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Autore: emme30    28/02/2013    19 recensioni
Seblaine!McKinley AU
Sebastian e Blaine stanno segretamente insieme da un anno e mezzo, nessuno dei due ha fatto coming out, Blaine per paura della reazione del padre e Sebastian perchè fondamentalmente non gli interessa. Ma è quando Carl Anderson presenta a Blaine la sua nuova fidanzata che le cose si complicano.
[Blaine!Cheerio + Sebastian!Football Player, maneggiare con cura]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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10.

 

 

 

Tornare a scuola lunedì fu davvero grigio per Blaine.

Non solo non aveva risposto all'sms di Sebastian della sera prima, ma non gli aveva neanche mandato il buongiorno o qualunque tipo di messaggio quella mattina, nonostante avesse ricevuto i soliti dal suo ragazzo. Entrò a scuola stringendosi nelle spalle e nella sua divisa dei Cheerios; quel giorno aveva addirittura allenamento e non ne aveva proprio voglia, ma forse poteva usarla come scusa per stare lontano da Sebastian, per ignorarlo e magari rendere la cosa più sopportabile per il dopo.

Il dopo.

Non riusciva neanche a pensarci, a visualizzarlo nella sua mente, però era la cosa più giusta da fare, era quella che doveva fare.

Sospirò affranto trascinandosi per i corridoi gremiti di gente, ma non riuscì a muovere più un passo quando vide chi lo stava aspettando al suo armadietto. Sebastian era appoggiato contro la superficie di metallo con una spalla, la postura di un modello quasi, la giacca della squadra di football indosso e i capelli all'insù, un sorriso sulle labbra mentre chiacchierava con dei compagni e probabilmente lo aspettava. Non era bello, di più, e, nonostante Blaine provasse a trovargli dei difetti tali da giustificare le sue azioni, in quel momento non gli venne in mente nulla e quelli che aveva pensato durante la notte insonne si dissolsero nel nulla.

Non era possibile che perdesse sempre tutte le sue facoltà cognitive ogni volta che lo vedeva, anche per sbaglio: quello non rendeva le cose più semplici per il dopo.

Però non poteva neanche fare come se nulla fosse, non poteva dargli da pensare che le cose andavano bene e che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

Si odiò per quello che stava per fare, ma non riuscì a mettere da parte la vocina nella sua testa.

Con passo ciondolante, si avvicinò al suo armadietto nel momento esatto in cui Sebastian salutò i suoi compagni e gli rivolse un grande sorriso.

Buongiorno, splendore,”

Oh, ciao. Cosa ci fai qui?”

Ti aspettavo, hai problemi con il cellulare? Ti ho scritto ieri sera e stamattina, ma si vede avevi qualcosa di più importante da fare,” lo prese in giro mentre Blaine sistemava dei libri nel suo armadietto senza neanche guardarlo in volto.

Infatti,” lo disse con un tono neutro e distaccato, e fece davvero male. Lo sentì bruciare in gola mentre lo diceva.

Sebastian rimase in silenzio, ferito da quell'affermazione che assolutamente non si aspettava; erano soliti prendersi in giro in quel modo quasi tutti i giorni, ma era stato il tono ad essere diverso.

Hai gli allenamenti oggi?” Sebastian riprese la conversazione, visto che Blaine era occupato a fare finta di guardare delle cose sul libro di storia.

Sì, ho pure la divisa,” stesso tono freddo e quasi arrabbiato.

Oh, anche io, ti aspetto, così andiamo a casa insieme.”

No, non mi aspettare, torno a casa da solo.”

Scusami amore mio, scusami.

... Perchè?”

Perchè devo fare delle cose.”

Rimase sul vago, senza guardarlo, sempre con quel tono che gli stava bruciando la lingua e gli stava quasi facendo venire da piangere. Stava lottando contro il desiderio di guardare il suo ragazzo negli occhi e dirgli che lo amava e tutte quelle cose che mettevano Sebastian in imbarazzo.

Chiuse l'armadietto e si mise lo zaino sulla spalla, guardando un punto imprecisato sul pavimento.

Beh, vado io. Ci vediamo.”

Prima di riuscire a fare un passo però, sentì l'indice di Sebastian andare a scivolare sotto il suo mento per fargli alzare il viso, e finalmente incrociare il suo sguardo.

Cosa stai facendo?” la domanda di Sebastian era seria, nel suo tono di voce non c'era alcuna nota scherzosa. Piuttosto, sembrava spaventato.

Blaine scosse la testa, allontanandosi dalle sue dita e fece un paio di passi indietro. Lo guardò per un'ultima volta prima di voltarsi e cominciare a correre verso la sua classe di calcolo, pentendosi immediatamente di quello che aveva fatto.

 

*

 

Blaine, mi spieghi perchè Sebastian mi ha chiesto se avevi litigato con qualcuno del Glee?”

Blaine quasi sussultò quando Sam gli fece quella domanda sedendosi accanto a lui nell'aula del coro.

Sebastian è venuto a parlarti?”

Sì, cioè, è addirittura venuto a cercarmi, capito? Ma va tutto bene? Non hai mica litigato con nessuno qui.”

No, infatti.”

Blaine si sentì morire al pensiero di Sebastian che si preoccupava così tanto per lui, che cercava di capire il motivo del suo tono freddo di quella mattina. Lo avrebbe capito troppo tardi, purtroppo.

Avete per caso... litigato? Sei strano.”

Blaine si sforzò di fare un sorriso, accogliendo Brittany sulle sue gambe e scuotendo la testa al suo amico.

Sto bene, sto benissimo, va tutto ultra bene.”

Quanto odiava mentire.

 

*

 

Blaine arrivò a casa sconsolato, stanco e decisamente molto depresso. Aveva fatto di tutto per evitare Sebastian per l'intera giornata ed era stato a dir poco orribile. Aveva mille suoi messaggi da leggere e non aveva neanche pranzato, visto che nella pausa si era nascosto in biblioteca con la scusa di una ricerca da fare. Era pure sgattaiolato via dagli allenamenti in anticipo, proprio per evitare di vederlo anche per sbaglio nel parcheggio.

Gli mancava già tutto di lui e delle loro giornate insieme: gli scherzi, i baci nei ripostigli e spogliatoi, gli mancava la risata del suo ragazzo quando lo prendeva in giro o anche solo il modo in cui diceva il suo nome.

Dio, ed era passato solo un giorno.

Suo padre lo sorprese mentre stava per abbandonarsi sul divano, facendolo quasi spaventare.

Ehi, sei tornato a casa prima oggi.”

Uhm sì, sono uscito prima dagli allenamenti.”

Come mai?”

Così.”

Carl annuì, per poi passarsi una mano a grattarsi il collo. “Sentì... domani sera dovrebbero venire a cena Marie e Sebastian.”

Blaine arricciò le labbra e abbassò lo sguardo, assente, cercando di non far vedere quanto la decisione che stava per prendere gli facesse male.

Io... io domani sera esco con Tina.”

Non si aspettava che suo padre gli dicesse che era meglio se rimaneva a casa, che con Tina poteva uscirci un'altra sera, che avrebbe preferito che ci fosse alla cena di famiglia.

Si aspettava una pacca sulla spalla e un sorriso soddisfatto sulle labbra del suo vecchio.

E fu proprio quello ciò che ricevette.

 

*

 

Martedì a scuola fu a dir poco tremendo, visto che la sera prima aveva ceduto e per un poco aveva messaggiato con Sebastian, aveva riso per i suoi sms stupidi e gli era mancato il fiato nel petto quando il suo ragazzo gli aveva mandato un messaggio tremendamente sdolcinato come buonanotte. E, mentre cercava di addormentarsi, sentendosi tremendamente in colpa per non avergli risposto a tono e con quintali di miele, si domandò se davvero ne valesse la pena, se fosse il caso di dover fare quel passo così irreversibile, di ferirlo e ferirsi a sua volta, solo per evitare di dover star male dopo.

Martedì mattina ripeté quasi come un automa le azioni del giorno precedente: evitò il suo ragazzo per i corridoi, non rispose a nessuno dei suoi messaggi e mentì ai suoi amici quando gli chiedesero se stava bene.

Stava proprio ascoltando l'aneddoto di Sam sui suoi fratelli durante una pausa tra le lezioni in corridoio, quando sentì un braccio andare a cingergli le spalle e subito dopo un paio di labbra posarsi sulla sua guancia in un bacio.

Colto completamente di sorpresa, Blaine si irrigidì e fulmineo scivolò via dalla presa di quello che aveva capito essere il suo ragazzo, interrompendo il discorso di Sam accanto a lui, lanciando un'occhiata truce a Sebastian mentre metteva un paio di passi di distanza tra i loro corpi.

Si guardò intorno, terrorizzato, e notò che tutti i ragazzi in corridoio li stavano fiando, o meglio, erano rimati incuriositi dal gesto di Sebastian e da quel bacio sulla guancia che era decisamente troppo intimo per essere uno scambio tra due amici.

Blaine, ma-”

Cosa cazzo pensavi di fare?”

A posteriori, Blaine si pentì davvero di quello scatto, di aver usato quelle parole, di aver esagerato il tutto e di non essere riuscito a fregarsene un po' di più come Sebastian gli aveva sempre detto.

Il ragazzo lo guardò confuso, ferito e anche un po' colto alla sprovvista. “Ti sto salutando? Sono due giorni che-”

Non c'è bisogno di fare tutto così apertamente, non c'è bisogno di mettere i manifesti!” Blaine cercò di dire quelle parole quasi sussurrando contro il volto di Sebastian, prima di affrettarsi per i corridoi senza guardare nessuno, sperando che il suo ragazzo non lo seguisse.

Blaine!

Ma ovviamente era Sebastian, quindi gli stava già andando dietro, attirando su di loro l'attenzione di tutto il corpo studentesco. Riuscì a raggiungerlo quando ormai furono sulle scale esterne che davano sul cortile, per fortuna deserte. Sebastian lo prese per un braccio e lo obbligò a fermarsi, bloccandogli la via e guardandolo serio.

Cosa cazzo ti prende? Si può sapere perchè ti stai comportando in questo modo?”

Cosa prende a me? Sei tu quello che mi bacia nel bel mezzo dei corridoi! Cazzo, nessuno sa che siamo gay e tu vieni lì a baciarmi! Ma dove stai con la testa?”

Mi avevi promesso che ti avresti provato!”

Sì, beh, ho cambiato idea. Stammi lontano!”

Blaine cosa ti sta succedendo, non capisco perchè-”

Blaine provò ad andarsene, ma ancora Sebastian lo stava tenendo per un braccio, quindi gli diede uno strattone e con un coraggio che non pensava di avere lo guardò dritto negli occhi e sputò velenoso: “Stammi lontano.

Scese veloce dalle scale senza guardarsi indietro, lasciando Sebastian lì, che non aveva fatto nulla di male, che lo amava come aveva sempre fatto.

Era Blaine quello che aveva sbagliato tutto, era davvero un codardo.

 

*

 

Blaine Anderson mi vuoi spiegare perchè il tuo ragazzo mi ha appena mandato un messaggio chiedendomi per quale motivo sei arrabbiato con lui? Blaine, non posso venire in Ohio a prenderti a ceffoni... cosa diavolo stai facendo e, soprattutto, perchè Sebastian ha il mio numero di cellulare?

 

Lascialo perdere.

 

Cosa è successo?

 

Lascia perdere.

 

Ora ti chiamo.

Rispondi.

Rispondi immediatamente.

 

Ti ho detto di lasciarmi in pace Kurt, fatti gli affari tuoi.

 

Ok.

 

*

 

Blaine tornò a casa esausto quella sera. Non solo aveva litigato con Sebastian a scuola, ma aveva persino preso a parole sia Kurt che Rachel che avevano provato a capire cosa gli stesse passando per la testa. Inoltre, per completare il quadretto, aveva passato la serata chiuso in macchina in un parcheggio fuori Lima, perchè non aveva voglia di uscire con Tina ma neppure di stare in casa con suo padre, la sua futura matrigna e il suo futuro fratellastro.

Da quando le cose erano diventate così complicate? Da quando la sua vita faceva così schifo?

Cercò di fare meno rumore possibile mentre rientrava, sicuro che suo padre fosse a dormire. Passò in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, per poi trovare un foglio di carta con la calligrafia piccola e disordinata di suo padre.

Grazie, apprezzo davvero tanto quello che stai facendo per noi, per la nostra famiglia. Ti voglio bene, buonanotte.

Lo lesse quasi incredulo, perchè suo padre certe cose non gliele aveva mai dette, e trovarle addirittura su un pezzo di carta e dedicate solo ed esclusivamente a lui era qualcosa di assolutamente nuovo, sebbene non gli scaldò il cuore come aveva sperato. Non provò niente a rileggere quel Ti voglio bene, nulla.

Salì le scale con il mal di testa, per poi entrare nella sua camera e accendere la luce per spogliarsi e mettersi a letto, quando vide un piccolo pezzo di carta sul cuscino. Temendo fosse da parte di Sebastian, lo prese in mano e lo portò alla luce per riuscire a vederlo.

Era una foto e quasi gli si fermò il cuore nel petto quando la riconobbe. Era una fototessera che Sebastian teneva sempre nel portafoglio. Una foto di loro due, che avevano scattato l'estate scorsa a Cleveland, in una di quelle macchinette automatiche alla fiera del lago.

Non era una foto particolare, era addirittura sfocata e smangiata sui bordi, ma Blaine sapeva il valore affettivo di quel pezzo di carta. La girò, sicuro di cosa ci avrebbe trovato sul retro.

23/08/2012

Ti amo.

Era la sua scrittura, disordinata, con quelle o troppo grandi e il puntino della i fatto a cuoricino. Era una cosa stupida, una cosa da adolescenti innamorati, era una cosa così loro che Blaine neanche si accorse di stare piangendo, fino a quando non si sentì le guance bagnate.

Si mise a letto e prese il cellulare, lo accese ma non trovò nessun messaggio che gli interessasse.

Ho visto adesso la foto, mi dispiace per quello che ti ho detto, non devi starmi lontano, ti amo così tanto che domani voglio che mi baci nel bel mezzo del corridoio e vaffanculo gli altri.

Lesse il messaggio che aveva scritto, sorrise triste, ma di più non fece. Gli mancò il coraggio anche di quella piccola azione e si addormentò guardando la foto sbiadita e sgualcita di Sebastian, con il pensiero che presto avrebbe dovuto piantarla di far soffrire entrambi a quel modo.

 

*

 

Uno dei posti preferiti di Blaine era un piccolo parco quasi abbandonato fuori Lima. Non era assolutamente niente di speciale; di solito, ci andava la gente a correre o a far passeggiare i cani, l'area giochi era quasi in disuso e veniva visitata soltanto da ragazzini che si nascondevano lì per fumare la prima sigaretta lontano da occhi indiscreti. Il fatto che non fosse frequentato da nessuno lo aveva reso uno dei posti in cui lui e Sebastian si recavano di più, così come il luogo del loro primo bacio.

C'era una panchina mezza malandata e ben nascosta da un paio di alberi che era diventata subito la loro preferita. Quando non sapevano dove andare era sempre lì che finivano, sia d'estate che d'inverno, con una granita gelata o un caffè caldo, poco importavano le temperature: la loro panchina era sempre lì che li aspettava, come era stato per la prima volta che si erano baciati, un freddo pomeriggio di marzo di quasi due anni prima. Adorava ricordare quella giornata, adorava ripensare alle emozioni che gli aveva dato quel semplice sfioramento di labbra che poi aveva portato a una pomiciata in piena regola, nascosti dagli occhi di tutti. Adorava ripensare che per tutto il viaggio dalla loro panchina alla macchina Sebastian gli aveva stretto il palmo sudato e un poco appiccicaticcio, carezzandogli il dorso con il pollice e facendo quasi finta di niente, scherzando e facendolo ridere.

Era cominciato tutto lì, in quel posto anonimo e discreto.

Blaine aveva trovato quella mattina un bigliettino nel suo armadietto con il disegno di una panchina. Beh, Sebastian non era mai stato uno di molte parole, ma Blaine non avrebbe potuto mai fraintendere cosa volesse dirgli con quello scarabocchio.

Percorse il sentiero dalla macchina al loro ritrovo immerso nei ricordi, momenti che gli sembrava di rivivere in quell'istante davanti agli occhi.

Lui e Sebastian che si rincorrevano come bambini, Sebastian con la Reflex nuova che insisteva a fargli una sottospecie di servizio fotografico, fallendo miseramente al secondo scatto; quella volta in cui Blaine aveva scommesso che Sebastian non sarebbe riuscito ad arrampicarsi su quell'albero e Sebastian che quasi si rompeva un braccio per vincere la scommessa con Blaine, oppure quella volta che Sebastian si era presentato a sorpresa l'estate scorsa con dei palloncini pieni d'acqua e gli aveva rovinato il libro che si era portato dietro da leggere.

Sorrise tra sé e sé e si sedette sulla panchina di legno scuro, in attesa, cercando di non perdersi troppo nei ricordi e di essere forte. Lo faceva per loro, per stare bene tutti insieme, per poter vivere tranquillo sapendo che Sebastian sarebbe stato sempre al suo fianco; mica lo avrebbe perso in fondo.

Lo vide arrivare da lontano, stretto nel suo cappotto scuro, gli occhi fissi sul sentiero, facendo sprofondare a Blaine il cuore nel petto.

Si sedette accanto a lui in silenzio, nessuno disse nulla, anche se la tensione era palpabile e assolutamente non voluta.

Lo sentì trafficare con la tasca della giacca, ma continuò a guardare davanti a sé, in attesa di trovare il momento giusto per dire qualcosa. Poi il rumore di un accendino, e Blaine si sentì ancora peggio.

Perchè quella non era una cosa che si poteva risolvere in quel modo, con la loro sigaretta e un paio di scuse. Quella cosa non si poteva risolvere.

Cominciò a tremare al pensiero di cosa sarebbe successo da lì a poco e fu davvero difficile non prendere il bastoncino fumante quando Sebastian glielo porse. Rimase immobile, ignorando quel gesto che voleva dire così tanto per loro due, che era il sinonimo di ritorno alla normalità nella loro vita.

Sebastian ritrasse la mano e sospirò, spegnendo il bastoncino sotto a una scarpa.

Ti ricordi perchè facciamo questa cosa della sigaretta quando litighiamo?”

Blaine scosse la testa senza guardarlo, non si fidava di quello che avrebbe potuto dire in quel momento.

Stavamo insieme in gran segreto da un mese, quasi. Alcuni miei compagni della quadra di football avevano preso il vizio di fumare e avevano contagiato pure me. Non credo mi dimenticherò mai della sfuriata che mi hai fatto quando lo hai scoperto. Credo che quel giorno avessi litigato con Kurt, perchè eri parecchio irritabile e mi hai quasi mangiato vivo, quando io fumavo così a caso e solo quando ero in compagnia. Ti sei venuto a scusare tre giorni dopo per quello che mi hai detto con una sigaretta, e così abbiamo iniziato a comportarci in questo modo, a fare pace così.”

In un attimo gli tornò tutto in mente, la sfuriata, la litigata, la prima volta che avevano fatto pace, lo sguardo negli occhi di Sebastian dopo che le cose si erano sistemate, il suo sorriso sornione che lo prendeva in giro e lui che gli diceva “Non facciamola diventare un'abitudine eh”.

Era diventata molto più di un'abitudine: Blaine ormai non riusciva a guardare una sigaretta senza pensare al senso di pace di ogni volta che lui e Sebastian risolvevano in quel modo.

Alzò lo sguardo dal sentiero battuto e incontrò gli occhi del suo ragazzo, vulnerabili e feriti per quel gesto mancato.

Potresti dirmi cosa ho fatto di male? Così almeno posso scusarmi e la piantiamo qui. E' per ieri e la cosa in corridoio? Posso farmi vedere in giro con una cheerleader se vuoi, se non sei ancora pronto, tanto a New York manca poco, non è un problema.”

Non è per quello.”

E per che cosa è allora? E' da quando siamo tornati dal lago che mi eviti, non mi parli e ti arrabbi per queste cose. Vorrei almeno sapere cosa ho fatto.”

Non... non hai fatto niente.”

Quindi?”

Quindi.”

Rimasero in silenzio per un paio di attimi, ognuno stretto nella propria giacca senza riuscire a trovare il coraggio di guardarsi negli occhi.

Credo che io e te dovremmo prenderci una pausa.”

Brutte, bruttissime parole, che non volevano dire niente e che in realtà erano sinonimo di rottura nella testa di entrambi.

Mi stai prendendo per il culo?”

No... credo dovremmo davvero-”

Perchè mi stai lasciando?”

Blaine si morse il labbro, cercando di non capitolare, non poteva cedere in quel momento.

Non ti sto lasciando, vorrei soltanto un po' di tempo per capire se-”

Per capire cosa? Stiamo insieme da quasi due anni e tu hai bisogno di capire se vuoi stare con me? Una pausa adesso vuol solo dire che mi ignorerai un'altra settimana prima di dirmi che non vuoi più che stiamo insieme. Abbi le palle di lasciarmi adesso, almeno.”

Io non voglio lasciarti,” almeno quella non era una bugia. “Ma non possiamo andare avanti così.”

Oh Cristo, non mi dire che è per i nostri genitori, ti prego dimmi che non mi stai lasciando per colpa loro.”

Blaine deglutì le lacrime e il senso di colpa che gli attanagliava la gola.

E' la cosa migliore.”

La cosa migliore 'sto cazzo!” sbottò Sebastian, alzandosi in piedi e cominciando a gesticolare furiosamente. “La cosa migliore per loro, non per me e te. Non mi interessa cosa ti ha detto tuo padre, é solo un egoista che pensa a se stesso. Perchè non capisci che lui non tiene a te quanto me?”

Blaine tenne lo sguardo basso. “Non vuol dire che non ci vedremo mai più. Tu... io sarò sempre nella tua vita, e ti vorrò sempre bene.”

Oh beh, gran bella consolazione.”

Sebastian non rendere le cose ancora più difficili, non voglio ferirti-” Blaine si interruppe quando Sebastian si inginocchiò davanti a lui e gli prese il mento tra le dita per obbligarlo a guardarlo negli occhi.

Si avvicinò piano a lui e lo baciò sulle labbra, senza fretta alcuna, tenendolo per il mento e passandogli l'altra mano tra i capelli appiccicosi di gel. Quando si staccò da lui, avevano entrambi il fiato corto e le guance rosse.

Dimmelo guardandomi negli occhi. Dimmi che non vuoi più stare con me.”

Blaine trattenne il respiro, Sebastian era così vicino che sarebbe bastato davvero niente per baciarlo ancora e ancora e ancora e scusarsi delle cose che gli aveva detto. Sarebbe bastato davvero pochissimo. Avrebbero potuto fregarsene di quello che dicevano i loro genitori, avrebbero potuto stare insieme felici chissà per quanto ancora.

Non voglio più stare con te.”

Si pentì di quelle parole nel momento esatto in cui vide il cuore di Sebastian spezzarsi davanti ai suoi stessi occhi.

Scusami amore mio, scusami.

Sebastian non disse altro, annuì leggermente e si alzò in piedi. Si scrollò le ginocchia sporche di terriccio e si voltò nella direzione in cui era venuto.

Blaine lo perse di vista nel momento in cui il suo sguardo si appannò e cominciò a piangere, su quella panchina in cui tutto era iniziato.

E tutto era finito.

 

 

 


...Forgive me, maybe?

   
 
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