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Autore: Nat_Matryoshka    01/03/2013    1 recensioni
10 - There is a lady sweet and kind [Loki/Sigyn]
"Era iniziato tutto da un sorriso e dalla più semplice delle domande. Per quanto potesse pensarci e ripensarci, Sigyn lo vedeva sempre allo stesso modo: quello con Loki non poteva essere stato un incontro casuale. Se c’era un fato –e in qualche modo sentiva che esisteva- li aveva voluti insieme fin dall’inizio."
[Raccolta di one-shot, centric! e pairing centric!]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Sif, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Come uno specchio

 

 

 

“Thor? Non ti alleni con noi oggi?”

 I passi cadenzati di una figura femminile percorrevano i pavimenti di marmo dei corridoi del palazzo di Asgard, incidendo il loro ritmo lieve eppure deciso nelle venature che li segnavano. Per quanto la grazia apparente di lady Sif avesse tratto in inganno più di un uomo che la osservava per la prima volta, la giovane era tutt’altro che una fanciulla dolce e indifesa: la lancia che stringeva tra le dita ne era una testimonianza più che evidente. Un bel fiore ben protetto dalle spine, come scherzavano in molti quando la ragazza non era a portata d’orecchio. Eppure, erano in pochissimi a conoscere quello che di importante c’era da sapere su di lei…

Lo aveva trovato in piedi davanti a uno dei balconi, l’aria assente. Non ci aveva messo molto a capire che stava pensando a qualcuno, e Sif sapeva fin troppo bene chi fosse quel qualcuno.

“Siamo nel cortile dietro le stalle. Volstagg per una volta tanto non si è portato un bue intero da mangiare e Fandrall si comporta da persona quasi seria” aveva sospirato, senza riuscire a trattenere uno sbuffo di seccatura. “Non ti unisci a noi? È da tanto che non ci alleniamo tutti insieme…”
Aveva lasciato cadere il discorso, esitante. Lui si era voltato e l’aveva ripagata con uno sguardo gentile e un altro sorriso, diverso anni luce da quelli ampi e radiosi che ricordava.

“Precedetemi pure, tra poco vi raggiungerò volentieri. Grazie, Sif.”

Non aveva avuto altra scelta se non quella di ritirarsi con rispetto, scivolando nuovamente attraverso i corridoi del palazzo di Asgard, facendo propria la tranquillità delle sue zone più nascoste fondendosi con lo stesso rumore dei suoi passi, sempre leggero, sempre uguale. Tump. Tunf. Tump. Tunf. Tump.
A pensarci bene, aveva una gran voglia di esercitarsi con la lancia: da quanto tempo non ci si dedicava? Mesi, di sicuro, se si escludeva il breve scontro con il Distruttore su Midgard. Anche se in compagnia di Fandrall, Volstagg e Hogun, quando si trovava faccia a faccia con la sua arma si isolava completamente dal resto del mondo, per entrare in quella dimensione solo sua in cui contavano la velocità, la destrezza, i riflessi. Ne usciva stanca, certamente, ma in qualche modo anche ricaricata.

Quel giorno, però, un semplice allenamento forse non sarebbe bastato a farle dimenticare quel viso assorto.

 

***

 

L’aria fresca del mattino di Asgard la rimise quasi subito di buon umore, così come l’aver ripreso finalmente possesso della sua arma, che fremeva come se non chiedesse altro che di essere impugnata e adoperata. E lei non si sarebbe di certo fatta pregare.
I suoi amici si erano sistemati ad una certa distanza da lei e avevano già iniziato il loro allenamento, rivolgendole qualche cenno col capo e un paio di considerazioni generiche sul tempo. Lei li aveva salutati a sua volta e aveva scherzato come al solito ma, terminati quei convenevoli, la forza che scaturiva dalla sua lancia l’aveva assorbita del tutto. Come faceva ad ignorarla ancora?

Iniziò subito con una serie di scarti e affondi, ritirandosi e allungandosi verso un bersaglio immaginario con eleganza e forza, spostandosi velocemente quando necessario e contrattaccando con precisione, come se si trovasse davanti non ad un solo avversario, ma ad un intero esercito schierato in battaglia. Era facile: una volta ripresa la mano, le sembrò di non aver mai lasciato quell’abitudine alle esercitazioni mattutine, e i movimenti le riuscirono sempre più fluidi, anche più dell’ultima volta.
Sorrise tra sé e sé, e per un attimo le sembrò di aver sconfitto la Sif insicura che dormiva dentro di lei, quella che cercava di indurla a scoraggiarsi ogni volta che non si comportava dalla guerriera perfetta che ormai tutti si aspettavano fosse. Erano bastate una lancia, una bella mattina, e un po’ di sicurezza…

I pensieri, però, sembravano non volersi fare da parte tanto facilmente.

Pensava a Thor, ovviamente, e a quanto sembrasse strano da quando era tornato da Midgard: sicuramente era meno rumoroso, più silenzioso, in qualche modo più maturo… non che ci fosse nulla di male – prima o poi sarebbe dovuto accadere, in fondo era destinato a succedere a suo padre Odino come re di Asgard – ma lo conosceva troppo bene e capiva che gran parte di quella improvvisa serietà era dovuta ad un groviglio di idee che gli afferravano la mente, come stava succedendo a lei in quel momento. E ricondurle all’umana era stato quasi naturale.

Continuò a piegarsi e a scartare. L’aveva avuta davanti agli occhi per pochissimo tempo, troppo poco per farsene un’opinione vera e propria, ma quanto aveva visto di Jane Foster era bastato a farle capire che, sotto l’apparenza fragile e delicata di una giovane donna mortale, si nascondeva un cuore forte, la tenacia di chi desidera qualcuno e non vuole lasciare andare l’oggetto del proprio amore. In qualche modo, la ammirava: avrebbe potuto scappare in ogni momento, andarsene via e lasciarsi tutto alle spalle alle prime avvisaglie di pericolo, e invece era rimasta e non si era mai arresa, neppure quando sembrava che tutto fosse perduto. In quello si somigliavano, ammise.

Allora, perché Thor non ha scelto me?

Lanciò l’arma con troppa foga, mandandola ben più lontana di quanto avrebbe voluto. Perché doveva lasciarsi condizionare da quei pensieri? Non aveva mai immaginato Thor in quel modo, eppure, da quando lady Frigga le aveva parlato della depressione che sembrava averlo preso in scacco, chiedendole di aiutarlo ad uscirne, quello che era stato solo un caro amico d’infanzia e una persona sulla quale contare era diventato qualcosa di più, qualcosa che non sapeva spiegarsi ma che la faceva soffrire. Una puntura piccola, come quando si bucava il dito con l’ago nel tentativo di ricamare qualcosa. Una puntura che però restava ferma nel suo cuore a lungo.

Chiuse un’altra serie di assalti e si fermò, le orecchie che le ronzavano fastidiosamente.

Decise di fermarsi: accumulare fatica invece di scaricarla era inutile, avrebbe fatto meglio a riposarsi un attimo davanti al piccolo stagno del giardino della reggia e a raccogliere i pensieri per poi buttarli via tutti. Per cui si sedette e strinse le braccia intorno alle ginocchia, togliendosi i capelli dagli occhi e gettando uno sguardo all’acqua sotto di sé senza volerlo, attirata da quella superficie come una bambina curiosa.
E proprio come quando era bambina osservò il viso che ricambiava il suo sguardo dall’altra parte, chiedendosi se davvero fosse il suo riflesso quello che la osservava e non gli occhi grandi e spauriti di una qualche creatura marina, che aveva preso le sue fattezze per ingannarla. Gli spiriti non esistono, e nemmeno le creature acquatiche, le ricordò una vocetta acuta che sembrava proprio appartenere ad una Sif di pochi anni. Eppure… qualcuno aveva mai provato il contrario?

Un raggio di luce la costrinse a socchiudere gli occhi, facendo brillare l’acqua di una sfumatura dorata.

***

Aveva sei anni la prima volta che si era sentita diversa dalle bambine che vedeva passeggiare per il palazzo, al seguito delle loro madri o delle loro insegnanti, pronte a diventare delle piccole dame di corte perfette. Lei era come loro, eppure non in tutto uguale: preferiva correre e cavalcare piuttosto che danzare e imparare a ricamare, e l’unica canzone della quale voleva imparare le note era quella della spada, dell’arco e della lancia. Forse era l’influenza dei ragazzi che frequentava, del principe Thor in particolare. Forse no, forse si trattava semplicemente di carattere, o del fatto che avrebbe voluto seguire suo padre dovunque e imitarlo come se fosse stata anche lei un membro della guardia reale. Fatto stava che aveva iniziato ad intraprendere quella strada che l’avrebbe portata a diventare Sif, la lady guerriera, anche se ancora non lo sapeva, e continuava a vivere le sue giornate di bambina vivace tra lo studio e le corse sfrenate per i giardini di Asgard, senza pensieri come solo una ragazzina poteva esserlo.

Come tutti, anche lei era cresciuta. C’erano stati scontri e vittorie, un cambio inaspettato di aspetto (merito di Loki e della sua inesauribile voglia di fare scherzi. A dirla tutta, però, non le dispiacevano quei capelli così scuri, così forti, anche se avevano perso la loro lucentezza simile all’oro lucidato), le solite stupidaggini tra compagni e i festeggiamenti… tra le righe di ogni momento, stava già serpeggiando qualcosa. Eppure non se n’era accorta: con Thor era sempre la stessa, si prendevano in giro e lottavano da vecchi amici quali erano, tanto che nessuno aveva mai sospettato nulla. Neppure lei stessa. Perché allora quei pensieri avevano iniziato a tormentarla tutti insieme?

 
Si alzò in piedi di scatto, frantumando l’immagine riflessa che continuava a guardarla, aspettando una sua reazione. Non sapeva neppure lei cosa aspettarsi da Sif, la dea della guerra. Che prendesse in mano la sua vita, che si dichiarasse (quella parola le suonava strana, come se il suo vocabolario non la ammettesse neppure), che facesse capire all’amico di una vita che la mortale di cui si era invaghito non era nulla in confronto a lei, agli anni che avevano passato insieme, ai loro trascorsi? No, non era da lei. Lei combatteva, non persuadeva a parole la gente. E poi, a cosa sarebbe servito convincerlo di qualcosa che neppure sapeva definire?
Le sue dita incontrarono di nuovo il ferro della lancia: era freddo, sicuro. L’unica certezza che riusciva a trovare in quel groviglio di punti sospesi era proprio la sua consapevolezza di essere lady Sif. La guerriera, la ragazza dura e forte, la dea fragile che si proteggeva con un elmo di nebbia e un’armatura di convinzione. Lei.

E non voleva cambiare. Non sarebbe cambiata.

 

Lo specchio d’acqua ai suoi piedi le restituì un sorriso spavaldo, perfetto per la ragazza che lo indossava. Non c’era bisogno di trucchi, quando si trovava di fronte a sé stessa.
Ricominciò con gli affondi, tese il suo corpo come un elastico, sfogò quello che provava trasformandolo in forza, in movimenti precisi e fulminei.

Devo essere soddisfatta di quello che sono. Forse lo sarà anche lui, un giorno.
Magari già lo è.

 

Lady Frigga aveva ragione, rifletté mentre tornava dai suoi compagni: a volte, quando si condivideva troppo, si finiva col diventare più di una ragazza, ma meno di una donna.
Eppure… se esisteva un compromesso, avrebbe continuato ad essere la donna con l’armatura che la sua immagine riflessa le regalava.

 

 

 

 

****

Angolo (dei pensieri sparsi) dell’autrice

Ok, detesto quando ho in mente da millenni cosa scrivere riguardo ad un personaggio e poi, una volta davanti al foglio, tutto quello che mi era venuto in mente diventa qualcos’altro. Classico.
Anyway, era da parecchio che volevo scrivere una Thor/Sif (anche se in questo caso forse è più una Sif!centric) e raccontarla dal mio punto di vista… nonostante di Sif si sappia poco o nulla – riguardo al film, almeno – mi intriga moltissimo come personaggio, e la vedo come una ragazza molto forte, anche se con qualche tentennamento, soprattutto dopo la comparsa di Jane. Anche perché in originale è lei la compagna di Thor, quindi…
Come sempre, spero di non essere andata OOC!

Il titolo fa schifo ma la mia vena creativa si era esaurita, pardon. L’episodio dei capelli tagliati da Loki l’ho ripreso dalla mitologia, viene citato anche nel fumetto e non nel film, ma era funzionale ai fini della trama. Non vogliatemene <3
Grazie 9Pepe4 e a __Sayuri__ per le belle recensioni, e sempre a Sayuri per aver inserito la storia nelle seguite! Grazie anche a tutti voi “lettori silenziosi”, ma sappiate che il vostro contributo è sempre importante, con critiche, consigli e varie :)

Alla prossima!
Nat

   
 
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