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Autore: MorganaBenedict    03/03/2013    1 recensioni
“Mi dovrai costringere se vuoi che lavorerò per te!” disse l’Elfa alzando finalmente lo sguardo. “Che fortuna allora che possegga il tuo vero nome, non è vero Eire Audris Biundrala Clairseana Rimona Fuinor?”
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

-È la prima storia che scriva e mi voglio scusare per tutti gli errori che farò, ma non sono madrelingua italiana. Inoltre nessuno di voi è obbligato a leggere questa storia perciò se non vi piace non scrivete troppi commenti negativi anche se accetto volentieri dei consigli. So benissimo che non sono capace a scrivere ma mi piace farlo e credo che questo sia l'importante.-
 

L’Elfa stava correndo lasciando dietro di se la foresta che per così tanti anni le aveva dato non solo una casa, ma anche una vita. Ora tutto sarebbe cambiato, l’aveva trovata, e nessuno poteva più salvarla. Non sapeva perché stesse correndo siccome la forza del suo inseguitore era talmente grande che nemmeno una strega tra i livelli più alti della gerarchia sarebbero state capaci ad affrontarlo. Forse Andromeda, forse lei sarebbe riuscita, ma chiamarla in aiuto ormai sarebbe stato troppo tardi. La luce stava dando spazio al buio, il sole alla luna, e l’Elfa continuava a correre sperando in fondo al cuore ancora ad un miracolo.  “Eire Fuinor!” al pronunciare del suo nome l’Elfa si accasciò per terra, perdendo ogni tipo di speranza. L’uomo rise e si avvicinò, al corpo, rigido dalla paura. “Eire Audris Biundrala Clairseana Rimona Fuinor!” L’Elfa sussultò quando sentii dire il suo nome, un nome che nel suo mondo significava così tanto, un nome che nessuno sapeva tranne lei stessa, un nome che poteva significare una vita senza libertà.
“Eire” disse l’uomo. “Da quanto tempo!? Come stai?”  L’Elfa non rispose tenendo basso lo sguardo. “Da quando in qua si è così timidi?” chiese l’uomo. “Non sarai mica spaventata dal fatto che io sappia il tuo nome” l’uomo rise. “Sai, Eire, ho sempre avuto molto rispetto per te e il tuo popolo e voglio solamente che mi aiuti in una piccola faccenda, niente di cui ti dovresti preoccupare…” l’Elfa continuava a tenere lo sguardo basso, ma finalmente rispose, senza alzare la voce. “Prima morirei!” disse.  La sua voce tremava da un potere antico, così antico che la maggior parte degli abitanti non erano a conoscenza di essa. “Oh, cara.” Ridacchiò fra se e se l’uomo. “Sei già sempre stata così veloce nelle tue decisioni Eire, ascolta prima di decidere ciò che ti ho da dire.” Si accovacciò vicino all’Elfa e iniziò a parlare. “ Da un po’ di giorni gira la voce che sia nata, la nipote di Andromeda, che sia nata sotto la diciottesima l’una del sacro mese, una piccola strega di un potere mai esistito , e che tra le sue mani risiede tutto il destino del nostro mondo.” Fece una pausa come per sottolineare le ultime parole dette. “Si dice che Andromeda l’abbia fatta portata nel mondo degli umani, per tenerla al sicuro.” Sospirò. “Capirai che ho bisogno di questa bambina, la sua forza, tu mi dovrai aiutare a prenderla, che ne dici, Eire?” “Mi dovrai costringere se vuoi che lavorerò per te!” disse l’Elfa alzando finalmente lo sguardo. “Che fortuna allora che possegga il tuo vero nome, non è vero Eire Audris Biundrala Clairseana Rimona Fuinor?”

 

  
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