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Autore: AmberGreen    27/02/2013    2 recensioni
Gli ultimi istanti della vita di Raptor, bruciato da un amore che non ha mai conosciuto.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quirinus Raptor
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Questa One-Shot ha partecipato al contest "E la morte non avrà più dominio" indetto da Ginevra Corvino.

 Burning Inside…

 

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti.
                                                                               [ Bertrand Russell ]

 
 
 
Stupido specchio. Inutile, inutile specchio.

Non mostrarmi ciò che bramo. Smettila di illudermi. Quella pietra, quella dannata, preziosissima pietra. La vedo nelle mie mani, la vedo già mia…  e invece…
Dannato, stupido specchio. Perché ti prendi gioco di me?

Quanto si può desiderare un oggetto tanto insignificante come una pietra .. eppure così potente…così forte… così, dannatamente LONTANA!

E questo stupido ragazzo che parla, parla, parla: “Non può essere lei ” oppure “ Ma io credevo che Piton...”

Santo cielo, ragazzo mio, sono qui, davanti a te, sto fremendo per ucciderti, per straziarti e per donare finalmente l’immortalità ad un mago di cui nemmeno immagini la potenza e la grandezza.

E tu ancora dubiti e accusi quell’idiota di Severus.

Quel traditore infame.
Quel Mangiamorte indegno.

Io sono colui che il padrone ha scelto. Io sono colui che, con mio sommo onore, ha avuto la fortuna di poter offrire il suo corpo come custode di una parte della sua nobile anima.

E’ solo grazie a me, fedele servitore, se dopo l’umiliante sconfitta contro un insignificante insetto come te, Harry Potter, il mio padrone è potuto risorgere e tornare.

Per merito mio lui è ancora vivo.
Per merito mio lui risorgerà in tutta la sua potenza.
Per merito mio tu morirai, inutile mezzosangue.

Mezzosangue… mezzosangue… mezzosangue…

Quanto fa male questa parola.

Se solo quello stupido di mio padre non si fosse invaghito di una stolta babbana… se solo… se solo tra le Arti Oscure avessi trovato un incantesimo o una pozione in grado di pulirmi
dal sangue sudicio che mi scorre nelle vene.

Invano, per anni , ho cercato… ho tentato di mondare la mia parte babbana e di sopprimerla per sempre.

Qualsiasi prezzo. Avrei pagato qualsiasi prezzo per non dover portare ancora con me l’onta e il disonore che mia madre ha osato donarmi. Non per amore, non per desiderio, ma per ripugnante lussuria e vile denaro.

Stupida, debole, babbana.  Che con il tuo sudicio sangue hai osato infangare il nobile mago che sarei potuto essere.

La fortuna però ha voluto che, nel momento del bisogno, il Signore Oscuro mi trovasse…

Ho donato me stesso al mio Signore. Ho seguito i suoi saggi, preziosi consigli ed ho fatto l’unica cosa possibile. L’unica cosa, la sola, che potesse cancellare la mia parte immonda.

Inutile donna babbana… così stupida da giacere con un mago senza nemmeno saperlo, così indegna da non meritare nemmeno la vita.

Così stolta da accettare di bere da una fiala ricolma di veleno, solo perché te la offriva un figlio che era quasi un estraneo.

Oh, il piacere nel vederti accasciare a terra tra gli spasmi.

Il godimento di vederti agonizzante su quel suolo sporco come il tuo sangue.

Il piacere di vedere, infine, la vita abbandonare i tuoi occhi spenti.

E il mio Signore è stato così fiero di me. Gioiva con me. Che giorno meraviglioso, che momento sublime.

Così schifosamente bello da non sembrare nemmeno vero, quando finalmente ho potuto riottenere il nome di mago. Il rispetto che meritavo, che era mio per diritto.

Finalmente mago, finalmente degno … mai più solo.

Perché non sono mai solo. Non sarò mai più solo… adesso. Lo sono stato. Sbeffeggiato, umiliato, offeso, schiacciato ... quanto odio.

Quanto odio ho portato con me in tutti questi anni, in totale solitudine: smarrito, perso, confuso.

Ma quel tempo è passato. Quel tempo è niente in confronto a ciò che sarà.

Il grande Lord Voldemort e il suo fedele servo uccideranno finalmente Harry Potter e insieme ripuliranno il mondo dalla feccia.

Che futuro glorioso ci attende.

Ma prima… prima devo trovare quella dannata pietra.

‘Usa il ragazzo... Usa il ragazzo...’

La tua voce mio Signore, è melodia per le mie orecchie. I tuoi ordini la mia manna dal cielo.

‘Sì... Potter... vieni qui e dimmi cosa vedi.’

‘Vedo Silente che mi stringe la mano. Io... ho appena fatto vincere a Grifondoro la coppa del campionato.’

Banale, futile e inutile come il tuo sangue impuro.

‘Sta mentendo... sta mentendo...’

Oh mio Signore, quanta saggezza, quanta accortezza.
 
‘Dimmi la verità! Che cosa hai visto?’
 
Parla sciocco e spregevole mezzosangue. Parla.
 
‘Fammi parlare con lui... faccia a faccia...’
‘Padrone, ma voi non ne avete la forza!’
‘Certo che sono abbastanza forte... per questo.’
 
Come volete mio Signore. Come desiderate. Ogni vostro desiderio, ogni vostra parola porta un senso nella mia vita, eppure…Eppure adesso, voltato di spalle per permettervi di parlare con il ragazzo… vedo qualcosa nello specchio.
 
Qualcosa che non credevo possibile, qualcosa che avevo quasi dimenticato … qualcosa che non siete voi, mio Padrone, e nemmeno la pietra tanto bramata.
 
Non è possibile… non voglio questo. Non l’ho mai voluto. Perché sei lì?
 
Cosa ci fai TU lì, vicino a me, in quel dannato specchio … blasfemo, falso, bugiardo.
 
Perché mi sorridi. Perché mi guardi così dannazione... cos’è? Cosa significa quello sguardo?
 
“Dammi quella pietra, se non vuoi che la tua povera madre sia morta invano.’
 
‘MAI!’
 
Madre … morta … invano …
 
 ‘PRENDILO!’
 
Non capisco. Non sono più padrone del mio corpo. Senza controllo, pazzo, furioso, mi scaglio sul ragazzo e lo afferro.
 
Brucia. La pelle di questo ragazzo brucia. Mi uccide. Sto bruciando. Brucio.
 
‘Padrone, non riesco a trattenerlo... le mie mani... le mie mani!’
 
E quando il ragazzo si scaglia su di me tutto diventa un insieme confuso di dolore e sofferenza. Niente ha più senso e più importanza. Solo questo dolore straziante, che mi dilania le carni e mi strugge, istante dopo istante.
 
E ancora quella voce nelle orecchie.
 
 ‘UCCIDILO! UCCIDILO!’
 
Non riesco. Mio Signore perdonate questo inutile servo. Non ce la faccio. Fa troppo male…
 
“Uccidila …  UCCIDILA”
 
L’ho fatto mio Signore, l’ho fatto. Ma lei è ancora li. Lei è sempre li. Mi guarda ancora con quegli occhi colmi di… cos’è? Perché quello sguardo? Perché la vedo nello specchio? Perché mi guarda con quegli occhi… in quel modo… perché vedo quel sentimento così indegno in lei…

Fa male. Questo sentimento, così forte, così potente… più di qualsiasi altra magia, più di qualsiasi altro mago o incantesimo.
Che sentimento orribilmente grande e devastante.

E mentre mi accascio a terra, mentre le fiamme mi dilaniano, mentre il dolore offusca i pensieri e la ragione, non posso far altro che guardarti un’ultima volta intrappolata in quello specchio.

Così effimero e così reale.

Così doloroso… come il sentimento, che ancora, irrimediabilmente, mi sfugge.
 
L'amore brucia come fuoco. (Siracide)
 
 
 
 
 
 
 
 

  
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