Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ronnie13    27/02/2013    2 recensioni
'Nessuno aveva mai sospettato nulla..come era riuscita ad arrivare fino a questo punto? Rosie non riusciva a spiegarselo. Era pazza? probabile. Aveva paura? non più'. [SOSPESA]
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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7. E’ dolce da parte tua.
 



Rosie indietreggiò appena un poco dietro Justin rimuginando sulla frase appena detta da Marvel che si morse la lingua per punizione ragionando, per quando gli fosse possibile, sull’errore appena commesso.
“Dai vieni-strinse forte il polso della ragazza portandola accanto a sé- dai Justin lei sembra una tipa che sa come divertirsi” gli alitò sul collo e strinse ancora sul suo polso lasciando così che lei smettesse di divincolarsi.
“Che coglione”sussurrò Justin portando gli occhi alla grandezza di due piccole fessure.
La giovane lasciò che i capelli vermigli le coprissero il viso strattonando in maniera rude il polso e cadendo a terra con una mano sui cocci delle bottiglie vuote abbandonate lì dal fratello del biondo.
“Sei tutto fuori”gli urlò contro Justin spingendolo contro il muro con i palmi delle mani aperti e poggiati sul suo petto.
Il fratello rise fino a quando un pugno non lo colpì in pieno volto, non riuscì a dire nulla, un po’ per la sorpresa, un po’ per la sbronza, un po’ per la mancanza di forze.
Justin aiutò Rosie ad alzarsi e salirono di nuovo in macchina.


***
 

“Adesso farà un po’ male, scusa”la ravvisò lui passando una pezza imbevuta d'acqua ossigenata sulla mano della ragazza che per tutto il ritorno a casa non aveva proferito alcuna parola. Mentre avvolgeva stratta della garza sulla mano ferita di Rosie, lo sguardo candido di Justin, nascosto in quei due occhi color caramello, non lasciava trapelare alcuna particolare emozione, il che la preoccupò non poco.
“Mi dispiace”sussurrò lei abbassando il capo.
“Non saresti dovuta venire come io non avrei dovuto portarti qui” rispose lui apatico.
Quando era con lui, Rosie si sentiva costantemente a disagio come se qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata quella sbagliata, quella che lo avrebbe fatto stare male se mai lei avesse un minimo effetto su di lui. Così decise di non dire nulla, semplicemente lo abbracciò forte cercando di trattenere le lacrime salate che invece non tardarono a scendere sulle sue guance.
“Non devi piangere”soffiò lui vicino alle sue labbra poggiandole le mani sulle guance e asciugando quelle piccole goccioline con il pollice.
“Cosa dobbiamo fare ora?”domandò lei guardandolo negli occhi.
“Dipende da te”rispose lui alzando le spalle.
Rosie aggrottò le sopracciglia.
“In che senso?”chiese ancora ingenuamente.
“Possiamo restare qui, tornare all’istituto, andare a casa tua, andare dove ti pare-disse prontamente lui dirigendosi verso il letto posto al centro della stanza- o puoi dormirci su e decidere domani”  la incitò a seguirlo con un gesto della mano.
Rosie si posò delicatamente e soprattutto timidamente sul materasso, ricorreva ancora quel suo timore di dire o fare la cosa sbagliata.
“Abbracciami ancora”era quasi una richiesta disperata quella di Justin che Rosie non esitò ad accontentare.
Dal canto suo lui si sentiva stranamente sereno seppur mille pensieri avrebbero dovuto affollare la sua mente, lei sorrise contro il suo petto.

***


Rosie riuscì, in una maniera perfino a lei sconosciuta, ad uscire dalla morsa delle braccia di Justin che tenevano stretta con la gota poggiata contro il suo torace.
Si diresse a tastoni verso la porta, mise piede fuori della stanza che richiuse dietro di sé, accese poi la luce nel breve corridoio della casa in cerca di un bagno.
Sussultò alla vista di John steso comodamente sul divano mentre cambiava frustrato i canali della tv di cui Rosie riuscì a percepire giusto il rifletto negli occhi neri del ragazzo.
“Non volevo spaventarti”disse lui notando la presenza della giovane.
“No, scusa tu”
Lui le rivolse un sorriso amichevole mettendosi a sedere.
“Justin ha bisogno di qualcosa?” chiese lui, un gesto che non normalmente sarebbe considerato premuroso ma per qualche strana ragione a Rosie parve tutt’altro.
Scosse la testa guardandolo e aprendo due volte la bocca mentre cercava di trovare le giuste parole per parlargli.
“E’ un tipo strano, quel Marvel dico”buttò lì lei con finta fermezza.
John scosse la testa con un sorriso sghembo sul viso.
“Strano dici? Una volta era uno forte poi con tutto quello che è successo ai suoi genitori penso sia andato fuori di testa”ammise senza pesare troppo le parole.
“E Justin?-lo incalzò lei – lui com’è?”
“Lui è solo Justin, nessuno lo conosce bene alla fine di tutto, neanche io che sono uno dei suoi migliori amici, spesso dubito del fatto che lui stesso si conosca- la rossa alzò un sopracciglio intrigata –è un bel tipo comunque ma se ti piace inizierei a togliermi dalla testa l’idea del fidanzatino perché posso assicurarti che tutte le ragazze di Justin sono durate giusto una notte o almeno la maggior parte di esse”
“Non..non te lo chiedevo per questo”rispose lei rapida chinando il capo e arrossendo leggermente.
“Meglio per te allora, comunque non mi hai ancora detto perché sei venuta di qua”
“Cercavo il bagno”affermò semplicemente.
“In fondo a destra”indicò un punto con la mano e tornò a sdraiarsi sul divano con il telecomando stretto nel palmo scuro.
Lei lo ringraziò con un cenno del capo e si diresse dove da lui indicatole.
Non era un bagno grande come non lo era neanche la casa, la vasca era un po’ consumata dal tempo ma, in fin dei conti, era una stanza ben tenuta.

 

***


Uscita dalla stanza tornò nella camera da letto di Justin che era in piedi di fronte alla finestra.
“Rosie mi hai fatto prendere un colpo, te ne rendi conto?”
La ragazza corrugò le sopracciglia interrogandosi su cosa aveva potuto fare per spaventarlo a tal punto.
“Io..”
“Non ti ho sentita accanto a me e credevo ti fosse accaduto qualcosa, non si può mai sapere qui”
“E’ dolce da parte tua” gli sorrise lei.
Le gote di Justin si dipinsero di un rosa appena percettibile ma allo stesso tempo neanche del tutto ignorabile il che fece sorridere ancora di più Rosie.
Lui si girò nervoso e imbarazzato.
“Non è dolce, è cauto”
“Allora da ora l’aggettivo cauto potrà essere utilizzato come sinonimo di dolce nel mio vocabolario–lo canzonò- e comunque non sei dovuto a preoccuparti così per me e per questo ti ringrazio.”
“Ti ricordo che sono io che ti ho portato qui e se ti accadesse qualcosa non potrei mai perdonarmelo”rispose con voce roca lui.
Rosie fece per rispondere ma il cellulare di Justin prese a suonare, un trillo squillante.
Il biondo passò l’indice sullo schermo liscio e rispose.
“Sì…quando?...di mattina?.... penso di sì, non so cosa dirti ora su due piedi…ok, ci sentiamo”
Chiuse la chiamata e rivolse lo sguardo verso Rosie.
“Alla fine hai deciso cosa fare domani?”le chiese sicuro.
Lei titubò un secondo per poi annuire con il capo. 


LOOK AT ME, BITCHEZZZZ. <3


Scusate un trilione di volte, mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto
ma la scuola, la palestra, il corso d'inglese e vari inconvenienti non mi hanno
lasciato un secondo per respirare.
btw spero non faccia schifo come capitolo perchè non ho neanche avuto il tempo di 
rileggerlo quindi scusatemi per gli eventuali errori grammaticali o comunque ortografici e
via via discorrendo, vi ringrazio per le meravigliose recensioni e per i mi piace su fb, significa tanto. 
 

un bacio, ronnie.  (per qualsiasi cosa potete contattarmi su twitter @mitchiesbangs)

   
 
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