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Autore: Scaramouch_e    27/02/2013    2 recensioni
[aggiornamento del 23.07.2019: questa storia rimarrà incompiuta. Mi sto dedicando ad altro, ma non la voglio cancellare, e o eliminare. Quindi rimarrà qui, senza conclusione. Scusatemi.]
Ispirato dal libro: “La ragazza di Charlotte Street.”
John Watson, eroe di guerra ora medico, gay, ma passato attraverso diverse relazione etero - ultima delle quali l’ha fatto soffrire enormemente - torna a Londra dall’Afghanistan
Un anno dopo il suo ritorno si ritrova a salvare da un brutta caduta da un marciapiede un ragazzo: a John non rimane null’altro che il ricordo del Ragazzo e… una macchina fotografica. Eppure riuscirà a rintracciarlo anche grazie all’aiuto della sorella e dell’amico Gregory Lestrade, ma una volta rintracciato verrà catapultato in una serie rocambolesche avventure, di altri ragazzi, fratelli, e in oscuri intrighi…
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Cap IV
Disclaimer: io non scrivo a scopo di lucro. Tutti i personaggi sono rispettivamente della BBC.
Ringraziamenti: ringrazio, la mia beta Charme per i preziosi consigli riguardante questo capitolo!
Buona lettura ;)!



Il ragazzo con la macchina Fotografica.






“Allora, Harry, come mi sta?” domando a mia sorella, scivolando fuori dal camerino con un camicia bianca, una giacca azzurro cielo, un cappello azzurro, jeans e sandali ai piedi. *

Mia sorella scoppia a ridere e si ferma solo a una mia occhiataccia.
“Grand’uomo, è meglio se ti metti un completo un po’ più conforme a un matrimonio, o Sarah non ti accetterà mai!”
Sbuffo, rimpiangendo la comodità e la semplicità di questo abbigliamento, ma accetto l’offerta di mia sorella e entro nel camerino per provarmi un classico smoking nero compreso di papillon, che mi stringe un po’ troppo il collo.
Esco dal camerino e vedo mia sorella sorridere e alzare il pollice in un’espressione esaltata.
“Ecco, così stai benissimo.”
“Ti ringrazio, sorellina.”
“Di niente, fratellino.” Mi dice avvicinandosi e sistemandomi meglio i capelli, mi bacia sulle guance e sorride.
Ci guardiamo, quindi scoppiamo a ridere.
“Vatti a cambiare, chè andiamo a prenderci quel caffè che mi devi da un sacco di tempo.”
“Sempre a tua disposizione.” Dico con un sorriso.
Mi avvio alla cassa, mentre lei digita un messaggio al cellulare.

Io e mia sorella non ci vediamo spesso: ha il suo lavoro, la sua famiglia; è infatti sposata con la sua donna Clara, e io ho i miei impegni che mi tengono lontano da lei. Certo abbiamo molte cose che ci legano; Gregory per primo, ma anche molte  altre cose ed infatti, ogni volta che vediamo, tipo adesso, stiamo sempre bene insieme: lei è una donna forte che ammiro e a cui voglio un mondo di bene.
Ci sediamo ad un bar, ognuno con una tazzina di caffè davanti.
“Dunque che ne pensi di questo matrimonio, John?  Sei preoccupato?”
Non posso dirle che sono preoccupato perché ho fatto sesso con Sarah; so che se ne andrebbe e avrebbe ragione, perché sono stato uno stronzo con quella ragazza. Sospiro.
“Preoccuparmi? Perché dovrei preoccuparmi? No, anzi, sono molto contento per lei.” Rispondo mentendo in parte.
Harry mi fissa, scuote i lunghi capelli biondi. “Si vede che c’è qualcosa che non va, John.”
Fisso il nero del caffè e mi bevo un lungo sorso.
“Non c’è niente che non vada.”
Lei sospira, e continua. “Ohi, John, ti ricordo che sono tua sorella: riesco a vederti dentro meglio di te… siamo cresciuti insieme, e insomma… non mentirmi e dimmi che c’è.”
“HofattosessoconSarah.” Dico parlando velocemente, così velocemente che Harry non capisce e mi fa un gesto di ripetere. Lo dico più calmo e lei mi fissa con gli occhi grigi spalancati e la bocca aperta.
“Sei un completo deficiente, John!” urla poi, facendo voltare anche diverse persone verso di noi.
“Lo so, mi sono pentito subito dopo averlo fatto.” Sussurro.
“E ci credo, John, ci credo! Ma come cazzo ti è venuto in mente?!”  Abbassa un po’ la voce.
Io le racconto dell’orribile giornata che avevo avuto quel giorno, e lei sbatte le ciglia bionde.
“Non so se perdonarti o picchiarti, John Watson. Lo sa qualcuno?”
“Certo che no!”
“Nemmeno Greg?”
“No, nessuno. Nemmeno Ella.”
“Bene, ed è meglio così, credimi, perché se lo sapesse qualcuno saresti morto… dio, vorrei tanto esserci, a questo matrimonio, per controllarti.” Dice Harry sospirando.
“Mi dispiace, Harry, non avrei mai voluto dirtelo.”
“Non fa niente, John. Da me non lo saprà mai nessuno, lo sai. So tenere la bocca chiusa.” Harry fa cenno di cucirsi la bocca, e io sorrido tristemente.
“Grazie, Harry.”
“Cambiamo argomento. Come va con Sherlock?” Chiede mia sorella, prendendo un sorso di caffè.
Arrossisco e mi sento tanto uno scolaretto delle medie. Le racconto tutto, omettendo, ovviamente, il fatto che Sherlock e suo fratello sono delle spie. Dio, quando l’ho saputo, ho fatto l’errore di metterlo nel mio blog, mi sentivo tanto frustrato da non sapere come fare, e così mi sono sfogato nel mio spazio personale. Beh, non tanto personale, visto che qualcuno me l’ha trovato e cancellato… anche se sono quasi sicuro che sia stato quel bastardo di Mycroft. Non sono sicuro, però,di volerlo sapere.
Dopo aver finito di raccontare tutto a mia sorella, scopriamo che si è fatto molto tardi; io mi alzo e vado a pagare, mentre lei mi aspetta fuori al bar con già l’ombrello aperto: ovviamente piove.
La raggiungo e sorrido.
“Grazie, Harry, per tutto.”
“Sono pur sempre tua sorella, no? Mi raccomando: comportati bene al matrimonio e cerchiamo di vederci più spesso!” dice, sorridendomi, e alzandosi sulle punte delle scarpe mi bacia la guancia.
“Va bene. Fatti sentire pure tu!”
Alza il pollice e si avvia a piedi per raggiungere, probabilmente, la sua amata Clara.
Io rimango sotto la pioggia, ma poi, con la busta del vestito in una mano e l’ombrello nell’altra, me ne torno in ospedale.

***

Oggi è il gran giorno: Sarah si sposa.
In chiesa fa un caldo soffocante, io sto seduto fra i nostri ex migliori amici, Ginny e Harry, con i quali non ho scambiato una parola da quando io e Sarah ci siamo lasciati. Lei evidentemente sì.
Lo sposo è già al suo posto e guarda verso l’entrata nervosamente: è vestito con un completo blu scuro molto elegante, devo dire. Finalmente Sarah fa la sua entrata in scena: è vestita con un abito a sirena, impreziosito da diamanti sulla coda, un velo in testa che le copre il viso. È stupenda, anche se si vede che è incinta, in quanto il vestito le stringe un po’ la pancia.
Arriva all’altare, e i due bambini che l’hanno accompagnata, seguendola mentre percorreva la navata, si siedono dietro di me. Sarah e Carl si scambiano un sorriso, quindi il prete incomincia la funzione. Viene portata avanti per un po’ di tempo, ma io tremo quando lui dice: “Se qualcuno ha un motivo per cui questa coppia non si deve sposare, parli ora o taccia per sempre”.
Fortunatamente tutti stanno zitti e io posso tirare un sospiro di sollievo. La cerimonia va avanti con tranquillità e prima della fine mi alzo per prendere il riso, che getto agli sposi quando se ne escono dalla chiesa.

Chiedo un passaggio a Harry e Ginny *,  malgrado non abbia scambiato una sola parola con loro per tutta la cerimonia, sono costretto a chiedere un passaggio a Harry e Ginny, perché non so bene dove sia il luogo del post-cerimonia. “Allora, John, come stai?” A chiedermelo è Harry.
Mi sono sempre trovato bene con loro, e vederli distanti mi fa male. Sorrido. Non posso dire la verità – cioè che mi sto vedendo con qualcuno -, soprattutto visto che quest’ultimo è un lui.
“Sto bene, Harry. A quel che vedo anche voi.”
Ginny si volta verso di me.
“Splendidamente, John. Hai visto com’era bella Sarah, oggi?”
“Veramente bellissima.”
“Di’ la verità, amico, ci saresti voluto essere tu al posto di Carl, oggi.” Butta giù Harry fissandomi da dietro lo specchietto.
“Sono stato molto felice per Carl, a dir la verità.” Rispondo, e sono sincero.
“Noi avremmo voluto fossi tu…” borbotta Ginny.
“Non si poteva fare, Gin.” Rispondo; il perché è ovvio e non c’è nemmeno bisogno di specificarlo e l’auto piomba nuovamente nel silenzio tombale.
Guardo dal finestrino e vedo la città lasciare spazio alla campagna inglese.

Arriviamo infine in una specie di agriturismo è una grande costruzione in pietra con davanti un prato ben curato, un pozzo e fiori posti al cancello penso per l’occasione.
I tavolini sono stati sistemati fuori, e il tavolo più lungo deve essere quello della sposa.
Gli ospiti incominciano a camminare un po’ sparpagliati e così pure io, in solitaria… non è che non conosca nessuno, queste persone erano anche mie amiche, prima della separazione, ma non mi va di incontrarle.
Finalmente i due sposini arrivano.
Lei si è cambiata d’abito, mettendosi un vestito lungo fino alle ginocchia color verde, Carl, invece, indossa lo stesso completo che aveva durante la cerimonia, sorridono entrambi ed entrambi vengono accolti con sorrisi e congratulazioni.
Alla fine ci sediamo, e al mio tavolo c’è gente che per fortuna non conosco, e con la quale posso parlare del più e del meno, senza troppi pensieri.
Quand’ecco che, prima che cominci il pranzo vero e proprio, Sarah si alza.
Sorride chiedendo attenzione, e noi gliela diamo stando zitti e alzando la testa verso di loro.
“Prima di incominciare questo banchetto, vorrei dirvi che io e Carl intendiamo trasferirci. La mia società ha aperto una filiale in Francia e vuole che mi trasferisca là per un anno per prendere il posto di capo. Sono molto contenta di ciò, perché amo Parigi e in più mi hanno pagato anche bene. Quindi… niente… vi volevo dire questo. Grazie dell’attenzione.”
Siamo tutti sconcertati… ovviamente io lo sono più di tutti: e se avesse accettato per me? Ma poi penso che non è possibile. Sarah è una donna adulta, non può fare questo per ripicca… se lo facesse, sarebbe proprio stupido e infantile. E poi, Parigi le è sempre piaciuta.
Sto zitto e quando viene servito il primo, un buon risotto con i gamberi, mi ci tuffo.

Stanno portando i dessert, e dopo il taglio della torta nuziale arriva il momento di ballare. Io sto dietro a tutti, un po’ in disparte. La cerimonia, e anche  il post-cerimonia, sono durati poco, tutto sommato.
Vedo Sarah in lontananza ridere e scherzare, circondata da amici.
Mi suona il cellulare. Ho un sussulto quando vedo che è Sherlock.

Che fai? SH.

Sto a un noiosissimo matrimonio,  Sherlock. Tu?

Noiosissimo? Ci devo credere. Io e Jim stasera ceniamo fuori. L’operazione J. è quasi terminata,  John, dopo sarà te che porterò in questo bellissimo posto, sempre se vorrai mai venire… SH

Il cuore mi batte forte nel petto.
Cavolo, questa specie di appuntamento è un regalo bellissimo che mi fa Sherlock.
Sto per scrivere la risposta, quando sento Sarah che mi chiama da dietro, quindi  mi volto. “Ciao, John. Come stai?” mi chiede
“Perché oggi tutti mi chiedono come sto?!” noto il viso stupefatto di lei, quindi cerco di darmi un tono. “Sto benissimo, Sarah, e prima che me lo chieda sono davvero, davvero contento per te e Carl.”

SCIAF

Lo schiaffo arriva forte e veloce sulla mia guancia; la guardo con il fiatone.
“Sei uno stronzo, John! Uno stronzo!” dice, la voce tremante. Quasi tutti ci stanno guardando.
“Sarah, questo è il tuo giorno… non te lo voglio rovinare… ti prego…”
“NO! È il mio giorno… decido io quando rovinarmelo.” Sibila.
“Ragazzi, tutto bene…?” la voce di Carl non mi è mai stata tanto simpatica come adesso.
Mette una mano sulla spalla a sua moglie e mi guarda con un gran punto interrogativo stampato sul viso.
“Va tutto bene, Carl. Tua moglie mi stava rinfacciando delle accuse dal passato.” Dico e fisso negli occhi Sarah, che tace.
“Oh, dai,  Sarah, il passato è il passato. Fate pace.”
Sarah mi vorrebbe sputare in un occhio, ma accetta per quieto vivere e mi bacia sulla guancia.
“Andiamo a ballare, amore, hanno messo la nostra musica.” Mormora Carl a un orecchio della sua donna.
Sarah annuisce e i due se ne vanno.
Io sorrido agli altri commensali anche se il cuore mi batte forte. So cosa mi voleva rinfacciare. Il fatto dell’essere andata a letto con me. L’ho scampata bella.
Mi ricordo del cellulare, e lo apro rispondendo.

Certo, quando voi.

Ho il cuore che mi batte, ma sono contento di essere finalmente riuscito a farmi accettare da quel bell’uomo.

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Buon pomeriggio. Cavolo che ritardo nella pubblicazione, chiedo venia a tutti (?) quelli che aspettavono il nuovo capitolo, ma sto studiando per un esame... Che in realtà avrei dopodomani. ARGH!
Va bene a parte ciò spero che questo capitolo vi sia piaciuto, così come a me è piaciuto scriverlo; inoltre spero che abbiate capito un pò Sarah, lei non è cattiva... è ua persona  discontinua, detestabile, piena di se e che non si cura minimamente degli altri.

Detto questo.... spero che...
prima che ve ne andiate, se potete inserire una recenzione, il mio ego sarà molto felice di ciò... perchè non si vivive di sole letture.
Grazie.
Ringrazio, ovviamente, chi ha commento il precedente capitolo.
Giù.



*E' il costume che indossava il nostro Martino al Comicon di San Diego. Proprio lui sì, l'ho sempre trovato adorabile. 
*Proprio loro, Harry e Ginny Potter, piccola citazione per la mia amatissima Row.






   
 
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