« Che ore sono? »
« Shh.. stai giù »
quella voce.. era inconfondibile
« Shinichi?! »
Non si aspettava di trovarlo lì, non capiva cosa ci facesse lì,
accanto a lei sul suo letto, nella sua stanza l’amore della sua vita, che
peraltro non si faceva sentire già da due settimane
« come stai? »
« bene, come dovrei stare? »
ma non appena pronunciò quelle parole sentì un acuto dolore provenire dalla
testa
« che è successo? Che ci
fai tu qui? »
« non ricordi niente? »
«no.. dov’è mio padre, che ore sono? »
« sono le sei, tuo padre è uscito da un’oretta. »
« e si può sapere dov’è andato? È domenica, non sarà andato di nuovo a giocare
a majiong con i suoi amici, vero?! Eh, no, non è
possibile che pur di evitare la mamma vada a giocare di domenica!.. »
« Ran, stai calma. Tuo padre è andato alla centrale di polizia per la
deposizione riguardo all’incidente di ieri, e tua madre è sotto a riposare, ha
dormito qui stanotte. »
« deposizione? Ma cosa è successo ieri?? »
« davvero non ricordi? - Shinichi aiutò
Ran ad alzarsi dal letto e a sedersi di fronte a lui – ci siamo incontrati al
parco, tu eri con i bambini e io ero con Heiji, poi noi abbiamo sentito lo
sparo a vi abbiamo detto di rimanere lì mentre noi andavamo a controllare, ma
figuriamoci se i giovani detective stanno fermi al loro posto, così
siamo arrivati alla casa in fiamme e ci siamo precipitati dentro per aiutare
eventuali feriti ad uscire.
« adesso ricordo.. ma Ai dov’è? Sta bene? »
« si, grazie a te. Però non avresti dovuto rischiare la vita in un modo così
imprudente: potevamo benissimo andare io o Heiji a recuperarla, senza che ti
cadesse una trave in testa!.. »
« non potevo mica lasciare Ai lì! »
« potevi aspettare che andassimo io o Heiji »
« non potevo permettere che qualcuno rischiasse la vita al posto mio.. »
« e io non avrei dovuto permettere che
la rischiassi tu.. ad Ai nemmeno piaci! »
Ran rimase ferita nel sentire quelle parole e si rattristò
« te lo ha detto lei? »
Shinichi si rese conto di aver fatto un errore: lui non avrebbe
dovuto conoscere così bene Ai
« no.. ehm.. me l’ha detto Conan.. »
« era ovvio.. »
«eh? »
« era ovvio che, pur non essendo
presente, Conan avrebbe saputo informarti di tutto ciò che era successo.. mi
chiedo solo come sia possibile, dal momento che lui era a casa del dottor Agasa
… »
Altro errore
« beh.. Ran, lasciamo perdere questo discorso … piuttosto, dovrei
dirti una cosa.. »
« si? »
« non ora.. vieni a casa mia stasera.. »
« non posso.. ho la cena con mia madre.. a proposito: devo
avvertire Conan »
si alzò, ma Shinichi la bloccò
« lascia stare, glielo dico io tornando a casa.. »
« mi basta una telefonata, ha portato con sé il cellulare »
Già, lo stesso cellulare che in quel momento si trovava nella
tasca destra della giacca di Shinichi
« no, Ran! Aspetta! »
Ma era troppo tardi: il telefono iniziò a squillare, e il suono
proveniva dalla giacca di Shinichi
«che ci fa il telefono di Conan nella tua giacca? Non lo lascia
mai a nessuno.. »
« ehm.. beh..
« ti prego Shinichi, per una volta, per favore, niente bugie,
niente scuse.. ti costa così tanto? »
« neanche lo immagini.. »
« cosa perdi a dirmi la verità, per una volta? »
« perderei te.. »
« c-cosa? »
« se sapessi la verità, tutta la verità, la tua vita sarebbe in
pericolo.. e, cosa ancora peggiore, non mi rivolgeresti più la parola per il
resto della vita.. »
« cosa significa..? »
« Ran, non ti sei chiesta come mai ogni volta che ti telefono Conan non è mai
nella stessa stanza in cui ti trovi tu? Come mai Conan ti sembra “diverso” ogni
volta che ci vediamo? Davvero non ti sei accorta di quanto sia intelligente
quel bambino, per avere solo sette anni? Son bastati un paio di occhiali con
lenti finte per ingannarti? » aveva esagerato, lo sapeva, però era fuori di sé:
non sopportava più l’idea di non essere capito da Ran, di non capire più se
essere Conan o Shinichi.. voleva stare con Ran, lo voleva più di ogni altra
cosa, ma d’altronde non poteva permettere che la vita di Ran fosse in pericolo
per colpa sua.. non c’era soluzione: stare con la ragazza che amava e prendere
in continuazione la pillola per rimanere Shinichi, rischiando però di essere
trovato dagli uomini in nero e di metter in pericolo la vita della persona più
importante della sua vita, o preservarla, rimanere Conan per sempre, rinunciare
a Ran e difenderla in segreto?? Era un grande problema, ma la cosa più
importante ora era cercare di chiarire la situazione con Ran, che era rimasta
shockata dalla sua aggressione, e ora lui doveva rimediare..
« quindi.. quindi tu.. tu
sei Conan?.. cioè, Conan sei tu? »
« mi dispiace, Ran, ho dovuto farlo, era per proteggerti.. »
« proteggere me?!? »
«sì.. se mi dessi la possibilità di spiegare com’è iniziato tutto.. »
«no, Shinichi. So benissimo come è iniziato tutto, non c’è bisogno
che mi spieghi niente. »
« davvero? »
« certo. Quel giorno a Tropicolandia sei
scappato da me. Ti avevo confessato quanto tenessi a quell’appuntamento e ti ho spaventato. Lo so. Ti ho dimostrato
in più occasioni il mio affetto, ma evidentemente non ho capito quanto fossero
diversi i tuoi sentimenti. Per te io sono come una sorella.. non c’è speranza
che tu possa provare quello che provo io.. lascia stare, Shinichi. Hai chiesto
ad Agasa di procurarti quella pillola per diventare un bambino e non avere il
problema di una ragazza che tenesse a te. Sei uno spirito libero, l’ho sempre
saputo. Mi sono illusa di poterti cambiare, ma evidentemente avrei dovuto dare
retta a mio padre. Non vai bene per me, e io non vado bene per te. Mi dispiace
solo di averti fatto perdere tempo finora. Ora puoi tornare ad essere Shinichi,
puoi stare tranquillo: non mi intrometterò più nella tua vita. »
sentire Ran pronunciare quelle parole in lacrime gli spezzava il cuore..
« no, Ran! Tu non capisci! »
« hai ragione, non ho mai capito quanto fossero insignificanti le
mie speranze, quanto poco contassero per te i miei sentimenti.. non capisco mai
niente: non ho capito che tu e Conan eravate la stessa persona, non ho capito
che tutti quei casi che dovevi assolutamente
risolvere erano tutte scuse per non vedermi, non ho capito che i miei desideri
per te non erano altro che le fantasie di una stupida. Ma cosa importa, ormai?
Devo dimenticarti. Addio Shinichi. »
«no! »
Shinichi le prese il braccio prima che lei riuscisse a correre via
« adesso devi ascoltarmi, poi deciderai se andare via senza
credere a ciò che sto per dirti, o restare e credere alle mie parole.
Dopo aver risolto quel caso, mentre uscivamo dal parco dei
divertimenti , ho visto uno dei due uomini vestiti di nero che erano con noi
sul trenino correre con una valigetta verso un angolo buio, allora da bravo
detective l’ho seguito. Ho scoperto che stava consegnando una cassetta in
cambio di soldi, uno scambio illecito, ma mentre osservavo la scena, da dietro
è arrivato il suo compagno che mi ha dato una botta in testa e mi ha fatto
ingerire un veleno mentre ero privo di sensi. Il suo intento era quello di
uccidermi, ma non aveva mai provato quella sostanza sugli esseri umani, così è
scappato, credendo di avermi finito. Fortunatamente, però, non aveva dosato
bene la quantità e quel veleno ha avuto l’effetto di rimpicciolirmi. Sono
tornato a casa con fatica, scappato dalla polizia che era stupita di aver
trovato un bambino di sette anni in giro da solo a quell’ora, e ho faticato
anche a convincere il dotto Agasa di essere Shinichi. Poi sei arrivata tu a
casa mia. Non potevo raccontarti ciò che era successo perché avrei messo in
pericolo la tua vita nel caso in cui quegli uomini tornassero a cercarmi, e poi
non mi avresti mai creduto. Allora mi sono inventato Conan , per poterti stare
vicino, proteggerti, pensavo che aiutando l’agenzia di tuo padre con il mio
intuito, che a quanto pareva lo stava rovinando, caso dopo caso avrei potuto
trovare quegli uomini, farli arrestare e tornare ad essere Shinichi. Ma
nonostante gli affari di tuo padre andassero a gonfie vele, della banda criminale
non c’era traccia. Come se non bastasse il dottor Agasa ha trovato davanti a
casa sua una bambina.. Ai.. era una scienziata della banda, ma è scappata
prendendo il mio stesso veleno, poi ha inventato una pillola in grado di
trasformarmi in Shinichi, ma solo temporaneamente, e l’ho sprecata.. la prima
volta ti ho invitata a cena ma poi mi sono dedicato a quell’omicidio come
un’idiota, e una volta tornato ad essere Conan ti ho chiesto di aspettarmi, ma
poi le volte successive ho commesso sempre lo stesso errore. È arrivato l’FBI a
proteggere Ai e ho collaborato con loro, per non parlare poi degli incontri
ravvicinati che ho avuto con altri membri della banda.. ce ne sono tantissimi..
comunque l’errore più grande che io abbia mai fatto è stato quello di non
fidarmi di te.. ma come avresti mai potuto credermi? E in più tutte le volte in
cui mi hai confessato di volermi bene, nonostante fosse così difficile per te,
nonostante io non meritassi tutto l’affetto di cui mi rendevi oggetto.. .mi
dispiace, Ran, sono stato stupido, presuntuoso ed egocentrico, so che queste
parole non basteranno per farmi perdonare, ma spero che potrai farlo un
giorno.. scusa. »
Ora anche Shinichi aveva gli occhi lucidi e lasciò andare il
braccio di Ran.
Rimasero così, meditabondi e tristi , finché Shinichi non si
riprese
« e ora mi odierai anche per averti raccontato tutto e averti
messo in pericolo adesso che avevo lasciato passare del tempo, facendoti già
soffrire a sufficienza.. »
«no. No, Shinichi, non ti odio.. se possibile ti voglio bene
ancora più di prima, perché finalmente ti sei fidato di me.. hai fatto degli
errori, è vero, ma anche io sono stata sciocca a non capire quanto fosse
difficile per te tirare fuori tutto questo.. »
Allora Shinichi le prese la mano e la usò come leva per tirare a
sé Ran, quindi la guardò intensamente negli occhi
« vorrei.. vorrei poterti dimostrare che i tuoi sentimenti non
sono mai stati trascurati da me, ma che anzi erano ricambiati in pieno.. se me
ne dai la possibilità, vorrei dimostrarti che queste non sono parole al vento..
»
Ran taceva col fiato sospeso, e.. chi tace acconsente, giusto?
« Ran Mouri, io ti amo, più di chiunque
altro al mondo, più della mia stessa vita. »
« Shinichi.. »
Ora piangevano entrambi di felicità e in silenzio lui posò le sue
labbra delicatamente su quelle di lei e, dopo essersi scambiati il bacio più
romantico mai sognato, rimasero abbracciati a lungo, concentrati a sentire
sulla pelle l’uno il calore dell’altra.
Non sapevano che Eri e Goro erano lì da tempo, che avevano
assistito a tutta la scena, esterrefatti ma contenti che la loro bambina avesse
finalmente ottenuto la favola che sognava dalla prima volta che aveva visto
Shinichi, non sapevano che Sherry era con loro e che le sue speranze di
conquistare il giovane detective erano crollate lasciando il posto ad un’acuta
gioia nell’assistere al finale che aveva sperato per Shinichi, che Ayumi,
sebbene fosse solo una bambina, avesse capito tante cose di Conan, anche che
non era giusto per lei quanto invece lo era Mitsuiko;
che quella stessa sera, nel ristorante in cui lui aveva bruciato la sua
occasione, Sato aveva accettato di sposare Takagi e
Heiji aveva giurato amore eterno a Kazuha. Ma,
soprattutto, non sapevano che la stessa “donna in nero” che aveva salvato la
vita al piccolo Conan per l’amore che portava a Shinichi, quella sera era stata
mandata ad ucciderlo e che invece, assistendo allo scambio di amore avvenuto
tra i due ragazzi, si era arresa e aveva consegnato all’ FBI se stessa e tutti
gli altri uomini in nero.
Furono condannati a morte dal primo all’ultimo, con la sola
eccezione di una certa biondina, che passò i seguenti vent’anni in carcere.
Sherry trovò l’antidoto definitivo all’APTX4869 e Shinichi poté
tornare ad essere se stesso, ma non lo prese la scienziata: voleva continuare
la vita che aveva iniziato da bambina delle elementari, per l’antidoto aveva
un’altra vita davanti.
Il ritorno del detective liceale non riempì di gioia Goro, che
però perdendo il lavoro capì di essere ridicolo a voler continuare ad evitare
Eri, cui chiese di tornare a vivere con lui.
Ran restò a casa con i suoi solo fino alla fine del liceo,
frequentò l’università nei panni della signora Kudo e vinse i nazionali di
karate.
I giovani detective crebbero e mentre Ayumi faceva carriera come
attrice e Mitsuiko diventava uno degli ispettori più
rispettati di Tokyo, il ristorante di Genta forniva il catering per il loro
matrimonio.
Heiji e Kazuha restarono ad Osaka, ma
facevano visita a Ran e Shinichi almeno due volte al mese.
Sonoko prese il posto del padre a capo della Suzuki, e invitava
tutti i nostri amici ad ogni party che dava, oltre ad essere diventata una
grande stilista.
Quanto a Shinichi.. beh, continuò a fare il detective privato, ma
crescendo non fu più il formidabile detective “liceale” della Teitan High School.