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Autore: Aanya    03/03/2013    3 recensioni
Per tutti quelli che adorano il film d'animazione "Anastasia"...per chi non ha potuto non indagare sulla vera storia della principessa russa e sulla sua leggenda..per chi ha cantato almeno una volta le canzoni del cartone..per chi si è intrippata con lo studio del russo per "colpa"sua..per chi ha portato la storia della famiglia Romanov agli esami:)...Insomma...magari dateci una semplice occhiata.Racconto la sua storia basandomi sul film e su alcuni reali eventi storici analizzandone ulteriormente l'aspetto introspettivo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nave solcava dolcemente le acque. Il fischio sordo della “Tasha” squarciava il silenzio, mentre nuvole di fumo salivano dagli alti fumaioli. Il cielo si era tinto di rilassanti sfumature giallo-rossastre. Il tramonto all’orizzonte era spettacolare.
 
Anya e Dimitri erano sotto coperta
-Ecco ti ho comprato un vestito!- le disse sventolandole davanti un grazioso vestito celeste, bordato di bianco ai polsini. Anya rise
-Mi hai comprato..- alzò l’ampia gonna dell’abito sbirciandoci dentro -..una tenda!-
-Ma che cosa stai cercando?- le domandò perplesso attraverso l’altro capo dell’abito.
-Il circo russo..dovrebbe essere ancora qui- fece guardandolo negli occhi ironica.
Trovava sempre da ridire su tutto.
-Piantala- protestò gettandoglielo tra le mani -Avanti! Provalo!-.
Che ragazza sfacciata! Per una volta che aveva pensato a lei! E non lo aveva neppure ringraziato. Salì le scale di corsa. Si fermò un attimo solo per voltarsi. Scosse la testa e sbuffò. Ma chi le capiva le donne?
Anya lo guardò salire in silenzio. Poi prese a volteggiare tenendo il vestito sopra il suo, per vedere come le sarebbe potuto stare. Era stato gentile. Doveva ammetterlo ancora una volta. Era da anni che non riceveva un abito nuovo. All’orfanatrofio era costretta ad usare quelli che non andavano più bene alle compagne più grandi, solo rare volte c’erano dei soldi per acquistarne di nuovi. E quelli vecchi si sostituivano solamente quando erano presi veramente in pessime condizioni. E come aveva fatto a sapere che l’azzurro era il suo colore preferito? Non vedeva l’ora di vederle come le stava addosso.

***

Lo stridio dei gabbiani in lontananza si mescolava al rumore rilassante delle onde. Dimitri e Vladimir erano concentrati al massimo. Chini sulla scacchiera. Vlad fece la sua mossa muovendo la pedina bianca
-Scacco matto!-
Dimitri scosse la testa. Forse non si stava concentrando abbastanza. Anya era appena salita ed era dietro di loro. Si schiarì la voce.
-Che meraviglia!- fece Vlad alzandosi di scatto e allargando le braccia. Dimitri quasi prese un colpo dalla reazione dell’amico. -Stupenda!- continuò a complimentarsi.
Dimitri si era voltato. Non sembrava neppure lei. Quella ragazza che si divertiva a tormentarlo da giorni. Doveva ammetterlo. Era bellissima. Aveva i capelli raccolti con un nastro dello stesso colore del vestito e una cintura legata in vita. E poi era così radiosa. Vlad si diresse verso di lei tendendole una mano
-Ahh…e adesso siete perfetta per aprire le danze. Perciò dovrete imparare a ballare..non vi muovete- Vlad trascinò il ragazzo per un braccio, ancora immerso nella visione che si trovava davanti -Dimitri-
-Ehehemh..io..- Dimitri non se la sentiva proprio di ballare subito con lei. Era piuttosto imbarazzato. E poi lui odiava ballare. Non perché non gli piacesse, ma non aveva mai imparato realmente a farlo. E dare prova della sua goffaggine proprio davanti a lei non era il suo massimo desiderio.
-..io non sono molto bravo- cercò di scusarsi preventivamente sorridendole imbarazzato. Appoggiò una mano sul suo fianco e le prese delicatamente la mano, mentre lei gliela mise sulla spalla e cominciarono a muovere qualche passo. Vlad teneva il tempo con le mani
-Eee..un, due, tre..un, due, tre...No no…Anya non devi guidare tu. Segui lui- fece indicandolo. Poi si spostò sorridendole.
I due giovani si guardarono. Dimitri le sorrise timidamente e le porse la mano. Si sentiva già piuttosto in soggezione. Era strano per un tipo abbastanza logorroico come lui. Ma era una strana situazione se pensava alle litigate che ci aveva fatto prima insieme. Eppure ora davanti a lui sembrava che ci fosse tutt’un’altra ragazza. Dimitri ruppe il ghiaccio
-Il vestito è molto carino-
-Lo credi davvero?- gli domandò piegando lievemente la testa di lato.
-Sì..senti..era carino sulla stampella..ma..addosso a te sta ancora meglio-.
Si ricordava di quando erano passati in città. Anya si era fermata a fissare tutte le vetrine dei negozi ammirando gli abiti stupendi indossati dai manichini. Lui si divertiva a prenderla in giro dicendole che il suo vestito sbrindellato la faceva sembrare meglio una principessa. Ma in quel momento lo credeva veramente. Si era alzato terribilmente presto quella mattina. Non aveva neppure fatto colazione ed era uscito nel piccolo centro, aspettando che i negozi aprissero. Aveva già visto quello che voleva. Quando ci si era soffermato davanti non aveva potuto pensare che a lei. Doveva scusarsi  per come si era comportato. E così non ci aveva pensato su due volte prima di acquistarlo. Uno stupendo color azzurro. Come i suoi occhi, pensava. Sperava solo che non avesse fatto un’altra sciocchezza e non le piacesse. E invece eccola lì. Davanti a lui, mentre danzavano sul ponte della nave, dipinta di celeste.
-Dovresti indossarlo- continuò facendole fare un’ampia giravolta.
-Lo sto indossando- fece lei tornando verso di lui.
-Certo è vero..è vero..certo..- disse imbarazzato. Si accorgeva che stava facendo discorsi terribilmente senza senso. Le parole gli venivano a mancare -..io..io..stavo solo cercando di farti un..-
-Complimento?- azzardò Anya finendo il discorso.
-Ma certo..sì-
Poi finirono la conversazione e stettero entrambi in silenzio, mentre continuavano a volteggiare. Occhi negli occhi.
Dimitri doveva ricredersi sul fatto della danza. Non sembrava così difficile. O forse era lei che era così una brava ballerina. Probabile. Solo che sembrava una cosa così naturale. Le lanciò un timido sorriso e lei ricambiò. Non riusciva a notare nessun segno di permalosità e contestazione nei suoi occhi. Ma era sempre la solita Anya. Eppure ora che le stava vicino provava una strana sensazione. Non era né odio né disprezzo. Non sapeva spiegarlo.
Anya sorrideva leggermente. Era felice, ma non voleva farlo notare troppo.  Piroettava tra le sue braccia e i flashback ritornavano alla sua mente. Dimitri che voleva convincerla a tutti i costi di essere una granduchessa. Dimitri che disprezzava i suoi modi e le sue idee. Dimitri che non smetteva di sbeffeggiarla. Ma ora davanti a lei sembrava esserci un’altra persona. Il Dimitri gentile, premuroso, timido e dolce. Non avrebbe mai smesso di danzare. Sarebbe andata tranquillamente avanti per tutta la sera. Era tra le sue braccia ed era come se il tempo si fosse fermato. Come se non avesse più una meta. Come se tutto ciò che la rendeva felice fosse già lì a portata di mano. Una strana sensazione.
I due rallentarono i movimenti.
-Mi sento un pochino..- come poteva definirlo? -..strana-
-Ti gira la testa?- le domandò gentilmente, sorridendole.
-Sì..- Le sembrava veramente che il paesaggio attorno a lei si muovesse in modo strano. E poi sentiva quel lieve, cupo dolore allo stomaco.
-Anche a me…sarà tutto questo volteggiare..- continuò arrestandosi. –Forse..dovremmo fermarci-
Anya lo guardò confusa
-Ma ci siamo fermati-
Si rendeva conto che le sue parole uscivano dalla sua bocca come se il suo cervello non fosse connesso e non gli permettessero di fare un discorso sensato. Si era perso nuovamente nel blu dei suoi occhi. Si rendeva sempre più conto di quello che aveva trovato ridicolo fino a pochi giorni fa. Lei che lo aveva messo a zittire fin da quando si erano conosciuti. Lei che pretendeva di avere sempre la parola e sapeva rispondergli a tono. Lei che lo stuzzicava e lo prendeva in giro. Lei. Che lo aveva ammaliato. Come poteva odiarla ora?
-Anya..io..- le disse socchiudendo gli occhi per un istante.
-Sì??-
Dimitri la guardò nuovamente negli occhi e si avvicinò leggermente, richiudendoli. Anya fece lo stesso. Erano sul punto di avvicinare le loro bocche quando Pooka abbaiò, facendo ridestare Dimitri. In un secondo capiva che non poteva farlo. Allontanò il  viso dal suo, gli occhi che cercavano di mascherare la sua tristezza
-Stai..stai andando benissimo- terminò dandole alcune pacche leggere sulla mano, come se la stesse incoraggiando. E se ne andò. Anya, che era rimasta lì, con il naso all’aria e gli occhi chiusi, si ridestò terribilmente sorpresa. Le sembrava che stesse per succedere qualcosa. Perché allora l’aveva lasciata lì, immobile e spaesata, senza dirle altro oltre che a complimentarsi per i suoi progressi nella danza? Oltre a girarle la testa sembrava che non riuscisse a collegare la sua strana reazione.
 
Vlad aveva visto la scena seduto più in fondo, teneva Pooka con una mano. Poteva scommettere che il “suo ragazzo” provasse qualcosa per lei. Aveva notato il modo in cui ballavano stretti. E poi lo conosceva bene. Quando a Dimitri piaceva una ragazza smetteva di fare così tanto lo spavaldo com’era di solito. E in quei giorni non poteva fare a meno di notare che il suo carattere sembrava essere cambiato in meglio. Allora perché l’aveva lasciata così in malo modo, in piedi, immobile al centro del ponte? Anche se non la conosceva così tanto bene, Vlad sembrò rimanerci male per lei.

***

Era calata la notte. Dimitri stava già dormendo alla ben e meglio disteso per terra, su un materasso, in un lato della cabina. La testa su una valigia, avvolto da una leggera coperta. Anya e Vlad erano ancora svegli. O meglio. Vlad stava per prendere sonno seduto per terra, di fianco alla ragazza.  Entrambi privi di sonno si erano messi a chiacchierare, ma ora Vlad sembrava avere le palpebre troppo pesanti. Anya si stava pettinando i capelli, dolcemente. Vlad sembrava già russare, la testa ricadeva più volte in avanti.
-Ohhh..ti senti bene?- gli domandò la ragazza avvicinandosi con la testa.
-Bene..bene- tossì.
Anya continuò a spazzolarsi lentamente i capelli.
-Sono solo pieno di invidia..guardalo lì..- fece indicando Dimitri, già sprofondato nel sonno. -Riesce a dormire in qualsiasi situazione!-
Come se il ragazzo avesse sentito che stavano parlando di lui, si rigirò sul materasso, facendo cadere con i piedi la tracolla, poco distante, che portava sempre con sé. Pooka, che stava curiosando all’interno, cadde anche lui. Ma qualcos’altro era rotolato per terra.  Pooka lo prese tra i denti, scodinzolando, e lo porse alla ragazza. Anya lo prese tra le mani. Socchiuse a malapena gli occhi cercando di inquadrarlo. Perché le sembrava di aver già visto quell’oggetto?
-Bel portagioie vero?- le fece Vlad, sorridendole mezzo assonnato.
-Un portagioie? Sei sicuro che sia un portagioie?-. Le sembravano familiari le sfumature verdi e dorate. Le sembrava quasi di percepire una cantilena sprigionata dallo strano oggetto.
-E cos’altro potrebbe essere?-
-Beh..qualcos’altro..qualcosa di…speciale!- continuò rigirandoselo tra le mani. Era quasi certa di averlo già visto. Ma quel possibile ricordo rifiutava di emergere alla sua coscienza. Le sembrava quasi più un piccolo carillon che un portagioie, ad esserne sincera. Qualcosa lo faceva risplendere ai suoi occhi come se fosse avvolto da un’aura magica. -Che magari ha a che fare con un segreto..-
Pooka le faceva il solletico leccandole le dita dei piedi. Anya rise.
-È possibile?- fece voltandosi verso Vlad.
-Beh..tutto è possibile- le stava dicendo mentre cercava di raggiungere, salendo sopra al comodino, il letto in alto, dove avrebbe dormito lui. -Tu hai insegnato a Dimitri a ballare il valzer o sbaglio?-
Anya rise. Già. Se era riuscita in quell’impresa cosa poteva essere impossibile? Batté le mani per far avvicinare il cane e prenderlo con sé. Era ora di andarsene a letto. Posò il cagnolino sopra la coperta, ai piedi del letto. Sollevò le coperte e si coricò sotto. Vlad spense le luci emettendo un lungo sbadiglio
-Dorma bene granduchessa-
Il peso di Vlad fece sprofondare il materasso sopra di lei. Anya lo ricacciò alzando la gamba, sorridendo. Poi prese il cane tra le braccia
-Buonanotte Pooka- gli sussurrò accarezzandolo. Si addormentò col sorriso.

 ***

Suo fratello, vestito con un abito sullo stile marinaro, le faceva segno con la mano di seguirla. Era una stupenda giornata di sole e lei se ne stava tranquillamente a godersela, distesa in mezzo al verde. Mille farfalle si alzavano in volo dai fiori, volteggiando accanto a lei. Portava un fresco abito bianco con ricami azzurri. Le dispiaceva doversi alzare. Stava così bene distesa al caldo torpore estivo. Ma se suo fratello la stava chiamando aveva sicuramente qualcosa di curioso da mostrarle. Risalì la collinetta di rocce.
-Andiamo!- la spronava il bambino davanti a lei, impaziente. Anya saltellava contenta in mezzo al sentiero erboso. Adorava sentire le naturali risate del fratello. Arrivarono ad un tronco d’albero messo orizzontalmente. Le sue tre sorelle la stavano salutando particolarmente divertite
-Vieni! Vieni qui con noi!- fecero prima di saltare giù dal dirupo.
 

Ma quella non era la realtà. Era solamente un sogno. Un sogno che l’aveva portata a vagare sul ponte della nave, in mezzo ad una furiosa tempesta. Un sogno pericoloso.
Anya aveva sempre sofferto di sonnambulismo fin da bambina. Era di notte che si manifestavano i ricordi del passato. Gran parte della sua infanzia non era stata cancellata. Risiedeva ancora nel suo inconscio. E quando si svegliava ricordava poco o niente. Ma non erano sempre sogni belli. A volte erano incubi. Incubi nei quali vedeva la sua famiglia morire. Incubi di dolore e distruzione. E fortunatamente, a parte una grande paura iniziale, non potevano farle altro male. E c’erano delle notti nelle quali, inconsciamente, si alzava dal letto e vagava per le stanze dell’orfanatrofio. Le prime volte le sue compagne di stanza prendevano una tale paura che si nascondevano sotto le coperte, immobili. In seguito, quando la direttrice ebbe spiegato loro il problema che la ragazza aveva, tutte le volte che la vedevano alzarsi la riportavano a letto, non prima di essersi messe a ridere. La Tossekov non sopportava doversi caricare anche di questa responsabilità. La prima volta che l’aveva trovata di notte, fuori dalla sua stanza, mentre stava perlustrando la cucina, le urlò contro pensando che stesse rubando qualcosa dalla dispensa. Con il tempo la situazione migliorò.
Ma ora stava accadendo di nuovo. Anya aveva gli occhi chiusi e stava cercando di tenersi in equilibrio mentre la nave era percossa dal vento e dal mare in burrasca. La pioggia cadeva fitta. I fulmini illuminavano il cielo a giorno. Ma lei non se ne accorgeva. Aveva un sorriso stampato in faccia.
 
Pooka abbaiava a più non posso. Si era accorto dell’assenza della padroncina e stava cercando di svegliare Dimitri,  completamente assorto nel sonno.
-Che c’è?..Che c’è?..Che succede?- domandava assonnato, gli occhi socchiusi, cercando di levarselo di torno con il braccio. Il cane continuava a latrare.  –Pooka!- tuonò prendendolo in braccio -Pooka che c’è?-. Poi volse lo sguardo verso il letto a castello. Un lampo illuminò la stanza. Il suo letto era vuoto. -Anya?-. A Dimitri prese un colpo -Anya!-. Si precipitò alla porta lasciandosi scivolare la coperta nella corsa. Nella foga andò a sbattere contro la parete laterale del corridoio. -Anya!- gridava salendo le scale furiosamente. La fitta pioggia cominciò a bagnarli i vestiti e a colpirgli il viso.
 
Anya si era appesa con una mano ad una fune ed era salita sul bordo laterale della nave. Ma lei non era coscientemente lì.
 

Si stava tenendo ad una corda fiorita.
-Ciao raggio di sole!- Suo padre le sorrideva dal basso. Stava facendo il bagno con le sue tre sorelle. L’acqua sembrava tiepida. Il sole vi si rifletteva, facendola brillare.
-Ciao!- salutava lei ridendo da sopra quella specie di scogliera.
-Anastasia vieni con noi!- le gridava una delle ragazze.
-Vieni in acqua!- le faceva segno suo padre.
-Tuffati!-
-Vieni in acqua! Salta!
-Tuffati!- continuavano senza demordere.
-Eccomi!- saltò suo fratello dopo aver preso la rincorsa. Si schiantò in acqua con un tuffo che bagnò tutti loro. Lei rise. Dal basso continuavano ad urlare il suo nome
-Anastasia!-
 

-Anya!-
Dimitri riusciva a stento a correre sopra a quel pavimento bagnato. Un’onda lo travolse in pieno. Riuscì comunque a salire in cima alla coffa. Si guardò angosciato intorno. Sussultò.
-Anya!-. La ragazza stava per gettarsi in mare. Ancora in preda ai suoi ricordi. -Anya ferma!- urlava con quanto fiato aveva in gola, anche se il vento e le onde attutivano i suoi sforzi. –Anya no!-. Si strinse attorno ad una fune e si slanciò verso di lei.
Anya sembrò sentire la sua voce. Un tuono squarciò il cielo. Poi, tutt’a un tratto, erano ritornati. I ricordi che la facevano stare male, che la pugnalavano allo stomaco, che la lasciavano senza fiato. Un turbinio di voci, volti, nomi. Le sembrava di distinguere qualcosa, un nome forse. Romanov. Tutti correvano e lei non riusciva a muoversi. Qualcuno la stava trattenendo per la caviglia. Un uomo. Le sorrideva. Urlava e non riusciva a scappare. Urlava a più non posso.
 –Nooo!..Noo!-
 
-Anya! Anya svegliati! Svegliati!- fece scuotendola.
Tutto bianco. Anya aprì gli occhi di scatto. Un’espressione angosciata e terrorizzata in volto. I suoi occhi erano stranamente dilatati. Non riusciva a calmarsi e continuava ad ansimare. Cercava di concentrarsi su quello che aveva visto. Non era facile. Aveva ancora così tanta paura.
-Romanov! Romanov!- continuava a ripetere agitata quel nome. Sapeva che aveva a che fare con lei.
-Romanov? Di che cosa stai parlando?- Dimitri la prendeva stretta per le spalle.
-Continuo a vedere dei volti- fece aggrappandosi alla sua maglietta -..tanti volti-. Appoggiò la testa sul suo petto. In lacrime. Continuava a singhiozzare.
-È stato un incubo- la rassicurava Dimitri abbracciandola forte. La pioggia era cessata. Il mare si era calmato parecchio. –È tutto apposto- abbassò la testa sulla sua, continuando a stringerla contro di sé. –Sei al sicuro adesso- le disse dolcemente abbozzando un sorriso, passandole una mano sulla schiena per calmare i suoi singhiozzi. Aveva creduto seriamente di perderla. Qualche secondo in più e sarebbe arrivato troppo tardi. Non se lo sarebbe mai perdonato. Ora era tra le sue braccia. E sembrò dimenticare tutto. Voleva restare così. Abbracciato a lei per sempre. Sentiva il forte desiderio di proteggerla. Ora come ora sembrava una fragile bambina sperduta. E lui se ne era innamorato.
   
 
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