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Autore: firephoenix    28/02/2013    5 recensioni
"Coraggio Blair... illuminami."
Dopotutto si sa! Quando c'è di mezzo Blair succede sempre l'inimmaginabile! Questa ff a più capitoli è una specie di sfogo perverso che mi girava per la mente da un po'! Spero di essere stata all'altezza di un rating arancione e dato che ho bisogno di saperlo (c'è bisogno che ve lo dica?) recensiteee!!!
KidxLiz
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blair, Death the Kid, Liz Thompson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov. Liz


Camminavo a tentoni nel buio verso il salotto (perché quello doveva essere il salotto giusto?) cercando, con le mani protese in avanti, il mio partner. Davvero un idea brillante quella di Blair “Maka chan dice sempre che quando non puoi vedere tutti gli altri sensi diventano più forti! Al buio riuscirai sicuramente a far impazzire quel bel pesciolino! Nya! Se la vista non è bastata ci penseranno il tatto, l'udito, il gusto e l'olfatto a farlo sciogliere! Devi essere sfuggente, però! Dagli un assaggino delle tue qualità femminili e poi scappa via lasciandolo insoddisfatto, fidati di Blair! Nya!” mi aveva consigliato e io scioccamente ero andata fino al contatore per staccare tutte le luci della casa. Già, un'idea stupefacente la sua... il mio stinco sinistro sbatté rumorosamente contro lo spigolo del tavolino davanti al divano e io trattenni a fatica un gemito di dolore... peccato che avevo trascurato un piccolo e insignificante dettaglio: IO NON HO LA VISTA NOTTURNA DI UNA GATTA!
Ma almeno adesso ero sicura di essere in salotto.

Stavo imprecando in tutte le lingue conosciute o meno quando poco distante a me, alla mia destra, sentii un rumore sordo seguito da un piccolo gemito e da una bestemmia masticata. Quel tavolino ha proprio voglia di fare amicizia stasera. Stavo per deridere Kid quando inciampai in un tappeto sollevato e caddi di faccia sui cuscini del divano che si spostò in avanti, facendo un casino pazzesco. Sentii il moro scoppiare a ridere come uno scemo e, senza riuscire a trattenermi, mi misi a ridere anche io, trasportata dal tono della sua meravigliosa risata. Un altro tonfo e le lacrime cominciarono a solcarmi le guance per il troppo ridere.
«Aspetta... Kid» dissi a fatica «dove sei? Oddio non vedo un cazzo!» mi sollevai dal divano e cominciai a tastare tutto ciò che mi capitava sotto mano in cerca dello shinigami.
«Sono qui» la sua voce mi arrivò da destra «aspetta non muoverti vengo io così evitiamo di rovinarci in due» mi disse mentre ridacchiava.
Incredibile come una cosa che doveva entrare nella storia come “incredibilmente sexy” ne stesse uscendo fuori come “imbarazzante e estremamente ridicola”.
«Oh padre! Che cavolo è questa cosa viscida??» esclamò Kid suscitando le mie risate «ok non lo voglio sapere. Decisamente non lo voglio sapere»
«Ehi sei sicuro di star andando dalla parte giusta? Adesso vengo lì io» mi asciugai veloce le guance e, sorridendo come un'idiota, feci qualche passo in direzione di dove avevo sentito la voce del mio compagno di disavventura l'ultima volta e la mia testa incontrò la sua in modo decisamente poco piacevole.
«Oh santo dio! Certo che la tua testa e più dura di quanto pensassi!» esclamai massaggiandomi la fronte.

«Parla quella fatta di metallo!» si lamentò lui.
«Guarda che sono in forma umana adesso, idiota!» urlai tirando una sberla alla cieca che purtroppo non andò a segno.
«Adesso stai ferma e zitta che così magari riesco a concentrarmi e ti raggiungo» disse e lo sentii muoversi con calma verso di me.
«E come pensi di trovarmi se non faccio alcun rumore, dio dei miei stivali
«Ricordati che posso vedere la tua anima intelligentona» trasalii quando la risposta arrivò ad un soffio da me. Kid posò delicatamente la sua mano all'altezza del mio seno dove, evidentemente, la mia anima era ben visibile ai suoi occhi ambrati «non puoi avere segreti con me, non puoi celarmi i tuoi sentimenti e i tuoi desideri, non puoi nasconderti» arrossii.
«Oh smettila di fare il figo! Ammetti che era solo una scusa per toccarmi le tette!» Kid ridacchiò e ritrasse la sua mano lasciandomi una sensazione di fredda solitudine.
«Allora Elizabeth... vorresti gentilmente spiegarmi perché hai spento le luci della casa»
«A ehm... perché pensi che sia stata io? Insomma potrebbe essere saltata la corrente»
«Ma davvero? Anche Black*star sarebbe più credibile di te!»
«Ehi!» dissi tirandogli un pugno sul petto «guarda che io non centro proprio nulla» esclamai suonando falsa anche alle mie stesse orecchie. Kid sbuffò come seccato, mi si avvicinò ancora di più e incrociò le dita delle sue mani alle mie. Per un attimo pensai, sperai, che mi stesse per baciare davvero, senza foga, senza malizia... ma lui si limitò a sussurrarmi una domanda sulle labbra:
«Se è saltata la corrente allora mi spieghi perché non è ancora tornata?»
Avete presente quando nei film c'è un momento in cui il protagonista pensa cose tipo “sono nella merda” o “adesso sono morto” o “è la fine” e poi capita sempre quella botta di culo pazzesca che ribalta la situazione? Ecco. Come a invocarla la luce tornò accecandoci sia nella vista che, per quanto mi riguarda, nella mente. Non feci in tempo a pormi la domanda che la risposta mi venne data da una vocina nella testa che diceva più o meno “forse era meglio cercare la levetta giusta del contatore invece di perdere la pazienza e spararci contro facendo davvero saltare la luce... di mezza Death City”
Bé che c'è? Avrei voluto vederti te alle prese con un contatore con più di 200 levette! Questa villa ha troppe stanze maledizione!
Nonostante il mio monologo mentale riuscii a cogliere l'occasione al balzo:
«Visto? Che ti avevo detto?» dissi a Kid che mi guardava perplesso mentre io ringraziavo mentalmente chiunque avesse riattaccato la corrente con cotanto tempismo.
«Però toglimi una curiosità... che cosa avresti fatto se fossi riuscita a raggiungermi al buio?» mi chiese il mio shokunin alzando un sopracciglio. La mia spavalderia lasciò il posto all'imbarazzo più totale. Balbettai qualcosa senza senso indietreggiando, mentre lui mi si avvicinava con un sorriso furbetto sul viso. Fu proprio quando la mia schiena toccò una delle pareti del salotto che sentii il mio cellulare squillare nella mia stanza e, usando questo colpo di fortuna come scusa, scappai dall'ipnotico sguardo di Kid.

 

Pov. Kid
 

Fissai la schiena della maggiore delle Thompson mentre si allontanava da me a gran velocità e per un istante temetti che per lei tutto questo fosse solo un gioco. Ma che vado a pensare! Mi passai una mano sulla fronte scompigliandomi i capelli. Aspetta... scompigliandomi i capelli?? Divino padre! Liz ha decisamente una cattiva influenza si di me! Partii in quinta verso il bagno per sistemarmi il ciuffo in modo simmetrico quando, passando davanti alla camera delle mie buki, sentii Liz che parlava al telefono parecchio concitata. Dando per scontato che l'interlocutrice fosse Patty, decisi di approfittarne per farmela passare e dirgliene quattro (per due) per il casino che aveva lasciato in cucina quella mattina e feci per aprire la porta socchiusa della camera. Fu la voce di Liz a bloccarmi:
«No! Non ha funzionato!..... Certo che ho fatto come mi hai detto! Il problema non è quello........... Per favore puoi evitare di chiamarlo “pesciolino”?? Mi sembra di star cercando di sedurre una scatoletta di tonno!........... Certo che mostrava interesse, per lo meno sembrava così.................................. COSA???????? Per carità di dio no che non è gay!............. No! Non ho bisogno di prove per affermarlo!................. Lo so e basta! Senti adesso provo a pensare qualcos'altro io, va bene?.............. Ok ci sentiamo, ciao Blair»
Ciao BLAIR???? Ma che cazzo...?
Senza fermarmi a pensare un secondo di più, spalancai la porta della stanza, afferrai una Liz totalmente sconvolta per i fianchi e la scaraventai non troppo gentilmente contro il muro schiacciandola col mio stesso corpo.
«Esigo. Immediate. Spiegazioni.» le soffiai in faccia.
«Io... Io...» ansimò lei completamente stravolta con le guance imporporate, le labbra rosse socchiuse e gli occhi spalancati e lucidi. Incredibile come la sua bellezza riuscisse a incantarmi anche in un momento come questo.
Per evitare di incrociare il suo sguardo le presi i polsi con le mani, li sbattei contro il muro ai lati della sua testa e poi infilai il mio viso nell'incavo del suo collo.

«Perché mi fai questo effetto? Perché prima ti avvicini, poi scappi e poi... Blair? Si può sapere a che gioco stai giocando Liz?» Premetti ancora di più il mio torace nudo sul suo corpo e infilai il mio ginocchio tra le sue gambe per ancorarla maggiormente alla parete in attesa di una risposta «allora?» sibilai. La sentii prendere fiato.
«Bé adesso non mi dirai che l'idea non ti piaceva?» disse a fatica.
«Quale idea scusa?» mi scostai leggermente da lei il tanto che bastava per guardarla negli occhi.
«Tutta questa cosa di sedursi a vicenda per vedere chi si arrendeva per primo» spiegò lei e qualcosa in me si ruppe.
«Quindi per te era solo un gioco fin dall'inizio»
«Hai iniziato tu ti ricordi? Se non fosse stato per te io non...»
«Bé adesso non dirmi che l'idea non ti piaceva» la interruppi scimmiottandola.
«Ma finiscila!» mi disse lei dandomi una leggera spinta.
«Io almeno ho avuto la dignità di non piegarmi a chiedere aiuto ad una gatta ninfomane» risposi spingendola nuovamente alla parete.
«Touchet... ma almeno le nostre idee erano fantasiose, tu non hai fatto altro che baciarmi impunemente»
«Devo scimmiottarti un'altra volta? O preferisci che faccia altro? Magari vuoi che ti mostri come si fa a far impazzire qualcuno senza l'aiuto del Kishin»
«Tsk, dubito che tu ci riesca, a Blair è persino venuto il dubbio che tu fossi ga...» un sospiro strozzato da un gemito uscì dalle labbra di Liz quando le presi rudemente la coscia sinistra e tirai la sua gamba vicino al mio fianco. Senza darle il tempo di dire alcunché, feci lo stesso con l'altra gamba e afferrandola per il sedere, mentre lei attorcigliava le sue lunghe gambe e le sue morbide braccia rispettivamente dietro i miei fianchi e dietro il mio collo, la sollevai e la lasciai ricadere pesantemente sulla sua scrivania rovesciando un paio di smalti colorati. Grazie a dio lei era troppo frastornata per accorgersene. Delicatamente, iniziai a baciarla lungo il collo e con le mani ridiscesi le sue braccia cominciando ad abbassarle le spalline del vestito. Scesi a baciarle la spalla sinistra, inebriato dai suoi sospiri.
Attenzione, attenzione! È stato smarrito un cervello, chiunque lo trovasse è pregato di presentarsi da lord Shinigami che provvederà a restituire il prima possibile il suddetto al proprio figlio.
«Kid...» sussurrò Liz prendendomi il viso tra le mani e poggiando le sue labbra sulle mie.
Fanculo l'autocontrollo, fanculo il mio cervello! Se qualcuno lo trova che se lo tenga pure!

 

Pov. Liz
 

Sentivo la mano aperta del mio partner dietro la mia schiena, sotto il mio vestito, percepivo con distinta chiarezza l'altra mano appoggiata troppo vicina, decisamente troppo vicina, al mio interno coscia, avvertivo ancora la scia dei suoi baci dal collo alla spalla ed era una sensazione semplicemente pazzesca, ma niente era come l'interno calore che si provava a ad avere le sue labbra sulle mie. Era qualcosa di indescrivibile, paradisiaco persino, un piacere antico ed immortale che stavo vivendo sulla mia pelle. Gli passai le dita tra i capelli e sospirai sulle sue labbra aperte sentendo la sua mano che passava dalla mia coscia ai miei fianchi, sollevando il mio vestito più di quanto non fosse già. Mi domandai quanti lembi di pelle mi stesse coprendo... pochi ormai, questo era sicuro. Inarcai la schiena in preda alle scariche elettriche che mi procurava il contatto con la sua pelle diafana, la spallina destra del mio vestito cedette e ne sentii scivolare il tessuto fino a metà schiena. Arrossii quando realizzai di non avere il reggiseno addosso, ma poco importava, come aveva già detto lui non potevo nascondermi in nessun modo, ero già nuda ai suoi occhi. Lo baciai profondamente fino a quando non ebbi più fiato nei polmoni, solo allora concedetti meritato riposo alle mie labbra e riaprii gli occhi. Kid mi stava già guardando e io, scioccamente, feci l'errore di perdermi in quei pozzi d'ambra fino quasi a guardargli l'anima. Sentivo il mio stomaco percosso da un meraviglioso e piacevole sfarfallio che non mi abbandonava un secondo, sentivo il mio corpo così leggero che mi sembrava di poter spiccare il volo se solo lui mi avesse lasciato andare, sentivo che avrei potuto piangere di gioia fino a svuotarmi completamente da tutto ciò che era negativo, sentivo la follia invadermi, ma non quella follia perfida e malvagia che ti avvolge nel suo ghigno malefico, bensì una follia del tutto diversa, una follia che ti fa sentire in grado di fare qualsiasi cosa, di affrontare le tue paure peggiori, di lasciare tutti e tutto solo per la persona che hai di fronte, di poter fare tutto quello che lui ti chiede ad un solo batter del suo ciglio... se non è follia questa... allora è amore.
Stavo per dirglielo. Si, insomma, se dovessi cercare un momento adatto per dire ad una persona... bé... quelle due paroline, quelle rispettivamente da due e tre lettere che sono tanto agogniate, ma molto dure a venir fuori, questo sarebbe stato almeno tra i primi cinque momenti perfetti per farlo. Peccato che le parole di vendetta siano evidentemente molto più facili e veloci da estrarre.
«Qualche altro dubbio sulla mia eterosessualità?» mi sussurrò all'orecchio prima di lasciarmi e di andarsene senza neanche avermi degnato di uno sguardo (insomma ero pur sempre mezza nuda!). Ancora a bocca aperta, sentii Kid urlare dal corridoio:
«Seducimi Thompson! È il tuo turno!» e io capii di esserci cascata come un pollo.

  

Mi lanciai sul letto senza sistemarmi il vestito. Diciamocelo, ero troppo impegnata ad insultare pesantemente la forma di sottospecie più infima e laida di shinigami che sia mai esistita su questo pianeta per preoccuparmene. Sospirai appoggiando il braccio sinistro sulla mia fronte e chiudendo gli occhi. Se non fosse per questo stupido orgoglio andrei in camera sua e lo ammazzerei di baci. Dio, non ci credo... mi sono fatta abbindolare come una scema... Alla fine ha vinto lui... è davvero riuscito a farmi impazzire. Appoggiai la mano destra sul petto che si alzava e abbassava ancora molto velocemente. Se il mio cuore potesse parlare mi avrebbe già mandato a cagare da un pezzo. Un altro sospiro. Aspetta un attimo! Spalancai gli occhi. Che fine hanno fatto i miei iniziali ideali fermamente contrari alla sottomissione delle donne verso gli uomini/shinigami gnocchi dal sexy culo?! Non mi sarei arresa così! Avrei trovato qualsiasi forma di stratagemma oscuro e complesso per farlo impazzire, così l'avrebbe smessa con quella facile ironia, echecazzo! Feci per chiamare Blair, ma poi, ripensando a ciò che Kid mi aveva detto, decisi che avrei trovato da sola una soluzione in modo che non avesse avuto più nulla di cui accusarmi.
«Oh cazzo!» un idea folgorante? Il piano perfetto? L'ispirazione tanto attesa? No. Solamente due dei miei smalti preferiti completamente rovesciati e sparsi sulla scrivania.
Oh merda, oh merda, oh merda, shinigami fa che i miei sospetti non siano veri!! Con un interpretazione degna da ragazzina spaventata in un film horror, afferrai lentamente un lembo del mio vestito, mi girai piano piano, deglutendo, e diressi lo sguardo verso il mio sedere.
«Nooooooooooooooooooooooooooooooo!! Ma questo è un incubo!!» una bella (si fa per dire) macchia di smalto tra il blu e l'arancione se ne stava indisturbata sul dietro del mio vestito all'altezza del mio sedere. Mi gettai a terra sulle ginocchia, agonizzante, con il labbro inferiore tremolante e le lacrime agli occhi. Il mio povero vestito rovinato... e tutto per colpa di quel pervertito di Kid! Ma dico io! Non ne ha altre di scaraventarmi di peso sui miei smalti! Un motivo in più per fargliela pagare. Ma prima di ogni cosa, urgeva un cambio d'abito. Spalancai le ante dell'armadio e l'odore dei vestiti mi investì. Aaaa quanto mi drogherei di questo odore!! Mi ricorda lo shopping! Pensai, eccitata dall'idea di migliaia e migliaia di vestiti nelle mie mani. Frugai un po' nei cassetti, mi immersi nelle magliette e ispezionai gli abiti appesi alle grucce, finché non vidi qualcosa che mi fece sorridere: appeso tra un vestitino cachemire e un maglione, si trovava un completo formato da un top rosso con una piccola cravatta e dei blue jeans, appena sotto, su una pila di pantaloncini corti, era appoggiato un cappello che ricordava quello di un cowboy. Presi il top tra le dita, assaporandone il tessuto morbido. Quanti ricordi... quante missioni... con Kid che dava di matto perché Patty voleva indossare i pantaloni corti, la mia sorellina che si divertiva come una scema e io che morivo di paura dietro i fantasmi. Se poi ripenso alla piramide! Quell'idiota si è quasi fatto uccidere per la simmetria! Per fortuna poi si era ripreso... si, aveva letteralmente smontato uno dei più bei monumenti dell'età egizia, ma si era ripreso. Questo è Kid dopotutto. Kid, il pazzo nevrotico che per la simmetria farebbe di tutto, colui che non può resistere al dolce richiamo dell'ordine. Mmmm aspetta...farebbe di tutto? Non può resistere? Forse la soluzione del gioco è più facile di quanto pensassi. Riorganizzando meglio le mie idee vedevo la risposta delinearsi sempre più chiaramente davanti ai miei occhi. Tolsi velocemente il vestito ormai irrecuperabile (sig) sfilandolo dalla testa e mi infilai nei jeans che stranamente mi andavano ancora bene, poi sgusciai dentro il top rosso, strinsi la piccola cravatta e mi sistemai la chioma bionda dietro le spalle.
Mi girai per mirare il mio riflesso nello specchio, attaccato all'anta sinistra dell'armadio, e mi venne quasi un colpo. Sembrava quasi di essere tornati indietro nel tempo. Uh, quasi dimenticavo. Mi chinai per prendere il cappello caduto per terra e, dopo averlo spolverato un po', me lo infilai in testa.
Guardai lo specchio.
Sorrisi.

 

Il mio cuore stava scoppiando, la mia anima tremava e fremeva mentre stavo ferma davanti alla porta della camera dello shinigami. Ormai ero così colma di qualsiasi tipo di sentimento ed emozione che mi veniva difficile rimanere concentrata per più di due secondi. Cavolo nelle serie tv sembra tutto così semplice. Devo smetterla di guardare quella roba. Non lo avrei mai fatto, lo sapevo, ma stavo cercando di pensare a qualcosa che non fosse Kid, le sue mani, le sue labbra, i suoi muscoli e le sue espressioni da “I'm sexy and I know it”. Più cercavo di non pensarci, più ci pensavo. Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid, Kid
«Kid!» urlai come una scema lanciandomi nella sua stanza. Ci fu un momento imbarazzo da brivido. Il mio shokunin mi guardò basito, non so esattamente se per la mia entrata in scena o per il mio completo che non vedeva la luce del sole da tempo immemore, ma la sua faccia allibita mi riportò temporaneamente alla realtà «volevo dire... e-ehm, Kid...» dissi maliziosamente questa volta (per quanto maliziosi si possa essere dopo una figura di merda).
«Liz...» disse lui ancora un po' perplesso.
«Volevo... ecco... farti una domanda» dissi schiarendomi la voce.

«Prego...» fece Kid, risoluto come sempre.
«Ecco... prima ho pensato ad una cosetta...» presi una ciocca di capelli con l'indice e iniziai a rigirarla «una cosa su questo gioco che stiamo facendo, che vorrei tanto sapere a dove porterà» mi appoggiai con la schiena alla porta e la richiusi, facendola sbattere, in allusione al fatto che tutto ciò che era stato iniziato, in un modo o nell'altro, sarebbe stato concluso lì dentro «dunque, come ogni gioco che si rispetti deve avere dei turni, giusto?» lo vidi alzare il sopracciglio e cercare di capire a dove volessi arrivare «allora, tu hai giocato... vediamo... 4 turni se non sbaglio: l'entrata in camera mia, quella volta sulla porta della cucina, l'episodio con la panna» mi avvicinai lentamente a lui mentre contavo con le dita quello che stavo dicendo «e infine... quella... e-ehm cosa di prima» gli girai intorno come un predatore fa con la sua preda, potevo vedere i suoi neuroni muoversi veloci per capire dove volevo andare a parare «per quanto riguarda me invece, se contiamo la mia apparizione in asciugamano, lo spettacolino dietro la porta della lavanderia» ammiccai verso di lui e vidi le sue guance tingersi leggermente di rosso, mentre alzava gli occhi al cielo «e il tentativo (miseramente fallito) della casa al buio che, ribadisco, non è stata una mia idea ma stavo solo approfittando del momento in cui è saltata la luce» precisai quando lo vidi sorridere sornione «...siamo a 3 turni quindi... questo... si presupporrebbe essere il mio quarto turno, no?» gli diedi le spalle e mi diressi verso il grande letto nero «Sai... non sono mai stata molto brava in matematica» mi girai e lo fissai negli occhi, a pochi metri da me. Alzai le mani sulle quali erano ancora segnati i turni miei e di Kid, 4 dita erano alzate sulla destra e 3 sulla sinistra «però se non sbaglio...» feci scattare l'anulare sulla mano sinistra «questo dovrebbe essere l'ottavo round»
Sorrisi maliziosa e perfida insieme.
Kid sgranò gli occhi.
Io mi lasciai cadere sul letto.
E non ci fu bisogno di aggiungere altro.

 

Pov. Blair
 

Balzai agilmente, nella mia forma di gatta, sul davanzale della finestra della camera di Liz. Avevo provato a chiamare più volte “la sorella” nell'ultima mezzoretta per chiederle se il pesciolino avesse abboccato e se voleva che le comprassi un perizoma leopardato per festeggiare, ma lei non aveva risposto e allora avevo deciso di andarla a trovare. Così magari Blair può dare una dimostrazione pratica per insegnare, nya!
Sbirciai dentro i vetri: la luce accesa permetteva la visuale di una camera di media grandezza con due letti, una scrivania in legno piuttosto in disordine,un comodino sul quale stava appoggiato il cellulare di Liz, un grande armadio spalancato pieno di vestiti sparpagliati ma Kid non era un nevrotico? E le pareti piene di poster di band musicali, modelli con i muscoli scolpiti e giraffe. Nessuna traccia di essere umano (o shinigami che sia). Scesi dal davanzale e tornai in forma umana. Guardai la villa del bocconcino e non vidi nessun'altra luce accesa.
«Nya! Promette bene!» sorrisi e feci apparire una grande zucca sulla quale sedermi, dopodiché iniziai a volare attorno alla casa, canticchiando allegramente. Stavo superando una delle tante finestre, quando il mio udito da gatta captò un rumore sommesso. Tornai indietro e saltai ritrasformandomi in gatta su un davanzale. Allungai il muso e miagolai soddisfatta. La stanza non illuminata era maniacalmente simmetrica, al centro di essa si trovava un letto a due piazze, del colore delle tenebre, sopra, due figure si muovevano all'unisono nel nero più profondo, presi da una passione ardente che solo l'occhio più esperto sapeva distinguere dalla follia e si cercavano costantemente in preda a qualcosa di simile, ma ben più forte. L'intensità dei loro sguardi e dei loro tocchi rasentava l'insanità, ma se si osservava più accuratamente, se non ci si lasciava ingannare dai corpi nudi e dai sussurri, si potevano scorgere le loro anime, la loro anima, unita, inseparabile che sussurrava nel buio, nella notte, parole che solo le due figure in quel momento potevano capire, poiché andavano oltre qualsiasi altra umana comprensione. Si poteva scorgere, quasi toccare, l'elettricità che quell'anima scatenava e l'aumentare del battito di due cuori che uniti sembravano voler urlare, sopra i frequenti sospiri, che effettivamente quella particolare follia, che sembrava avvolgere i due corpi, poteva divorarti e imprigionarti quanto voleva, ma che l'amore, quello vero, è decisamente un miglior carceriere.
 

Scesi dal davanzale e mi avviai trotterellando verso casa.
Come farebbero le persone senza Blair? Nya!

 

 

 

 

Salve salvino!

 

Ed ecco la fine! Spero davvero che vi sia piaciuta! Io sono un po' triste perché mi stavo divertendo un sacco a scriverla e adesso quasi mi dispiace che sia finita! Sig! :'(
Vabbè, vorrà dire che mi consolerò scrivendo altro!!! E come promesso, ecco altri disegni!
Un ultimo grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguire la mia storia e a tutti quelli che la hanno recensita! Davvero grazie mille!!!
Alla prossima!

 

XOXO
firephoenix  

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