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Autore: weasleywalrus93    27/02/2013    2 recensioni
And I, I, I, I, I, I, I
I walk the streets of love
For a thousand years
And I, I, I, I, I, I, I
Walk the streets of love
And they're drenched with tears
una storia sui Beatles creata seguendo una canzone dei Rolling Stones.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                 Capitolo 3
                                  The awful truth, Is really sad, I must admit, I was awful bad
 

Di solito dicono che sono sempre le donne ad essere attese dagli uomini quando si esce. Anna era certa di essere l'eccezione alla regola. Ogni volta che usciva con i ragazzi era sempre lei a doverli aspettare per una buon mezz'ora prima che fossero pronti. E ogni volta si scocciava da morire. Brian di certo non era da meno. Entrambi erano convinti che fosse la loro origine tedesca e farli essere sempre puntuali ed esigenti, cosa di cui erano sicuri che degli inglesi non avrebbero capito mai. Erano entrambi seduti vicino al camino a leggere chi un libro, chi un giornale. Ci fu un lungo trambusto per le scale.
-Eccoci-
-Si. Paul ci ha messo più di mezz'ora per depilarsi le sopracciglia... sai non gli venivano mai pari e ogni volta doveva strappare sempre di più per pareggiare-
-E tu invece hai chiesto di avere la cravatta già annodata perché sei talmente cieco da non vederci oltre il tuo naso?-
John ci rimase. Non si arrabbiò minimamente. Anzi.
-No! Paul SonoPerfetto McCartney sa fare le battute!-
-Certo che le so fare!-
-Si ovvio... La prossima volta falle mentre ti passi il mascara invece di far apparire peni invisibili... Mi impressioni. Diventi più frocio ancora-
Paul saltò addosso all'amico ed entrambi finirono per litigare sul divano, dimenandosi come bambini. Anna guardò suo zio.
-Credi sia il caso di separarli?-
-Rischi di uscirci con un occhio nero-
-Allora lasciamoli li a litigare per i fatti loro-
Entrambi si immersero nuovamente nelle loro letture. Dei passi affrettati li informarono che anche gli altri due li avevano appena raggiunti.
-Ma cosa stanno facendo?-
-Litigano ancora su che cosmetici usare-
Brian chiuse il giornale e si alzò, pronto ad andare e conscio che avrebbe dovuto separarli lui. Quindi si avvicinò al mobile e li prese entrambi per un orecchio.
-Ora voi state buoni e non combinate casini per il resto della serata-
Osservò per un po' le loro facce e poi li lasciò andare.
-Anna. Resti qui?-
La ragazza si alzò, un po' di controvoglia, e li raggiunse in fretta.
-Ma cos'ha la piccola Anna sotto questo lungo e lugubre giubbotto nero?-
John si avvicinò alla ragazza furbescamente e cercò di levarle l'impermeabile. Lei lo strinse più forte con le braccia attorno alla vita.
-A te cosa interessa Lennon? Stai cercando idee per il tuo prossimo outfit?-
-Si. Sai l'ultimo modello mi dava un po’ fastidio sulle spalle. Cercavo qualcosa di più soft...-
Anna scoppiò a ridere al solo pensiero di John con un vestito da donna. E così si avviarono verso l'ennesima rottura di scatole imposta dai cliché della società inglese.
______________
 
Aveva appena preso il numero che identificava il suo trench nero e lo stava posando nella borsa quando si scontrò con qualcuno. Improvvisamente sentì una vampata di calore e capì che il suo rossore stonava di brutto con il suo vestito bianco.
-Sei... Stai benissimo. Sul serio-
Non riusciva a cacciarle gli occhi di dosso. I capelli tirati lasciavano scoperto il collo, mettendo in evidenza quella bellissima e pericolosamente invitante linea che univa il mento alla spalla. Per un attimo dimenticò tutto. Dimenticò cosa fosse successo quella mattina, dimenticò di essere stato soltanto un ripiego a Pete. Ricordò solo quanto le piaceva e quanto lo appagava averla vicino a sé. Ma improvvisamente ricordò anche la leggerezza e la risata ingenua con cui gli aveva detto la triste verità. Tra i due scese un silenzio glaciale. Restavano uno di fronte all'altra ma non avevano il coraggio di guardarsi in faccia. Così guardavano altrove.
-Hey piccola! Vuoi venire a fare un giro?-
John si avvicinò silenziosamente ai due e avvolse la vita di Anna in un abbraccio quasi soffocante.
-Lennon non sono una delle tue puttanelle. Mollami-
-Anna?-
-No. Lucy. Bestia mi avete lasciato 2 minuti fa-
-Non ti avevo riconosciuta da dietro-
Il ragazzo la lasciò andare solo per poter studiare il fondoschiena di lei. Per tutta risposta, lei gli mollò un pugno ben assestato sulla spalla.
-John levale le mani di dosso altrimenti ti mando immediatamente nella fossa dei leoni. Senza alcool-
Brian si avvicinò alla nipote e l'avvicinò a sé mettendole un braccio sulle spalle. Solo che lei non ci fece molto caso. Tutta la sua attenzione era catturata dagli occhi arrabbiati del ragazzo con i capelli scuri, che li osservava senza dire nulla. Nessuno oltre loro sembrò accorgersene, in quanto presto il gruppetto di persone fu travolto da una marea di giornalisti, fotografi e gente invitata al party.
-Si. Sono il manager del gruppo. E lei è la mia assistente. Mia nipote Anna.-
La ragazza accennava con aria assente alle persone alle quali veniva presentata. Aveva lo sguardo fisso sul quartetto che parlava animatamente con un folto gruppo di giornalisti. Improvvisamente tutti e quattro si dispersero per la sala. Il suo sguardo seguì George imperterritamente, sperando silenziosamente che si voltasse verso di lei e potesse capire tutto. Invece accadde ciò che Anna temeva di più. Il ragazzo s'era seduto da una parte con un'avvenente biondina ed era lampante che entrambi stessero flirtando con l'altro. Anna cercò di restare impassibile e concentrarsi sulle persone che le sfilavano davanti, ma fu una fatica inutile. La sua mente era concentrata sulla coppia seduta in un angolino remoto della sala intenta a ridere e scherzare. L'ennesima volta che puntò lo sguardo verso la coppietta, li vide vicini. Anche troppo per i suoi gusti. Si sentì schiacciare il petto e venir meno il fiato. Incurante delle attenzioni dell'uomo adulto vicino a lei, Anna si buttò a capofitto nella folla, intenta a raggiungere al più presto una finestra aperta o qualcosa che le rendesse più facile respirare. Intravide il giardino di inverno. Era vuoto. Cercando di essere il più tranquilla possibile si avvicinò alla ringhiera e li si lasciò andare con le braccia e la testa su di essa. Le dita affondarono nei capelli, rendendoli appena disordinati. Alzò la testa e poggiò le mani sulla ringhiera. Le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso portando con sé anche buona parte del suo poco trucco. Era stata stupida. Come aveva potuto anche solo minimamente pensare che sarebbe riuscita a riconquistare con un po' di sguardi il chitarrista del gruppo più famoso del mondo? Era pressocché ovvio che aveva ragazze ad ogni angolo del pianeta pronte a gettarsi ai suoi piedi se solo avesse alzato un dito. Ci furono dei passi confusi dietro di lei. In fretta si asciugò gli occhi con le mani, ritrovandosele nere e di un rosa innaturale. Si poggiò sulla ringhiera con i gomiti, a fissare un punto indefinito dell'orizzonte, persa nei ricordi di qualche anno prima. Qualcosa le cadde sulle spalle. Era una giacca. Solo quattro persone li dentro portavano una giacca del genere. Tenendo stretti i baveri della giacca, si girò per vedere chi fosse e la fitta che aveva al petto si strinse ancora di più.
-George senti...-
-Shh..-
Il ragazzo le si avvicinò e piano le accarezzò il volto. Erano circa 16 ore che le era stato lontano eppure gli era sembrata una fottutissima eternità. I loro nasi si sfioravano appena e i loro respiri si fondevano in uno.
-Close your eyes and I'll kiss you, tomorrow I'll miss you remember I'll always be true...-
Anna accennò un sorrisetto. Lo sapeva che lui era a conoscenza del fatto che lei amasse proprio quella canzone, specie da quando le aveva detto che quando Paul gliela fece sentire la prima volta per eseguirla, pensò a lei. Sorrise pure lui prima di riprendere, avvicinandosi sempre di più.
-And then while I'm away i'll write home everyday and I'll send...-
Non terminò la frase. Annullò la distanza fra entrambi prima di poter finire. Erano rimasti lontani per 16 ore, le fottutissime 16 ore più lunghe della loro vita. Era come se tutto stesse scomparendo in quel bacio. Si erano baciati tante, forse troppe volte, eppure quella fu diversa. Avanzò verso di lei quel poco che bastava per annullarle le vie di fuga e l'avvicinò ulteriormente a sé appoggiando le mani sui fianchi. Si separò appena da lei, facendo si che le loro fronti combaciassero.
-Mi dispiace-
-Di cosa?-
-Di avertelo detto così-
George si accorse solo in quel momento che Anna stava piangendo silenziosamente.
-Io volevo dirtelo da tanto perché mi sembrava di tenere il doppio gioco. Lo sai che non riesco a tenere un segreto e mantenere il doppio gioco è un fardello enorme per me. Ho pensato a mille modi con cui dirti la verità ma il meno indolore mi è sembrato questo. E invece guarda il casino che ho combinato.-
Le poggiò un dito sulle labbra. La ragazza ebbe un fremito. Amava quelle mani, erano perfette. Le stampò un bacio sulla fronte. Si abbandonò del tutto tra le braccia del suo amante ritrovato. Mentre si lasciava stringere, si lasciò stordire da quel profumo maschile misto a dopobarba che la mandava fuori di testa. Erano completamenti estranei al mondo che li circondava. In quel momento erano rifugiati in quel mondo piccolo e privato che avevano ritrovato dopo l'incomprensione della mattinata e che avevano impiegato tanto tempo per costruirlo e ritagliarselo.
-Finalmente avete fatto pace-
I ragazzi sussultarono. Non si erano accorti che Brian li aveva raggiunti fuori e li osservava già da qualche minuto a pochi passi da loro.
-Zio come...-
-Facevo a saperlo?-
Entrambi annuirono curiosi.
-Beh un po' di cose... In primis il fatto che stavate sempre vicini a parlottare fra di voi ad Amburgo, che George era disposto a saltare un pasto in Germania per farti compagnia fuori, che a Liverpool vi vedevo e vi vedo ancora sempre insieme, che George divideva i suoi biscotti solo con te...-
Anna notò che il ragazzo improvvisamente impallidì per poi assumere una tonalità che si avvicinava molto ai pomodori pelati e le scappò un risolino.
-Non ho niente in contrario che voi due vi frequentiate. State molto bene assieme. Solo che...-
Così si rivolse direttamente a George.
-Devi trattarmela bene. Sai che è la mia nipote preferita.-
-Ok. Ora che sai di noi posso avere il weekend libero?-
-Per cosa?-
-Devo portare fuori la barista dello Ya Crackle. Cavolo che bomba di donna!-
-Hey!-
Anna gli diede un pugno sulla spalla, offesa. Per tutta risposta, Il giovane si fiondò su di lei, baciandola senza troppi complimenti.
-Il fatto che mi piacete come coppia non significa che potete compiere atti osceni in pubblico o di fronte al sottoscritto-
I ragazzi si separarono e osservarono Brian rientrare in sala. Entrambi scoppiarono a ridere.
-Dai mettiti la giacca che rientriamo-
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e senza troppi problemi riuscì ad infilare la giacca. George dovette faticare non poco per riuscire a trovare la mano di lei, visto che le maniche della sua giacca le copriva tutte le mani e continuava per altri 4-5 cm. Nell'enorme sala stavano tutti ballando un lento. I due si guardarono un attimo. Odiavano i lenti. Eppure, seppur riluttanti, cominciarono a ballare, noncuranti del fatto che fossero abbracciati e la testa di lei fosse completamente abbandonata sulla spalla, mentre tutti i paparazzi presenti cercavano di primeggiare su chi avesse immortalato prima il momento. Quella sera era solo per loro. Non importava quanta gente ci fosse o quanto la giacca di George sembrasse enorme addosso ad Anna. Sapevano entrambi che l’altro non l’avrebbe mai abbandonato.

 
 
Forse è vero il finale che hanno le favole "e vissero tutti felici e contenti" ma deve essere la gente stessa a costruirsi questo finale e a combattere perché ciò accada. Spesso si dimentica e si smette di lottare, ma ogni tanto qualcuno ci riesce.
 
Fine.

 
Spazio autrice.
Ebbene ecco qui un’altra storia finita :D anche se questa è decisamente mini rispetto all’altra però mi dispiace concluderla perché questi due mi gustano molto… mi sa che appena posso scriverò ancora su loro due… forse proprio da Amburgo ^^ *tu DEVI scrivere il prima. Devo sapere perché mai condivido biscotti con qualcuno che non sia il mio stomaco* george vai a prenderti i pan di stelle su! Ma niente ringo! *hey! Perché mi mettete in mezzo?* ringo nessuno ti mette in mezzo. Ma insomma volete lasciarmi finire? *no è divertente vederti mentre ti saltano i nervi* ok lennon hai firmato la tua condanna a morte! Qualcun altro prima che continui??? *dov’è il mio maccaline??* paul non guardare me. Bene ora che tutti i beatles hanno detto la loro vorrei ringraziarvi per aver seguito questa mini fan-fic :) spero sia stata di vostro gradimento e ci vediamo alla prossima storia (sempre se vi va e non aprite gli occhi scoprendo che le mie storie fanno schifo quindi inizierete il lancio al bersaglio con pomodori e uova marce) 
  
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