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Autore: Fly_With_Me    01/03/2013    0 recensioni
Lily faceva volontariato all'ospedale.
La sua vita cambiò quando incontrò un ragazzo.
Se ne innamorò.
Cinquant'anni dopo gli scrive una lettera per il suo compleanno.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You're my guardian angel.

13 Settembre 2063

Caro Niall,
oggi è il giorno del tuo settantesimo compleanno.
Mi manchi. Mi mancano i tuoi abbracci. Mi mancano le giornate in cui stavamo insieme.
Mi ricordo ancora il giorno in cui ti ho conosciuto. Ero di turno in ospedale come volontaria, aiutavo i malati terminali. Mi avevano assegnato la stanza numero 24 quel giorno. Che era apparentemente vuota, tranne che te che se ne stava seduto nel letto smanettando con il cellulare.
Quando entrai alzasti lo sguardo, e vidi i tuoi occhi azzurri.
“Piacere Niall.” Dicesti solamente. Mi avvicinai a te con fare riluttante e dissi “Io sono Lily.”
“Da dove vieni?” mi chiedesti squadrandomi, sembrava che quei tuoi occhi riuscissero a trapassarmi da parte a parte. “Sono degli stati uniti.” Mentre pronunciavo quelle parole avvampai senza un motivo preciso. Riusciva a vedere il mio imbarazzo, così battesti due volte la mano sul materasso invitandomi a sedermi accanto a te. “Vieni qui. Non mangio mica.” E cominciasti a ridere.
Sorrisi anche io, e mi distesi accanto a te poggiando la schiena sui cuscini.
“Posso chiederti una cosa?” dissi piano. Sussurravo quasi.
“Dimmi tutto.” Dicesti guardandomi negli occhi, il sorriso che non abbandonava il tuo volto.
“Come mai sei qui?” chiesi. Il tuo sguardo si rabbuiò per un attimo.
“Tre settimane fa mi hanno diagnosticato la leucemia. Sono venuto qui perché nella mia città non c’erano i macchinari adatti.” Alzasti di nuovo lo sguardo e mi sorridesti.
“Ma adesso sono qui. Dove ci sono le cure adatte e ho una bellissima ragazza dai capelli fucsia a prendersi cura di me.” Avvampai anche io.
Quel giorno scoprii che venivi da Mullingar, una piccola cittadina dell’Irlanda.
Con sguardo sognante mi raccontasti del tuo paese, e vidi quanto ne eri orgoglioso.
Scoprii anche che il tuo colore preferito era il blu e che adoravi mangiare il pollo.
Quando arrivò il momento di andarmene tu mi afferrasti un polso e mi dicesti
“Lily, posso confidarti una cosa?” quando stavi parlando tenevi lo sguardo basso.
“Puoi dirmi tutto Niall. Sono qui per te.” Dissi io guardandoti.
“Ci conosciamo da poche ore, ma non mi sono sentito mai attratto da una persona tanto quanto sono attratto da te.” Mentre lo dicevi i tuoi occhi azzurri erano fissi nei miei, e in quel momento giuro che sentii il cervello andarmi in pappa.
“Lo terrò a mente.” Quando dissi quelle parole pensai Lo terrò a mente? Ma cosa vai dicendo Lily?!
Per scusarmi ti baciai piano la guancia. “A domani.” Dissi, e uscì dalla stanza.
Per tutta la notte non pensai ad altro se non a quello che mi avevi detto, e le farfalle che volavano impetuose nel mio stomaco mi dicevano che tu non mi eri per niente indifferente.
La mattina contai i minuti aspettando il momento in cui iniziava il mio turno in ospedale.
Arrivai con un anticipo di 40 minuti. All’inizio non volevano farmi entrare, perché ogni volontario deve fare solo un paio d’ore al giorno, ma alla fine cedettero.
Quando entrai nella tua stanza tu stavi ancora dormendo. L’infermiera mi diceva che eri molto stanco per via della tua malattia, io mi limitai ad annuire.
Rimasi a guardarti mentre dormivi. Avevi i capelli biondi, ma si rivedeva almeno un centimetro dei tuoi capelli naturali, così scuri da sembrare quasi neri, le lunghe ciglia ti sfioravano piano le guance e tenevi le labbra piene socchiuse. Mi guardai intorno in cerca di qualcosa da fare, e trovai una chitarra accanto al tuo comodino, l’afferrai e cominciai a suonare un po’, ogni tanto canticchiando dei pezzi.

When you’re lost and you’re tired.
When you’re broken in two.
Let my love take you higher.
‘Cause i still turn to you.


Stavo canticchiando queste parole quando sentì la tua voce rompere il silenzio.
“Turn to you di Justin Bieber eh?” alzai lo sguardo dalle corde e tu eri già seduto sul letto che mi stavi guardando.
“S-Si” balbettai io. “Quella canzone è un capolavoro.” Dicesti tu.
“Ti piace Justin Bieber?” chiesi io con gli occhi sbarrati. Di solito i ragazzi odiavano Justin, o al massimo lo tolleravano. Ma un ragazzo a cui piaceva davvero non l’avevo mai incontrato.
“Stai parlando con un Bieber-boy ragazzina.” Dicesti tu. E scoppiammo a ridere insieme.
“Hai una bella voce. Canta ancora per me.” Mentre lo dicevi mi guardavi dritta negli occhi, e le farfalle nello stomaco si fecero sentire di nuovo. Abbassai lo sguardo e tornai ad accarezzare piano le corde.
Stesi tutta la sera con te. A ora di cena io uscì dall’ospedale e tu mi guardavi dispiaciuto.
Quando fui fuori dall’edificio mi accorsi che mi mancava qualcosa. Mi mancavi tu.
Così andai al McDonald lì vicino e ordinai crocchette di pollo, patatine e coca cola in quantità.
Rientrai nell’ospedale e tornai nella tua stanza. Quando sono entrata tu stavi guardando inorridito la pasta che ti avevano portato. Io tossii. Alzasti lo sguardo e quando mi scorgesti riuscii a vedere i tuoi occhi illuminarsi. Poi il tuo sguardo si posò sui sacchetti che avevo in mano.
“CIBO! CIBO VERO!” urlasti, facendomi scoppiare a ridere. Mi tolsi le scarpe e mi coricai accanto a te.
Mettemmo tutte le cose da mangiare sul vassoio che c’era attaccato al letto.
Mangiammo tutto in meno di mezz’ora, e per concludere stavamo mangiando un Sunday al cioccolato.
“Niall posso dirti una cosa?” dissi io posando il mio gelato ancora a metà.
“Non vuoi più il gelato? Perché sennò lo mangio io.” Dicesti.
“No è una cosa più importante.” Mentre pronunciavo quelle parole sentivo i muscoli fremere.
“Cosa c’è più importante del gelato?” mi chiedesti tu piegando la testa di lato.
“Questo.” E ti baciai. In un primo momento tu rimanesti fermo, poi portasti una mano tra i miei capelli e rispondesti al bacio, quel bacio che sapeva di gelato, cioccolato e noi.
Ci staccammo di malavoglia per prendere aria.
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?” mi chiedesti.
“Quando sono uscita dall’ospedale mi sono resa conto che mi sentivo vuota. Sentivo che c’era qualcosa che mancava. Mi mancavi tu.” Dissi abbassando lo sguardo.
Tu mi afferrasti il mento, e lo alzasti costringendomi a guardarti negli occhi.
“Non so se sia possibile innamorarsi di una persona in così poco tempo, ma ti amo Lily.” Nei tuoi occhi leggevo la sincerità.
“Ti amo anche io Niall.” Dissi. E ci baciammo ancora. Per tutta la sera.
Due ore dopo l’infermiera mi disse che dovevo andare via, perché Niall doveva dormire.
“Ci vediamo domani.” Dissi baciandoti a fior di labbra.
“Aspetta.” Dicesti, afferrandomi il polso facendomi girare.
“Niall, non posso rimare per molto. Che c’è?” dissi.
“Vuoi essere la mia ragazza?” quella domanda mi prese alla sprovvista. Sgranai gli occhi, poi mi ricomposi e dissi semplicemente “Si.” Mi gettai tra le tue braccia e ti baciai di nuovo.
“Signorina, deve uscire, non può più rimanere qui.” Squittì l’infermiera. Mi alzai di malavoglia dal tuo letto e me ne andai.
La settimana dopo cominciasti il ciclo di chemioterapia.
Quando entrai tu non c’eri, ma tutte le tue cose erano lì. “Niall dove sei?” urlai.
“Vattene.” Urlasti tu da dietro la porta del bagno.
“E perché dovrei farlo? Niall esci per favore.” Ti urlai.
“Non voglio che tu mi veda in queste condizioni. Sono orribile.”
“Lascia questo giudizio a me Niall. Ora esci da quel bagno.” Dissi io quasi all’orlo dell’esasperazione. La porta si aprì piano e ti vidi. Vidi perché non volevi farti vedere.
Ti erano caduti tutti i capelli. I tuoi occhi erano rossi, e una piccola lacrima giaceva alla base dell’occhio.  Mi avvicinai a te e ti asciugai quella lacrima, per poi baciarti.
“Niall, sei bellissimo comunque. Con o senza capelli.” Dissi io.
Tu mi abbracciasti forte e cominciasti a singhiozzare contro il mio petto.
“Ehi, va tutto bene.” Dissi io accarezzandoti la schiena.
“Grazie Lily, sei un angelo.” Dicesti posando il tuo sguardo su di me.
“Niall, ricordate che io per te ci sarò sempre. Qualunque cosa succeda. Te lo prometto.” Sussurrai.
“Sei il mio angelo custode Lils.” Dicesti, per poi baciarmi.
“Ti amo.” Sussurrasti sulle mie labbra. “Ti amo anche io.” Soffiai.
Quella sera non chiusi occhio, passai un’intera notte a cucire.
L’indomani quando arrivai all’ospedale ti vidi strimpellare con la chitarra.
Avevi un foglio davanti a te, e dopo ogni accordo scrivevi qualcosa sul foglio.
Entrai e gli strappai il foglio di mano. “Cos’è questo?” dissi.
“Lils lascialo. Non è ancora finita.” Dicesti.
Guardai il foglio, dove c’erano scritte le seguenti parole.

For Lily – Little things

Your hand fits in mine 
like it's made just for me 
But bear this in mind 
it was meant to be 
And I'm joining up the dots 
with the freckles on your cheeks 
and it all makes sense to me 
I know you've never loved 
the crinkles by your eyes 
when you smile, you've never loved 
your stomach or your thighs 
the dimples in your back 
at the bottom of your spine 
But I'll love them end lessly 
I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if I do It's you (oh, It's you) 
They add up to, I'm in love with you 
And all these little things 
You can't go to bed 
Without a cup of tea 
And maybe that's the reason 
that you talk in your sleep 
And all those conversations 
are the secrets that I keep 
Though it makes no sense to me 
I know you've never loved 
the sound of your voice on tape 
You never want to know how much you weigh 
You still have to squeeze into your jeans 
But you're perfect to me... 
I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if it's true It's you, It's you 
They add up to, I'm in love with you 
And all these little things 
You'll never love yourself 
half as much as I love you 
You'll never treat yourself 
right darlin' but I want you to 
If I let you know I'm here for you 
Maybe you'll love yourself 
like I love you, oh 
I've just let these little things 
slip out of my mouth 
because It's you, oh It's you, It's you 
They add up to and I'm in love with you 
And all these little things 
I won't let these little things 
slip out of my mouth 
but if it's true, It's you, It's you 
They add up to, I'm in love with you 
And all your little things.


Lessi tutto d’un fiato. “Niall è bellissima.” Sussurrai. Poi mi fiondai su di lui e lo baciai.
“Se questo è il risultato dovrei scriverti canzoni più spesso.” Ridacchiasti, io ti colpii lievemente un braccio.
“Anche io ti avevo fatto un regalo. Ma in confronto al tuo è ridicolo.” Dissi io abbassando lo sguardo.
“No dai. Dammelo.” Dicesti tu strappandomi il pacco dalle mani.
Apristi il pacco e tirasti fuori il cappello grigio che ti avevo fatto.
“L’hai fatto tu?” mi chiedesti. Io mi limitai ad annuire. “E’ bellissimo.” E lo indossasti, coprendo la tua calvizia.
I tre mesi che si susseguirono furono i più belli della mia vita. E avevamo fatto l’amore per la prima volta.
Il primo settembre è un giorno che non potrò mai dimenticare. Mi accorsi di avere un ritardo.
Corsi a compare un test di gravidanza. 10 minuti dopo scoprì di essere incinta.
Non sapevo come dirtelo. Quel giorno non venni all’ospedale.
Il giorno dopo mi presi di coraggio ed entrai all’ospedale, ma tu non eri nella stanza.
La Dottoressa mi disse che era l’ultimo ciclo di chemio.
“Lei è la sua fidanzata?” mi chiese ad un tratto.
“Si perché?” la guardavo preoccupata. Quando le dottoresse chiedevano queste cose non era niente di buono.
“Niall sta peggiorando. E’ quasi un mese che va avanti.” Mi disse. Le lacrime mi salirono agli occhi.
“Grazie per avermi informato dottoressa Greene.” Non le lasciai il tempo di rispondere.
Corsi in bagno e iniziai a piangere. Non capivo perché non me l’avevi detto.
Certo, mi ero accorta che eri un po’ più stanco, ma tu dicevi che era colpa della chemio.
Quando uscii dal bagno tu stavi già dormendo, io mi accoccolai accanto a te. Mi addormentai fra le lacrime. Mi svegliai presto. Te lo dovevo dire. O la va o la spacca.
“Niall.” Ti diedi un bacio a fior di labbra. “Svegliati.” dissi scuotendoti un po’, però tu non accennavi a svegliarti. “Nial ti prego svegliati.” Dissi scuotendoti un po’ più forte. Le braccia ti stavano a penzoloni. “NIALL!” urlai. Le lacrime scendevano impetuose lungo il mio viso.
“Signorina, non si sveglierà.” Disse la Dottoressa Greene dietro di me.
“Lui deve svegliarsi. Non può lasciarmi qui. Dovevo dirglielo. Devo dirgli che aspetto un bambino da lui.” Stavo urlando.
Quello fu il giorno più brutto della mia vita. Forse solo il tuo funerale fu peggio.
9 mesi dopo partorii due splendidi gemelli.
Hanno i tuoi occhi. Portano i tuoi nomi. Niall Horan e James Horan.
Gli ho insegnato a suonare la chitarra.
Ora abbiamo una bellissima nipote. Si chiama Elizabeth, ed è la figlia di James.
Mi manchi Niall. Non sai quanto. Ma so che presto ti raggiungerò e finalmente staremo insieme.
Tua, 
         Lily.
 
p.s. Caro Niall,
sono Elizabeth. Ho appena trovato questa lettera. La nonna ha chiuso gli occhi non appena ha finito di scrivere. Diceva sempre che tu eri il suo angelo custode. E lo sei stato davvero. Ci ha cresciuti tutti. Non ho mai conosciuto la vostra storia, ma adesso so che vi amavate davvero, e il destino vi ha separati. Spero che adesso siate finalmente insieme. Porta i miei saluti alla nonna. Ci mancherà.
Trattala bene,
                     Elizabeth.


Angolo autrice:
Ohilà!
So che  non ho aggiornato neanche oggi "I did not ask to be a princess"
ma non sono dell'umore.
Sono un pò depressina.
E quando sono depressa mi ritrovo con scrivere OS depresse.
Spero vi piaccia.
A me non convince tanto.
A dire la verità non so neanche perché la sto pubblicando.
 So solo che è tristissima. 
Ho  le lacrime agli occhi.
Ditemi cosa ne pensate ok?
Per chi segue la FF a capitoli , cercherò di aggiornare presto ve lo prometto.
Vi voglio taaaaaaaanto bene.
Fly_With_Me, xx.

  
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