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Autore: Artemisia89    16/09/2007    1 recensioni
Quattro idee.
[Grazia. Distanza. Profondità. Armonia.]
Sword of Mana - Palazzo Devius.
"Di nuvole esenti da morale, staccate da terra senza far parte del cielo."
Dedicato a Lady Antares Degona Lienan.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Chiara

Giusto due parole sulla trama di Sword of Mana: l'essenziale per far capire alla Lady qualcosa su questo RPG che mi ha letteralmente assorbito per una settimana, tanto da spingermi a scrivere questa fanfiction.

Re Granz aveva per moglie la principessa di un mondo chiamato Malvolio, un mondo di esseri soprannaturali, quasi demoni. La principessa, incantata dalla musica del Re, si chiamava Medusa. Decisero di sposarsi nonostante la maledizione fosse pronta ad incombere sulle loro teste: una maledizione provocata dall'aver infranto una certa legge secondo cui le unioni tra umani e malvolio erano vietate. Medusa, raggiunse Granz nel suo regno e si sposarono presso l'Altare del Tempo, ebbero un figlio di nome Devius che costruì un immenso palazzo nel territorio di Jedd e che riempì di uccelli di ogni specie. La stanza in cui dimorò la madre durante il periodo in cui era vicina alla morte era una stanza bellissima e con grandi gabbie, comunicante con gli accessi alle torri del palazzo. Medusa ormai continuava a peggiorare, si decise di farla tornare a Malvolio: i protagonisti della storia, per arrestare l'avanzare della maledizione tentano di infrangere il luogo della loro unione - l'Altare del Tempo - , ma troppo tardi. Medusa muore tra le braccia del figlio Devius, che promette vendetta contro coloro che, piuttosto che usare la magia del Mana, hanno preferito lasciarla morire. Allora i protagonisti della storia, entrano a palazzo Devius e dirigendosi nella parte più alta della torre uccidono un Devius consumato dal rancore.Ho voluto scrivere la storia delle domestiche di palazzo Devius, donne Malvolio, fredde, difficili da amare come il piccolo Tus racconta, eppure tanto devastate da ciò che si è consumato in quel palazzo bello e fragile come vetro. Vuoto, dopo la scomparsa dei padroni. Violato, e ora abitato solo da loro che tentano inutilmente di rimettere in piedi loro stesse, di raccogliere i cocci di ciò che è rimasto.

Ogni personaggio appartiene al legittimo creatore, ovvero l'eminentissima Squaresoft, ma le storie create sulle ragazze sono mie figliocce.

 

Queste pagine, sono dedicate a Lady Antares Degona Lienan, per la sua compagnia che trascende il piacevole, per tutte le volte in cui mi ha ascoltato e ha saputo portarmi via, costringendomi ad alzare gli occhi verso il cielo.
Per tutte le volte in cui mi sono sentita un guscio vuoto: sappi che hai fatto rifiorire in me qualcosa.

 

Sperando che non ti sia del tutto sgradevole.

Grazie.
Artemisia

 

 

 

Prologo

 

 

 

 

Dopo molto, molto tempo mi ritrovai a pensare alle ragazze a servizio a palazzo Devius. Non che fossero pensieri facili, affatto. Erano ragazze difficili quelle, erano idee pallide di mondi lontani.

Avevi l’impressione di sfiorarle, mentre poi ti ritrovavi ad accarezzare l’aria, e a guardare già le loro schiene diventare sempre più piccole, i loro occhi diventare sempre più chiari e le note delle loro canzoni svanire nei corridoi del palazzo.

Fondamentalmente erano idee legate ad altre idee, protagoniste silenziose, in un certo senso, di pochi chilometri quadrati. Prime ballerine di un palcoscenico di luci e di ombre, di giardini notturni, di dimore di uccelli dalle piume dei colori dei sogni. Sentivi il gorgogliare dell’acqua accompagnare discreto i loro passi attraverso il palazzo, e il vento che faceva muovere i veli delle mille finestre, desideroso come non mai di far ondeggiare le loro vesti.

 

La prima volta che entrai a palazzo Devius, sentì la pelle accapponarsi per il pesante flusso magico: l’aria era tranquilla, ma sentivi addosso, in maniera inequivocabile, uno sguardo velato dalla malattia.

L’acqua che si gettava nelle fontane a volte formava dei vortici con cui la luce dei candelabri giocava: il marmo era talmente bianco che tutto sembrava di perla. Il pavimento invece, sembrava un vetro che desse sull’oceano. C’era una sorta di ansia pigra, a palazzo Devius. Un‘atmosfera sonnacchiosa, rassegnata, di dolente attesa.

C’era un’attesa di morte.

 

Le ragazze di palazzo Devius avevano pelle bianchissima, capelli ramati, occhi di cielo. I loro abiti semplici, se possibile, le facevano apparire ancora più belle. A volte, quando la luce della luna entrata da una finestra metteva in risalto un particolare del volto o delle gambe, la bellezza che si accumulava si condensava in un'idea di nuvola.

Di nuvole esenti da morale, staccate da terra senza far parte del cielo.

Così, nuvole a mezz’aria, che per quanto qualcuno si potesse sforzare, erano davvero impossibili da raggiungere, sebbene sembrassero sempre molto vicine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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