27/02/2013
1 recensioniPrompt “Gender Bender/High School!AU” di connieexist.
High
School.
“Liam mi ha chiesto di accompagnarlo al ballo di fine anno!” esclama Louise ad un tratto, sdraiata sul letto di Harriet con la gonna e la camicia dell'uniforme ancora addosso; l'altra la osserva ridere con un sorriso, seduta sulla sua scrivania con le gambe accavallate, e non riesce a trattenere a sua volta una risata al pensiero di Liam, quel ragazzo con la faccia da cucciolo di labrador che guarda sempre la sua Louise con gli occhi a cuoricino.
“Dici che non siamo abbastanza esplicite per lui?” domanda, scendendo con un saltello dalla scrivania e cominciando a sbottonarsi la camicia: deve preparare il pranzo, e non è il caso che lo faccia con la divisa addosso e soprattutto non con una distrazione come la sua ragazza intorno.
“Il prossimo passo sarebbe fare sesso nei corridoi, Haz” risponde Louise, la risata ormai morta in gola mentre osserva l'altra spogliarsi; pensa sempre che Harriet potrebbe fare la modella, con la sua altezza esagerata e il suo corpo longilineo e bianco, il seno piccolo e il bacino stretto, i capelli ricci quasi neri e gli occhi enormi e verdi. Si morde un labbro, osservando con un misto di divertimento e desiderio il reggiseno bianco e rosa di cotone che la ragazza indossa, prima di scuotere il capo. “E per quanto l'idea sia allettante non voglio essere espulsa, quindi credo sia il caso di continuare a dire di no a quel panda di Payne” conclude, chiudendo gli occhi per evitare di continuare a fissare Harriet; Gemma dovrebbe tornare a casa entro qualche minuto, e non vuole rischiare di ripetere l'imbarazzante esperienza di quando sono state beccate nude e in una posizione abbastanza compromettente in doccia, due settimane prima.
“Tu e la tua fissazione con la scuola” la prende in giro l'altra, slacciandosi il reggiseno e gettandolo in faccia alla ragazza, ridendo della sua espressione piccata e prendendo una maglietta almeno tre taglie più grande di lei da un cassetto, “cosa vuoi per pranzo?” chiede infilandosela, e annuisce soddisfatta quando l'orlo arriva a coprirla fino a metà coscia, una spalla nuda perché il collo è larghissimo.
“Quello che c'è, sai che non schifo la roba da mangiare” risponde, ignorando il commento sulla scuola perché sa che Harriet non dice mai cose del genere con cattiveria: se non fosse stata secchiona com'è, non avrebbe dovuto farle da tutor di inglese e non si sarebbero conosciute.
La ragazza grugnisce, sfilandosi la gonna senza aprire la cerniera e sospirando sollevata quando anche le calze velate abbandonano le sue gambe; annuisce alle parole di Louise, avvicinandosi per schioccarle un bacio sulle labbra e sorridendo tra sé al sapore di pesca che gli rimane sulla bocca quando si separano. “Andiamo giù, credo che ci sia del pollo in frigo.”
“Non riesco a credere che qualcuno pensi che siate etero” è il commento divertito di Gemma quando Louise finisce di raccontarle la discussione con Liam, mentre mangiano pollo fritto sedute intorno al tavolo della cucina; Anne è al lavoro e non tornerà prima di sera, mentre la sorella di Harriet ha un'ora di pausa per il pranzo, prima di dover tornare alla libreria dove lavora.
“Nemmeno io” risponde Louise, le dita di una mano infilate tra la massa di capelli scuri della sua ragazza, massaggiandole la nuca con affetto, “voglio dire, non è che abbiamo mai cercato di nasconderci; anche perché dubito che sarebbe servito a qualcosa, sinceramente, credo che saremo comunque state abbastanza ovvie.”
Gemma annuisce con veemenza, scoppiando poi a ridere quando Harriet comincia a fare le fusa per il massaggio dell'altra ragazza; Louise scuote il capo divertita, avvicinando il viso al suo per baciarla sulle labbra.
“Dobbiamo per forza fare inglese?” geme Harriet qualche ora più tardi, la testa abbandonata contro il materasso e il libro aperto in grembo; Louise è seduta di fronte a lei, gli occhiali dalla montatura nera e sottile appoggiati sul naso alla francese, e sorride all'uscita della ragazza. Appoggia il proprio libro sul pavimento, gattonando verso di lei fino ad appoggiare le braccia sul materasso, ai lati del suo volto, e baciarla sulle labbra.
“Prima finiamo inglese, prima possiamo occupare il tempo con qualcosa di più divertente” sussurra al suo orecchio, sfiorandole la guancia con la punta del naso; prima di allontanarsi la bacia ancora una volta, il sapore di menta del dentifricio nella sua bocca che fa sembrare la cosa estremamente domestica. “Andata?” domanda poi, sistemandosi di nuovo sul pavimento di fronte a lei, un sopracciglio sollevato e un sorrisetto malizioso sulle labbra.
“Andata.”