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Autore: Lallix    14/09/2007    5 recensioni
Questa è le mia prima fanfiction e parla di me... In effetti... È una ragazza - che sono io - in un momento difficile, con un problema con un ragazzo... E vorrebbe piangere, ma le lacrime non le scendono... Leggete e se volete, recensite!! ^^; Grazie...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto sola, seduta sul marciapiede. La gente passa, mi guarda e chissà cosa pensa. Già, immagino: "Ma guarda, i giovani d'oggi" oppure "Questi ragazzi finiranno per dormire su queste strade..."
Ma a me cosa diavolo interessa? In questo momento sono seduta su un marciapiede freddo, frenetico e puzzolente. Il gas delle automobili mi sta inondando e ormai non respiro quasi più.
COSA DIAVOLO MI INTERESSA?
Voglio piangere, lavare i miei occhi spenti, così come lavare tutte le ferite aperte della mia anima. Sono troppo vuota per piangere: sento una gran voglia di stare ferma a fissare il vuoto, a farmi guardare dalla gente che se si accorge che qualcosa non va passa avanti, chiedendosi perchè non stio facendo qualcosa per lottare.
La gente forse non capisce che quando si soffre così intensamente non si ha la forza di andare avanti, di tenere gli occhi aperti, di chiedere aiuto. Ma come vorresti, in quei casi, avere qualcuno lì accanto che ti asciughi le tue lacrime inesistenti, quelle che sono già state versate troppo. Ma no, quando ne hai bisogno, non succede mai che qualcuno ti si sieda accanto su quel marciapiede e ti chieda come va.
E allora cosa faccio? Mi alzo e me ne vado, perché capisco che il mio dolore aumenta stando lì seduta. Giro a vuoto, cammino avanti, non mi preoccupo di niente, non sento nemmeno che le persone mi salutano, tutti i ragazzi che consoco. Tiro dritta e vado su, su, il punto più in alto che posso raggiungere. E di lì osservò la città, guardo giù, perché tutte le mie vertigini sono messe da parte dal mio dolore.
Ma a me cosa diavolo interessa?
Guardo di nuovo giù. La voglia di buttarmi sotto è tanta, forse addirittura troppa. Non voglio cedere alla tentazione, perché ho paura di far soffrire le persone che mi vogliono bene, tutti i miei amici, tranne lui.
Lui. Simone.
Il suo nome echeggia forte dentro di me e mi tappo le orecchie rapidamente, come se così potessi fuggire da lui.
Lui. Simone.
«BASTAAA!!!» gridò più forte che posso, più rivolta a me che a qualcun'altro. E allora mi accorgo che la soluzione dei miei problemi è lì, davanti ai miei occhi.
Torno sul punto più alto, dove prima ero intenzionata a buttarmi, e grido. Grido forte, tutto quello che mi passa per la testa. grido imprecazioni a quel bastardo, quel pezzente che mi ha spezzato l'anima. Non ti credevo così insensibile, non sapevo fossi veramente capace di far così del male a qualcuno. Tui, piccolo, dolce, timido, tu, Simone.
Lui. Simone.
E ora sì, verso tutte le lacrime che prima erano state inesistenti. E ora lavate via tutto, piccole amiche.
Appena alzò il viso bagnato mi sento meglio. Spero di non vederlo mai più. Anzi, spero di vederlo e di dirgli in faccia quello che penso di lui, perchè abbassi lo sguardo, e mi chieda scusa pentito.
Lui. Simone.
Sì, ti vedrò e avrò il coraggio di fare tutto questo forse perché so che avrò al mio fianco il ragazzo che davvero amo, quello che ora mi guarda sorridendo da cinque metri di distanza, che apre le braccia e si avvicina.
Mi fiondo fra le sue braccia e piango ancora. Non avrei mai dovuto dimenticare lui, Matteo, per lui, Simone.
Alzò la testa e sorrido. «Scusa Matteo.»
Riabbassò la testa e mi avvicino ancora di più a lui. E lui mi accarezza e mi mormora: «Non fa niente, Lalla, scusa, sarei dovuto venire prima, ma l'ho appena saputo. Scusa Lalla.»
Lo guardo negli occhi ancora una volta e ccon la voce strozzata mormoro: «Grazie.»


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Salveee a tutti... Non sapete come mi ha aiutato, scrivere questa fanfiction... È la mia prima fanfiction e l'ho scritta in questo momento, quando, fino a poco fa, ero davvero la protagonista di questa storia... E ora sto meglio. Grazie.
  
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