La finestra era illuminata, e l’ombra sull’albero sorrise. Era ancora sveglia… come tutt le sere a quell’ora del resto.

 

Si avvicinò un po’ più alla casa, quel tanto che bastava a distinguere ciò che accadeva nella stanza.

 

Una ragazza con addosso una candida camicia da notte si stava pettinando i capelli di quel colore così insolito, rosa, canticchiando sottovoce, lo specchio che rifletteva lo sfavillio degli occhi verdi.

 

[Anche se quegli occhi non brillavano più come una volta.]

 

Sakura ripose la spazzola e iniziò a preparare uno zaino per il giorno seguente, infilandoci dentro diligentemente tutte le cose che le potevano servire, erbe, armi, un libro, del cibo e dell’acqua… una volta finito ricontrollò tutto un’altra volta.

 

L’ombra sorrise ancora: era sempre stata così precisa, così ordinata da apparire pignola, alle volte. Ma, come tutte le volte che i ricordi la assalivano, l’ombra si portò una mano al petto, soffocandoli insieme al dolore bruciante.

 

La ragazza si avvicinò al letto, passando davanti ad una mensola, e si fermò.

 

Lo sguardo le era caduto su una vecchia foto, quella foto del team 7 che conservava così pulita, con così tanta cura. Lentamente si avvicinò, e la prese fra le mani.

 

Anche l’ombra la vide, e sospirò bruscamente. I ricordi tornavano, lasciando una traccia dolorosa.

 

La kuonichi  passò una mano sul vetro, una carezza diretta alle persone che non erano davvero lì, solo immagini, il ricordo di un momento felice intrappolato dalla macchina fotografica.

 

“A domani Naruto, a domani Kakashi-sensei.” Disse, parlando alla fotografia.

 

La voce le si ridusse ad un sussurro, gli occhi erano lucidi, quando formulò quell’ultima frase “Buonanotte, Sasuke-kun… dovunque tu sia adesso…”

 

L’ombra si voltò di scatto, allontanandosi dalla finestra, dall’albero, cercando di trattenere le lacrime che, odiose, gli scendevano dagli occhi.

 

Sakura si voltò di scatto verso la finestra, ma non vide nessuno. Eppure avrebbe giurato di averlo sentito, un sussurro, un sospiro, due parole…

 

“Buonanotte, Sakura.”

 

Dall’altura che sovrastava Konoha, Sasuke aspettò finché non vide spegnersi la luce di quella finestra.

 

Poi si voltò, tornando verso il rifugio di Orochimaru, verso il suo destino, la sua dannazione. Lontano da lei…

 

Mentre correva, lacrime roventi gli rigavano il viso.