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Autore: DansUnReve    02/03/2013    2 recensioni
L'amore non ha barriere, né confini. Non ha età o regole. L'amore è il sentimento più grande di tutti, che quando ti prende non ti abbandona più.
Mary&Josh;
Giada&Milena;
Akahito&Yuna;
Antoine&Hélène.

Piccole storie, grandi amori.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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14 Ottobre 2011, Venezia.
 
Giada era appoggiata scompostamente alla penisola della cucina mentre con una mano reggeva la tazza di ceramica bianca da cui usciva il vapore del caffè caldo. Il suo aroma si era diffuso per tutta casa e Giada, ancora assonnata, si stava godendo quel momento. Era stata una lunga notte, pensò sorridendo furbescamente. Poteva sentire il rumore dell’acqua che cadeva dolcemente dalla doccia a cascata. La mente indugiò per qualche secondo sull’immagine del corpo di Milena nudo. I lunghi capelli rossi che si appiccicavano ai fianchi, i seni piccoli e sodi, la vita sottile.
 
L’acqua venne chiusa e dal bagno uscì la ragazza scalza e coperta da un corto accappatoio che le lasciava le gambe magre scoperte. Giada si sentì improvvisamente sveglia, più di quanto fosse, mentre una sordida eccitazione le colpiva ogni singolo millimetro della sua pelle. Tremava dal desiderio. Quanto era bella!
 
-Finito?
-Finito.
-Ti ho preparato la colazione.
 
Gli occhi da cerbiatta di Milena si spostarono velocemente dalla compagna, vestita solo di una lunga felpa, al succo d’arancia che le aveva versato Giada in un bicchiere con affianco un toast. Lei mangiava solo salato a colazione. Sorrise a quella piccola accortezza. Si avvicinò piano e, sempre con gesti lenti e misurati, si portò il bicchiere alle labbra. Giada quella mattina era più bella che mai. I capelli neri erano maldestramente legati in uno chignon  e gli occhi erano dello stesso azzurro del cielo. Quell’aspetto trasandato, dopotutto, le donava. Appena sveglia, la mattina, lei era qualcosa di affascinante e irresistibile.
 
-Grazie.
Era così la mattina: poche parole, scambiate fugacemente, tra la stanchezza della notte passata insonne e la quiete del silenzio rotta già dalla confusione che si sentiva provenire dalla calle principale, poco lontana da lì.
 
Giada non ce la faceva più a trattenersi. Sembrava che ogni singolo movimento di Milena fosse calcolato; voleva farla impazzire. Si passò la lingua sulle labbra. Poi si concentrò sulla finestra e guardò fuori: il sole splendeva sulle calli di Venezia, e la laguna a quell’ora era già piena di turisti. Si voltò nuovamente verso Milena. Ora stava sorridendo. Uno di quei sorrisi splendidi, pieni di calore che solo lei riusciva a fare, ma che solo chi la conosceva bene sapeva che nascondeva la malizia di qualcuno che ne ha combinate fin troppe.
 
Milena non si accorse di sorridere. Le capitava spesso quando la guardava. A quel punto vide Giada alzarsi lentamente dallo sgabello ed avvicinarsi piano a lei. Fu presa per i fianchi e, questa volta, sorrise ancor di più. Anche Giada le sorrise. Poi la baciò. Prima lentamente, e furono solo le labbra a sfiorarsi; poi queste si dischiusero piano e le loro lingue si intrecciarono con sempre più passione.

Il desiderio investì entrambe e in attimo si sentirono pervase dal calore del piacere. I baci si fecero bollenti, le delicate carezze divennero prese solide e consapevoli, mentre leggeri gemiti morivano in gola.
 
Milena si staccò di colpo e si appoggiò barcollante al piano della cucina. Aveva il fiato corto per il semplice fatto che avrebbe voluto che quella cosa si protraesse, ma non poteva. Doveva vestirsi e tornare all’università in tempo per la lezione.
 
Giada si era dispiaciuta quando la compagna si era liberata da quel contatto. Staccarsi da lei in quel modo così brusco non era mai un piacere, così dopo esserci stata qualche secondo a pensarci su, la riavvicinò, abbracciandola da dietro. Un lieve bacio nell’incavo tra la spalla e la testa, la bocca che sfiora leggermente il bianco collo di lei. L’altra si voltò di nuovo piano e le due si baciarono di nuovo a lungo.
 
Milena ripensò alla lezione e per la seconda volta si staccò.
 
-Ti amo.
Le sussurrò all’orecchio Giada.
 
Al diavolo l’università. Milena si diresse piano in bagno lasciandosi scivolare addosso l’accappatoio e Giada la seguì poco dopo, mordendosi il labbro inferiore.

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