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Autore: tosta payne    02/03/2013    2 recensioni
Ero cambiata, ormai il mio fisico era invidiabile e la maggior parte dei ragazzi mi sbavavano dietro, ma non ero cambiata per gli altri, ero cambiata per me stessa.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josh Devine, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                               You are beautiful
 

Entrai spaventata in spogliatoio. Cercai in qualche modo di rifugiarmi dallo sguardo divertito di qualche cheerleader pronte a prendermi per il culo dato il mio corpo leggermente diverso.
Sono Emma Maynard, l’obesa della scuola, la sfigata che viene presa in giro, quella senza amici, insomma, quella che deve subire tutti gli insulti solamente perché è diversa, perché non ha le curve perfette ed un fisico scopabile.
Aspettai qualche minuto che la maggior parte delle ragazze abbandonasse lo spogliatoio dileguandosi in piscina. Ero al college, era settembre, il 13 settembre ed è il primo giorno dell’ultimo stressante anno di college. E mentre tutti pensavano: “Che figo il college!” o “Stressante? Sarà senz’altro divertente” per me era solo l’inizio di un nuovo anno di merda.
Mi cambiai in silenzio indossando un bikini azzurro che faceva risaltare l’unica parte bella di me: i miei occhi color mare.
Ancora non ero psicologicamente pronta a tutti gli insulti, alle risatine di sottofondo e i sussurrii tra le ragazze che mostravano le loro curve perfette.
Ma dopo qualche minuto mi decisi e mi avviai sicura verso la porta. Appena oltrepassai la porta girevole tutta la sicurezza che avevo qualche secondo prima era sparita. Il silenzio si impossessò del luogo popolato da tutto il college, ma durò poco, visto che subito dopo si sentii la voce squillante di Christine Cole, nonché la troia più popolare della scuola, e subito dopo una marea di insulti, naturalmente contro di me.
“E’ arrivata la balena, attenti che adesso svuota la piscina” urlò la cheerleader.
Cominciai a tremare e mi sentii in soggezione, non mi piaceva stare al centro dell’attenzione, soprattutto se il motivo fosse prendermi per il culo; così, a passo lento, mi avviai verso l’unico lettino libero. Posai la mia borsa sopra di esso e mi ci stesi sopra godendomi il sole che batteva sulla mia pelle chiara. Dopo qualche minuto, però, non sentii più i raggi di sole riscaldarmi la pelle. Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti Zayn Jawaad Malik, l’insensibile, lo stronzo, il puttaniere, il coglione, il bastardo senza cuore che non faceva altro che insultarmi. Seguii i suoi movimenti con lo sguardo, si abbassò e prese la sua borsa, poi mi si avvicino e mi guardò negli occhi. Incrociai il mio sguardo con il suo e mi persi nei suoi occhi color caramello.


Zayn’s pov.

Incrociai il mio sguardo con il suo e mi persi nei suoi occhi color mare. Quanto era bella, con tutti i suoi difetti e le sue insicurezze. Ero consapevole del fatto che in quel preciso momento stesse pensando che fossi uno stronzo, ma con la scusa del lettino avevo trovato un modo per avvicinarmi a lei senza farmi notare dagli altri. Avevo una voglia incredibile di guardarla intensamente negli occhi e, subito dopo, di baciarla assaporando il suo profumo alla menta, ma dovevo pur sempre contenermi se non volevo rovinarmi la reputazione. Ero stato accanto a lei fin troppo tempo per i gusti del corpo studentesco, così mi avvicinai a lei e cercai di essere gentile.
“Scusa, ti dispiacerebbe spostarti?” mi soffermai un attimo perdendomi, di nuovo, nei suoi occhi “Mi servirebbe il mio telo” continuai distogliendo i pensieri da lei e puntando gli occhi sul telo su cui era poggiata.
Si alzò di scatto, porgendomi il telo e balbettando “Scusa, non sapevo fosse tuo, posso lasciarti il lettino, tanto ne posso trovare un altr…” fece per continuare impaurita, ma la bloccai sfiorandole la schiena e avvolgendola con un abbraccio, per poi poggiare vicino alla sua gamba destra un bigliettino. Poggiai anche l’altro braccio dietro di lei abbracciandola mentre una fila di ‘oh!’ si sollevò in piscina. Ero così ipnotizzato dai suoi occhi che mi ero dimenticato della folla di persone dietro di noi. Dovevo trovare una soluzione al più presto possibile, non volevo essere preso per il culo a vita.
“Ma quanto sei grossa? Non riesco neanche ad abbracciarti!” dissi con un sorriso sghembo sul viso. Prima che abbassasse la testa gli lanciai uno sguardo di dispiacere. Mi alzai e presi il telo e la mia borsa, camminando a bordo piscina sentendo sussurrii a destra e a sinistra. Poggiai la mia roba vicino ad un ombrellone e, non curante delle ragazze che mi guardavo maliziose, oltrepassai la piscina per immergermi nella piccola piscinetta idromassaggio raggiungendo i miei amici.


Emma’s pov.

Cercai con lo sguardo il pakistano e lo trovai con i suoi amici a sorridere. Non capivo cosa gli prendeva. Era vero che mi aveva sempre insultata, ma prima era stato gentile, e dopo mi aveva fatto capire, in qualche modo, che era dispiaciuto per quello che aveva detto. Sospirai, non riuscivo proprio a capirlo. Stavo per ristendermi, quando notai il foglietto bianco dietro la mia schiena.

                                                      “Stasera, dopo il coprifuoco,
                                                     vieni nel giardino sul retro,
                                                     ho bisogno di parlarti.
                                                     Ps. Non odiarmi, io non
                                                     l’ho mai fatto.”


 
Ed ecco che l’ansia si impossessò di me. Che voleva farmi? Picchiarmi? Violentarmi? Insultarmi, ancora? Ero piena di domande a cui però non trovavo la risposta. O forse avevo solo paura di saperla.

19.56

Mi buttai sotto la doccia e lasciai che l’acqua calda mi accarezzasse il corpo.
Dopo essermi asciugata mi misi davanti all’armadio, restando davanti ad esso per una decina di minuti. Dovevo solo cenare, andare al coprifuoco e poi vedermi di nascosto con Jawaad, ed ero nell’ansia più totale. Se mi sarei messa dei vestiti stretti non mi avrebbe violentata molto facilmente, ma se avrebbe voluto insultarmi i vestiti attillati lasciavano intravedere il fisico –orribile- che mi ritrovavo. E se invece avrebbe voluto picchiarmi? Beh, sarebbero stati i vestiti perfetti. Ma lasciai da parte i miei pensieri e optai per dei normalissimi vestiti. Infilai il cellulare e le chiavi della stanza in tasca, poi mi infilai una felpa e scesi. Mi sedetti in disparte, in un tavolino nascosto, cercando di evitare gli insulti. Guardai attorno a me tutte le ragazze che parlavano tra di loro, che si scambiavano sguardi felici, che sorridevano, non ce n’era una sola. C’erano gruppetti da cinque, quattro, tre, persino da due, ma non c’era neanche una ragazza sola, a parte me naturalmente.
Dopo cena, mentre tutti si dirigevano in discoteca, nel giardino principale, a prendere da bere o ad organizzare qualche piccola festa, io mi diressi verso la mia stanza e restai dentro di essa per una mezzoretta, con le cuffie nelle orecchie. Uscii dalla mia stanza e andai al coprifuoco. Mancava mezzora e mi sarei dovuta incontrare con il pakistano. Ero già in ansia, continuava a mandarmi frecciatine mentre scherzava insieme ai suoi amici. Ogni volta che i nostri occhi si incrociavano spostavo lo sguardo imbarazzata, e lui sembrò notarlo.


23.00

Il coprifuoco era appena finito ed io passeggiavo avanti e indietro pensando a cosa fare. Potevo scappare, rifugiarmi in camera, andare da lui e pregarlo per non farmi soffrire, o andare a chiedere aiuto a qualcuno, ma a chi? No, nessuna di queste opzioni. A passo lento mi avviai verso il ristorante, oltrepassai la cucina e mi ritrovai davanti alla porta davanti al giardino sul retro. Feci un bel respiro e spinsi la porta, aprendola e vedendo il moro appoggiato ad un albero guardare l’ora dal suo cellulare. Appena sentì il rumore della porta chiudersi alzò lo sguardo e mi notò. Sorrise. Non ci credo, aveva sorriso, mi aveva sorriso, e non era il solito sorriso da bastardo. Forse non voleva farmi male.
Mi avvicinai a lui di qualche passo. Distolse lo sguardo dai miei occhi e venne verso di me, abbracciandomi. Rimasi ferma, impacciata, cosa dovevo fare?
“Come stai?” mi domandò.
Non riuscivo a capire con quale coraggio mi chiedeva come stavo dopo avermi insultata davanti all’intero college. Gli lanciai un occhiata di disprezzo.
Si allontanò da me di qualche passo e tossì, schiarendosi la voce.
“Non voglio vederti triste, non voglio vederti soffrire. Non te lo meriti. Sei bellissima” disse spiazzandomi.
“C-cosa stai.. c-cosa stai dicendo?” sussurrai balbettando confusa.
“Perché non ti accorgi che sei fantastica? Perché continui a stare male per colpa di una massa di deficienti? Sei magnifica, in tutti i tuoi difetti. Mi piace la tua insicurezza e il tuo imbarazzo, amo il tuo sorriso che riesce a illuminarmi la giornata, i tuoi occhi sono ipnotizzanti e non riesco a fare a meno che perdermi dentro di essi. Non importa che le tue curve non siano perfette, che i tuoi fianchi siano più grossi rispetto a quelli delle altre ragazze, non importa che non hai la pancia piatta, perché sei perfetta, tutto di te è perfetto” mi zittì con le sue dolci parole.
Stavo veramente parlando con Zayn Jawaad Malik?
Non accennavo a muovermi, a proferire parola, a rispondere, non riuscivo a fare niente. Con uno scatto fulmineo si avvicinò a me e fece combaciare i nostri corpi. Posò le sue mani sui miei fianchi e fece sfiorare le sue labbra con le mie. Un brivido mi percorse, salendo su per la schiena. La voglia di baciarlo si fece sentire, l’impulso di avvicinarmi a lui e di far unire le nostre labbra mi tormentava. Ma volevo resistere, ero sicura che era tutto uno scherzo, che da un momento all’altro sarebbero usciti i suoi amici stupidi e mi avrebbero presa per il culo, ero sicura che stavo vivendo solo un bellissimo sogno.
Quando poggiò le sue labbra sulle mie rimasi spiazzata. Ero impacciata, non sapevo cosa fare, così mi feci guidare da lui, che cominciò a muovere le labbra all’unisono. Sentire la morbidezza delle sue labbra e il suo dolce profumo mi mandava il cervello in tilt.


Zayn’s pov.

Finalmente poggiai le mie labbra sulle sue. Era imbarazzata, l’avevo spiazzata, e non accennava a muoversi, così la guidai io. Assaporai il suo odore alla menta e accarezzai i suoi fianchi, tenendola stretta a me. Dopo pochi secondi sentii dei rumore, e in seguito delle voci. Erano Josh e Harry, i miei migliori amici. Si staccò da me e una delusione si impossessò del mio cuore.
“Ci sono J-josh e Harry” sussurrò.
“E quindi?” le risposi guardandola negli occhi.
“La tua reputazione, Zayn. Ti prenderanno tutti per il culo” mi spiegò.
“Non mi importa, l’importante è che –adesso- sei mia” la spiazzai, ancora.
Ma era quello che pensavo. Non mi importava dei miei amici, delle prese per il culo e di tutto il resto, in quel momento mi importava solo di dirle che ero innamorato di lei.
“Sono innamorato di te, da sempre” dissi prima di fiondarmi sulle sue labbra e di assaporarle.


Emma’s pov.

Ormai ero sicura che non era uno scherzo, che era sincero. Me lo dicevano i suoi occhi, le sue parole, la sua dolcezza. Si staccò dalle mie labbra e passò in mezzo ai suoi amici, prendendomi per mano. Superammo i loro insulti e salimmo le scale, fino ad arrivare davanti alla mia stanza. La aprii e mi girai verso di lui. Mi guardò negli occhi e poggiò le sue mani sul mio viso, accarezzandomi. Mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra.
“Aspettami, tra mezzora sono da te” mi sussurrò girandosi e andando via.
Mi chiusi in camera e mi misi a letto con un sorriso stampato in faccia.
Zayn Jawaad Malik era innamorato di me.
Sorrisi pensando alle sue dolci parole. Bussarono alla mia camera, mi alzai e aprii la porta, trovandomi davanti un Jawaad a petto nudo. Lo feci entrare, chiuse la porta e mi baciò in fronte, prendendomi per mano e portandomi nel mio letto. Mi misi accanto a lui appoggiando la mia testa sui suoi pettorali, addormentandomi cullata dalle sue carezze e dai suoi baci.


5 mesi dopo.

“Piccola, è tardi, alzati” mi sussurrò Malikko, mentre era sdraiato accanto a me.
Sorrisi, baciandolo a stampo e alzandomi. Mi vestii velocemente, scendendo mano nella mano con il mio ragazzo.
Erano passati 5 mesi e io e Zayn eravamo più legati che mai. L’intero college aveva iniziato a rispettarmi, ormai nessuno mi insultava più, e finalmente avevo degli amici.


Ero cambiata, ormai il mio fisico era invidiabile e la maggior parte dei ragazzi mi sbavavano dietro, ma non ero cambiata per gli altri, ero cambiata per me stessa.

 
HELLO!

Quanto è faigo il mio HELLO(?)
tanto, vero? Basta, lasciamo perdere.
Parliamo della FF:
all’inizio volevo fare un OS
ma era troppo lunga, quindi ho fatto una FF.
non so proprio come continuarla, anche se
ho una mezza idea.
e vi sarete annoiati a morte a leggere questo primo capitolo
così lungo, orribile, scritto malissimo.
All’inizio non volevo neanche scriverlo, ma
da giorni l’idea di iniziarla mi tormentava, così
l’ho scritta. Fa schifo, sì, lo so.
E’ la mia prima FF, e l’ho pubblicata
solo perché mi piaceva l’idea. Il nostro
kebbabaro si innamora,  e lei non è una
troia! YEEP
Mi farebbe piacerebbe se mi lasciaste una
recensione con scritto cosa ne pensate c:
Sto scrivendo tanto nel mio HELLO
e non so neanche perché.
E’ che mi piace scrivere, che faigo, lol.
Ok, basta, adesso smetto.
Ciao bellissime zucchine(?)
Posso chiamarvi zucchine, vero? :3
Q
  
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