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Autore: frabelieber96    03/03/2013    3 recensioni
 
Non ho mai pensato all'amore e al suo significato ma nonostante ciò vorrei accarezzarla e dirle che la amo perché forse, probabilmente, la amo davvero.
Vorrei dirle che si sbaglia, che possiamo cambiare le cose, ma è tutto inutile. Lei mi disprezza, disprezza ciò che sono, ciò che le ho fatto credere di essere. Disprezza la mia scommessa, il fatto che non creda nell'amore - pensa lei- , il fatto di non sapermi accontentare delle piccole cose. E mi disprezzo anche io, per aver avuto paura di amarla, per aver avuto paura di ammetterlo davanti a lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve bellezze, sono tornata con un nuovo capitolo :)
Come vi avevo anticipato alla fine della lettura potreste essere sconvolte, puahahahah.
Tornando serie voglio ringraziare tutte voi che leggete, recensite e seguite la mia storia, significa tanto per me. Oggi un ringraziamento spaciale va a @TrustInBieber che mi ha aiutata e convinta a pubblicare il nono capitolo.
Ora mi dileguo e vado a scrivere il decimo capitolo :D
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, vi mando un bacio immenso.
Francesca <3 <3



 

 

Rebecca


 

Come prima giornata in Canada, quella di oggi, non è stata per niente tranquilla.

Ieri sera siamo arrivati a Stratford davvero tardi, penso fossero le quattro di notte, e quando stamattina mi sono svegliata, come prima cosa, sono rimasta delusa.

Non avevo alcuna aspettativa da questo viaggio in Canada eppure pensavo che avrei trovato tutto ciò che apparteneva alla vecchia vita di Justin. Ero convinta che avrei visto la vecchia camera di Justin, quella di quando era un bambino, quella che si vede nel suo film, quella con il poster di Bart Simpson. Ero convinta che a colazione avremmo trovato una torta fatta in casa da sua nonna, quella che Justin mi racconta sempre di amare tanto e che non è mai riuscito a trovare in nessun ristorante del mondo. Mi aspettavo di trovare vecchie foto imbarazzanti e ridicole, e invece non è successo niente di tutto questo.

La casa dei nonni di Justin, che gentilmente ci ospiteranno per tutta la nostra permanenza qui, è una grandissima casa in campagna che è appena stata ristrutturata. Justin, qualche mese fa, ha deciso di regalare ai suoi nonni una nuova casa, più grande - forse anche troppo- e più moderna. E io, in fondo, so che è stato un bel gesto eppure mi chiedo se un giorno non inizierà a rimpiangere la sua vecchia vita. So che avere una vecchia casa e un poster con un ragazzino giallo non possono restituirgli la normalità ma lo avrebbero aiutato a ricordare quei momenti in cui era ancora un semplice ragazzino e non una popstar di fama internazionale, lo avrebbero fatto sentire a casa almeno quei pochi giorni che passa a Stratford.

In realtà mi rendo conto solo adesso che tenere la vecchia casa dei nonni di Justin non sarebbe servito a niente. Come puoi sentirti a casa in un' abitazione minuscola e senza tutti i confort moderni quando passi 360 giorni all'anno in camere di hotel a cinque stelle e lussuose case da 12 milioni di dollari? Non puoi.

Non puoi far finta che non sia cambiato niente, e Justin questo lo sa bene.

Immagino che Justin abbia deciso di non fare l'ipocrita e così ha smesso di rivivere il suo passato, sperando che possa ancora far parte del suo presente, e ha ammesso a sè stesso che non è rimasto più niente del ragazzo che giocava a calcio
nella squadra della sua scuola in una cittadina sperduta tra i laghi Canadesi.


 


 

Tutti i miei pensieri e tutti i miei ragionamenti furono smontati a pranzo quando gli amici di Justin e tutta la sua famiglia erano arrivati per dargli il ben venuto e dirgli quanto gli fosse mancato. Non era importante una casa o una torta, i ricordi, i momenti importanti che aveva vissuto e le persone importanti della sua vita, Justin, le avrebbe portate per sempre nel suo cuore.

Mi era bastato il sorriso di Justin nel vedere sua sorella per entrare a far parte della sua vecchia realtà, quella in cui nessuno sapeva chi fosse.

Quello di oggi era stato uno dei pranzi più belli di tutta la mia vita.

Nonostante il cibo non fosse dei migliori, ognuno aveva portato una portata e con grande rammarico avevo scoperto che le zie di Justin non erano talenti culinari, la compagnia era sicuramente composta da alcune delle persone più simpatiche e gentili che avessi mai conosciuto.

Il pranzo era in realtà durato fino all'ora di cena e verso le dieci di sera alcuni amici e parenti avevano salutato ed erano ripartiti verso le proprie case perché la mattina seguente il lavoro li aspettava. I più temerari, e senza offesa, i più anziani, che la mattina dopo sarebbero rimasti nel letto o tutt' al più sarebbero andati in edicola a comprare il giornale, si erano spostati dalla cucina al salotto pronti per una partita a carte che probabilmente si sarebbe conclusa solo a mezzanotte passata.

Justin aveva deciso di uscire e andare a divertirsi con alcuni ragazzi che erano passati nel pomeriggio a trovarlo, tra questi anche Chaz che era tornato in Canada già da qualche giorno per il compleanno del fratellino. Ryan Butler, l'altro migliore amico di Justin che già conoscevo, era passato a prendere il biondino verso le undici e mi aveva avvertita che era a conoscenza del nostro piano per aiutare Chaz e che anche lui ormai ne faceva parte.

<< Quando hai finito con Chaz potresti cercare una ragazza anche per me, non credi? >> mi aveva detto lui

<< Si, potrei farlo, ma non sono sicura che ci sia una ragazza disposta a stare con un ragazzo come te! >>

<< Ne sei sicura? >>

<< Assolutamente>>

<< E cosa ti spinge a pensare ciò? >> mi chiese lui beffardo

<< Se non ricordo male ci siamo conosciuti alla festa di compleanno di Justin, giusto?>>

<< Si, e allora? >>

<< Bhè, la prima cosa che mi hai chiesto è stata se io fossi nata il 21 dicembre perchè ero la fine del mondo. Non ho mai assistito ad un abbordaggio peggiore di quello. >>

<< Sono cosi pessimo? >>

<< No, assolutamente. La seconda volta che ci siamo visti è stato a New York. Justin aveva organizzato un giro in elicottero a io avevo paura e così tu sei rimasto a terra per non lasciarmi sola anzicchè goderti un giro privato tra le nuvole di NYC >>

<< Bhè grazie. Quindi prima stavi scherzando? Riuscirai a trovare la mia anima gemella? >>

<< Si, stavo scherzando. Comunque sia non sono sicura che esista l'anima gemella ma ti assicurò che troverò la ragazza che fa per te >>

<< Grazie Bex, buona serata >> aveva concluso Ryan non appena Justin era tornato dalla cucina.


 

Quando i ragazzi erano definitivamente usciti di casa io ero salita in camera, avevo guardato la nuova puntata di Grey's Anatomy che mi ero persa la sera precedente e mi ero immersa nella vasca per godermi un lungo bagno caldo.


 

Il lungo bagno caldo si era dilungato ed era diventato interminabile così alle 3.40 di notte mi ero ritrovata con i capelli bagnati e un messaggio furibondo di mia mamma. Per lei, essendo a Los Angeles, era passata la mezzanotte ma non era ancora notte fonda e aspettava la mia chiamata. Quando le avevo chiesto il permesso per andare in Canada qualche giorno fa aveva prima controllato il mio libretto scolastico ed avendo solo voti positivi aveva per forza di cose acconsentito alla mia partenza con il solo compromesso di doverla chiamare almeno una volta al giorno.

Io oggi me ne ero completamente dimenticata.

In fretta e furia ero scesa in garage per non disturbare i nonni di Justin che ormai dormivano da un paio d'ore e avevo chiamato mia mamma per tranquillizzarla. La sua secondo genita era ancora viva, non aveva nulla da temere.

Conclusa la chiamata stavo per tornare in casa ma avevo notato un luce soffusa provenire da una delle quattro macchine parcheggiate. Mi ero avvicinata alla Mercedes e all'interno avevo riconosciuto Justin.


 


 

Era passata già un'ora da quando ero entrata anche io nella macchina e mi ero fatta posto accanto a Justin sui sedili posteriori. Non abbiamo ancora parlato, ci siamo limitati a reclinare gli schienali dei sedili e a stendere le gambe per essere più comodi.


 


 

Heart beats fast

Colors and promises

How to be brave

How can I love when I’m afraid to fall

But watching you stand alone

All of my doubt suddenly goes away

somehow

One step closer


 


 

Justin ha la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi, il corpo è rigido, per niente rilassato. E' tutto il contrario di come era all'inizio, quando ci siamo conosciuti. Eravamo spensierati, senza paure o timori, complici e desiderosi l'uno dell'altro. Adesso invece le cose sono diventate troppo complicate e la paura di fare qualcosa di sbagliato ci impedisce di goderci i momenti insieme.

E anche se la colpa, forse, è mia, io voglio davvero godermi questo momento. Voglio davvero ascoltare il mio cuore.

Silenziosamente, con movimenti fluidi ma comunque insicura, mi avvicino a Justin fino a sfiorare il suo petto. Lui, sentendo il mio respiro su di sè, apre gli occhi. Leggo con facilità il suo stupore e il suo iniziale imbarazzo, quando lo bacio però non si tira indietro, si allontana solo qualche secondo per sorridermi e poi torna sulle mie labbra. Ad ogni bacio che ci diamo i nostri cuori acquistano battiti e la mano di Justin scivola esperta sul mio corpo che ormai conosce bene. Senza accorgercene, con tutta la naturalezza di questo mondo, diventiamo una sola cosa e insieme sperimentiamo il massimo piacere.


 


 


 


 


 


 


 

Justin


 

I have died everyday waiting for you

Darling don't be afraid I have loved you

for a thousand years

I'll love you for a thousand more


 


 

Mentre la guardo rivestirsi sono la persona e l'uomo più felice sulla faccia delle terra. Siamo rimasti abbracciati per parecchio tempo e quando lei ha provato ad alzarsi l'ho stretta a me ancora più forte, volevo farle capire che per me questa volta era stata diversa, che non doveva andarsene, poteva rimanere.

E lei mi aveva accontentato, era rimasta tra le mie braccia ancora un pò e prima di alzarsi definitivamente mi aveva detto

<< Non me ne sono pentita, lo giuro. >>.


 


 


 

Time stands still

Beauty in all she is

I will be brave

I will not let anything take away

What's standing in front of me

Every breath

Every hour has come to this


 


 


 

Sono le sette e mi sono appena infilato nel mio letto. Non riesco, anzi, non voglio dormire. Come posso volermi addormentare se qualunque sogno facessi sarebbe niente in confronto a quello che ho vissuto stanotte?

La paura che i miei nonni si sveglino da un momento all'altro non mi trattiene dall'uscire dalla mia camera e andare a bussare a quella di Rebecca.

Fortunatamente mi apre e lascia che mi sieda sul suo letto.

<< Non era solo una questione fisica stasera, lo sai, vero? >> domando retoricamente

lei sorride, butta fuori la tensione che i suoi muscoli avevano accumulato e gentilmente ripone

<< lo so, ne sono consapevole >>

Sta dicendo la verità, è sincera, eppure i suoi occhi non sono luminosi, non sono felici.

<< Ed è sbagliato il fatto che ci fosse di più? >> domando titubante, non capendo a cosa sta pensando.

<< No, non lo sarebbe se al nostro posto ci fossero altre due persone. Però noi due, la nostra situazione, il nostro passato… tutto ciò lo rende sbagliato! >>

<< E se quello che abbiamo è la cosa migliore che mi sia mai capitata, sarebbe ancora sbagliato? >>

<< Non lo so. >>


 

Le sfioro il viso, lo zigomo, la mascella, il collo e la spalle e poi la bacio perché sono sicuro che tutto questo non può essere un errore, amare non è uno sbaglio.

  
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