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Autore: Lindsey lover    02/03/2013    0 recensioni
Jake è un ragazzo di diciassette anni, americano di origini Italiane e sta trascorrendo le vacanze estive nella sua casa in un piccolo paese dell'Italia centrale con la sua famiglia. La calma e la tranquillità di quei giorni, però, vengono sconvolti da avvenimenti alquanto insoliti. Alla televisione appaiono delle immagini raccapriccianti. Si vedono persone barcollanti e sanguinanti che si gettano addosso ad altre persone tentando di azzannarle. Una trovata pubblicitaria? Uno scherzo? Così pensava John, padre di Jake. Ma presto entrambi scopriranno che non si tratta di niente di tutto ciò, è qualcosa di molto, molto peggio...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Sangue, sangue sul bianco manto del cane maremmano. Ma da dove proveniva quel sangue? Giunti nella radura una scena raccapricciante si mostrò dinnanzi ai loro occhi. Lucky si era gettato addosso ad un uomo e probabilmente l’aveva ferito gravemente. Questo è ciò che sembrava a prima vista, in realtà il cane non era altro che la preda. Ci vollero alcuni secondi prima che Jake e John di rendessero conto di ciò che stava realmente succedendo. "Papà! Aiuto!" Il grido del piccolo Kyle fece scattare padre e figlio. Jake si avvicinò al cane, e solo in quel momento si rese conto che l’uomo, dal viso cinereo, stava affondando i denti marci nel collo dell’animale. "No, che cazzo succede…" Quando l’assassino del cane notò il ragazzo, si alzò lentamente, fissandolo con occhi spenti e barcollando. I capelli di quell’essere sembravano essere caduti, i denti sporchi di sangue erano ben in risalto a causa della faccia ossuta. La pelle delle braccia scoperte e del viso pareva cadere a brani. Soltanto un sussurro animalesco proveniva da quell’uomo, che avendo individuato la sua prossima preda, adesso si dirigeva verso di essa. Jake si allontanò, il padre prese in braccio Kyle, che fortunatamente era illeso, quindi strattonò il figlio maggiore. "Muoviti, Jake, andiamo via!" Gridò terrorizzato. Intanto, dal bosco, altri esseri simili a quello che aveva attaccato il cane, si riversarono nella radura, desiderosi anche loro di affondare i denti nella carne. "Alla macchina, veloci! Jake prendi le chiavi, tu sei più veloce, corri e accendi l’auto e portala il più vicino possibile!" Il ragazzo non poté che obbedire e si precipitò all’auto che distava da lì almeno un chilometro. Col cuore che gli batteva a mille, ripercorse il sentiero, dove per fortuna non incontrò nessuno di quegli esseri. Ad un certo punto si fermò. Si era perso. Nella fretta aveva perso di vista i segnali e adesso si ritrovava nel bel mezzo del bosco, con in mano l’unica speranza di salvezza per lui e la sua famiglia. "Cazzo!" Gridò, con le mani tra i neri riccioli. Tentò di tornare indietro, ma appena ebbe deciso di farlo, gli si parò davanti una figura, una donna. Il viso marcescente, gli occhi incavati e vitrei. Gli si avventò addosso e i denti schioccanti del non-morto gli schioccarono a un palmo dal naso. L’alito fetido era nauseante. Con la forza datagli dall’adrenalina in circolo riuscì a liberarsi dal corpo e afferrato un ramo abbastanza solido lo abbatté sul viso del mostro, che cadde a terra. Un attimo dopo, però, questo si rialzò, ancora intenzionato a cibarsi del corpo del ragazzo. Jake, terrorizzato più che mai, lasciò cadere il bastone e corse a più non posso, con alle calcagna quell’essere divoratore. Sbucò, improvvisamente, sul sentiero, che seguì nuovamente, finché riuscì a tornare sulla strada principale e a ritrovare la loro auto. "Papà e Kyle devono essere già arrivati all’auto, ho perso tempo quando mi sono perso, sicuramente mi hanno superato" Pensò. Ma così non era, la macchina era vuota e non c’era traccia del padre e del fratello. "Dove sono?" mormorò, poi gridò: "Kyle, papà!" Il silenzio era desolante e per alcuni secondi temette il peggio, poi la risposta: " Eccoci, muoviti che ne stanno arrivando una marea". In un attimo i tre furono in auto diretti verso la loro abitazione. Tutti in silenzio, nessuno osava accennare ad una parola. Forse perché non sapevano cosa dire, o forse perché nessuno voleva riconoscere l’orribile verità. Kyle era visibilmente traumatizzato, tanto che aveva gli occhi sbarrati e si guardava intorno spaurito. Jake aveva provato a connettersi di nuovo ad internet col cellulare, ma il segnale sembrava essere del tutto assente. Sopra le loro teste si udì il passaggio di un elicottero, poi di nuovo soltanto il gracchiare della radio, che diede alla famiglia la conferma di ciò che stava accadendo. La fine del mondo era giunta.
  
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