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Autore: Icant    28/02/2013    1 recensioni
"Stai lontano da me! " Disse lei mentre lo fissava all'estremità opposta del tavolo agitando nervosamente il coltello da cucina in aria.
"Piccola, ragioniamo civilmente" Le disse lui cercando di rimanere il più calmo possibile mentre tentava di avvicinarsi a lei.
"Civilmente?! Lurido figlio di puttana! Ti odio! Sparisci dalla mia vita o ti farò sparire io stessa con le mie mani!"Urlò tirando fuori buona parte della sua rabbia e continuando a tremare col coltello che si passava tra le mani frettolosamente.
"Non lo farai " Lo disse sicuro di sé. Lei non lo avrebbe fatto, lei lo amava e lui era sicuro di questo. Tentò di avvicinarsi ancora.
"No!"urlò lei allontanandosi ed entrando nel lungo corridoio.
"Vai via!" Disse con gli occhi che le iniziavano a pizzicare.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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 Quella mattina Elena Smith si svegliò presto stranamente. Non era solita a svegliarsi di prima mattina, da quando aveva finito l’università passava le serate fino a tardi a vedere tv o leggere libri.
Lui invece, dormiva beato dopo il suo faticoso turno di notte.
O almeno era questo quello che disse a lei.
Il cellulare di Antony Carth, il marito, iniziò a vibrare saltellando furioso sul comodino del ragazzo.
Elena si avvicinò e lo prese, lo schermò si illuminò: una chiamata da un numero sconosciuto.
<< Pronto? >> Disse goffamente con la voce ancora impastata dal sonno.
<< Antony… sono Sharon, mi manchi… stanotte è stata la più bella notte della mia vita, perché non fai un altro turnetto extra e lasci a casa la tua casta mogliettina? >> La voce femminile era provocante, sensuale.
<< Fottiti troia! Sono la moglie! >> E attaccò la telefonata.
Delusione, ancora. Eppure lui le aveva promesso che sarebbe cambiato, che non si sarebbero mai ripetuti tradimenti simili. E invece no, ancora, e ancora.
Tante emozioni pervasero Elena. Un misto tra delusione, umiliazione, tristezza, odio e rabbia; soprattutto rabbia.
Elena si avvicinò al letto dove dormiva il marito pian piano, e gli diede uno schiaffo.
Lui sobbalzò mettendosi seduto e chiese cosa fosse successo.
<< Antony… sono Sharon, perché non fai un altro turnetto extra e lasci a casa la tua casta mogliettina? >> Recitò ironica e poi fece una risata isterica. Stava diventando pazza.
<< Merda… >> Mormorò lui grattandosi la nuca ed abbassando lo sguardo a terra. Che scusa avrebbe inventato? Sarebbe riuscito a tirar fuori una scusa appena sveglio? E soprattutto, lei lo avrebbe perdonato?
<< Oh! Che bravo maritino! Io vado in giro a vantarmi che ho un marito modello, che fa i turni extra di notte per portare la moglie a cena fuori! Che totale idiota vero? Ma cosa pretendo che te ne freghi a te? Hm?! Tu dai un bel bacio della buonanotte in fronte a tua moglie, esci e vai a scoparti una delle tue tante troiette! E’ questo che vuoi? Bene! Questo avrai! Matrimonio di merda! Cosa mi ha detto la testa quel giorno?! Potevo starmene tranquilla al mare a prendere il sole! >> Si sfilò la fede e gliela gettò addosso. Iniziò a piangere e corse in cucina.
Lui si alzò sbuffando e borbottando tra sé. Iniziò ad incamminarsi verso la cucina oltrepassando il lungo e stretto corridoio. Era decorato con foto di loro due insieme, felici.
La vide di spalle, indaffarata a cercare qualcosa nel cassetto delle posate.
<< Piccola… >> Mormorò lui assonnato mentre l’abbracciò da dietro. Lei si girò di scatto tra le sue braccia con un grosso coltellaccio dal manico nero e glielo posò sul  naso ma senza ferirlo, per allontanarlo.
<< Esci da questa casa >> Soffiò lei ansimando. S’era già asciugata le lacrime.
Lui trasalì e s’allontanò, alzò le mani in aria e le disse che stava esagerando.
<< Oh, davvero? Almeno se t’ammazzo non sarò più la tua casta mogliettina >> Disse isterica. Avanzò verso di lui col coltello pronto a colpire, lui s’allontanava camminando all’indietro ed uscirono dalla cucina.
<< Posa quel coltello Elly >> Elly era il suo diminutivo.
<< Non chiamarmi così! >> urlò lei e lui s’allontanò ancora mettendosi dietro al tavolo circolare in legno di ciliegio.
Provò a fare un passo avanti.
<< Stai lontano da me! >> Disse lei mentre lo fissava all'estremità opposta del tavolo agitando nervosamente il coltello da cucina in aria.
<< Piccola, ragioniamo civilmente >> Le disse lui cercando di rimanere il più calmo possibile mentre tentava di avvicinarsi a lei.
<< Civilmente?! Lurido figlio di puttana! Ti odio! Sparisci dalla mia vita o ti farò sparire io stessa con le mie mani! >> Urlò tirando fuori buona parte della sua rabbia e continuando a tremare col coltello che si passava tra le mani frettolosamente.
<< Non lo farai >> Lo disse sicuro di sé. Lei non lo avrebbe fatto, lei lo amava e lui era sicuro di questo. Tentò di avvicinarsi ancora.
<< No! >> urlò lei allontanandosi ed entrando nel lungo corridoio.
<< Vai via! >> Disse con gli occhi che le iniziavano a pizzicare. Continuò ad indietreggiare.
<< Piccola, dammi il coltello e parliamo okay? >>
Elena inciampò nei suoi piedi e cadde a terra, tremava e singhiozzava, non riusciva a parlare; giunta all’esasperazione porse il coltello al marito che andò in fretta a posarlo in cucina e ritornò.
Era ancora lì, seduta mentre piangeva. Chiedeva perché dovesse soffrire così tanto per amore.
Forse per lui era un sentimento anonimo, come tutti gli altri, ma per lei era tutto, viveva per amore.
Si avvicinò alla sposina e s’accovacciò cercando di incontrare il suo sguardo. Sembrava una bimba a cui era stato tolto il lecca-lecca o il giocattolo preferito e al pensiero lui sorrise dolcemente.
Aprì bocca per dire qualcosa ma subito dopo la richiuse, semplicemente l’abbracciò.
<< Ti amo… scusami… >> Le sussurrò lasciandole baci tra i capelli. Ed era vero.
<< Anche io e questo mi sta distruggendo >> Ammise abbandonandosi tra le braccia di lui.



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Spazio Autrice:
Buona sera gente!
Spero che questa os vi sia piaciuta.
Personalmente sono soddisfatta e mi piacerebbe ricevere il vostro parere.
Ora devo andare e non ho nemmeno molto da dire lol.
Ciau.
  
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