Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: Rehara    02/03/2013    4 recensioni
Maka Albarn è una giovane laureata che da quasi un mese è entrata a far parte dell'importante azienda "Evans".
Lei ha un sogno: diventare una grande lavoratrice come sua madre.
Facendo parte di un ufficio squinternato come questo ce la farà mai?
E sopratutto dopo "quell'incontro" cosa accadrà?
---------------------------------------------------------
Questa è la mia prima Fan fiction e spero che almeno ad alcuni piacerà... quindi buona lettura!
-Rehara.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allora ragazzi , questa volta l’ho fatto molto più lungo :’D
Se ci sono errori/orrori o i personaggi sono OOC avvertitemi! ^o^
Grazie a tutti coloro che hanno recensito il capitolo scorso! :33
Ah,l'ho modificato un po' c:
Spero di ricevere qualche recensione ^^
-Rehara.

The mystery of Friday and the mystery of not laid off

Appena ritornata a casa  Maka si buttò subito a letto.
Era stata una giornata molto faticosa e soprattutto … molto irritante.
Per tutto il tempo in ufficio , dopo il meraviglioso colpo di genio che aveva avuto Soul , il suo capo ,  di spifferare ad alta voce a tutto l’ufficio con la sua altezzosa presentazione che l’aveva accompagnata fino in azienda , non riusciva a concepire a che cosa poteva pensare la portinaia Blair su quello che era successo. Di sicuro la donna non avrebbe mai pensato a nulla di casto , la conosceva bene ormai.
Non è che a Maka importasse l’opinione che avevano i colleghi su di lei , ma non voleva che degli stupidi e falsi pettegolezzi su di lei girovagassero in quel covo di matti creduloni.
Soprattutto pettegolezzi di quel genere.
“E pensare che la colpa di tutto  questo è solo di mio padre! Dannato Spirit Albarn!” pensò la nostra sfortunata protagonista.
Perché colpa di Spirit?
Tutta la scorsa notte , suo padre si era messo in ginocchio davanti a casa sua gridando a squarciagola che voleva che ritornasse da lui perché voleva bene sia alla mamma che a lei , non facendola quindi dormire e di conseguenza svegliare tardi.
Questa scena si ripete quasi ogni mese da quando si era trasferita in quella casa da sola.
Infatti le sorelle Mizune , le vicine , molte volte erano sul punto di chiamare la polizia per stalking , ma non l’avevano mai fatto perché temevano che gli “sbirri” scoprissero cosa coltivavano di strano nella loro piccola serra in terrazzo.
Per fortuna Maka dormì stranamente bene quella notte.
Si svegliò anche abbastanza presto da permettersi di uscire di casa in anticipo e di andare a prendere un caffè davanti all’agenzia al bar di nome “Rumba Coffe”, dove servono ogni tipo di pietanza e bevanda fatta col caffè (di prima qualità).
Questo strano bar è di proprietà di Buttataki Joe , detto B.J , che ne ha preso possesso da quando lo “zio Bob”è andato in vacanza ad Honolulu.
Zio Bob , per precisare , è in vacanza da ben sei anni e Maka crede che abbia piantato in asso il suo aspirante successore , anche se B.J ogni volta la contraddice perché crede fermamente che un uomo come Bob non avrebbe mai fatto una cosa del genere poiché il caffè per lui era l’essenza della vita.
Balle. Tutti sanno che Bob odia il caffè ma ama i mandolini e possedeva questo locale solo perché lo aveva ricevuto in eredità dal suo caro nonno.
Finito il caffè , si precipitò all’ingresso dell’agenzia , dove imbavagliò e chiuse nello sgabuzzino la portinaia tettona.
Non poteva correre il rischio di essere al centro delle “news” dell’ufficio.
Sulla sua scrivania erano posate le sue solite pratiche , ma c’era qualcosa di strano:
tutti i computer erano accesi e avevano una mail nella posta “in arrivo”.
Una coincidenza? Non era possibile.
Quasi tutti i componenti dell’ufficio ormai erano arrivati e nessuno aveva il coraggio di aprire quella stupida mail , perché avevano paura? Cosa li turbava?
Neanche erano riusciti a darsi una risposta che il boato della porta d’ingresso che si era spalancata con forza li assordò.
Era entrato il presidente con  la moto in ufficio.
“Aspetta …. è entrato con una moto?!” pensò la ragazza con gli occhi smeraldo.
Maka si poteva aspettare di tutto in questa azienda , ma non avrebbe mai immaginato che un componente dell’agenzia , anzi il presidente in persona potesse fare una cosa del genere!
Era allibita.
“Dove parcheggio la moto?” domandò con tono strascicato l’albino con lo sguardo perso nel vuoto.
“Ehm … c’è il suo parcheggio privato accanto a quello degli impiegati , capo.”  disse gentilmente Tsubaki che era appena entrata , visto che era arrivata per l’ennesima volta in ritardo per colpa di Black*Star.
A volte Maka non capiva come Tsubaki fosse fidanzata con uno come Black*Star , ma doveva accettarlo. Non poteva criticare la sua cara amica riguardo l’amore , in fondo non è mai stata innamorata.
Certo , era stata fidanzata nella sua vita  ma per lei quello non era vero amore , era solo un momento di spensieratezza.
“M-a-k-a-chan…” le lanciò il suo casco con un sorriso malizioso e Maka lo afferrò al volo “Vai a posarlo nel mio studio”.
Maka odiava come scandiva il suo nome , come la squadrava , come le sorrideva , odiava il suo atteggiamento … forse.
Non sapeva descrivere questa sensazione:
sentiva un dolce calore dentro di se che poi si trasformava in una morsa.
Non conosceva questo fenomeno dentro di se , forse avrebbe fatto una ricerca o  non avrebbe fatto niente.
Sempre la solita , credeva che ogni cosa poteva essere risolta studiandoci risolutamente.
Poggiò il casco sulla scrivania dello studio.
Lo studio era al piano di sopra , la stanza era interamente in vetro cosicché il presidente potesse vedere bene ogni dipendente dall’alto , le pareti a destra e a sinistra della scrivania avevano sulla loro superficie due enormi schermi di computer dove erano rappresentati attraverso dei grafici l’andamento delle azioni dell’azienda , dei profitti ottenuti e delle spese , sopra la scrivania c’era un portatile e … vicino ad una grande finestra c’era un pianoforte a coda.
Maka lo fissava.
Non ne aveva mai visto uno dal vivo. Fin da piccola voleva provare a suonare il pianoforte , anche se il suo strumento preferito era l’arpa.
“Ti piace?” disse alla sue spalle una voce familiare , quella di Soul.
“Si ,ma non me ne intendo di musica. Però fin da piccola questo strumento mi affascina.” mentre diceva questo Maka si trastullava i capelli con un dito con noncuranza , aveva un atteggiamento abbastanza infantile.
Soul sorrise , non però con uno dei suoi soliti sorrisi sghembi e furbetti , ma con uno vero e proprio.
Forse davanti a quella infantile Maka si era intenerito o era solamente felice che qualcuno apprezzasse qualcosa di suo che non fossero i soldi.
Si avvicinò verso il pianoforte e con le dita ne tocco la superficie liscia.
“Vuol dire che un giorno suonerò per te” disse posando lo sguardo su Maka mentre continuava ad accarezzare lo strumento come se fosse un gatto.
Il volto di Maka divenne più roseo, non sapeva spiegarsi il motivo.
“O-ora vado a leggere la mail.” Tossì “suppongo che sia da parte tua , presidente”.
Soul tornò di nuovo quello di prima e con un sorriso furbo le disse:
“Vai, è importante se vuoi la promozione , M-a-k-a-chan” .
Di nuovo scandiva il suo nome.
Lo faceva solo per infastidirla , lo sapeva.
“E non chiamarmi presidente” si aggiustò la giacca “chiamami solo Soul” e le sorrise ancora.
Come poteva chiamare il suo capo per nome? Non era maleducazione?
“Ci proverò” disse Maka rivolgendo a Soul uno sguardo un po’ sarcastico.
“Vedi che ci conto , M-a-k-a-chan.”
“Mi stai stufando con questo M-a-k-a-c-h-a-n” sbuffò.
L’albino emise un ghigno.
“E’ questo il bello , no?” la fissò ancora più intensamente “Vedere come cambiano gli atteggiamenti di una  persona a seconda delle occasioni o…” si avvicinò a lei “delle provocazioni…”  disse con un sorriso malizioso.
“Oh , che ragionamenti , presidente. Quanto è furbo , presidente. Sei fantastico , presidente.”  questa volta era Maka che aveva un sorriso furbo e determinato “E’ questo che vuoi che ti dica , presidente?”
“Sei brava a far innervosire le persone, M-a-k-a-chan” rispose al sorriso.
“Grazie per il complimento , S-o-u-l-kun” disse scandendo bene le lettere del nome del ragazzo.
“Sei divertente” ghignò.
“Quanti complimenti oggi!” si girò verso la porta “Ora vado , sono pur sempre un’impiegata”.
Scese le scale senza sentire le ultime parole che le aveva rivolto.
Al piano di sotto , a quanto pare nessuno aveva ancora aperto la mail.
“Vabbè… l’aprirò dopo che finirò le pratiche….” disse guardando i numerosi fogli sulla sua scrivania.
“Maka , ma dove sei stata?” le domandò Liz con sguardo inquisitorio voltandosi verso di lei.
“Tranquilla , solo dal presidente.”
Liz tutto ad un tratto emise una risatina isterica e …. abbastanza pervertita.
“Che avete fatto ,porcellini?” disse curiosa l’amica.
“Liz , basta con le tue fantasie erotiche post-telenovela- vista- dal- computer- dell’ufficio
“Che sei noiosa! Uff..”
“Devo lavorare se voglio uno stipendio , no?
“A quando pare al capo piaci , non potresti sfruttare questo mio pensiero  per fare più soldi?” le domandò speranzosa Liz con una telecamera in mano pronta ad essere usata per filmare la scena.
“Non sono un’escort Liz , sono un’impiegata… non costringermi a obbligarti a vedere una maratona di film horror” disse mentre compilava una pratica al computer.
Il volto di Liz si incupì fino quando il suo viso non diventò pallido.
“Ti prego , questo no!”
“Allora , smettila di guardare film porno e telenovele erotiche.”
“Ma-ma-ma-ma—“
Il loro discorso fu sospeso da Patty che attirava la loro attenzione:
stava fotografando le sue sculture di giraffe.
“P-patty , che stai combinando?” le disse la sorella che non riusciva a capire da dove sbucava fuori una scultura interamente di ghiaccio che arrivava fino al soffitto di una giraffa.
“Fotografo le mie opere per poi venderle su internet!!! GIRAFFE!!” urlò la ragazza sorridendo felicemente mentre scattava fotografie all’impazzata.
“O-ok” dissero le due ragazze ormai abbastanza sottomesse ai discorsi della collega e amica.
Poi ritornarono a lavorare  , almeno Maka ritornò a lavorare.
Tutti gli altri come sempre facevano i fatti loro, quello che era successo ieri era stato solo un miracolo momentaneo.
Infatti , essendo venerdì, le ragazze e i ragazzi si dividevano in due gruppi senza comunicare in due zone diverse del reparto:
le ragazze giocavano a poker e chi vinceva poteva avere il paio di scarpe costosissimo della settimana ordinato al momento in ufficio da internet e i ragazzi giocavano a calcio tra le scrivanie e il vario casino generale per avere l’ultimo calendario della loro coniglietta preferita di Playboy preso in prestito da un negozio.
Non si sa perché proprio il venerdì era stato scelto per fare queste competizioni a premi, infatti oramai era  diventata in un certo senso un’usanza di questo strambo ufficio.
In questi tempi si stavano affermando delle leggende su chi ha iniziato tutto questo , ma nessuna sembra plausibile ,soprattutto perché la maggior parte era raccontata dall’ex professore universitario Excalibuur che le ambientava tutte nel XVI secolo e usando sempre come protagonista se stesso.
Quindi si era persa la speranza di trovare l’inventore di tutto ciò e avevano deciso che questo momento della settimana fosse solo divertimento e competizione assoluta senza nessun’altra distrazione riguardante l’origine.
A Maka però non le interessavano questi stupidi giochi (come li chiama lei):
non era interessata a quelle scarpe , a giocare a carte , ad avere quel calendario pervertito o a giocare a calcio… voleva lavorare per poter realizzare il suo sogno , quindi si impegnava in quello che faceva senza mai disperarsi troppo.
Per lei il mistero più grande dell’intera azienda era come i dipendenti non fossero ancora stati licenziati e non il mistero del venerdì.
Tutto d’un tratto una trombetta da stadio distolse l’attenzione dei componenti dell’ufficio da cosa stavano facendo.
Dalle scale Soul scese con un megafono in una mano e un trombetta nell'altra.
“Allora ragazzi , ancora nessuno di voi ha aperto la mail che vi ho inviato , quindi ora leggetela perché domani sarà già troppo tardi” disse usando il megafono.
Perché lo sta usando? Lo sentiamo benissimo anche senza? Si sente figo così?” pensò Maka mentre stava per aprire la mail.
“Ma che … ?” disse la ragazza leggendo cosa le aveva scritto il suo capo.
“Ciò che è scritto nella mail è la vostra missione” alzò il volume del megafono “chi secondo me completerà la missione in modo eccellente avrà la promozione” assunse un’espressione sadica “e chi non riuscirà a superarla sarà LI-CEN-ZIA-TO.”
Quando arrivò al piano terra posò il megafono.
Un maxi schermo con una sorta di cronometro scese giù con una corda dal tetto.
"Questo monitor vi segnalerà il tempo a voi rimasto che durerà fino a venerdì prossimo" concluse sorridendo maliziosamente e salendo le scale
“Ah!Dimenticavo!” si fermò “Queste missioni sono … come dire … difficili” sorrise sghembo.
“E ricordate che da ora fino alla fine della vostra missione non importa se siete lavoratori diligenti o meno , questo è un gioco e dovete cercare di vincere se non volete essere eliminati .” ghignò salendo le scale fino nel suo studio.
Maka già da un po’ aveva capito che quel sorriso molte volte non portava niente di buono, doveva solo abituarsi a riconoscere nei suoi vari aspetti il suo capo per poterlo capire e  poter almeno prevedere questi suoi attacchi di follia.
Ma ora non doveva pensare a questo. Le missioni da lui assegnate era praticamente … impossibili.
Il loro posto fisso era in pericolo.
“Non può essere vero…” disse la ragazza toccandosi le codine come per espellere dal suo corpo lo stress.
“Maka , che succede?” domandò Liz preoccupata.
“Non ce la farò mai…”
“Avanti! Tutti noi dobbiamo farcela anche se sono difficili! Forza, che devi fare tu?” le disse con determinazione.
“Devo far alleare la nostra azienda con … la “Death Company”.
Una risata malvagia si sentì dal piano di sopra.
Ora capisco perché non ha ancora licenziato tutti … questo quì vuole solo divertirsi!!”
 
La “Death company” è una grande azienda per ora rivale della “Evans Company” che ha come presidente il Signor “Death The Kid”.
Maka ce la farà mai?!
To be continued…
 
Angolo dell’autrice schizzata:
Ancora non capisco come mai scrivo sempre questi capitoli di notte fonda :I
Non ha senso , no? o__o
Vabbè , basta che scriva c:
Scusate il ritardo , ho cercato di aggiornare presto anche se questo capitolo non mi soddisfa molto …  uff , non riesco mai a fare niente di buono T^T  *va a deprimersi in un angolo buoio* P.S) Prima che me lo chiediate ... Si , Blair è ancora richiusa nello sgabuzzino :'D
-Rehara.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Rehara