derek >>
Lui notò la busta che avevo in mano e mi sorrise ancora. Il suo sorriso non era affatto rassicurante. << Che buon profumo di cornetti appena sfornati. Ci hai portato la colazione? >>
<< Non credo sia per te >> sentii finalmente la sua voce. Alzai lo sguardo e vidi il mio Alpha sulle scale, con i pugni stretti e la sua solita faccia dura.
<< Capisco, è un cosa intima. Stavo uscendo, in effetti >> disse rivolto verso di me, mentre usciva dalla porta. << E’ stato davvero un piacere vederti non addormentata, Hope. Hai due occhi bellissimi >>
<< Grazie >> gli rivolsi un sorriso di cortesia, mentre finalmente si allontanava da me.
Quando mi girai verso le scale, Derek fece un salto umanamente impossibile che lo fece arrivare proprio di fronte a me. << Che fai qui? >> voleva fare il duro, come al solito. Dov’era il ragazzo che mi stringeva a sé mentre dormiva?
<< Buongiorno anche a te! Ti ho portato i vestiti e la colazione! >> dissi, indicando con lo sguardo il borsone e alzando la mano che stringeva la busta del bar.
<< Colazione? >> mi chiese sorpreso.
<< Sì, ma non la avrai finchè non la smetti di fare quella faccia. Non mi hai neanche salutata! >>
Lui si arrese, rilassando il viso e sorridendomi anche con gli occhi. << Buongiorno >>
<< C’è anche Kopa >>
<< Ciao, Kopa >> alzò gli occhi al cielo, rivolgendosi al mio dalmata e accarezzandolo. Confesso che lo invidiai. << Prendo io questo. Grazie >> disse mentre prendeva il suo borsone pieno di vestiti.
<< In questa casa c’è un tavolo dove poter fare colazione? >>
<< Vieni >> si girò e io lo seguii verso quella che un tempo era sicuramente una cucina bella ed accogliente ma che ora era solo una stanza con un tavola e delle sedie mal ridotte.
Mi sedetti su una di quella sedie cigolanti, sperando di non ritrovarmi a terra. Lui si sedette di fronte a me. << Come mai la colazione? >>
Alzai le spalle. << Non la vuoi? >>
<< Non ho detto che non la voglio >>
<< Allora zitto e mangia >> dissi, mentre aprivo la busta e mettevo dei fazzoletti su quel tavolo pieno di polvere. << Crema o cioccolato? >>
<< Tu quale vuoi? >> mi chiese, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle sue mani. Quanto era bello.
<< Cioccolato >>
<< Allora crema >> mi sorrise, facendomi sobbalzare il cuore. Cercando di non tremare, gli porsi il cornetto che mi aveva detto mentre lui continuava a sorridermi.
<< Grazie >>
<< Di niente >>
<< Non dovresti andare a scuola? >> mi chiese, mentre addentava il suo cornetto.
<< Ci vado dopo la colazione >>
<< Ti accompagno >>
<< Grazie >> gli dissi, mentre cercavo di non sporcarmi con la cioccolata.
Alzò le sopracciglia, sorpreso. << Non hai obiettato! >>
Mi fece sorridere, e il mio sorriso si trasformò in riso quando vidi il viso del pericoloso lupo tutto sporco di zucchero a velo.
<< Che c’è? >>
<< Sei tutto sporco >> cercavo di trattenermi ma la sua barba diventata bianca era indescrivibile.
<< Dove? Di che? >> mi chiese, tentando di pulirsi con le mani.
Mi alzai un po’ dalla sedia per avvicinarmi a lui, pulendogli la barba con la mano e continuando a ridere. << Dovresti vederti >>
<< Non ridere >>
<< Ma da quanto tempo non ti fai la barba? Mi sto raschiando le mani per pulirti >>
<< Non vorrai anche farmi la barba adesso? >> mi chiese divertito, mentre io avevo finito di pulirlo. Lo guardai corrugando le sopracciglia, pensando che non fosse affatto una brutta idea. << Hope, no! Stavo scherzando >>
<< Ti farò la barba >> dissi, tornandomi a sedere.
<< Hope >> fu come una supplica.
<< Ormai ho deciso >>
<< Devo imparare a stare zitto >>
<< Stai anche troppo zitto >>
Mi sorrise ancora, inclinando la testa di lato. << Sei sporca anche tu >>
Spalancai gli occhi, vergognandomi e cercando di coprirmi la bocca con la mano << Dove? >>
Lo vidi muoversi verso di me, mentre si alzava dalla sedia e allungava il braccio. << Ferma >> mi ordinò, e io obbedii. I suoi occhi erano rivolti verso la mia bocca e sentii la sua mano su di me, sulla mia bocca, mentre il mio cuore cominciava a galoppare di nuovo. E poi, giusto per farmi avvicinare ancora di più all’infarto, dopo avermi pulito l’angolo della bocca dal cioccolato, si guardò il dito sporco e se lo mise in bocca, non accorgendosi di quanto quel gesto fosse dannatamente sexy. Pregai di non avere una faccia da idiota.
<< Ora va meglio >> mi disse, tornando a sedersi.
Ripresi fiato, tornando sulla terra. << Allora, dov’è il bagno dove posso farti la barba? >>
<< Hope, ti prego >>
Mi alzai, andando verso di lui e prendendogli la mano. << Muoviti o farò tardi >>
Lo feci alzare, guardando i suoi occhi che mi supplicavano di non farlo ma che allo stesso tempo erano divertiti. Mi condusse al piano di sopra, in una piccola stanzetta dove c’erano tutti i sanitari, sebbene mal ridotti. Mi avvicinai al lavandino che si trovava vicino alla finestra e di fronte ad uno specchio scheggiato, mentre lui prendeva un rasoio vecchissimo dall’unica mensola rimasta intatta. << Dimmi che non lo farai >>
<< Aiutami a sedermi qui >> dissi, indicandogli il lavandino.
<< Sul lavandino? >>
<< Non ci arrivo alla tua faccia così, sei troppo alto >>
<< O tu sei troppo bassa >> ormai era a pochi centimetri da me. Poggiò il rasoio sul davanzale della finestra e mi prese i fianchi, sollevandomi in un nano secondo e facendomi sedere. << Sei una piuma >> mi disse, non lasciandomi i fianchi.
Non risposi, mi girai verso il rubinetto e cominciai a far uscire l’acqua. << E’ gelida! >> dissi, mettendo una mano sotto il getto. << Non hai la schiuma, vero? >>
<< No >> mi disse, mentre cominciavo a bagnarli la faccia.
<< Bene. Sei attrezzato >>
<< Ho altro a cui pensare >>
<< Dammi il rasoio. Io e te dobbiamo andare a fare una bella spesa, caro lupetto >>
Alzò gli occhi al cielo, mentre mi passava il rasoio e tornava a cingermi i fianchi con entrambe le mani.
<< L’hai mai fatto? >> mi chiese poco prima che la lama toccasse il suo viso.
<< No. Zitto e fermo >> gli ordinai, mentre cominciavo a passare il rasoio sul suo viso.
I suoi occhi erano puntati su di me, mentre io cercavo in tutti i modi di non fargli male e di essere il più delicata possibile. Riuscii a finire la prima parte del suo viso senza tagliarlo e senza perdere la concentrazione ma quando spostai il mio sguardo sul suo mi sentii come quando ero fra le sue braccia, in paradiso. Sentivo il suo respiro su di me, le sue mani forti sui miei fianchi, i suoi occhi puntati sui miei. Cercai di resistere alle mille tentazioni che mi stavano ronzando in testa e sciacquai il rasoio, ponendolo di nuovo sul suo viso. Forse fu il suo respiro che si fece irregolare, forse la sua vena del collo che pulsava sempre di più, forse le sue mani che mi stringevano sempre più forte, non lo so. So solo che mi distrassi solo per un attimo, e lo tagliai. Una piccola espressione di dolore gli pervase il viso.
<< Scusa! >> dissi, mentre cercavo di rimediare al sangue che stava già uscendo.
<< Non fa niente, guarda >> mi disse, spostando il viso. In pochi secondi il sangue era sparito e il taglio si era rimarginato. Lo guardai a bocca aperta, mentre lui sorrideva.
<< Guarisco in fretta >>
<< Wow … Lo fate tutti? >>
Annuì, guardandosi allo specchio. << Manca un pezzo >> mi disse, indicando la parte di viso ancora ricoperta di peli.
Tornai a concentrarmi su di lui, mentre finivo di fargli la barba.
<< Ho finito. Ora sembri un adolescente >> gli dissi, mentre mi faceva scendere. Si guardò allo specchio, toccandosi il viso da entrambe le parti.
<< Brava >> tornò a guardarmi e a sorridermi. Per l’ennesima volta pensai che era bellissimo.
<< Fai sentire >> dissi, allungando la mano verso il suo viso e cominciando ad accarezzargli la guancia. Era liscio liscio.
Lui tornò serio, mettendo la sua mano sulla mia che si trovava ancora sulla sua guancia. Mi stava guardando di nuovo per studiarmi, timoroso della mia reazione al suo tocco. Non poteva sapere che io sarei rimasta in quella posizione anche per sempre. Notai di nuovo la sua vena del collo che pulsava velocemente e i suoi muscoli irrigidirsi mentre avvicinava il suo viso al mio. Lui stava avvicinando il suo viso al mio. Lui! Forse stavo sognando. Eppure sentivo benissimo il calore della sua mano sulla mia e il suo respiro farsi sempre più vicino a me. Ero immobile, non riuscivo a muovere neanche un muscolo per la paura e per l’eccitazione. Stava davvero succedendo? O mi stava solo per dare una testata? No, forse stava succedendo. Mi voleva baciare? Lui? Me? Baciare?
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e la mia testa continuava ad essere invasa da questi pensieri, quando una pallottola e una freccia arrivarono sul corpo di Derek.










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Ciao a tutti :)
Sono stanca morta e domani mattina dovrò svegliarmi alle sei, ma dovevo assolutamente finire di scrivere il capitolo e pubblicarlo! 
Non so, ultimamente sono molto critica e anche questo capitolo non mi fa impazzire XD
Spero invece che a voi piaccia, fatemelo sapere :))
Vi ringrazio ancora una volta per le recensioni meravigliose, davvero! G R A Z I E *___*
A presto! <3
  
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