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Autore: bik90    02/03/2013    9 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Martina stava aiutando la madre a sparecchiare. Suo padre e sua sorella guardavano la televisione in salone prima che l’uomo tornasse a lavoro.
<< Mamma, posso chiederti una cosa? >> domandò la ragazza.
La donna si fermò per poterla guardare attentamente.
<< Posso…posso andare a cavalcare oggi? >>.
<< Cosa, Marty? >>.
<< Oh, tranquilla. Vado con…un’amica. Me l’ha proposto stamattina >> rispose la figlia rimanendo sul vago.
<< Simona? >>.
<< Un’altra >>.
<< Chi? >>.
<< Dubito che potresti conoscerla. Allora, posso? >>.
<< Ma non hai nuoto? >> chiese la madre incerta se darle il permesso o meno.
<< Andrò anche a nuoto, promesso! >>.
<< E i compiti? >>.
<< Domani ho due ore di supplenza, religione, educazione fisica e arte. Ti prego, mamma! >>.
Si guardarono negli occhi e la donna non poté non notare come quelli della ragazza questa volta fossero luminosi e allegri. L’opposto di sabato, doveva essere molto contenta.
<< Va bene, va pure >>.
<< Grazie! >> esclamò Martina abbracciandola << Ti voglio bene! >>.
 
Quando scese sotto il portone, vide Eleonora che doveva essere appena arrivata. Senza dirle nulla, le lanciò il casco che si portava sempre dietro e la fece salire. Martina notò immediatamente che invece del jeans indossava un pantalone da ginnastica e delle scarpe da tennis.
<< Ehi bimba, non stringere così forte! >> disse la più grande scoppiando a ridere riferendosi alla presa sulla sua vita.
L’altra avvampò e fu contenta di non essere vista.
<< Scusa… >> mormorò allentando le mani.
Eleonora rise di nuovo divertita. Bastava un niente per metterla in imbarazzo, era buffa. Mezz’ora dopo parcheggiò fuori il maneggio e si avviarono insieme all’entrata.
<< Ciao Vale! >> esclamò la ragazza dai capelli biondi allungando il passo verso l’altra che teneva su una spalla una sella.
<< Ehi Domenghi! Finalmente ti si vede! >>.
<< Scusami, ho avuto da fare col tennis >>.
<< Oh, povera! >> la canzonò Valentina entrando nelle stalle seguita dalle altre due << Che brutta vita che fai >>.
<< Piantala! >> fece Eleonora spintonandola << Agamennone! >> aggiunse subito dopo avvicinandosi a un cavallo nero e accarezzandogli il muso << Come stai? >>.
<< Ieri l’ho montato io per farlo camminare un po’ >> spiegò l’amica dagli incredibili occhi scuri << E’ insopportabile come te, ha ereditato il tuo caratteraccio >>.
A quell’affermazione Martina scoppiò a ridere facendo voltare l’altra.
<< Ciao >> disse la ragazza << Scusa la sua maleducazione, Eleonora la dimentica sempre a casa >> allungò una mano per presentarsi << Sono Valentina Someno >>.
<< E’ la figlia dei proprietari di questo posto >> aggiunse Eleonora << Ed è nettamente vecchia rispetto a noi >>.
<< Sei proprio stronza, Domenghi! >> fece l’altra pestandole il piede.
<< Martina Capasti, piacere >> disse la più piccola << Quanti anni hai? >>.
<< Dieci in più a te! >>.
<< Sei venuta per sfottermi o per montare Agamennone? >> chiese Valentina fintamente irritata.
<< Tutt’e due! >> rispose la bionda ridendo.
<< Complimenti, non li dimostri davvero >> affermò Martina con un sorriso.
In effetti la ragazza che le stava di fronte si vedeva che era più grande di Eleonora ma non così tanto. Le dava ventidue, ventitré anni circa ma non di più.
<< Grazie >> disse Valentina facendole l’occhiolino << Sei molto più simpatica di questa qui, sicura di essere sua amica? >>.
La ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi rise.
<< Sì, sono sicura >> rispose guardando Eleonora.
L’altra ragazza le sorrise.
<< Allora sei masochista, piccoletta >> affermò convinta Valentina guadagnandosi un calcio dall’amica << E’ la prima volta che vieni? >>.
<< Sì, mi sono trasferita da poco >>.
<< Pensavo che potrebbe farsi un giro con me per iniziare, che ne pensi? >>.
<< Se al tuo animaletto sta bene >> rispose la più grande facendo le spallucce.
Eleonora entrò nel box del suo cavallo conducendolo fuori. L’animale si lasciò portare docilmente sbuffando ogni tanto quando qualche mosca lo infastidiva.
<< Sei bravissimo Agamennone >> gli sussurrò la sua padrona sellandolo con praticità.
Martina la osservò accarezzargli delicatamente il collo mentre un sorriso dolcissimo le appariva sul viso.
<< Ci facciamo un giro? >>.
<< Ehi, mettiti il cap >> le disse Valentina prima di uscire.
<< Lei si deve mettere il cap >> precisò Eleonora indicando la più piccola dopo essere montata.
<< Sei sempre la solita sbruffona >>.
La più grande diede alla ragazza dai capelli rossi il capello che tutti indossavano per cavalcare mentre l’altra allungò una mano verso di lei. Solo in quel momento Martina comprese che le stava proponendo di cavalcare insieme. Inghiottì il nodo che le si era formata in gola e le sorrise raggiante.
<< Vieni con me >>.
Valentina l’aiutò a salire davanti alla diciottenne e dopo aver ringraziato, Eleonora tirò le redini del cavallo che prese a camminare.
<< Cavalchi da molto? >> le chiese la più piccola sentendo le braccia dell’altra sfiorarle continuamente i fianchi per tenere sotto controllo l’animale che procedeva lentamente.
<< Da quando avevo sette anni >> le spiegò l’amica << Tra me e Agamennone è stato amore a prima vista >>.
<< E Valentina? >>.
<< Da allora, sempre. Considero i suoi genitori un po’ come degli zii e lei mia sorella maggiore. Mi ha insegnato parecchie cose perché venivo spesso e sono diventata brava anche grazie a lei >>.
Martina si voltò per poterla guardare negli occhi. Era bellissima quando si perdeva nei suoi ricordi, aveva una luce che mai le vedeva quando era in compagnia dei suoi amici.
<< Che c’è, bimba? >>.
<< Niente >> rispose l’interpellata arrossendo.
<< Tieni >> disse Eleonora porgendole le redini << Prova tu >>.
<< Cosa? Ma io non… >>.
<< Tranquilla >> la rassicurò la più grande chinandosi verso di lei e stringendole le mani per mostrarle come fare << Ti aiuto io >>.
L’altra dovette trattenere il fiato quando sentì il suo odore arrivarle con forza.
<< Uno dei segreti per cavalcare bene è non mostrare mai incertezza >> le sussurrò in un orecchio << I cavalli sono animali intelligenti, capiscono se hai paura e allora ne hanno anche loro >>.
La bocca di Eleonora era a pochi centimetri dalla sua, il cuore pareva che stesse per esploderle. Provò a calmarsi ma l’altra era troppo vicina per poter pensare lucidamente. Il seno della più grande le toccava la schiena provocandole brividi continui.
<< Ti piace? >>.
<< Da morire >> rispose Martina persa nei meandri della sua testa.
Eleonora rise e si scostò da lei. Un senso di freddo invase la più piccola quando si accorse che l’altra non era più al suo fianco.
<< Come…come mai hai scelto questo nome per il tuo cavallo? >> chiese per cambiare argomento.
La bionda si prese del tempo per rispondere. Aveva bisogno che il suo cuore tornasse a battere normalmente. Non le era mai capitato che la vicinanza con una persona le provocasse quelle sensazioni. Sapeva solo che l’odore della pelle di Martina era gradevole e le piaceva la morbidezza delle sue mani. Si era dovuta allontanare, per quanto possibile, da lei spaventata da quello che sentiva. Cos’era? Non aveva mai provato niente del genere per nessuno.
<< Penso che tu conosca la storia della guerra di Troia >>.
<< Ma avevi sette anni! >>.
<< Tu che leggevi a quell’età? >> scherzò Eleonora ridendo.
<< Ma dai, spero che tu stia scherzando! >>.
<< Sono molto seria, bimba! >>.
Le mise un braccio intorno al corpo per attirarla a sé e di nuovo quel profumo l’invase facendola sentire stranamente appagata. Era bello. Le sfiorò una guancia con la propria; era una tentazione troppo forte per non farlo, la sua pelle era così liscia che le piaceva da morire.
<< Sei imbarazzata, bimba? >> domandò notando il suo rossore << Ti…ti da fastidio? >>.
Martina era troppo intenta a cercare di controllarsi per riuscire a parlare. Fastidio? Era tutto quello che voleva! Avrebbe voluto chiederle di non smettere mai.
<< Ehi bimba, stai male? >>.
<< No >> si affrettò a dire la più piccola riprendendosi << Mi piace molto cavalcare >>.
Eleonora rise di gusto.
<< Meno male che l’hai detto. Stavo iniziando a pensare che ti stessi annoiando! >>.
Mentre parlavano si erano allontanate dal maneggio, la più grane pareva conoscere molto bene quei luoghi solitari e guidava Agamennone per i sentieri che portavano sempre più in alto. La ragazza dai capelli rossi desiderò che quella giornata non finisse mai. Eleonora era meravigliosamente dolce, era esattamente la persona che aveva conosciuto su internet. Avrebbe voluto che fosse sempre così anche se le avrebbe dato fastidio se quel lato l’avesse mostrato a tutti. Voleva che fosse solo per lei, ne era gelosa. Improvvisamente, con un colpo di tacco, la ragazza dagli occhi verdi e i capelli biondi fece voltare il destriero e con velocità maggiore di prima tornarono indietro. Il suo cavallo rispettava perfettamente gli ordini della padrona e, senza nessuno sforzo da parte della diciottenne, comprendeva cosa volesse da lui. Quando arrivarono, Valentina stava finendo la lezione con i bambini ed era ancora impegnata con loro. Martina sorrise nel vederla al centro del recinto con due pony che teneva per le redini mentre salutava con la mano i più piccoli.
<< Oh, finita la vostra passeggiata romantica? >> scherzò non appena vide Agamennone fermarsi vicino allo steccato.
La più piccola arrossì incapace di trattenersi.
<< Davvero divertente >> disse Eleonora facendole la linguaccia.
Valentina aiutò Martina a scendere.
<< Hai qualche lezione ora? >>.
La figlia dei proprietari del maneggio scosse il capo.
<< Ti fai qualche esercitazione? >> le chiese indicando il recinto accanto, più grande e disseminato di ostacoli.
Eleonora si chinò verso il suo animale.
<< Che ne pensi? >> gli sussurrò << Ti andrebbe? >>.
Aspettò di sentirlo nitrire in segno d’assenso prima di annuire.
 
<< Caspita, è davvero brava >> mormorò Martina osservando l’agile figura dell’amica andare in sincronia con il cavallo per saltare i vari ostacoli.
<< Dimmi una cosa in cui non è capace >> rispose Valentina che ogni tanto era costretta ad allontanarsi.
Aveva ragione, Eleonora riusciva in tutto quello che faceva. Era maledettamente bella e maledettamente brava. Le due ragazze si guardarono e risero.
<< Che avete da sghignazzare come due oche in calore? >> chiese l’altra senza guardarle per non distrarsi.
<< Niente >> disse Valentina strizzando l’occhio alla ragazza dai ricci capelli rossi << Domani sera vieni a cena da me? >>.
<< Oh >> fece la diciottenne battendosi una mano sulla fronte << Certo, la cena da te. Me l’ero quasi dimenticata >>.
<< Complimenti >> affermò l’altra lanciandole il suo cappello.
Eleonora lo afferrò al volo scoppiando a ridere.
<< Davide non può venire, domani è il compleanno della nonna >>.
Davide. Possibile che ovunque andassero, quel ragazzo era una presenza costante?, pensò la più piccola, Perché non lo dimenticava mai?
<< Sì, me l’aveva detto >> asserì la più grande. L’attimo dopo si voltò verso Martina << Perché non vieni anche tu? >>.
<< Io? >>.
<< Lei? >>.
<< Perché no? È una cena tra compagni di equitazione >>.
<< Io…io non faccio… >>.
Martina guardò Eleonora in cerca d’aiuto che scrollò le spalle.
<< Se vuoi venire domani, per me non ci sono problemi >> disse semplicemente.
<< Ora che hai avuto il consenso della regina Elisabetta, che rispondi? >> continuò a scherzare Valentina.
<< E’ un sì, ti passo a prendere io >> rispose al suo posto la bionda sorridendole e senza darle altra possibilità di scelta << Adesso entra nel recinto >>.
<< Per cosa? >>.
Eleonora scese da cavallo senza risponderle e la prese per un braccio senza farle male.
<< Non ti ho portata al maneggio solo per guardarmi. Monta >>.
<< Aspetta, è la sua prima volta. Dovrebbe iniziare con un soggetto più tranquillo, tipo Ianto >>.
<< Io ho montato solo Agamennone ed è andata sempre benissimo >>.
<< Perché siete entrambi intrattabili >> le rispose l’amica.
<< Andrà tutto bene, vero bello? >> disse Eleonora accarezzando il collo del cavallo << Ti fidi di me? >> chiese subito dopo rivolta a Martina.
Mi farei fare qualunque cosa da te, pensò l’altra.
<< Un pochino >> ammise con un mezzo sorriso per non darle soddisfazione posando la sua mano su quella della ragazza più grande di lei.
Il cuore minacciava di scoppiare nel petto se continuava a starle così vicina. Era una sofferenza bellissima. Si fece aiutare da Eleonora per salire che le porse le redini dell’animale.
<< Sembra che le piaci >> affermò Valentina osservando come Agamennone fosse docile.
<< Te l’ho detto che non c’erano problemi >> disse l’altra << Donna di poca fede. Tira le redini se vuoi fermarlo, così è al passo invece. Con un leggero colpo di tacco aumenti l’andatura ma fa piano, è molto sensibile >>.
Martina annuì facendo camminare il cavallo. Eleonora era sempre al suo fianco senza staccare gli occhi dai suoi movimenti. Anche se non l’avrebbe mai ammesso, Valentina aveva ragione; lei era l’unica che riusciva a montare tranquillamente Agamennone, fin da quando lo vide per la prima volta. I proprietari del maneggio l’avevano acquistato da puledro ma il caratteraccio che si ritrovava non lo rendeva idoneo a essere cavalcato dai bambini. Quando suo padre vide che con lei era docile si offrì di comprarlo e farlo rimanere lì affinché Eleonora potesse cavalcarlo ogni volta che voleva. Nonostante fossero trascorsi undici anni, i genitori dell’amica ancora faticavano a tenerlo a bada se non c’era lei. E ora con Martina. Incredibile, nemmeno con Davide era stato così buono. Anzi, l’amico gli piaceva ben poco, a malapena si lasciava accarezzare.
<< Bravo Agamennone >> disse la sua padrona seguendoli.
Poggiò involontariamente una mano sul suo ginocchio e sentì il cuore fermarsi per un attimo. Cos’era stato? Non aveva sperimentato qualcosa di simile. Alzò gli occhi incontrando lo sguardo di Martina. Traspariva una dolcezza infinita ed era davvero molto bella anche con i capelli spettinati. La più piccola si chinò per arrivare al suo viso e l’altra trattenne il respiro finché non sentì di nuovo l’odore della sua pelle.
<< E’ bello >> disse semplicemente.
 
Erano trascorse due ore da quando erano arrivate al maneggio, Eleonora stava riportando il cavallo nel suo box. Anche se non avrebbe voluto, aveva promesso alla madre che ci sarebbe andata. L’aveva spiegato alla più grande che si era limitata ad annuire e a sorriderle prima di proporle di aiutarla a spazzolarlo. Era un’operazione che faceva sempre dopo aver cavalcato.
<< Non credo di piacergli poi così tanto >> costatò Martina dopo l’ennesimo sbuffo di Agamennone.
Eleonora era di fronte a lei separate dal corpo del cavallo e scoppiò a ridere.
<< Perché lo stai facendo nel modo sbagliato >> le disse mettendosi accanto a lei << Guarda >>.
Le prese la mano e infilò le dita sotto l’elastico della spazzola a contatto con le sue mentre le muoveva lentamente.
<< Sempre dallo stesso lato >> continuò << Mio padre diceva che è un po’ come colorare, se cambi verso si rovina il disegno >>.
<< Già >> bisbigliò semplicemente l’altra di nuova preda delle sue emozioni.
<< Vedi? Ora è tranquillo >>.
Martina cercò lo sguardo dell’altra per potersi perdere in quel verde. Non erano come i suoi, erano più intensi, più carichi come se fossero abituati a nascondere quello che di solito li facesse stare bene. Improvvisamente la vide avvicinarsi al suo viso e sfiorarle la punta del naso col proprio senza alcun genere di malizia. Semplicemente desiderava nuovamente un contatto con la sua pelle, quella pelle che tanto le piaceva.
<< Dobbiamo andare adesso >>.
La più piccola annuì ma non si mosse. Nemmeno Eleonora lo fece e si ritrovarono a ridere sottovoce senza smettere di tenere le loro dita intrecciata nella spazzola.
<< Hai capito, bimba? Ti devo portare a nuoto >>.
Martina asserì.
<< Secondo me non hai compreso >>.
Nonostante quello che diceva, però, anche la più grande rimaneva ferma a guardare l’altra mentre si domandava perché improvvisamente le pareva bellissima. Più la fissava e più avrebbe continuato a farlo. Cosa stava provando di nuovo? Anche prima quando le aveva accarezzato per sbaglio il ginocchio era successo. E prima ancora, mentre cavalcavano insieme. Che cavolo le stava succedendo? Lei non si era mai comportata così, non aveva provato qualcosa di talmente forte come un quel momento. Ma era anche bello, le pareva di essere pervasa da un senso di pace che non aveva mai sperimentato prima d’allora.
<< Sì invece! >> scherzò Martina dandole una leggera spinta.
Si era mossa, finalmente l’aveva fatto. Eleonora si ritrovò a ringraziarla mentalmente per averlo fatto, altrimenti non sapeva davvero cosa sarebbe accaduto. Quegli occhi erano magnetici, l’attiravano come una calamita. Uscirono dalla stalla dopo aver salutato il cavallo.
<< Allora ci vediamo domani >> disse Valentina.
<< Certo, devo portare qualcosa? Vino? >>.
L’altra rise.
<< Ma tu pensi sempre all’alcol? >>.
Esatto, pensò la ragazza dai ricci ribelli.
<< Io? Per nulla >> le rispose Eleonora prendendo il casco.
Porse l’altro a Martina.
<< Porta questa bella riccia >> rise l’amica strizzando l’occhio alla più piccola che arrossì di fronte al complimento.
<< Affare fatto >> affermò la ragazza dai capelli biondi << A domani >>.
<< Grazie di tutto e a domani >> salutò la più piccola salendo dietro Eleonora.
 
<< Sicura che puoi accompagnarmi? >>.
<< Avanti, bimba! >> le rispose Eleonora spingendola verso il portone << Ti ho già detto di sì, vai a prendere il borsone >>.
<< Grazie! >>.
La ragazza più grande la vide sparire nel palazzo e si appoggiò al manubrio con entrambi i gomiti pensando a quanto era stata bene con lei in quelle poche ore. Non le era mai capitato, però doveva ammettere che era una bella sensazione. Davvero. Si sentiva piena e appagata.
Ma che potere hai su di me, bimba?, si chiese sorridendo appena.
Pochi minuti dopo Martina corse verso di lei. Eleonora prese il suo borsone sistemandolo tra i suoi piedi affinché non cadesse e partì. Le piaceva sentire le mani della più piccola sulla sua pancia.
<< Ecco fatto, bimba >> le disse non appena si fermò.
Martina scese porgendole il casco e si mise su una spalla la borsa del nuoto.
<< Ancora grazie >>.
<< Per un passaggio? Ma figurati >>.
<< Per tutto >> rispose l’altra avvicinando il suo viso a quello di Eleonora.
Le diede un bacio sulla guancia con gentilezza.
<< Bimba, ma che fai? >> esclamò la bionda fintamente arrabbiata.
<< Sono stata benissimo con te oggi >> continuò Martina a pochi centimetri dal suo viso.
<< Anch’io >> ammise l’amica evitando il suo sguardo perché altrimenti sarebbe arrossita << Ci vediamo domani >> aggiunse mettendo in moto e allontanandosi il più veloce possibile.
Martina restò ad osservarla finché le fu possibile mentre un mezzo sorriso le increspava le labbra.
Non era un amore a senso unico.
 
Dopo cena Martina si fiondò in camera con l’intento di chiamare l’amica che le rispose quasi subito.
<< Allora? >> chiese non appena attivò la conversazione << Com’è andata? Com’è andata? >>.
La ragazza dai capelli rossi si stesa sul letto con aria sognante.
<< Benissimo >> rispose.
<< E basta? Avanti, voglio i dettagli! >>.
<< Lei…lo sapevi che cavalca in modo superbo? È bravissima! >>.
Simona sbuffò.
<< Lo immaginavo >> mormorò << Quando ho detto dettagli, non intendevo questi! >>.
Martina rise.
<< Le nostre mani si sono sfiorate >> le confidò non riuscendo a non avvampare << Oh, e quando mi guarda… >>.
<< Ti stai sciogliendo? >>.
<< Non prendermi in giro! >>.
<< E’ un sì? >>.
<< Sei una stronza! Non ti racconto più niente! >>.
<< Oh, ti prego! Non puoi negarmi la parte più succulenta! >>.
<< Dovrai aspettare fino a domani! >> le rispose Martina vedendo arrivare la sorella pronta per mettersi a letto << Ci vediamo fuori la scuola, notte! >>.
Si mise sotto le coperte accendendo il suo computer portatile. Si collegò a facebook e cercò tra le persone in chat Eleonora. Sorrise nel leggere il suo nome e la contattò con un semplice saluto. Voleva essere cauta prima di partire in quarta a parlare. La risposta non si fece attendere.
Ehi, ciao bimba.
Ti disturbo?
Perché dovresti disturbarmi?
Quello che hai è un pessimo vizio, sappilo,le scrisse Martina che non sapeva se amare o odiare quel suo modo di rispondere con un’altra domanda.
Una brava ragazza come me con un pessimo vizio? Ti starai sicuramente sbagliando.
La ragazza dai capelli rossi rise.
Che fai?
Studio storia, ho quasi finito. Mi sorprende che tu sia ancora sveglia, bimba.
Ehi! Non ti sopporto quando fai così!
Così come?, le inviò Eleonora accompagnando la frase interrogativa con uno smile che faceva l’occhiolino.
Così! Non sono una bimba.
Per me lo sei.
E allora tu sei vecchia!
Non ti azzardare, bimba! Tra l’altro, gallina vecchia fa buon brodo.
La capacità della più grande di portare tutto a proprio favole era strabiliante. Martina era basita da come capovolgesse con facilità le conversazioni. Irritante e allo stesso tempo meravigliosa.
Okay, vecchietta divertiti col tuo brodo allora. Io tra un po’ mi metto a dormire.
Brava bimba, le rispose Eleonora che anche se non poteva essere vista sorrideva, Allora notte.
Notte e grazie per la fantastica giornata.
Ce ne saranno altre, te lo prometto bimba.
 
 
  
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