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Autore: debbythebest    03/03/2013    2 recensioni
Questa storia è ambientata Dopo The Departed, in un AU dove Stefan è stato soggiogato da Rebekah, ed Elena è morta come nella fine della serie. Ma qualcuno si sentirà in debito nei suoi confronti. Qualcuno la aiuterà con i nuovi e improvvisi cambiamenti. L'amore si nasconde dietro ogni momento. Tutto ciò che dobbiamo fare, è capire se siamo pronti ad accogliere questa consapevolezza.
/Tratto Dal Primo Capitolo/
Prima che potessi rendermene conto, la mia vista si offuscò, ed un senso di smarrimento si fece strada in me. Sentii che provare a respirare sarebbe stato solo tentativo di rianimare un corpo ormai inghiottito dall'acqua. Era dunque questo, ciò che significava morire? Perdere semplicemente conoscenza, e non risvegliarsi più?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After the Departed - Elena's diary <3'
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22-Felicità, semplicemente felicità





Siberia 1923
 
La landa gelida e desolata si estendeva per quelli che sembravano chilometri. I suoi scarponi marciavano ormai automaticamente sulla neve, e si ritrovò a desiderare di non aver mai intrapreso quel lungo e faticoso viaggio. Anche se era strettamente necessario per la sua incolumità.
Nuvolette vaporose gli uscivano dalla bocca, ma lui neanche ci faceva caso, troppo preso dal fatto che non si sentiva più le gambe. Cosa strana a dire il vero, poiché non avrebbe neanche dovuto sentire il freddo. Chiuse gli occhi concentrandosi un attimo, e poi intravide la tanto agognata meta. Si mise a ridere come un idiota per il sollievo di avercela fatta.
 
-Ti sembra divertente? Incominciavo davvero a pensare che saresti morto, brutto pazzo!-. Chiese Leo scorgendo in lontananza l'amico.
 
-Ti sembro morto?-. Arrivando gli diede una pacca sulla spalla, divertito perlopiù dal suo atteggiamento da "mogliettina preoccupata".
 
-La tua morte sarebbe stata divertente??-. Non capendo sbuffò. Erano settant'anni che non si sentivano, e quando gli era arrivata la lettera di Elijah sembrava fosse arrivato il giorno del giudizio. L'amico si era allontanato notevolmente da lui, negli ultimi decenni, ed anche se si erano visti qualche volta di sfuggita, la loro amicizia non era più quella di prima. Sapeva perché aveva bisogno di lui. Per non cedere all'impulso di suicidarsi dopo quello che aveva fatto. Ed essendo lui l'unico legame che aveva a parte la sua famiglia era stato importante.
 
-No, é divertente il fatto che Klaus creda di essere più furbo del sottoscritto!-. Esclamò l'altro fermandosi a pochi passi dall'amico. Lo salutò con un cenno del capo, restando sempre allerta.
 
-Elijah...mi spieghi perché non sei voluto venire con me in treno?-. Alzò le spalle. Poteva spiegarglielo gentilmente e non avrebbe capito. Avrebbe potuto farlo in modo brusco e l'avrebbe allentanato per sempre. L'unica persona a cui voleva bene e che non fosse un membro stampalato della sua assurda famiglia. Ma Leo non era più lo stesso, e da codardo che era diventato, Elijah cercava di tenerlo alla larga il più possibile. Le sue azioni gli si sarebbero ritorte contro, certo, ma almeno per ora preferiva non correre rischi. Aveva l'eternità per rimettersi in buoni rapporti con i suoi "cari". L'eternità sarebbe iniziata adesso.
 
-Ai miei tempi si viaggiava senza tutti questi mezzi! Una volta...-. Ma non lo fece terminare.
 
-Se incominci di nuovo con il discorso di "Ai miei tempi era meglio", ti lascio qui fuori!-.
Replicò categorico Leo. Preferiva non chiedere.
 
-Scusa é che devo distrarmi, non posso credere ancora di averlo fatto veramente! Mi sento come se da un momento all'altro potessi cadere a terra e non rialzarmi più...-. Il suo volto sembrò leggermente scosso.
 
Entrando nella casa ripensò su tutto ciò che aveva detto a se stesso mentalmente. Ne era valsa la pena. Certo, si stava nascondendo da suo fratello, ma aveva scelto quel posto non solo per il fatto che era isolato. Per il fatto che fosse l'unico luogo capace di farlo sognare, di farlo restare in simbiosi con il mondo che aveva lasciato. Che lo facesse sentire a casa.
 
-Io prendo la stanza al piano superiore!-. Avvertì l'amico con sguardo truce.
 
-Certo, la babysetter ha meno considerazione, vero?-.
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Sarebbe stato facile rispondere a quella domanda in modo piuttosto loquace. Ma una piccola voce dentro di me diceva che era meglio dire una bugia. Il perché, ancora mi sfuggiva, per adesso.
Spinsi sulle braccia e mi misi a sedere fissando Elijah in modo piuttosto innocuo.
Lui mi sorrise, e con i pensieri che si allontanano da qualsiasi logica  io contraccambiai.
 
-Come ti senti?-. Tagliò corto L'ex vampiro ignorando la precedente domanda di Leo.
 
-Ho la testa a pezzi!-. Farfugliai buttando giùla prima frase che mi veniva in mente.
 
-Beh, penso sia normale!-. Constatò con una certa acidità nella voce il semidio che ora era perfettamente nella mia traiettoria visiva.
 
-Non fare l'acido!-. Lo avvertì scherzosamente l'altro.
 
-Devi imparare a controllarti, o succederà che le trance inizieranno a divenire sempre più lunghe!-. Quella ammissione mi sconvolse. Forse sarebbe stato insano rimanere apparentemente indifferente, ma fu quello che feci, mentre ragionavo meglio sulle parole di Miranda. "La progenie della Luna...". All'inizio mi erano sembrato solo parole senza senso, ma poi avevo collegato il tutto e arrivata ad una conclusione piuttosto convincente. La Luna nell'antica Grecia era associata a Selene, e la progenie di Selene era ...
Scossi la testa intrappolata nella confusione della mente. Non poteva essere. Non doveva essere. Andromeda era dalla nostra parte! Perché non ci si doveva fidare di lei? Cioè praticamente era innamorata anche lei di un vampiro, quindi a cosa sarebbe servito tradirci se la profezia non si sarebbe potuta avverare? Sembrava così stupido pensare ad  Andromeda come ad una traditrice che mi sentii meschina. Ma le parole di mia madre non mentivano, e a meno che Miranda Sommers non fosse stata solo un'illusione degli Spiriti...non sapevo da che parte stare. Quando una voce mi riportò definitivamente nel mondo dei vivi incontrai gli occhioni scuri che amavo.
 
-É Okay?-. Annuii un po' stordita.
 
-Bene! Quindi cos'è che hai visto, ragazzina?-. Se mai Leo mi era sembrato un po' sopportabile nelle ultime ore, ora ritiravo tutto. Era un pallone gonfiato  acigno.
Mi chiesi se una donna avesse osato amarlo. Secondo me no. Sarebbe stato un suicidio persino per la più paziente delle sante.
 
-Era tutto molto confuso!-. Mi limitai a rispondere tendendomi la testa con la mano.
 
-Quindi siete venuti fin qui, e Bonnie ha fatto quell'incantesimo per farti vedere confuso?-. Ne sapeva qualcosa, e quello era il motivo per cui non mi fidavo. Avanzando verso di me assunse un'aria altezzosa che purtroppo per me lo rendeva anche sexy, trall'altro. Non avevo a che fare con un semplice veggente, ma con il figlio del dio del sole, e chissà quali poteri possedeva...
 
-Non ti pare di esagerare, Leo?-. Chiese confuso Elijah. Io lo guardai con sfida, sapendo per la prima volta di essere più forte persino di lui.
Con esasperazione l'altro mi rivolse uno sguardo di rimprovero.
 
-È in gioco molto, lo vuoi capire, carina??-. Strinsi gli occhi.
 
-Lo so!-. Mantenni lo sguardo.

-Allora perché non capisci che non sono io, il Nemico??-. Quella frase in particolare mi colpì. Non sapevo quali dote avesse, ma se davvero la maggior parte dei Cinque aveva la veggenza, allora sapevo che quella, il mio comportamento, e il legame che mi univa con ognuno di loro contribuiva a rendermi un libro aperto.
 
-Non ho mai detto questo!-. Quasi urlai.
 
-Ma lo pensi!!-. Si giustificò imitandomi.
 
-Bene! Volete sapere cosa ho visto? Mia madre che con molta probabilità mi ha detto che non mi devo fidare di Andromeda! Contenti?-. Sotto gli sguardi allibiti (per sminuirli) dei presenti me ne andai via.
 
In cerca dell'aria fresca che tanto sapevo di meritare uscii sperando che nessuno mi seguisse. Ma le mie speranze rimasero vane, perchésentii qualcuno che si schiariva la voce.
 
-Sparisci dalla mia vista!-. Mi limitai ad avvertirlo prima che perdessi il controllo.
 
-Non stai guardando nella mia direzione!-. Avrei avuto l'occasione di dargli un pugno in faccia, e nessuno se ne sarebbe accorto, ma a quanto pare...
 
-Che vuoi da me? Ti ho detto quello che ho visto! Ora dileguati!-. E feci un gesto con la mano.
 
-I Cinque dovrebbero rimanere in buoni rapporti, Elena. Per cui, nonostante tutto questo io e te dobbiamo andare d'accordo!-. Quando mi voltai notai che era serio. Perfetto. Niente di meglio che un patto col diavolo...
 
-E perché?-. Incrociai le braccia al petto.
 
-Perché so qualcosa che potrebbe interessarti!-. Leggermente incuriosita mi sporsi in avanti.
 
-Cosa?-. Sapeva di aver ottenuto la mia attenzione, così sorrise.
 
-Si tratta di Elijah. Tu credi che a lui piaccia essere umano, ma non é così. All'inizio lo esaltava, poi però si é stancato. E lo sai perché?-. Con gli occhi incrociati a quelli di Leo speravo che stesse mentando.

-Per te. Che gli Dei mi perdonino ma resiste solo per farti contenta!-. Mi schiarii la voce guardando alle sue spalle. Speravo che Elijah non ci stesse sentendo adesso.
 
Lo trascinai lontano e con mia grande sorpresa il pallone gonfiato non oppose resistenza.
 
-Di che cosa stai parlando? Lui era così spensierato, così vivo...-. Leo alzò gli occhi. Prese un respiro fissando i miei occhi ansiosi, poi mi mise le mani sulle spalle.
 
-Sto parlando del fatto che lui si sente inutile. Prima poteva proteggerti, poteva insegnarti ad essere un vampiro. Poteva essere lui quello forte, saggio e...Elena, lui ti ama, ma si sente un cretino.-. Sbattei le palpebre più volte riuscendo a capire solo ora. Aveva ragione probabilmente. Ero stata così cieca da non vederlo. Ed ero stata egoista. Stavo tenendo Elijah incollato a me per paura che tornasse ad essere quello di prima. Quello che mi aveva tradito, quello che mi aveva buttata in un tunnel sotterraneo per salvarsi la pelle...
Ma poi ripensai anche che quello stesso Elijah aveva avuto paura di innamorarsi di me all'inizio, e me lo aveva confessato con sguardo pieno di emozioni. Quell'Elijah che mi aveva scritto una lettera che mi aveva commosso nel profondo...quello che per farmi una cortesia non mi aveva strappato via dai miei cari. Lo stesso Elijah che si considerava un mostro, ma che era così umano...
Ora invece lo rendevo infelice per me stessa. Guardai a terra mentre Leo cercava il mio sguardo.
Sembrava leggermente preoccupato
 
-Ho bisogno del tuo aiuto...-. Dissi assente.
 
-In cosa...?-.
 
-Elijah. Tu sei il suo migliore amico. Aiutami a renderlo felice...-. Un sorriso si dipinse sui bei lineamenti del russo.

NDA: Hey!!! Lo so che ultimamente sto facendo molti ritardi e mi dispiace, ma davvero sono molto impegnata tra la famiglia e lo studio. Spero che il capitolo vi piaccia.

Un grandissimo grazie come sempre a chi mi segue, e soprattutto a chi mi sopporta sempre. ;-)

Un bacione e alla prossima,

PS: nell'immagine ci sono Itaca e Klaus e si scoprirà di più nei prox caps.

Debbythebest

 
   
 
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