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Autore: kresbiten    02/03/2013    5 recensioni
"Potrei anche rovinarlo questo momento, ma potrò sempre recuperare domani, dopodomani, o tra un mese o tra dieci anni"
"Mi stai praticamente dicendo che vuoi rimanere tutta la vita con me?" sorrise e mi guardò negl'occhi.
Verde contro marrone, marrone contro verde.
"Sei mia, Isabella Swan. E sempre lo sarai"
"E' una promessa?"
"E' una previsione."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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"Mi scusi prof?!"

Missing moments







16 anni prima.



Camminavo per le strade di Seattle a braccetto con la mia migliore amica, ascoltandola di tanto in tanto mentre commentava i vestiti che adornavano le vetrine luminose della città: ne commentava il tessuto, il modello, il colore, la lunghezza, la scollatura, gli accessori e possibili scarpe da abbinare. Io non ero una patita di moda, tutt'altro; era solo grazie a lei se vestivo decentemente e se all'interno del mio armadio c'era qualche bel vestito per le occasioni e qualche camicetta un pò più eleganti rispetto alle semplici magliette che ero abituata a indossare.
"Quando creerò la mia linea di moda 'Belice' mi accompagnerai ad ogni sfilata e farai interviste su di me, elogiando la mia bravura. Vero Bells?" annuii distrattamente, mentre mi lasciavo trasportare dal suo esile corpo e dal suo braccio intrecciato al mio. "Yuhu, ci sei? Terra chiama Bella, terra chiama Bella"
"Sì, sì, ci sono. Dimmi tutto"
"Dove hai lasciato la testa?"
"Da nessuna parte, sulle spalle al massimo"
"Sei strana da ben dieci minuti, e sono anche consapevole che non hai ascoltato una singola parola che ho detto!"
"Il che è ancora più grave perchè hai continuato a parlare" alzò un sopracciglio e poi sbuffò.
"Vieni" mi tirò per un braccio e mi portò su una panchina. "Spara"
"Non ho nulla Ally"
"Hai, per caso, lasciato la testa nella macchina di mio fratello?" la mia testa scattò e i suoi occhi iniziarono a brillare, mentre le sue labbra si incurvavano in un sorriso gigantesco.
"Non dire stupidaggini, Alice. Ma ti senti?"
"TI PIACE! Ommioddio, ti piace mio fratello. Certo, è un pò stupido e molto meno intelligente da me, ma è un bel ragazzo. Scherza un pò troppo con le ragazze ma tutti posson cambiare no? Ommioddio, mia cognata, mia cognata. Awwww" le afferrai le spalle e la scossi.
"Sei per caso impazzita? Io e tuo fratello a stento ci salutiamo, che ti salta in mente?"
"Ci penso io"
"No, tu non pensi a nulla, Alice. Io e tuo fratello? Dio, sei pazza, sei pazza"
"Taci, faccio tutto io" iniziò a battere le mani.
"Smettila, non mi piace Edward, okay?"
"Sì, sì, certo. Ommioddio, quel vestito blu sarà perfetto per il vostro primo appuntamento!"
"Alice!"



*************************

Quant potevo amare dormire? Rimanere sotto alle coperte calde, rilassata e senza pensieri?
Mi stiracchiai lentamente, mugolando qualcosa senza senso e sorridendo nel sonno. Presi una boccata d'aria e sbadigliai, assaporando quel profumo di caldo, di coperte, di casa e di....
"Buongiorno principessa" di Edward.
"Buongiorno mio principe azzurro" mi girai e portai automaticamente le braccia intorno al suo collo, mentre le sue sfioravano la mia schiena.
"Dormito bene, Bella addormentata?" annuii, mugolando contro al suo petto e respirando a pieni polmoni il suo profumo. Era come una droga, quel profumo così forte ma così soffice, leggero, rilassante. Lo avrei riconosciuto dappertutto, avrei potuto riconoscerlo anche tra migliaia di persone, ma quello sarebbe rimasto inconfondibile.
Ma in fondo eravamo come delle calamite, ci attravamo senza renderci conto, ci incontravamo senza volerlo, e ci saremmo riuniti anche se migliaia di catene ci avrebbero mantenuti; era la forza di gravità dei nostri cuori, quella forza così potente che non batteva nessuno, che era naturale e non poteva essere trattenuta, sconfitta, separata.
"Non mugolare così, gattina"
"Sh, non rovinare questo momento"
"Come sei sdolcinata"
"Lo stai rovinando" misi il broncio e lui scoppiò a ridere, poggiando le sue labbra sulle mie corrucciate. Strinsi i suoi capelli saldamente e avvicinai maggiormente il suo volto al mio, come a voler unire i nostri corpi, come a volerci fondere e diventare una sola anima, un solo cuore, semplicemente un Noi.
Si staccò e sorrise dolcemente, sistemando una ciocca di capelli dietro ai miei capelli e facendo scivolare lentamente il suo palmo lungo il mio collo, fino ad arrivare al cuore. Rimase qualche minuto ad udire i battiti accellerati di esso, sorridendo e chiudendo gli occhi, come se fosse stata una melodia.
"Potrei anche rovinarlo questo momento, ma potrò sempre recuperare domani, dopodomani, o tra un mese o tra dieci anni"
"Mi stai praticamente dicendo che vuoi rimanere tutta la vita con me?" sorrise e mi guardò negl'occhi.
Verde contro marrone, marrone contro verde.
"Sei mia, Isabella Swan. E sempre lo sarai"
"E' una promessa?"
"E' una previsione."



*********************************


"
Non ti permettere Edward, fermo, fermo, fer" il rumore del mio corpo a contatto dell'acqua spezzò le mie urla, mentre le risate del mio quasi ex ragazzo coprviano anche il rumore del mare nelle mie orecchie. Riemersi sputando quel poco d'acqua che avevo ingerito e torrsì, schizzando acqua incazzata come una belva.
"Sei uno stronzo!" rideva talmente tanto da piangere e si manteneva la pancia con le braccia, singhiozzando bellamente. "Ti odio"
"Non è vero, mi ami" cercò di avvicinarci ma lo allontanai, cercando di spingerlo in acqua senza però riuscirci. Era troppo grosso per me e non riuscivo a smuoverlo di mezzo centimentro, mentre lui se la rideva di fronte ai miei vani tentativi.
"Sei una pulce, smettila di provarci, ti stanchi solo"
"E tu sei uno sbruffone"
"Sono solo sincero, amore mio"
"Non chiamarmi amore mio"
"Ma sei il mio amore, anche se tutto bagnato" mi abbracciò e cercò di avvicinare il mio corpo al suo. Cercai di respingerlo ma, naturalmente, non ci riuscii.
Isabella Swan non si arrende mai.
Lasciai che le sue braccia mi avvolgessero e stringessero i miei fianchi. Mi incollai al suo corpo, facendo aderire i miei seni al suo petto; lo sentii rabbrividire e sciogliersi al tocco delle mie dita sulle sue spalle e sulla sua schiena. Iniziò a baciarmi il collo, mentre ansimava al mio orecchio.
Mh...
Lo spinsi in acqua, cogliendolo alla sprovvista e riuscendo nel mio intento. Era scomparso, affondato, sconfitto.
Iniziai ad urlare e a ridere a squarciagola, battendo le mani come una bambina di cinque anni. E scoppiai a ridere quando riemerse con i capelli gocciolanti e la faccia incazzata.
"Mi hai preso in giro!"
"Tesoro mio, in amore tutto è lecito"
"Questa non è una dimostrazione d'amore, ma di cattiveria"
"Nah, non prendertela, pulcino mio" scoppiai nuovamente a ridere, mentre strizzava i suoi capelli rossicci.
"Okay, ti perdono"
"Veramente la mia era una vendetta, hai incominciato tu"
"Okay, okay, hai vinto. Contenta?"
"Molto" scosse la testa e rise, riavvicinandosi a me.
"Sai a cosa pensavo?"
"Perchè, tu pensi?"
"Smettila"
"Va bene, a cosa pensavi?"
"La vedi quella spiaggetta sullo scioglio?" con un dito la indicò e riuscii a vedere quel piccolo angolo di paradiso posizionato sul pelo di una roccia che affacciava sul mare.
"E' bellissima"
"Un giorno ti ci porto"
"Lì sopra? Vuoi per caso farmi cadere e morire?
"Sai che non lo farei mai, ci sarò sempre io a salvarti" sorrisi e gli carezzai una guancia.
"Mi fido allora" lo vidi sorridere e i suoi occhi brillarono... soddisfatti.
"Fai bene" e mi portò con lui sott'acqua, premendo le sue labbra contro le mie.
Stronzo!



*************************

Guardavo quel fagottino rosa avvolto in una coperta bianca e sorridevo come una stupida, con le braccia tremanti, terrorizzata dal poterla far cadere.
Sfioravo con un dito la sua faccina paffuta, i suoi occhietti chiusi e le sue labbra minuscole ma carnose, sfiroavo i capelli soffici e lasciavo che le sue manine si chiudessero a pugno intorno alle mie dita. Probabilmente erano ore quelle che avevo passato ad osservarla solamente, ad ammirarla, a venerarla.
Ogni tanto emetteva qualche versetto che mi facea battere forte il cuore, un pò per paura che stesse avendo qualcosa, un pò emozionata dal rendermi conto che quella cosina minuscola era reale, era vera.
Abbassai il volto e lasciai un tenero bacio sulla sua guanciotta rosa e si mosse tra le mie braccia, aprendo la boccuccia a forma di O. Sorrisi, sfiorandole le labbra e carezzandole poi il nasino. I suoi occhietti, lentamente, si aprirono, stropicciandosi più volte; subito quel verde smeraldo catturò la mia attenzione, mentre si guardava intorno alla ricerca di colori e luci. Un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra e le carezzai le dita che impagnavano la mia mano.
"Ciao piccolina" emise un versetto e si agitò tra le mie braccia, mentre strofinava il nasino sulla mia maglia, probabilmente alla ricerca del seno. "Hai fame, vero amore?" sollevai la maglia e l'attaccai al seno; subito le sue labbra iniziarono a succhiare dolcemente, mentre io la guardavo incantata.
Avevo sempre sentito parlare dell'allattamento, di quanto questo fosse il momento più momento più intimo che ci potesse essere tra una madre e il suo bambino; eppure, adesso che lo provavo non potevo che affermare quanto fosse sbagliato: questo era un momento composto dall'amore più puro di questo mondo, del più vero, più pulito, più grande.
Si staccò, soddisfatta, e abbassai la maglietta, riprendendo ad osservarla e ad accarezzarla, mentre i suoi occhietti vispi mi guardavano curiosi.
"Sei bellissima, sei tutta tuo padre" sorrisi osservando i suoi capelli bronzei e i suoi occhi verdi, ereditati da lui, e la sua bocchetta a forma di cuore come la mia. "Sai, il tuo papà ti vorrebbe davvero tanto bene, ne sono sicura. Ma lui mi ha fatto tanto male e ho paura che ne faccia anche a te. Ma sono sicura che anche se non sa di te, ti vuole già tanto bene" un versetto accompagnato da una risatina mi fece sorridere. Avevo sentito tante storie secondo cui i neonati vedevano gli angeli, ma forse lei aveva visto suo padre nei ricordi rubati dentro di me.
"Ti vorrebbe davvero tanto bene, e saresti la sua principessina, ti vizierebbe, ti riempirebbe di baci, ti farebbe il solletico e rimarrebbe ore e ore incantato ad osservarti e a comporre qualche melodia al pianoforte per te. Ti amerebbe come se fossi la sua unica ragione di vita" baciai la sua manina e asciugai la mia lacrima che era scivolata su di essa.
"Ma lui non c'è, e ci penserò io amore della mamma, ci penserò io. Non ti farò mancare nulla, te lo prometto scricciolo" la cullai dolcemente, intonando la ninna nanna che Edward aveva composto per me l'anno precedente. Subito i suoi occhietti iniziarono ad appesantirsi e la sua boccuccia aprirsi ad O in uno sbadiglio.
"Dormi, bella addormentata, adesso ti racconterò una favola" le baciai i capelli e continuai a cullarla.
"C'era una volta un principe azzurro di nome Edward..."






*************
Se non credete ai vostri occhi, avete ragione, non ci credo nemmeno io. Pensavo di aver messo la parola 'fine' a questa storia, ma non ci riesco.
Mi è entrata nelle vene questa storia, e sentivo il bisogno di scrivere qualcosa del loro passato. E poi puf!, pochi giorni dopo la nascita di Renesmèe, è stata una cosa improvvisissima e mi piace davvero tanto, ho pianto mentre la scrivevo :')
Naturalmente, chi conosce bene la storia, avrà trovato quei particolari che riconducono alla storia principale (QUI la storia)
L'idea è nata parlando sul GRUPPO con Laura dell'anniversario di Mi scusi prof. Già, il 25 febbraio la storia ha compiuto ben DUE ANNI. E, quando me ne sono accorta, sono scoppiata in lacrime... sì, sono pazza!
Spero con tutto il cuore che vi abbia fatto piacere ritornare per qualche minuto on i nostri Edward e Bella, se pur ragazzi.
Capitolo dedicato a TUTTE VOI, una per una, che credete in me, che mi aspettate in questo periodo, che amate le mie storie quanto le amo io.
Siete una delle poche cose belle che ho, grazie mille di cuore.
Un bacione enorme, principesse.
Mary <3
   
 
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