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Autore: Miriel_93    27/02/2013    2 recensioni
Raccolti tutti i frammenti della Sfera, che ne sarà di Inuyasha, Kagome e tutti gli altri? Quanto è difficile dire addio al proprio amore?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il gruppo di Sesshomaru, dopo aver abbandonato Inuyasha e compagni, decide di trascorrere la notte in una piccola radura naturalmente protetta da un folto anello di alberi dalle fronde ampie e fruscianti. Una volta che il sonno ha trascinato nel suo silenzio Jaken, il demone dallo sguardo di ghiaccio si alza, allontanandosi dal fuoco, convinto che anche Rin stia già dormendo. In realtà la ragazzina, con le spalle girate verso le fiamme, è ancora sveglissima, e la sua mente non le dà tregua. Appena sente il demone allontanarsi comincia a seguirlo, curiosa. Sesshomaru se ne accorge subito, ma pensa che, forse, è meglio così. Porrà fine a quella storia quella sera stessa.
«Padron Sesshomaru?» Chiama la ragazzina, una volta che il demone si è fermato, appena fuori dal bosco.
«Vieni qui, Rin» Risponde lui.
Avvicinandosi lentamente, col cuore che pesa come un macigno, Rin raggiunge l’uomo.
«Hai capito cosa volevo fare oggi, o sbaglio?» Le domanda Sesshomaru.
Sedendosi sull’erba morbida e fresca di rugiada, Rin annuisce.
«Voleva…voleva cancellarmi la memoria, giusto?» Chiede, conoscendo già la risposta. Aveva origliato la discussione con quell’anziana donna, mentre Jaken era perso in chissà quali pensieri.
«Esatto. Sono un demone. Non ho tempo per una ragazzina umana» Spiega Sesshomaru.
«Sì, lo so. Non potete infangare così il vostro onore, giusto?» Domanda, ancora.
Il demone non risponde. Non ce n’è bisogno. O non ne ha la forza? Posando lo sguardo su Rin, Sesshomaru sente qualcosa, nel proprio petto, che gli fa desiderare di cancellare quell’espressione triste dal viso della ragazzina. La vita di quella ragazzina ti appartiene, aveva detto l’anziana donna. Certo, quello lo sapeva. Già da quando quella ragazzina aveva cominciato a seguirlo aveva capito che la sua vita gli apparteneva. Era chiaro. Smetti di reprimere i tuoi sentimenti e amala, aveva aggiunto. Amare. Lui. Un demone. Il grande Sesshomaru. Impensabile. Specialmente se si parlava di una semplice ragazzina umana. Che poteva mai saperne una vecchia sacerdotessa. Eppure…eppure sembra che effettivamente Sesshomaru provi qualcosa.
Senza dire una parola, il demone prende posto di fianco alla ragazzina, che alza gli occhi per un breve istante.
«Devo andarmene, vero?» Chiede, in un soffio.
Dopo una breve riflessione, Sesshomaru, alza lo sguardo, puntandolo tra le stelle. «No» Risponde. Quella sacerdotessa aveva capito al primo sguardo perché lui e il fratello erano lì. Forse le sue parole non erano così infondate.
«Quella sacerdotessa mi ha detto di amarti» Confessa Sesshomaru.
Il cuore di Rin perde un battito. «Davvero?» Bisbiglia.
«Sì» Risponde il demone. Qualche istante dopo si volta verso di lei, sollevandole il viso con la mano. La guarda brevemente negli occhi, abbozzando, per la prima volta, un sorriso che non sa né di sfida né di scherno. «Forse non ha tutti i torti» Sussurra. Finché nessuno sa, nessuno può parlare, in fin dei conti.
«C-cosa?» Mormora Rin, incredula.
Il demone non risponde. Posa le sue labbra su quelle della ragazzina, senza forzarle. Le sfiora con delicatezza, la fronte increspata per la concentrazione. Nasconde la mano nei capelli scuri di Rin, mentre la ragazzina, sempre più incredula e sorpresa, si scioglie in un pianto silenzioso. Le lacrime le rotolano placide sulle guance. Alcune bagnano il viso del demone, che si allontana, confuso.
«Cos’hai da piangere?» Chiede, senza capire.
«Sono solo…felice» Bisbiglia la ragazzina, sfoderando un sorriso bagnato di lacrime. «Lei…davvero non vuole cacciarmi?» Chiede, sollevata.
«No. Non per ora» Promette il demone, tornando sulle sue labbra.


***
 
Il mattino seguente il gruppo viene svegliato dai primi suoni che animano il cortile della casa del capo villaggio, segno che il sole è sorto e che la vita riprende il suo corso.
Il primo ad aprire gli occhi è Inuyasha, rimasto avvolto in un sonno inquieto e privo di sogni per tutta la notte. L’ansia per la risposta dell’anziana Minako gli ho impedito di riposare a dovere. Muovendosi senza fare rumore per non svegliare Kagome, in realtà già cosciente da qualche tempo, anche lei attanagliata dal nervosismo, il mezzo demone si avvicina alla porta della stanza, aprendola lentamente. Tirandosi a sedere, Kagome si stropiccia lentamente un occhio.
«Inuyasha?» Chiama, pur essendo certa che si tratti di lui.
«Ti ho svegliata?» Sussurra lui.
«No, ero già sveglia da un po’. Sai, l’ansia» Confessa la ragazza, mentre Shippo si muove nel sonno.
«Andiamo, prima di svegliare tutti» Suggerisce il mezzo demone, porgendo la mano a Kagome per aiutarla ad alzarsi. Insieme si dirigono nel giardino della casa, respirando a pieni polmoni l’aria fresca del mattino.
«Hai l’aria stanca, Inuyasha. Non hai chiuso occhio, vero?» Domanda Kagome, sfiorando delicatamente l’ombra scura sotto gli occhi dorati del mezzo demone con aria preoccupata.
«No, ho dormito, ma non è stato per niente riposante» Risponde Inuyasha, con un sospiro. «Sono preoccupato anche io. Non è detto che abbia la soluzione per permetterti di continuare a viaggiare attraverso il pozzo, ma non è detto nemmeno che abbia qualcosa per assopire il mio sangue demoniaco» Confessa, dando voce alle sue preoccupazioni.
Prendendogli una mano tra le sue, Kagome gli sorride, cercando di fargli coraggio.
«Andrà tutto bene, vedrai. L’anziana Minako avrà una soluzione e io non dovrò dire addio a nessuno di voi» Lo rassicura la ragazza, nonostante non sia pienamente convinta delle proprie parole.
«Ah, eccovi» Dice la voce di Miroku, alle loro spalle. «Sango e Shippo dormono ancora» Li informa il monaco, sedendosi su una panca sistemata sotto un grande albero.
«Appena si saranno svegliati torneremo alla casa della vecchia» Risponde il mezzo demone.
«Andiamo, Inuyasha, un po’ di rispetto!» Lo rimprovera Kagome, con una lieve pacca sul braccio.
«Tsk, quante storie» Replica lui, alzando gli occhi al cielo.
«Se volete andare fate pure. Aspetterò che Sango e Shippo si sveglino e li informerò» Propone Miroku, pensando che, sicuramente, i due stanno morendo dalla voglia di sapere cosa ne sarà del loro destino e che, magari, vogliono scoprirlo da soli.
«Ma non è giusto, riguarda anche voi» Protesta Kagome.
«Divina Kagome, riguarda soprattutto voi due. Non fatevi problemi, andate. E portateci delle buone notizie» La incoraggia il monaco, con un sorriso.
«Grazie, Miroku. Andiamo» La esorta Inuyasha, passandole un braccio sulle spalle.
«D’accordo. Grazie, Miroku» Ringrazia Kagome, sorridendo a sua volta al giovane.
«Non ringraziate. Tornate presto» Risponde lui, alzandosi per tornare nella stanza dove gli altri dormono ancora.

 

*** 

Jaken apre gli occhi, solo. Rin e Sesshomaru non sono dove li ha visti prima di scivolare nel sonno. Recuperando il suo Nintojo, il piccolo demone comincia a cercarli, preoccupato.
«Padron Sesshomaru? Rin?» Chiama, senza allontanarsi troppo dall’accampamento.
Svegliato dalla voce del suo tirapiedi, Sesshomaru si mette a sedere, cercando di non svegliare Rin, abbracciata al suo corpo nudo. Quella notte il demone non è entrato dentro di lei con la solita mancanza di delicatezza. I loro corpi si sono uniti con meno urgenza, con più dolcezza, e Sesshomaru deve ammettere che è stato magnifico.
Svegliandosi di soprassalto, avvertendo l’assenza del corpo di Sesshomaru e la voce di Jaken in lontananza, Rin si tira a sedere di scatto, tentando di coprirsi con la veste del demone, con la quale si erano riparati dal freddo quella notte.
«Signor Sesshomaru…!» Sussurra, con gli occhi spalancati. Non faranno mai in tempo a rivestirsi.
«Padron Sesshoma…ah, siete qui!» Esclama Jaken, una volta trovato il demone. Gli serve ancora qualche istante, per focalizzare la scena che si trova davanti. «S-signor Sesshomaru…!» Balbetta, sorpreso.
«Che hai, Jaken?» Domanda, quasi innocentemente il demone.
«N-niente, padron Sesshomaru…» Risponde, distogliendo lo sguardo. «V-vi lascio s-soli» Aggiunge, allontanandosi.
«Signor Sesshomaru?» Chiama timidamente Rin.
«Lascialo perdere. Ci farà l’abitudine» Risponde il demone, rivestendosi.

 

 ***

«Venerabile Minako!» Chiama Kagome, una volta arrivata nei pressi della capanna della sacerdotessa, insieme ad Inuyasha.
Sentendosi chiamare, l’anziana donna esce dalla sua capanna, rimanendo accecata dal sole del primo mattino. Dopo qualche istante riconosce due appartenenti del gruppo che il giorno prima si è recato da lei in cerca di aiuto.
«Ah, siete voi. Molto bene» Nota, con un sorriso.
«Ha qualche notizia da darci?» Chiede, speranzosa, Kagome.
«Venite, entriamo» Dice la donna senza rispondere. Lanciando una breve occhiata ad Inuyasha, la ragazza segue l’anziana oltre la porta della capanna, seguita dal mezzo demone.
Dopo aver preso posto intorno al focolare, davanti a tre tazze di tè caldo, la donna risponde alle loro richieste.
«Ieri, dopo avervi congedato, mi sono recata nel bosco qui vicino. Al suo interno cresce un albero molto antico, un dio albero, per essere precisi, molto simile a quello che cresce nel bosco vicino al vostro villaggio, dico bene?» Chiede, con un sorriso.
«Intendi Goshinboku, vecchia?» Chiede Inuyasha, ricevendo una lieve gomitata da Kagome per l’epiteto.
«Esattamente. Quell’albero è collegato al vostro Goshinboku e ad altri dei albero, con i quali comunica in continuazione. Per questo motivo era a conoscenza della vostra storia, per cui non ho dovuto raccontagli molto. A dire il vero, molte cose me le ha spiegate lui stesso» Confida.
«Mi perdoni, ma sta dicendo che l’albero le ha…parlato?» Domanda Kagome, incuriosita.
«Non proprio. Sono una sacerdotessa molto potente, nonostante la mia età avanzata. Riesco a mettermi in contatto con lo spirito della natura e…non è comunque questo il punto» Taglia corto, con un gesto della mano. «Quel che conta è che ho la soluzione al vostro problema» Annuncia l’anziana donna, facendo sospirare di sollievo sia Inuyasha che Kagome.
«Grazie, venerabile Minako, grazie!» La ringrazia Kagome, con le lacrime agli occhi.
«Aspettate a ringraziarmi» Risponde la donna, mandando nel panico i due.
«Che altro c’è?» Chiede Inuyasha, con un filo di voce.
«Dobbiamo metterci in contatto con Kikyo. La Sfera, una volta purificata, è entrata nella dimensione in cui si trova l’anima della sorella di Kaede. Dobbiamo entrare in contatto con la sua anima e creare un ponte tra quella dimensione e la nostra, riportando indietro la Sfera» Spiega l’anziana Minako, sorseggiando il suo tè. «Non sarà per nulla facile. Dovremo sfruttare le stesse tecniche della strega Urasue» Conclude la sacerdotessa, lasciando a bocca aperta la ragazza e il mezzo demone.
«Che stiamo aspettando?» Chiede Kagome, balzando in piedi. «È l’unico modo che abbiamo. Facciamolo» Annuncia, stringendo la mano di Inuyasha nella sua.

Ta-daaaan! Ecco a voi il nuovo capitolo! Spero che vi piaccia! Fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando! 
Baci baci! ^^
  
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