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Ovviamente non posseggo Ben Whishaw né Daniel Craig, non li conosco. Tutta la storia è
frutto della mia immaginazione, non voglio danneggiare nessuno.
14 Aprile 2011
Mi
aggiro per casa ciondolando, mercoledì pomeriggio piovoso a Londra, niente di nuovo.
Solito tempo che nonostante tutto non riesco ad odiare, è la città dove sono
nato e – come chiunque in questo vasto e pazzo mondo quando parla della sua
città – la adoro per questo semplice motivo. Niente passeggiate per i parchi
della città. Non con questa pioggia.
Tanto meglio, avevo deciso di approfittare di
questa giornata libera per sistemare gli scatoloni per il trasloco; questa casa
è diventata troppo piccola. Ricordo ancora quando l’ho acquistata con i primi
soldi guadagnati. Sorrido posando una mano sul muro della mia camera. Metà
stanza è occupata da casse di cartone piene di accessori non di primaria
importanza, come i soprammobili. Afferro una pila di cinque scatole vuote e la
sollevo fra le braccia, le pieghe per chiuderla mi solleticano il mento. Mi
sposto con passo deciso verso lo studio e fisso la libreria con uno sguardo di
sfida. Poso gli scatoloni e ne trascino uno fino al mobile dove lo posiziono
vicino ai miei piedi. Sposto lo sguardo sui vari scaffali ed inizio a prelevare
i primi libri, parto con l’enciclopedia, probabilmente i tomi più pesanti di
tutta la collezione. Li posiziono con cura sul fondo della scatola facendo
scorrere le mie mani sulle copertine lucide, spostando il leggero strato di
polvere che si è formato sopra di esse. Poi mi sposto sui libri che ho
utilizzato nei miei corsi di studio al RADA, sorrido mentre li rigiro fra le
mani e ne apro qualcuno, incontrando con lo sguardo appunti presi di corsa in
una calligrafia che, pur essendo la mia, a volte fatico a decifrare.
Riempio
le scatole senza sosta e ripercorrendo vari ricordi legati ai libri che
delicatamente sposto dalla libreria alla loro dimora provvisoria. Shakespeare,
Keats, Wilde, Chaucer, Lord Byron, Swift, Milton,
seguiti da Baudelaire, Petrarca, Dante Alighieri, Goethe, tutti trovano il loro
posto fra le quattro pareti di carta. Jane Austen e
le sorelle Brontë - non molto il mio genere -
raggiungono Fitzgerald ed Hemingway, decisamente una strana réunion.
“Il signore degli anelli” e “Lo Hobbit” raggiungono
la saga di “Harry Potter”, questa volta l’abbinamento ci può anche stare.
Mi
massaggio la nuca e osservo l’orologio sulla scrivania: 5.08. Potrei farmi
anche un the. Ridacchio fra me e me, rispecchio in pieno lo stereotipo
dell’inglese medio.
Dopo
aver preparato una bella tazza fumante di the al limone osservo la libreria
mezza sgombra con un sorriso soddisfatto. Lascio che il liquido caldo mi
disseti e mi riscaldi le ossa, poso la tazza su una mensola vuota ed
afferro una serie di libri. Romanzi più recenti, autori che non conosco, leggo
qualche trama e ne seleziono uno di David Mitchell che mi ha colpito
particolarmente, lo appoggio sulla scrivania. Stasera potrei cominciare a
leggerlo. Gli altri raggiungono uno per uno lo scatolone, fino a che fra le
mani non mi rimane un libro decisamente più sottile degli altri, ma più
vissuto. Lo studio con una mano mentre sorseggio il the, guardandolo meglio non
è un libro, ma un’agenda.
La
copertina è semplice di una tinta unita. Decido di aprirlo. Centrale sulla
prima pagina disponibile scritto a caratteri chiari in un corsivo elegante c’è
una semplice scritta:
Diario
di Gwen Craig
Sorrido
e torno a bere un po’ di the. Questa è bella; non pensavo che Gwen tenesse un diario. Che cosa carina, molto da lei.
Sapendo quanto le piaccia scrivere la cosa non mi stupisce più di tanto. So che
non dovrei leggerlo, ma non resisto e giro la prima pagina. Leggo la data: 2 Febbraio 2009. L’anno che ci siamo
conosciuti. Mi rigiro la tazza fra le mani riflettendo se leggendo potrei
scatenare le sue ire oppure no, ma infondo cosa ci potrà mai essere scritto che
io non sappia già?!
Inauguriamo
il diario e l’anno con una notizia: Io e Franklyn
abbiamo ufficialmente rotto. Finiti. End.
Non
c’era altra scelta possibile e spero proprio che la sua nuova “ragazza” gli
faccia patire le pene dell’inferno. Lo odio. Non voglio vederlo mai più. Non
voglio avere a che fare con un uomo mai più. Da oggi per me solo Cioccolato,
niente esseri dal sesso maschile. Mi darò alle ragazze, magari mi piace pure…
Per
poco non mi strozzo con il the. Che caspita… Rileggo le ultime righe scritte e
cerco di non scoppiare a ridere. Quel maledetto di Franklyn…Avevo
dimenticato quanto l’aveva scossa quella storia. Ritorno con lo sguardo sulle
pagine del diario.
6
Febbraio 2009
Papà
scassa. Dice che non posso continuare a girare per casa in tuta e mangiare
gelato sdraiata sul divano a guardare “Orgoglio e Pregiudizio” ed infamare il
“povero” signor Darcy perché non esiste davvero.
Vuole che lo accompagni ai BAFTA domani l’altro. Che pizza. L’ultima cosa che
voglio è andare ad una festa con papà. Ma perché non si trova una donna anche
lui! Magari con cui stia stabilmente stavolta, non come con mamma…Bah…Mi sa che
mi toccherà accompagnarlo davvero, sa essere zuccone quando vuole.
***
Cosa
avevo detto?!?! Cocciuto di un padre! Mi ha trascinata con lui al negozio di
Armani e mi ha fatto fare un vestito su misura. Devo essere sincera: è una
meraviglia e non vedo l’ora di indossarlo, ma doveva comunque prima aspettare che
accettassi. Tanto lo sa che non so dirgli di no. Ad ogni modo…Quel vestito è
pazzesco!!
È
un abito lungo fino a poco sopra al ginocchio nero con delle sfumature grigie
sullo scollo. Lo amo.
Considerando
quanto mi abbia fatto bene comprarlo, potrei sul serio passare la giornata di
domani a fare shopping. Potrei sentire la mia nuova collega Claire...
Un
improvviso ricordo fa apparire un
sorriso sul mio volto e girare la pagina successiva con impazienza. Raggiungo
la poltrona e mi ci lascio cadere di peso mentre riprendo a leggere.
7
Febbraio 2009
Giuro
che potrei uccidere mio padre. Potrei farlo. Mi ha annullato lo shopping e mi
ha spedita dal parrucchiere a sistemare i capelli. Vorrei sapere cosa avevano i
miei capelli che non andavano?! Uffa.
Comunque
adesso mi ritrovo con dei bei boccoli scuri che mi arrivano fino alle spalle ed
una domanda mi assilla: Ma se ho fatto tutto questo per domani sera, non è che
a dormirci sopra li rovino?
Non
stacco neanche gli occhi dal foglio mentre finisco il mio the.
9
Febbraio 2009
Ieri
è stata una giornata assurda. Non so come papà faccia a gestire cose del genere
ogni anno. Sarà che ormai è abituato e quindi le vive con meno stress di me, ma
è stato pazzesco. Tanto per cominciare a metà pomeriggio è arrivato a casa un
gruppo di persone attrezzati peggio dei soldati che vanno in guerra e ci hanno
acconciati dalla testa ai piedi, mi hanno truccata, sistemato i capelli. Una
tizia si era pure offerta di aiutarmi a mettere il vestito. Roba da pazzi.
Comunque alla fine eravamo pronti e belli sistemati per la serata e mentre
siamo in macchina papà mi comunica che ci sarà anche Satsuki…Ero
già disgustata, pensavo si fossero lasciati, ma papà dice che era solo una
crisi passeggera (l’ennesima). Me ne sono stata zitta per gran parte del
viaggio, poi ho pensato che fosse già abbastanza un supplizio dover sopportare
quella e quindi ho rivolto un sorriso a papà e mi sono fatta raccontare nei
dettagli cosa avremmo dovuto fare. In poche parole: lui doveva posare per le
foto, fare le su interviste e presentare un premio, mentre io avrei potuto
godermi lo spettacolo bella tranquilla. La pacchia, dice lui.
Pacchia
un corno! Sono stata sballottata a destra e a sinistra per non finire nelle
foto o nelle zone off limits, per noi poveri comuni
mortali non facenti parte dello spettacolo.
Ho
scambiato qualche parola con Kate Winslet, le ho fatto i complimenti per la sua
vincita e lei si è complimentata con me su come mi ero fatta grande, anche se
io non ricordavo nemmeno di averla mai incontrata prima. Heath
Ledger ha vinto come miglior attore non protagonista
e mi sono lasciata sfuggire qualche lacrima mentre lo ricordavano. Il resto dei
premi sono andati quasi tutti o a “Slumdog Millionaire” o ad “Il Curioso caso di Benjamin Button”.
Tutto sommato è stata una bella serata, anche se mi dispiace vedere papà che
non è pienamente felice.
A
proposito di papà! Mi ha presentato un ragazzo di circa la mia età, dice che
hanno fatto tre film insieme. Mi è sembrato impacciato almeno quanto me,
nonostante lui dovrebbe essere abituato a cose del genere. È stato di poche
parole, credo che papà lo abbia messo in imbarazzo, mi è dispiaciuto. Il
ragazzo si era avvicinato solo per salutarlo e papà ha pensato bene di
piazzarmi lì davanti a lui e di presentarmi. Se non sbaglio ha usato le parole
“Credo che vi trovereste bene insieme”. Avrei voluto seppellirmi. Adesso
vorrebbe gestire la mia vita privata? Beh, pensa proprio male se crede che dopo
Franklyn mi metterò insieme a questo Benjamin. Non ho
mai amato le materie scientifiche.
Scuoto
la testa divertito. Meno male che la prima impressione è quella che conta. Non
avevo colpito per niente. Non pensavo che la prima cosa che avesse pensato
fosse stato Benjamin Franklyn. Scorro le pagine,
ripercorro la vita di Gwen, la decisione di prendersi
una casa in affitto, il passaggio al “Telegraph”,
l’amicizia con Claire e il nuovo riaprirsi alla vita. Il ritorno all’amore per
le piccole cose, il ritorno della Gwen che conosco e
che quel pezzente aveva fatto sparire. Leggo con avidità, passando quasi un
anno.
2
Novembre 2009
Non
sospetterai mai chi ho incontrato oggi:. Benjamin. Quel ragazzo che ha lavorato
in qualche film con papà. Ho dovuto intervistarlo. Immagina la scena: Io che
arrivo mezza trafelata nella casa di Keats. Già questo fa fare una bella
capriola al mio cuore dato quanto ami le sue poesie. Correre in mezzo a quegli
alberi con le foglie dalle mille sfumature, dall’ arancione al rosso, passando
per il marrone; un’ ambientazione meravigliosa. Ma non divagherò.
Arrivo
di corsa fuori dalla porta della stanza adibita alle interviste al piano
superiore della casa. Riprendo fiato e decido di aprire la porta. Lui era già
lì, guardava fisso fuori dalla finestra. Quando mi sono avvicinata a lui mi ha
guardata dritta negli occhi ed ha sorriso. A quel punto io ho esclamato:
“Benjamin!” come una deficiente e lui ha trattenuto educatamente una risata. Si
è limitato a sottolineare l’ovvio dicendo: “Ti ricordi di me…Come stai, Gwen?”
Ammetto
che ho provato una certa soddisfazione quando ha pronunciato il mio nome, confermando
che anche lui si ricordava di me. Ci hanno portato del the. Ad entrambi piace
al limone per quel retrogusto aspro che rimane in bocca. Lui lo beve col latte,
io invece preferisco aggiungerci un po’ di zucchero. Ad ogni modo abbiamo
parlato: del film a cui partecipa “Bright Star” e di
Keats, ma anche e soprattutto di tanto altro.
È
stato bello. Per una volta con un attore non sono stata la figlia di Daniel
Craig, ma solo Gwen. È stato piacevole. Davvero.
Mi
alzo per andare ad afferrare il pacchetto di sigarette poggiato sulla
scrivania, ne accendo una mentre rileggo le confessioni di Gwen.
Ricordo di averla osservata correre da quella finestra, immersa in quei colori,
lei vestita di nero, con la chioma dello stesso colore che ondeggiava al vento,
in un certo senso già spiccava ai miei occhi. Ero rimasto sorpreso di vederla
arrivare per l’intervista, era cambiata. Più donna, non la ragazza spaurita dei
Bafta, una piacevole scoperta. Lei mi aveva suscitato
interesse da subito, nonostante lo sguardo perso e l’imbarazzo in cui ci aveva
gettato suo padre, ma quel giorno mi aveva sul serio lasciato senza fiato.
28
Dicembre 2009
Scusa
diario se non ho mai scritto in tutto questo tempo, ma esiste una spiegazione!
Quella pazza di Claire aveva deciso di abbandonarmi per andare a fare uno stage
di un mese a New York, ho avuto la malaugurata idea di lamentarmi della sua
partenza e lei mi ha proposto di farle compagnia. All’inizio le ho riso in
faccia e ho accantonato la cosa. Ma lei ha continuato ad insistere, iniziando a
farmi vedere tutti i dépliant del corso, la paga che avrebbe ricevuto.
“Smezzare l’affitto con un amica sarebbe l’ideale…” Ha pigolato il giorno in
cui mi illustrava la foto dell’appartamento che aveva trovato, ho sollevato lo
sguardo dall’immagine di un salotto con pareti color panna bellissimo e l’ho
puntato in quello della mia amica. Qualcosa in quello scambio di sguardi l’ha
fatta scattare in un gridolino eccitato. Aveva capito ancora prima di me che
sarei andata con lei. Papà non l’ha presa benissimo, all’inizio. Poi ha
convinto Ella a venire a fargli compagnia al mio posto…A quel punto è stata mia
sorella a non apprezzare la mia partenza. Ad ogni modo ho preparato le mie cose
e il due di Gennaio partiremo. Speriamo bene.
Giro la
pagina e prendo una boccata dalla sigaretta. Il trasferimento a New York è
stata una tappa fondamentale per la carriera e la vita di Gwen.
E quella testona neanche voleva partire all’inizio, meno male Claire sapeva già
come smuoverla…
4
Gennaio 2010
Sono
arrivata da due giorni. Non ci capisco niente con il fuso orario e hanno
pensato di affibbiarmi un lavoro fra tre giorni su un’opera teatrale di cui non
ho mai sentito parlare. Qualcuno mi uccida. Stasera dovrei andare a vederla,
spero che Claire mi accompagni, lei non sembra risentire del fuso, così se mi
addormento in sala può sempre svegliarmi.
5
Gennaio 2010
Non
ci credo. Benjamin penserà che lo sto seguendo o qualcosa del genere. Lo
spettacolo che dovevo vedere e per cui devo incontrare il cast domani l’altro è
lo stesso in cui lavora Ben. In effetti mi aveva detto che avrebbe lavorato a
teatro, ma quante possibilità c’erano che ci saremmo rivisti a New York?
Ovviamente
lui non sa che stasera ero a vederlo. Avevo pensato di fermarmi ad attenderlo dopo
lo spettacolo, ma so quanto odi essere al centro dell’attenzione ed ho
preferito evitargli di dover restare in mezzo a dei fans, tanto fra due giorni
lo vedrò. Mi sta venendo l’ansia e non so neanche perché…
Accidenti.
Spengo la sigaretta e mi riavvio i capelli, non posso credere che abbia avuto
questo tipo di premura con me ancora prima di iniziare a frequentarci. Ricordo
che rimasi sorpreso due giorni dopo al “Meet and Greet” con il resto del cast…
8
Gennaio 2010
Notiziona. Non soffro più il fuso!!!
Ieri
è stata una giornata assurda. Probabilmente restare alzata fino a tardi per
scrivere uno straccio di articolo ha influito un po’. Benjamin è rimasto – cito
le sue parole – piacevolmente sorpreso di vedermi all’incontro ieri. Ed io che
avevo paura di passare per una stalker. Ho giurato
più di una volta che non avevo idea di aver dovuto vedere l’opera a cui
lavorava, ad un certo punto ha iniziato a ridere. Sono rimasta in silenzio,
perplessa, fino a che non ha detto “Inizio a sospettare che se avessi saputo
che c’ero io non saresti venuta”; a quel punto gli ho risposto che nonostante
sia stato abbastanza devastante vederlo baciare un uomo, il suo lavoro mi era
piaciuto. Oddio non so da dove mi sia uscita, ma lui ha riso ancora di più ed
ha fatto spallucce. “È solo lavoro… Ma preferisco baciare le donne…” Credo di
essere arrossita. Ho dovuto spostare lo sguardo dai suoi occhi. Lui se ne esce
con queste frasi ed io cosa dovrei mai dire?! Boh…Mi confonde e questo non è
mai stato un bene. Tutti i ragazzi che mi hanno confusa mi hanno portato solo
guai, non voglio che sia così anche con Ben. Che poi neanche mi piace.
Neanche
le piacevo?!Come sarebbe a dire che neanche le piacevo?! Mi gratto la nuca
mentre volto pagina e sorrido alle prime parole che catturano il mio sguardo.
12
Gennaio 2010
Ha
chiamato BEN!
Non
ho idea di come abbia fatto a trovare il mio numero, ma mi ha chiamata circa
mezz’ora fa. Mi ha chiesto se mi andava una birra e quattro chiacchiere. Ho
accettato. Ho voglia di uscire e distrarmi, mi manca un po’ casa. Ella mi ha
scritto una mail dicendo che purtroppo non potrà raggiungermi per quelle due
settimane che dovevamo passare insieme. Sto seriamente pensando di tornare a
Londra appena mi sarà possibile.
Tornando
a Ben si pone un dilemma: cosa mi metto?
Sghignazzo
divertito. Ovviamente questo è il tipico comportamento di una ragazza
disinteressata…Annuisco fra me e me. Anche se devo ammettere che adesso che
questa lettura rinfresca la memoria...Ero veramente convinto che non le
piacessi.
13
Gennaio 2010
Non
so che mi sta prendendo. Ieri sera mi sono divertita con Ben, a volte sembra un
ragazzo uscito dal passato e la cosa mi affascina. Mi ha proposto di uscire di
nuovo. Domenica. Ho preso tempo. Mi ha detto di fargli sapere, ho quattro giorni
di tempo per decidere, anche meno se voglio evitare di chiamarlo Domenica
stessa. Mi ero ripromessa di andare coi piedi di piombo con i ragazzi…Mi sono
fatta fregare da Franklyn che era un semplice
impiegato in banca, come posso pretendere di non farmi fregare da lui che è un
attore. Pure bravo.
Che
poi devo ancora capire perché sono convinta che mi voglia fregare…O che proprio
mi voglia. Ieri sera ha detto una cosa del tipo “È bello aver trovato qualcuno
di casa qui nella grande mela” magari ha solo voglia di casa, in fondo anche io
ho nostalgia. Potrebbe uscire con me per quello, giusto? E poi io non voglio un
uomo, perché mi sto facendo tutti questi problemi! Anche se ha…
Un
tuono rimbomba facendomi sobbalzare sulla poltrona. Osservo la pioggia picchiettare
contro la finestra per qualche attimo prima di tornare ad osservare il diario.
Anche
se ha due occhi che scavano dentro e che mi tolgono il fiato, devo declinare il
suo invito. Devo farlo prima che sia troppo tardi e che rimanga fregata ancora
una volta.
15
Gennaio 2010
Ancora
non ho trovato il coraggio di telefonare a Ben e dire che rifiuto il suo
invito. Claire ha minacciato di chiudermi fuori di casa se solo mi azzardo a
farlo davvero. Conoscendola lo farebbe sul serio, ma non è questa la cosa che
mi fa vacillare. Credo che una parte di me voglia sul serio uscire con lui.
Forse mi sto facendo influenzare dal libro che sto leggendo, ma sono convinta
che se ci siamo incrociati così tante volte ed in momenti completamente diversi
della mia vita – tanto che potrei dire di non essere la stessa persona che ha
incontrato ai Bafta quasi un anno fa – un motivo deve
esserci. Vorrei proprio scoprirlo.
***
Claire
dice che conosce il motivo. Come al solito sono state una montagna di
baggianate come “Siete destinati a stare insieme!” al mio sguardo accigliato ha
risposto che Ben è per forza collegato a me…O a me o a mio padre. Spero che sia
a me…Oddio, che cavolo sto scrivendo?! Sono partita di cervello.
18
Gennaio 2010
Alla
fine sono uscita con Ben, ma ho costretto Claire a venire con me. Lui ha
sorriso cordiale quando ci ha viste arrivare insieme, ma ho visto che non era
sincero come le altre volte. Si è limitato a dire “Se sapevo che portavi un’
amica avrei portato qualcuno anche io…” Claire mi ha tirato un calcio da sotto
il tavolo e poi si è ritirata al bagno. È stata via talmente tanto che ho
temuto che fosse scappata. Mi ha lasciata in una situazione super imbarazzante.
Accidenti a lei. Ho chiesto scusa per non averlo avvertito e lui ha fatto
spallucce ed ha detto che non era un problema. Ergo avevo ragione io! Non gli
interesso io, gli interessa la compagnia di una concittadina. Questo posso
gestirlo. Credo. La notizia mi ha fatta un po’ dispiacere. Forse…
Forse
cosa? Giro pagina e la trovo vuota. Finisce così? Non posso crederci. Inizio a
sfogliare le pagine tornando indietro e ritornando al punto dove sono arrivato.
Niente. Sfoglio qualche pagina in avanti fino a che non ritrovo la calligrafia
chiara di Gwen. Tiro un sospiro di sollievo.
10 Febbraio 2010
Finalmente
ti ho ritrovato! Iniziavo a temere di averti lasciato a New York. Ed invece eri
finito fra le bozze degli articoli che avevo scritto là. Come avrai capito
siamo tornate a Londra. Lo stage è finito ed io e Claire siamo tornate in
patria. Papà è dispiaciuto perché sembra che abbiano sospeso il nuovo film di
007… Sono convinta che lo riprenderanno, ma devo ammettere che ultimamente è
veramente nervoso ed abbattuto.
Ad
ogni modo. Anche Ben è tornato. In realtà lui è tornato prima di noi. Ha iniziato
a lavorare ad una serie televisiva, lo vedo molto meno. È sempre impegnato.
Siamo buoni amici, è stato bello passare un po’ di tempo con lui in America. A
volte vorrei tornare là solo per rivivere i pomeriggi assieme. Senza aver da
correre da qualche parte o senza che lui debba girare qualcosa o che io debba
schizzare da una parte all’altra di Londra per scrivere qualche articolo su
persone che in quanto a talento non gli legano neanche le scarpe.
***
Ok.
Lo ammetto. Tanto anche Claire mi ha detto “Almeno con te stessa devi essere
sincera”. Lo sarò. In fondo devo solo scrivere quello che ho già capito. Solo
che scriverlo, sarebbe come dirlo ad alta voce. E non so se sono pronta. Ok.
Vado.
Forse,
potrebbe, in un certo senso…Credo che mi piaccia Ben.
Ho
un vago sospetto che sia iniziato a piacermi dopo che è andato via da New York.
Cioè mi mancava. Claire dice che se mi mancava mi piaceva già…Non ne sono
certa…L’unica cosa che so è che vorrei di nuovo averlo tutto per me.
13
Febbraio 2010
Ieri
sera sono uscita con Claire. Era da un paio di settimane che cercavamo di
vederci in tranquillità e finalmente ce l’abbiamo fatta. Da quando si è
fidanzata con Michael devo prenotarmi per uscire con lei. Quando gliel’ho detto
si è arrabbiata, ma alla fine abbiamo riso insieme come un tempo. Mi era
mancata. Lei ed i suoi vaneggiamenti.
Le
ho raccontato che nel pomeriggio avevo sentito Ben, subito le si sono
illuminati gli occhi. Quando le ho detto che ci saremmo visti Domenica per poco
non si è messa a ballare sul posto. Ho dovuto metterle una mano davanti alla
bocca prima di farle scandalizzare tutto il locale con i suoi gridolini. Lei si
entusiasma perché Domenica è San Valentino. Non ci avevo neanche pensato.
Fissiamo spesso di Domenica perché lui non ha le riprese, non è per S.
Valentino. Giusto?
Mi
ha solo fatto salire l’ansia…
Sorrido
quando rievoco il suo arrivo alla fontana di Diana dove ci eravamo dati
appuntamento. Era abbastanza imbarazzata all’inizio, ricordo che quando l’ho
abbracciata per salutarla si è subito irrigidita fra le mie braccia, facendomi
pensare che il mio gesto non fosse gradito. Eppure nonostante tutto ero deciso
a continuare sul tragitto che mi ero preposto. Era così bella con quei jeans
stretti ed il golf blu, nascosto dal piumino con cui si riparava dal freddo.
Giro
pagina pronto a leggere il resoconto del quindici Febbraio, ben conscio del
fatto che la sera di Domenica non avrebbe scritto niente.
Sorrido
quando la data che leggo conferma i miei pensieri.
15
Febbraio 2010
Devo
raccontarti troppo! Ieri io e Benj
La
porta di casa si apre facendomi sobbalzare sulla poltrona e d’istinto socchiudo
il diario tenendo il segno con il dito indice mentre lo sguardo fissa il
corridoio da dove so che apparirà.
«Ben?»
La sua voce mi fa sogghignare e quando il suo volto compare sulla porta anche
lei sorride. «Che fai?» Domanda avvicinandosi e posando le sue labbra sulla mia
fronte.
«Leggevo…»
Rispondo restando sul vago, mentre lei si appoggia al bracciolo e si sfila la
scarpa destra.
«Odio
i tacchi.» Mormora prima di tornare a guardarmi e a sorridere. «È arrivato un
copione? La nuova stagione di “The Hours”?» Mi guarda speranzosa ed io scuoto
la testa.
«È arrivato
un copione, che appena ti dirò cos’è scoppierai a ridere, ma…» La guardo
creando un attimo di suspense e non apro bocca fino a che lei non muove le
sopracciglia per intimarmi a continuare. « Ho trovato una lettura molto più interessante.»
Gwen guarda con
sospetto il mio sorriso smagliante e poi spalanca gli occhi quando le sventolo
il suo diario sotto il mento.
«Dove
l’hai trovato?» Chiede cercando di afferrarlo.
«In
mezzo ai tuoi libri… » Rispondo compiaciuto. «Sono arrivato preciso al momento
clou del racconto.»
«E non
leggerai oltre.» Con un rapido movimento mi sfila il diario dalle mani e lo
apre sotto ai suoi occhi. «Sono cose molto personali.»
«Sono
cose che già conosco…» Rispondo cercando di risultare convincente, ma lei
solleva un sopracciglio. «Ok, ammetto…Sono curioso di sapere le tue
impressioni...»
«Le
sai già» Afferma dirigendosi verso la camera, la seguo. «Altrimenti non sarei
qui.»
«Touché.»
Sussurro contro un suo orecchio, cingendole i fianchi. La sento sospirare e
osservo il diario da dietro la sua spalla.
Se
muovo la mano sinistra di qualche centimetro…
«Non
pensarci nemmeno.» Lei gira su se stessa puntando i suoi occhi nei miei. «Sei
troppo curioso, cosa ti importa cosa pensavo un anno fa?»
«Mi
importa sempre quello che pensi.» Le rispondo, poi faccio spallucce. «Ma se non
vuoi che lo sappia – gioco con un ricciolo dei suoi capelli e sorrido – Non lo
leggerò più. Scusa.» Le bacio la punta del naso e mi avvicino alla scrivania.
«Adesso guarda questo copi..»
«15 Febbraio 2010. Devo raccontarti troppo! Ieri io e Benjamin siamo usciti come ti avevo
detto.» Mi volto verso Gwen sorridendo, ma lei
non mi guarda e continua a leggere. « Ero
decisamente agitata perché Claire era stata tutto il giorno a fare supposizioni
su come Ben si sarebbe dichiarato. Mettendomi nel panico più totale. Troppi
scenari, fra lei e la mia pazza mente. Avevo una paura matta che mi sarei fatta
sfuggire qualcosa di compromettente. Ed infatti è stato così.
“Ma
io ti piaccio?” me ne sono uscita fuori con questa domanda mentre camminavamo
lungo uno dei sentieri, lui si è voltato guardandomi come se fossi un alieno…»
«Ma
non è vero!» Protesto e lei solleva a malapena uno sguardo perplesso dal
diario, poi riprende a leggere.
«Ed ha risposto con un “Eh? In che senso?”. Volevo scavare una buca e
seppellirmi lì dentro. Oppure tuffarmi nel lago che fiancheggiavamo. Sono
rimasta in silenzio mentre lui mi guardava. Sono sicura che lo faceva anche se
ho tenuto la testa bassa per tutto quel tempo interminabile in cui siamo stati in
silenzio. “È ovvio che mi piaci.” Ha aggiunto dopo quell’intervallo infinito,
stavo per sollevare la testa quando ha pensato bene di aggiungere “Sei stata
un’amica speciale”. Un macigno lasciato cadere sulla mia testa sono convinta
sarebbe stato meno violento.»
«Ero
sul serio così idiota?»
«Eri?»
Mi domanda lanciandomi un’occhiata divertita, roteo gli occhi. «Continua dai.»
Le dico mentre mi siedo sul bordo del letto e la osservo muovere lo sguardo
lungo la pagina.
« Un macigno lasciato cadere sulla mia testa
sono convinta sarebbe stato meno violento. Ero deciso ad alzare lo sguardo e
andarmene. Peggio di così non poteva andare, solo che quando ho sollevato lo
sguardo non ho trovato i suoi occhi che mi guardavano. Lui se ne stava a
fissare il cielo, le braccia incrociate dietro la testa. L’ho guardato
perplessa e quando si è reso conto che lo stavo fissando ha scosso la testa, si
è scompigliato i capelli lunghi con le mani e si è avvicinato mormorando
qualcosa che non sono riuscita a capire. Ha afferrato il mio volto fra le sue
mani e mi ha baciata. Ho sentito il cuore rimbalzarmi nel petto quando… - la osservo divertito mentre legge un paio
di righe ed arrossisce – Fine. Finisce così.»
«Buuu, non vogliamo la censura.» Mi lamento tenendo le mani
intorno alla bocca per amplificare il mio dissenso. «Voglio sapere cosa ho
fatto per farti rimbalzare il cuore nel petto. Voglio saperlo.»
«Immagina.»
Mi risponde mentre chiude il diario lo deposita sul comodino e mi raggiunge a
sedere sul letto.
«Se la
memoria non mi inganna…» Inizio con un sorriso strafottente sul volto. « Dopo
che ti ho baciata, ho messo le mani qui
– le poso le mani sulla schiena e la faccio avvicinare a me – Facendole poi
risalire ed arrivare alla tua nuca…» Eseguo i movimenti mentre li descrivo, lei
socchiude gli occhi accennando un sorriso per tornare a guardarmi un attimo
prima dell’unione delle nostre labbra. Le nostre lingue giocano a rincorrersi e
le mie mani percorrono la sua schiena senza sosta.
«Ti
ricordi bene…» Sussurra quando ci allontaniamo.
«È una
cosa che ho voglia di fare ogni volta che ti vedo, non è stato così difficile…»
Ammetto.
«Che
copione è arrivato?» Mi domanda mentre gioca con una ciocca dei miei capelli,
sorrido e le passo il plico. Lei lo osserva poi scoppia a ridere. «Sul serio?»
Annuisco. «E lui che dice?»
«Io
ancora non gliel’ho detto…» Sorrido e mi allungo sul letto per afferrare il
telefono e passarglielo. «A te l’onore.»
Lei
sorride e saltella sul posto. Come una bambina a cui è stato appena dato il
regalo che attendeva da tempo. Compone il numero mentre viene a sedersi sopra
le mie gambe. Poso il mento sulla sua spalla, nello stesso istante in cui sento
rispondere dall’altro capo del telefono.
«Papà.
Hai visto il cast di “Skyfall”?»
∽
Salve.
Ed eccomi qui con una Shot nuova di zecca. Ebbene
sì anche il caro e talentuoso Ben Whishaw è passato sotto le mie grinfie. *Sogghigna
diabolica*
Piccole annotazioni. L’articolo che Gwen scrive
per il Telegraph esiste sul serio e lo trovate qui:
http://www.telegraph.co.uk/culture/film/6484870/Ben-Whishaw-interview-for-Bright-Star.html
L’opera teatrale a cui lavora Ben a
New York è “The Pride” mentre la serie tv, come ho specificato
dopo è “The Hours”.
Il posto dell’appuntamento di S.
Valentino è il Bushy Park di Londra:
http://www.royalparks.org.uk/parks/bushy-park
Skyfall è veramente il quarto film che Ben
e Daniel Craig hanno girato assieme e Daniel ha una sola figlia: Ella. Quindi Gwen è tutta frutto della mia immaginazione.
Per un occhio attento il libro di
Mitchell che Benjamin decide di leggere è lo stesso libro che sta leggendo Gwen quando è a New York ed è “Cloud
Atlas”, da cui è stato tratto il film quest’anno e al quale Benjamin partecipa.
Ok, credo di aver chiarificato tutti
i punti.
Veniamo alla cosa più importante.
Moglie cara questo è per te. Già ne
hai letto una parte e spero che gradirai anche il finale. Grazie per la
compagnia, le chiacchiere, le risate e tutto quanto.
Ti voglio bene.
Fatemi sapere che ne pensate.
Un abbraccio
∽ Cos