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Autore: nameless colour    01/03/2013    7 recensioni
Dal testo:
Kurt ebbe la sensazione di avere una fragola poggiata sulla bocca. Una succosa, morbida, saporita fragola. Sapeva di estate. Sapeva di succo di mandorla e menta. Sapeva di brina mattutina e dell’odore del suo negozio di dischi preferito. Sapeva di vita, sapeva di una canzone.
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Blaine non ebbe neanche il tempo di elaborare e di dare ordini al suo corpo perché sentiva il mondo stretto in una mano. La felicità e la disperazione. Kurt aveva il sapore di America. Il sapore di una scoperta. Era un conflitto di emozioni, ma era intenso.
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Ispirato dal video "One more night Trailer | K&B" che ha impazzato sul web.
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E l’odore della polvere dopo la pioggia era meraviglioso.
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Kurt, Blaine, ed il loro destino.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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One More Night

Hiding Place

Liberamente ispirata da questo fanvid.



 

Lima era vittima di una cascata d’acqua quella mattina. Non era smesso un attimo di piovere ed il profumo di terra battuta ed umidiccia riempiva i polmoni di Kurt e Blaine come l’odore dei fiori a primavera o della neve sul davanzale quando ci si sveglia al mattino presto. Dopo la festa allo Scandals non erano stati ancora in grado di parlarsi, ancora, i loro occhi erano spenti ed il loro sguardo buio. Buio come l’atmosfera di quel giorno che proprio non ne voleva sapere di prendere una sfumatura diversa e che quasi sembrava poter essere in grado di condizionare scelte e decisioni altrimenti diverse. L’aria era appiccicaticcia e sembrava letteralmente attaccarsi addosso, tra il cotone e la pelle, e soffocare l’epidermide in una mossa troppo esperta. Tra un “ciao” e qualche “sta’ attento” i loro sguardi si incrociarono ed il coraggio abbandonò i loro corpi. Il coraggio di pensare alla sera prima, alle emozioni della sera prima, a ciò che aveva provocato le emozioni della sera prima; si sa, la notte porta consiglio ma loro non avevano ricevuto questo privilegio, non quella volta.

Blaine era diverso, aveva un’altra luce. Era come se quel grigiore generale fosse in grado di mettere in risalto la brillantezza dei suoi occhi e la vivacità della sua carnagione rispetto all’aria di stanchezza e fiacchezza che era già tangibile alle prime luci della giornata. Blaine brillava, brillava, brillava. E Kurt lo guardava, lo guardava, lo guardava e pensava di non essere mai riuscito a vedere nulla di più bello. E lui arrossiva, arrossiva, arrossiva perché non era riuscito a dormire ed aveva le occhiaie, le occhiaie.

Sei così bello, bello e vorrei baciarti così tanto, così tanto e lo so che quelle labbra sanno di mora e lampone e le tue cosce, l’interno delle tue cosce saprà di panna montata

“Kurt,” una voce fece librare un po’ d’aria dietro le orecchie di Kurt.

Si girò ancora intontito e con un leggero sapore di panna sulla lingua.

“Blaine. Ti stavo cercando.” Idiota, sei un idiota.

“Sì… dopo dobbiamo parlare. Facciamo dopo la lezione di chimica?” le labbra di Blaine si serrarono e gli occhi puntavano in alto a quelli di Kurt.

“Dopo la lezione di chimica.” Fu ciò che questi disse, per poi liquidarlo rovistando confusamente nell’armadietto.

La giornata trascorse abbastanza tranquillamente se non per qualche pensiero fisso che oscillava tra l’eccitazione e la tristezza ed anche l’ora di chimica giunse fredda. Kurt era come sempre appropriato del banco accanto alla finestra, mentre Blaine insieme con Rachel era attraccato al terzo banco della fila destra. Sembrava che i nuvoloni fossero andati via ed una uniforme cappa di caldo fosse tornata a ricoprire le loro teste. Erano tutti alle prove con la vivisezione di una rana e la professoressa Trint era troppo impegnata a fingere di non stare dormendo per accorgersi che in realtà nessuno stava facendo alcunché di quanto richiesto. Solo Kurt sembrava applicarsi, con quegli strumenti troppo sporchi e gli occhi troppo limpidi. Rachel sembrò seguire l’esempio.

 Un fascio di luce dorata scivolava elegante sulla figura angelica di Kurt, addolcendo, se possibile, ancora di più i suoi lineamenti e conferendogli un’aria transumana. Era tutto concentrato, l’occhio sinistro un po’ socchiuso a causa del sole che lo infastidiva, la fronte imperlata e la lingua stretta tra le labbra all’angolo destro. Una stilla di sudore scivolò sul corpicino della rana e sembrò quasi brillare.

“Terra chiama Blaine?” Una voce interruppe la contemplazione.

“Eh? Cosa c’è, Rachel?” Fu catapultato alla realtà.

“Credi che le rane cantino o abbiano le corde vocali?” I suoi occhioni riuscivano ancora a mettergli soggezione. Le voleva bene, dopotutto.

“Direi di sì, non potrebbero… gracchiare? Se non l’avessero.” Il suo tono era divertito perché un po’ si sentiva più leggero, quindi baciò dolcemente Rachel sulle labbra e poi sul naso per poi rimettersi al lavoro.

Niente. Non aveva sentito niente. L’argento del bisturi non riusciva a riflettersi in quegli occhi oramai vuoti. Si rimise al lavoro.

Erano le tre del pomeriggio e Blaine stava aspettando Kurt fuori l’aula del Glee club. Sperava si dessero tutti una mossa perché beh, doveva uscire con Wes e David e non poteva mancare. Quei ragazzi erano ancora parte della sua vita e nonostante non fossero più nella stessa scuola il legame che li univa non si era dissolto.

Una figura slanciata sembrava cercarlo tra i corridoi e dopo un po’ si ritrovarono.

“Ciao.”

“Ciao.” Blaine non sapeva cosa dire ed in effetti si chiedeva cos’avesse bevuto quella mattina per chiedergli di parlare così, di punto in bianco. Erano stati vicini e lui lo sentiva davvero, ma forse era fuori luogo e non aveva molto senso. “Kurt io… ho bisogno di parlarti. È difficile, quindi ti chiedo di non fermarmi perché non sarei più in grado di riprendere.”

“Va bene.” Non riusciva a capacitarsi di nulla. A dire il vero, Kurt era più o meno certo che l’altro stesse per chiedergli di tenere tutto per sé o cose così. Si era abituato a doversi nascondere, ma si era deciso a credere che se il suo nascondiglio fosse Blaine dopotutto poteva funzionare. Avrebbe dovuto mettere in conto che avrebbe potuto sbagliarsi.

“Dovevo uscire con Sam. Quando sono venuto allo Scandals, era perché avevo dato buca sia a Sam che a Rachel. Avrei potuto stare a casa con mio padre a guardare il football,”

le sciarpe, quanto saresti bello con una sciarpa da football a righe. Blaine ti regalerò una sciarpa a righe

“o avrei potuto studiare, o ancora dormire o be’, fare una qualsiasi altra cosa che non fosse andare in un gay club. Ma l’ho fatto.”

Ma l’hai fatto.

“Kurt, tutto questo per me era una sorta di prova. E non prendiamoci in giro, volevo testare se quello che mi succede quando sono… con te, mi sarebbe successo con chiunque. Be’, con tutti i ragazzi. Perché quando ti guardo, quando mi guardi, mi sento bene. Non sento disagio o tensione o altro, mi sento Blaine. Mi sento compreso e non compatito. Quindi sono andato lì e l’ultima cosa che mi aspettavo era incontrarti e quando è successo non sapevo se fossi lì perché io volevo che ci fossi o perché realmente eri davanti ai miei occhi.”

I tuoi occhi. I tuoi occhi sono due oceani di caramello e la tua pelle è così bella, e stai sudando Blaine, stai sudando e se questo è l’effetto che ti faccio allora ti prego vieni qui e stringimi

“E non eri una proiezione, eri davvero tu. Non neghiamolo, Kurt. Tra di noi c’è questo feeling, quest’intesa che non riesco a spiegarmi. Quest’intesa che con Rachel non c’è o non c’è mai stata o è scomparsa ed io non sono sicuro di averla mai percepita. Questa mia sessualità, Kurt, è stata un problema per anni, da quando praticamente percepisco l’altro sesso. Mi sento così in colpa. Mi sento in colpa perché Rachel è meravigliosa ma riesco a comportarmi con lei solo da amico ultimamente e quando siamo insieme non riesco che ad avere ulteriori conferme di quanto in realtà non voglia essere con lei e… sono una persona orribile.”

Non sei orribile Blaine, guardati. Sei meraviglioso, e tu… Dio Blaine, tu hai l’anima di un poeta

“Non sei una persona orribile.” Questa volta non parlava a se stesso. “Scusa.”

“Dicevo, Kurt, che io vorrei provarci. Voglio provarci davvero, ma sono terrificato. Sono terrificato dalle conseguenze, da ciò che potrebbe succedere a me, a te. La mia intera vita potrebbe uscirne compromessa ed io sono veramente spaventato. Però…”

Però ci sono io.

“Però ci sei tu. E tanto vale la pena provarci. Se va, va. Se non va allora sarà solamente un’altra giornata di pioggia.”

Questa volta fu il turno di Kurt. “Blaine, non si tratta di provarci. Tu devi scoprire te stesso, devi imparare a conoscerti e a rivalutare tutto ciò che prima avevi dato per certo. Devi ristrutturarti dalle fondamenta e be’, se tu sei pronto, lo sono anche io. Ti aiuterò passo per passo. Ma piangerai e non riuscirai a tenere il conto delle volte. Litigherai con te stesso, arriverai al punto di volerti prendere a pugni e ci saranno notti in cui la passione ti travolgerà e io… potrei essere lì. Non puoi buttare diciotto anni di falsa consapevolezza in un cestino e credere che da oggi in poi saranno rose e fiori. Sarà sempre un’altalena e tu finirai a terra più e più volte.”

Ma io sarò lì per te Blaine e ti spingerò se cadrai e non starò a guardarti io ti rialzerò

“Ma poi andrà bene.”

Blaine si sentiva rassicurato. Se il compenso era la felicità allora il gioco valeva assolutamente la candela. Rimandò il pensiero di Rachel ai giorni a venire. Kurt lo fissava, lo fissava e si innamorava. Si alzò dalla panchina di legno consunto e abbracciò Blaine. Profumava un poco di lampone mischiato con le more.

Kurt invece sapeva di panna montata.

Il giorno seguente fu un giorno di sole. Un po’ come quelle mattine di maggio in cui ci si ripromette di andare in spiaggia il pomeriggio. Kurt aveva l’armadietto accanto a quello di Rachel e stava prendendo i libri perché aveva letteratura inglese e lei stava aspettando che Blaine si facesse vivo. Arrivò puntuale e lo vide, quel bagliore dorato del giorno prima non lo aveva ancora abbandonato. Rachel fece per baciarlo, ma lui la scansò. E se tempo prima non era stato in grado di riconoscerne il motivo, quel giorno, in quell’istante, era in grado di farlo. Perché le labbra di Rachel erano interrogative e gli occhi di Kurt felici e luminosi e limpidi e belli. E gli sarebbe bastato per il tempo di una vita.

Si rivolse poi alla ragazza in piedi davanti a lui. “Ho bisogno di parlarti.”
 



Note che oramai non leggerà più nessuno dell'autrice: NON AMMAZZATEMI. Tra un problema e l'altro sono ben due mesi che non aggiorno e mi sento veramente, veramente male al solo pensiero. Scusatemi, davvero, ma ho preferito aspettare un pochino d'ispirazione piuttosto che pubblicare qualcosa che magari, rileggendolo, non avrei sentito mio. Spero che il capitolo possa avervi soddisfatti e sì, vorrei tanto sapere cosa ne pensiate. Ne è valsa l'attesa?

  
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