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Autore: Cable    02/03/2013    2 recensioni
Si ode un urlo nella notte. Un urlo di terrore, un urlo di dolore. Poi il suono cessa, e cala un silenzio spettrale.
Genere: Dark, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si ode un urlo nella notte. Un urlo di terrore, un urlo di dolore. Poi il suono cessa, e cala un silenzio spettrale.

Jason rabbrividisce e si assicura che la porta sia ben chiusa. Ravviva il fuoco e siede davanti al camino.

Dormire è diventato impossibile. Durante la notte le luci sono accese in ogni casa del villaggio, gli uomini vegliano inquieti sulla stada deserta. Ombre sussurrano nel buio.

Jason getta un'occhiata cupa alla finestra e si stringe nella coperta. L'inverno è gelido, ed egli sente freddo nell'anima.

Nessuno esce più di casa, calato il sole. Nessuno ride ubriaco alla taverna, e giace stordito in un vicolo tornando alla propria dimora. Nessuno passeggia ammirando le stelle.

Nessuno parla, per paura di attirare orecchi malvagi.

Talvolta qualcono esce nel buio, ignorando gli avvertimenti, e vaga cercando di sfatare storie terrificanti; all'alba non lo si trova più, è svanito nel nulla per sempre.

Jason controlla che il bambino dorma ancora. , pensa guardandolo. Egli non ha paura, le sue giornate sono piene e serene, l'opposto delle notti del vecchio.

Dorme tranquillo, e il suo viso risplende puro alla luce balenante del fuoco. Infonde calma, il suo respiro. Ma non abbastanza.

Non quando qualcuno bussa alla porta.

Jason sobbalza, e il suo stanco cuore batte freneticamente.

Istintivamente fa scivolare il rosario attorno al collo del bambino, e pone il crocifisso in bella vista sul fragile petto. Poi si avvicina alla porta.

"Chi è là?" Domanda con voce tremante.

Qualcuno ansima dall'altro lato.

"Sono solo un viandante. Ho viaggiato a lungo, e sono stanco e assetato. La prego, signore, le chiedo solo alcuni minuti di ospitalità."

"Da queste parti non ci sono viaggiatori notturni, non la farò entrare in casa mia!"

L'ansimare si fa più insistente, la voce tradisce impazienza.

"La prego. Ho freddo. Chiedo solo di bere qualcosa di caldo davanti a un fuoco per qualche minuto."

E' una voce molto insidiosa e decisa, ma anche calda e rassicurante.

Nelle orecchie di Jason il ruggito suona come un canto, il metallo raschiante diventa dolce miele.

Gira la chiave e sblocca il chiavistello. Socchiude la porta. Una mano scheletrica esce dal buio e afferra lo stipite. Ha dita lunghe e dita affilate. Jason le ammira estasiato.

Un rantolo di impazienza attraversa lo spiraglio, ma non viene colto dal vecchio. Egli fissa la mano che con forza tiene aperta la porta.

"Allora... non mi invita a entrare?"

Il bambino si sveglia e inizia a piangere. Dall'altra parte della strada qualcuno fa il segno della croce e inizia a pregare.

Jason sbircia dallo spiraglio, e scorge due occhi rossi come il sangue brillare nella notte, due occhi frementi colmi di brama.

Resta lì immobile a fissarli, perso nei secoli e nella propria mente, finche cordiale annuisce ed esclama: "Certo, si accomodi pure. Sarà assetato. Faccia come se fosse a casa sua."

Sui denti spettrali si delinea un ghigno vittorioso.

 
   
 
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