02/03/2013
4 recensioni
Autore: Soly Dea
Fandom: Dragon Ball
Titolo della fanfiction: Let me teach you to love
Titolo del capitolo: 6. He wants to understand, she likes joking
Pairing: Crilin/C-18
Lunghezza: one shot
Genere: sentimentale, fluff, slice of life
Rating: giallo
Tabella: Estate
Prompt: Tuffi
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Akira Toriyama che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Dragon Ball, appartengono solo a me.
Note: questa fanfiction partecipa alla Fluff Fest Challenge indetta da Kim_92.
Let
me
teach you
to love
6. He wants to
understand, she likes joking
Quando Crilin aprì gli occhi quella mattina, il primo pensiero che invase la sua mente ancora annebbiata dal sonno fu la notte appena passata in compagnia della cyborg. Il giorno prima aveva compiuto gli anni e proposto a C-18 di bere qualcosa insieme per festeggiare, con il risultato che – un po’ grazie all’alcol e un po’ perché sognava di farlo ormai da tempo – aveva timidamente tentato di baciarla.
Il dolore allo stomaco provocato dal pugno che ne conseguì, Crilin non lo avrebbe dimenticato tanto facilmente, né tantomeno avrebbe dimenticato il momento in cui lei lo spingeva violentemente sul divano e premeva le proprie labbra contro le sue.
Un bacio tira l’altro e... avevano passato la notte insieme.
Il guerriero abbozzò un sorriso e, stropicciandosi gli occhi, allungò una mano per raggiungere quella della cyborg.
Non che si aspettasse chissà quale grande slancio sentimentale da parte di C-18, però – quando trovò la sua parte del letto vuota – Crilin sperò con tutto il cuore che quella notte avesse significato almeno qualcosa anche per lei.
La trovò in spiaggia, mentre faceva su e giù lungo la riva e lanciava di tanto in tanto sassolini tra le onde.
Cercando le parole giuste da rivolgerle, Crilin rimase ad osservarla perdendo completamente la cognizione del tempo e di tutte le cose che lo circondavano, quando all’improvviso C-18 cominciò a spogliarsi: si era fermata proprio sull’orlo dell’acqua, sciogliendosi i capelli sulle spalle e facendo scivolare il vestito sulla sabbia.
Crilin arrossì lievemente al ricordo di quella notte e si concesse qualche altro secondo per ammirare le curve perfette della cyborg.
«Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto, oppure vieni a tuffarti con me?».
Sobbalzò, trovandosi improvvisamente addosso lo sguardo glaciale della bionda.
E prima ancora di comprendere il significato di quelle parole, il guerriero già saltellava in spiaggia nel tentativo di sfilarsi i pantaloni.
Un’occhiata divertita da parte di lei, un sorriso imbarazzato sul viso di lui, poi si tuffarono insieme in quella distesa cristallina che divenne presto oggetto di divertimento.
«Scommetto che non riesci a starmi dietro», scherzò lei, i capelli bagnati che le ricadevano sul viso e le davano un’aria ancora più seducente. Crilin vide in quella sfida non solo un’occasione per divertirsi, ma anche la possibilità di guadagnare punti con la ragazza.
«Questo lo dici tu!», esclamò sorridente, partendo a razzo verso destinazione sconosciuta.
Pochi secondi dopo, il guerriero annaspava tra le onde del mare per riuscire a seminare la cyborg.
Dovette fermarsi solo quando si rese conto che la sua avversaria era sparita.
«C-18...?», sussurrò, guardandosi intorno. «Non farmi scherzi, eh!».
Non che fosse preoccupato per la sua incolumità, ma... dannazione, lui la amava!
E fu sicuro di amarla anche nel momento in cui si sentì tirare per una gamba verso il fondo del mare e le proprie labbra combaciarono perfettamente con quelle di lei. Il bisogno di ossigeno non gli era mai sembrato meno impellente come in quel momento, immerso sott’acqua e con C-18 che galleggiava tra le sue braccia.
E sarebbe durato all’infinito, se la bionda non si fosse allontanata da lui e non gli avesse sfilato il costume, facendolo arrossire di botto. «Cos’è, fai il timido con me?», disse lei con sguardo malizioso. «Eppure mi sembra che io e te non abbiamo più nulla da nasconderci», aggiunse, stampandogli un bacio sulla fronte. Lo vide grattarsi la testa e sorridere imbarazzato.
«Be’, quanto ancora dovrò aspettare prima che tu possa togliermi questo scomodo costume colorato?», gli chiese infine, sfiorandosi con le dita le bretelle del reggiseno. E a Crilin non ci volle molto per capire che sì, quella notte aveva significato qualcosa anche per lei, molto più di qualcosa.
Note dell'autrice:
E siamo arrivati anche alla fine di questa raccolta *__*
Non avrei mai creduto di poter apprezzare la coppia e scriverci una raccolta, ma l'ho fatto e ringrazio infinitamente chi mi ha fatto sapere la propria opinione e mi ha sempre sostenuto. Grazie a tutti, alla prossima! :)
Soly Dea
Quando Crilin aprì gli occhi quella mattina, il primo pensiero che invase la sua mente ancora annebbiata dal sonno fu la notte appena passata in compagnia della cyborg. Il giorno prima aveva compiuto gli anni e proposto a C-18 di bere qualcosa insieme per festeggiare, con il risultato che – un po’ grazie all’alcol e un po’ perché sognava di farlo ormai da tempo – aveva timidamente tentato di baciarla.
Il dolore allo stomaco provocato dal pugno che ne conseguì, Crilin non lo avrebbe dimenticato tanto facilmente, né tantomeno avrebbe dimenticato il momento in cui lei lo spingeva violentemente sul divano e premeva le proprie labbra contro le sue.
Un bacio tira l’altro e... avevano passato la notte insieme.
Il guerriero abbozzò un sorriso e, stropicciandosi gli occhi, allungò una mano per raggiungere quella della cyborg.
Non che si aspettasse chissà quale grande slancio sentimentale da parte di C-18, però – quando trovò la sua parte del letto vuota – Crilin sperò con tutto il cuore che quella notte avesse significato almeno qualcosa anche per lei.
La trovò in spiaggia, mentre faceva su e giù lungo la riva e lanciava di tanto in tanto sassolini tra le onde.
Cercando le parole giuste da rivolgerle, Crilin rimase ad osservarla perdendo completamente la cognizione del tempo e di tutte le cose che lo circondavano, quando all’improvviso C-18 cominciò a spogliarsi: si era fermata proprio sull’orlo dell’acqua, sciogliendosi i capelli sulle spalle e facendo scivolare il vestito sulla sabbia.
Crilin arrossì lievemente al ricordo di quella notte e si concesse qualche altro secondo per ammirare le curve perfette della cyborg.
«Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto, oppure vieni a tuffarti con me?».
Sobbalzò, trovandosi improvvisamente addosso lo sguardo glaciale della bionda.
E prima ancora di comprendere il significato di quelle parole, il guerriero già saltellava in spiaggia nel tentativo di sfilarsi i pantaloni.
Un’occhiata divertita da parte di lei, un sorriso imbarazzato sul viso di lui, poi si tuffarono insieme in quella distesa cristallina che divenne presto oggetto di divertimento.
«Scommetto che non riesci a starmi dietro», scherzò lei, i capelli bagnati che le ricadevano sul viso e le davano un’aria ancora più seducente. Crilin vide in quella sfida non solo un’occasione per divertirsi, ma anche la possibilità di guadagnare punti con la ragazza.
«Questo lo dici tu!», esclamò sorridente, partendo a razzo verso destinazione sconosciuta.
Pochi secondi dopo, il guerriero annaspava tra le onde del mare per riuscire a seminare la cyborg.
Dovette fermarsi solo quando si rese conto che la sua avversaria era sparita.
«C-18...?», sussurrò, guardandosi intorno. «Non farmi scherzi, eh!».
Non che fosse preoccupato per la sua incolumità, ma... dannazione, lui la amava!
E fu sicuro di amarla anche nel momento in cui si sentì tirare per una gamba verso il fondo del mare e le proprie labbra combaciarono perfettamente con quelle di lei. Il bisogno di ossigeno non gli era mai sembrato meno impellente come in quel momento, immerso sott’acqua e con C-18 che galleggiava tra le sue braccia.
E sarebbe durato all’infinito, se la bionda non si fosse allontanata da lui e non gli avesse sfilato il costume, facendolo arrossire di botto. «Cos’è, fai il timido con me?», disse lei con sguardo malizioso. «Eppure mi sembra che io e te non abbiamo più nulla da nasconderci», aggiunse, stampandogli un bacio sulla fronte. Lo vide grattarsi la testa e sorridere imbarazzato.
«Be’, quanto ancora dovrò aspettare prima che tu possa togliermi questo scomodo costume colorato?», gli chiese infine, sfiorandosi con le dita le bretelle del reggiseno. E a Crilin non ci volle molto per capire che sì, quella notte aveva significato qualcosa anche per lei, molto più di qualcosa.
Note dell'autrice:
E siamo arrivati anche alla fine di questa raccolta *__*
Non avrei mai creduto di poter apprezzare la coppia e scriverci una raccolta, ma l'ho fatto e ringrazio infinitamente chi mi ha fatto sapere la propria opinione e mi ha sempre sostenuto. Grazie a tutti, alla prossima! :)
Soly Dea