27/02/2013
0 recensioniPrompt “Ghost Wisperer!AU” di connieexist.
Ghosts.
“Non pensavo che sarebbe stato così difficile farti andare oltre, Nick” mormora Harry, seduto sul proprio letto, guardando verso il fantasma del ragazzo che era il suo migliore amico, prima che morisse nell'incidente; fa male pensare di essere la sua questione irrisolta, fa male avere la consapevolezza di essere la persona che lo costringe a quest'esistenza di spettro.
“Non pensavo che mi avresti parlato dopo la mia morte” ribatte l'altro, un sorrisetto divertito e un po' sconcertato sul volto, “non mi hai mai parlato di questa tua... capacità.”
Harry grugnisce una risata, sconvolto all'idea di essere sotto interrogatorio per quello, quando il loro obbiettivo è di far passare definitivamente Nick nell'aldilà. “Non è questo l'importante” dice, spostandosi qualche ciocca di capelli dalla fronte e sperando che Louis lo lasci solo ancora qualche minuto; si sente in colpa a nascondergli questa cosa, ma sa cosa Nick vuole fare e non ha la forza di avere il suo ragazzo nella stessa stanza con loro.
“L'importante è che tu sei il motivo per cui sono qui” commenta Nick, alzando gli occhi al cielo, “l'ho capito, Hazza, non sono un idiota.”
“Perché allora cerchi di cambiare discorso? Siamo qui per te, non per discutere di me e delle mie capacità segrete” ribatte Harry, “c'è qualcosa che devi dirmi? Qualcosa che non mi hai mai detto quando eri ancora -”
“Vivo?” conclude Nick, notando il dolore che ha attraversato il viso dell'altro ragazzo non appena ha pronunciato quella frase; si siede accanto a lui, posando incerto una mano sulla sua: avverte il suo calore, ed è strano perché non sente la consistenza della sua pelle sotto la propria. Aggrotta le sopracciglia, pensando per qualche attimo alla domanda dell'amico, alla ricerca di una risposta. “Sono stato io a mettere a lavare le tue magliette bianche e i pantaloni rossi del tuo ragazzo?” tenta, e Harry sbuffa e lo guarda storto per un attimo.
“Sapevo che eri stato tu, Louis non si avvicina alla lavatrice nemmeno per sbaglio” commenta poi con un sorriso, “qualcos'altro?”
Nick rimane in silenzio ancora per qualche minuto, prima di sbuffare e voltarsi per non dover guardare Harry negli occhi.
“Ero innamorato di te” confessa, mordendosi un labbro e registrando il sospiro dell'altro, “non sono sicuro di esserlo ancora, sai, con tutta questa storia della mia morte e di tutto il resto, ma sì, ecco, ero innamorato di te.”
Sente gli occhi di Harry sul viso, ma non vuole guardarli, non adesso che fuori dalla finestra riesce a vedere un alone di luce bianca che prima non c'era.
“E ho fatto di tutto per sabotare la tua storia con Louis” continua, scuotendo il capo perché il suo comportamento gli sembra così infantile, così stupido, adesso che è arrivato al capolinea “ho chiesto ad alcuni amici di scrivere messaggi, nh, espliciti a Louis, sperando che tu li vedessi e lo lasciassi, ho tentato di farmi odiare con tutti quei commenti antipatici sul suo sedere, sulle sue abitudini, sulla sua famiglia, ma Louis non ha mai reagito nel modo in cui avrei voluto, scoppiando di fronte a te; volevo che litigaste, che venissi da me e che lo lasciassi e - Dio, sono stato così stupido.”
La luce ora è più intensa, ma non lo sta ancora chiamando, c'è ancora una cosa che deve dirgli.
“Nick, mi dispiace” mormora Harry, gli occhi abbassati sulle mani che tiene in grembo; sembra sul punto di piangere, e Nick non può evitare di sentirsi uno schifo per averlo fatto star male. “N-non lo sapevo, non sapevo niente... perché non mi hai mai detto niente?” domanda infine, alzando lo sguardo nel momento in cui le lacrime cominciando a scivolargli sulle guance.
“Perché mi avresti rifiutato” risponde semplicemente, scrollando le spalle e desiderando come non mai di poterlo abbracciare, “so che ami Louis più di quanto avresti mai potuto amare me, e mi dispiace di essere stato così egoista” continua, accennando un sorriso amaro.
“Vedi la luce, Nick?” chiede Harry dopo essersi ricomposto, senza poter contraddire l'ultima affermazione dell'amico perché è la verità. “Devi dirmi ancora qualcosa?”
Nick annuisce, abbassando gli occhi.
“Ricordi la rapina nel vecchio appartamento di Louis?” domanda, retorico, chiudendo le palpebre e sentendosi una persona disgustosa; Harry annuisce, e si morde un labbro perché ha capito cosa l'altro gli sta per dire. “Conoscevo i colpevoli, sapevo chi l'aveva ridotto in quel modo, ma non ho mai detto nulla perché... pensavo che mi avessero fatto un favore, capisci?”
Harry scuote il capo, gli occhi bassi e i pugni stretti, e Nick non si sorprende nemmeno, perché sa che uno come lui non nutre rancore per nessuno, non vuole il male di nessuno; sono così diversi, e non ci aveva mai pensato prima. Ride, senza alcuna traccia di divertimento, e sente gli occhi inumidirsi; un fantasma può piangere?
“Mi dispiace davvero, Harry” sussurra, un groppo in gola che rende le parole difficili da articolare “vorrei tornare indietro e dire tutto ciò che sapevo, ma ormai è tardi” continua, abbassando la voce finché non è un mormorio quasi incomprensibile “vedo la luce, devo andare.”
Harry annuisce, ancora senza alzare gli occhi, e Nick cammina in silenzio verso la finestra, convinto che ora quello che era il suo migliore amico lo odi, a ragione, ma il ragazzo lo chiama quando è ad un passo dalla parete.
“Ti voglio bene” sussurra soltanto, gli occhi verdi lucidi e tristi, e Nick accenna un sorriso prima di entrare nella luce.
“Ti amo, Hazza.”