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Autore: Cassandra_01    27/02/2013    2 recensioni
"Prima eri qui e adesso sei sparito, te ne sei andato, lasciandomi qui, alla fermata dell'autobus, da sola, al freddo, in lacrime..."
Niente ha più senso quando perdi la tua unica ragione di vita...
Genere: Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN MONDO CRUDELE

 
Ti penso.
Ti sento.
Prima eri qui e adesso sei sparito, te ne sei andato, lasciandomi qui, alla fermata dell’autobus, da sola, al freddo, in lacrime.
Mi dicevi “Ti amo”, ma mentivi, mi tradivi e ti prendevi gioco di me in modo crudele.
Ti penso.
Ti sento.
Perché mi riempivi di complimenti? Solo per non farmi insospettire, sento ancora il tuo profumo, mi davo degli schiaffi, per svegliarmi da questo incubo, ma ormai ci ero dentro, ci ero dentro nel modo più assoluto.
Io ero sempre la tua “scorta”, la seconda persona da cui andavi a chiedere consiglio, e io come una stupida pensavo che fossi la prima, invece no.
E quando io avevo bisogno di te, tu non c’eri, eri da un’altra parte, dove non lo so.
Poi finalmente l’ho capito, eri con un’altra ragazza, una più bella di me, una più “attraente di me.
Ho iniziato ad accusarti del tuo tradimento e tu mi davi uno schiaffo, eri violento con me, avevi due facce, quella brutta la usavi solo con me, quando eravamo soli, eri un agnellino, quando eravamo a scuola, davanti ai tuoi amici, mi lasciavi in disparte, non potevo intervenire, altrimenti mi zittivi, mi chiudevi il “becco”, come dicevi tu, in un modo arrogante.
Io cercavo di non farci caso.
Poi è arrivato quel giorno.
Sei partito per una gita, con l’autobus, lasciandomi affogare tra le mie lacrime.
Quando sei tornato ti sei presentato davanti a me, e mi hai detto come se niente fosse: “ Ciao, questa è la mia ragazza”, a quel punto non ho potuto dire niente, qualcosa fremeva dentro di me, qualcosa mi bloccava.
Ho sentito solo il mio fragile cuore che si spezzava, come se un pugnale lo avesse trafitto.
Mi voltai dall’altra parte, iniziai a incamminarmi verso casa, trascinando le scarpe contro l’asfalto, mi girai e tu con un ghigno mi guardavi, eri malefico, non avevi sentimenti, continuai a guardarti, sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta; mi diressi verso il ponte, lì venivo con lui, ma ora ero sola, lì, triste e cupa, mi affacciai, non ero abbastanza soddisfatta, salii sul muretto e mi buttai, quella fu l’ultima volta che vidi il mondo in cui un tempo ero felice, ma ormai niente aveva più senso, tutto verso di me era crudele e io chiusi gli occhi per sempre…
  
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