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Autore: Louisdamn    03/03/2013    2 recensioni
E so anche che lui mi ama, lo so, dal modo in cui mi guarda, dalle sue carezze, dalla sua voce che urla il mio nome mentre facciamo l’amore, da come vuole proteggermi dal mondo ma poi si accorge che neppure lui riesce a sfuggirgli e allora si accascia addosso a me. Ha trovato in me una persona a cui affidarsi, una persona che può proteggerlo, una persona da amare. Ma allora se lui mi ama davvero perché non finisce di farsi del male? perché ogni volta finisce per spezzarmi il cuore? Perché non capisce che se lui se ne andrà, io sparirò con lui?
Louis/Harry
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La maggior parte delle persone considera gli ospedali luoghi non affatto belli. Odiano ritrovarsi in quegli edifici, con mura bianche e ,solitamente, verdi. Quel verde tetro, smunto, opaco che ti mette tristezza solo a guardarlo. Pregano per non ritrovarsi tra quelle stanze, in quei letti, con quei camici verdini, pregano perché ritrovarsi in quel luogo significa che qualcosa non va. Desiderano andare il meno possibile tra quelle mura bianche e verdi, soffrono nel vedere i propri figli, genitori, amici, parenti coperti da quelle lenzuola più bianche del latte. Tutti odiano gli ospedali, pensano che lì dentro succedano cose brutte. Io credo tutto il contrario. Disteso su uno dei migliaia di letti di questo ospedale, mi accorgo che probabilmente io sia l’unico a non detestare questi edifici. Ho passato tanto di quel tempo tra questi corridoi, non riuscirei nemmeno a contare le volte. La gente non si accorge di quanto gli ospedali, coloro che ci lavorano, siano affascinanti. Ecco è questa la parola con la quale descriverei questo luogo. Affascinante. Non si pensa a quanto impegno, dottori, infermieri, chirurgi, mettano per questo orribile lavoro. Gli ospedali ci permettono di vivere, senza loro in quale luogo verremo curati?? come faremo senza ospedali?? E senza i dottori?? Da chi verranno curate le ferite, chi è che ci darà speranza e ci aiuterà nei momenti in cui le parole non saranno d’aiuto?? Bhe, ve lo dico io. Nessuno, nessuno sarebbe capace di fare ciò. Ci troviamo in un mondo che sta soffrendo, un mondo debole in cui pochissimi hanno speranza, pochissimi  vogliono lottare. E per ora siamo fortunati, che persone come i dottori ci aiutino, ma se le cose  non prenderanno una via alternativa, nessuno avrà più speranza, nessuno sarà capace di ribellarsi e lottare. Per questo trovo tutto ciò, affascinante. I corridoi costantemente affollati da dottori e infermieri che ,con le fronti grondanti di sudore, cercano di svolgere il loro lavoro. L’atmosfera pesante, non c’è un momento di pausa, mai un attimo di tranquillità e voci, balbettii, urla che ti entrano e ti sfondano i timpani. Persone, pazienti, familiari in continuo movimento cercando di distrarsi camminando in avanti e dietro per non pensare. Perché pensare ti procura dolore, la tua mente viaggia senza controllo ed arriva a elaborare pensieri impossibili, impensabili, improponibili. E rimani con quei punti fissi nella mente, procurandoti ancora più sofferenza. E chissà, forse è proprio per questo che mi ritrovo, in continuazione, tra queste mura, in questo letto coperto da quelle lenzuola più bianche del latte. E lo ammetto, questa volta ho esagerato. La vasca piena d’acqua, troppo fredda per la mia pelle, non mi avrebbe aiutato a niente. Volevo vedere fino a quando il mio corpo avrebbe potuto resistere, per quanto tempo sarei potuto rimanere incastrato tra quell’acqua gelida, prima che il mio corpo si paralizzasse?? Una specie di prova, era la frase con cui, questa volta, avevo cercato di giustificarmi. Ma nessuno mi credette, nessuno pensò minimamente che le parole uscite dalla mia bocca fossero vere. E lo sapevo che qualsiasi cosa avrei detto, loro non mi avrebbero dato ragione, sapevo che mai e poi mai le mie parole, per loro, avrebbero detto la verità. Ma ogni volta cercavo di elaborarmi una scusa, sempre diversa, perché la speranza che un giorno ci cascassero non era ancora svanita. La speranza è l’ultima a morire, proprio come la mia voglia di farmi del male. Ed ora sono qui, ragazzo ventunenne pieno di problemi, aspettando che un dottore venga nella mia stanza e mi ripeta le solite parole, per convincermi che ciò che avevo  fatto fosse sbagliato. E a dir la verità io lo sapevo anche, che ciò non era corretto, ma probabilmente, non essendo un ragazzo normale, tendo a fare l’opposto di ciò che è giusto. Come previsto, nella mia stanza, arrivò un dottore, il solito dottore e come da copione recitò il solito discorso di cui io ascoltai ogni minima parola ed infine annuì, sperando che poi mi avrebbe lasciato in pace. E così fece. Sospirai rumorosamente e appoggiai la testa da un lato, accorgendomi di quel ragazzo che dormiva sulla sedia. È strano come, a volte il destino sia così buono nei tuoi confronti. Io, Louis Tomlinson avevo cercato in tutti i modi di dare pace alla mia anima, di abbandonarmi al dolce suono della libertà eppure il destino era stato troppo clemente, mi aveva donato l’essere più perfetto al mondo. E, ogni giorno, ringraziavo un qualunque dio, perché mi avesse donato questa creatura, ma , in ogni caso, cercavo sempre, in qualsiasi occasione di morire. Come ho detto io non sono normale. Non riesco a trovare risposte ai miei comportamenti, forse non trovo il motivo per rimanere ancora su questa terra, anche se in teoria ce l’ho, probabilmente mi sento soffocato dall’umanità eppure mille psicologi hanno cercato di aiutarmi. Le persone sbagliate, come me, non meritano al proprio fianco un angelo come quel riccio. Non sono degno di lui, non lo merito, è troppo per me. È perfetto. Non ho mai, assolutamente, conosciuto una persona come lui. È dolce, è un guerriero perché lui combatte per i suoi principi e soprattutto combatte per se stesso ed anche per me, incapace di farlo. Lui mi conosce, lui sa tutto, lui riesce a leggermi semplicemente guardandomi lui è l’unico che è riuscito a guadagnarsi un posto nel mio cuore. Lui è l’unico che non si è mai arreso, lui ha continuato a starmi al fianco  anche quando è venuto a conoscenza della mia storia. Lui è Harry. E lo odio perché non ha mai smesso, neppure per un secondo, di aiutarmi, mi ha sempre afferrato prima che io potessi precipitare a terra. Lo odio perché si è innamorato di me, perché ha lasciato che io rovinassi la sua vita. Lo odio perché anche lui ha capito che la situazione sta precipitando, eppure è proprio qui, sulla sedia che riposa. Sembra proprio un angelo. E devo ammettere che questo angelo è davvero importante per me. E mi odio con tutto me stesso perché ho permesso a me stesso di innamorarmi di lui, sapendo che poi avrei cambiato la sua vita, in peggio.






Una strana sensazione nasce all’interno del mio petto, e spinge, ferocemente, come se volesse oltrepassare lo strato di pelle e fuggire. Proprio mentre essa si sta dilaniando, si sta per spezzare ecco che i raggi del sole si posano sui miei occhi, permettendomi di tornare alla realtà. Mi trovo in ospedale , non stranamente, e mi accorgo di essermi addormentato in una di quelle sedie molto scomode. Ricordai il motivo per il quale eravamo lì. Il giorno prima ero a casa sua, mi ero offerto di cucinargli qualcosa per poi passare la nottata insieme. Ma ormai ero abituato, insomma stavamo quasi tutto il tempo insieme. Mi aveva detto che avrebbe fatto un bagno, ma non pensavo sarebbe arrivato fino a questo punto. Ringraziando dio ero arrivato giusto in tempo per tirarlo fuori dall’acqua prima che si congelasse totalmente. E nessuno, neppure io potrei descrivere i sentimenti che provai tenendo il suo corpo congelato tra le braccia. La pelle bianchissima, gli occhi chiusi, la bocca spalancata, era immobile, come una statua. Al solo pensiero, mille brividi salgono per tutto il mio corpo, facendomi raggelare all’istante. Ma poi volto la testa e tutto sembra tranquillizzarsi. È  lì, è vivo, il volto illuminato dai raggi mattutini, le guance hanno ripreso colore, gli occhi socchiusi, riesco ad intravedere le iridi chiare risplendere. E un sorriso involontario compare sul mio volto, quanto sono felice che stia bene!! Quella notte anche i miei sogni furono macchiati, la paura mi pervase fino alle viscere, non sarei potuto andare avanti senza di lui. Era il mio mondo, era la mia ragione di vita, la mia unica speranza, la mia salvezza. E lo è anche ora, e lo sarà per sempre. Ricordo perfettamente il giorno in cui lo conobbi. Era in un giorno estivo, probabilmente a Luglio, l’aria secca, irrespirabile, soffocante. Quella sera sarei dovuto andare con Liam, un mio caro amico, in uno di quei bordelli. Onestamente mai prima ne avevo frequentato uno ma Li continuava a ripetermi che ne avevo bisogno, che cambiare aria mi avrebbe aiutato. E io lo ascoltai, per mia fortuna. Il locale, se così poteva essere definito, era davvero squallido. La struttura stava in piedi per miracolo, i muri piuttosto rovinati, con crepe e pezzi di carta da parati stracciati. Insomma un bellissimo posto. Ci sedemmo in un tavolo appartato, nascosto per non dare troppo nell’occhio. Quella serata non avevo proprio voglia di spassarmela e condividere il letto con qualcuno. Prendemmo un drink e ricordo che mi divertivo a guardare i ragazzi ballare, nelle piste. Quel colore di quel cubo, verde acqua, fu la mia salvezza. Non ci volle molto che i miei occhi si posarono sulla figura che si stava muovendo sopra quel oggetto. Era un ragazzo, da lontano sembrava abbastanza alto, i capelli tirati in una cresta imperfetta e un sorriso spalmato in bocca. Aveva in mano un bicchiere, sicuramente contenente alcool e lo alzava in alto, urlando parole che ora fatico a ricordare. Ballava, scherzava, rideva cercava di stare in equilibrio, con scarsi risultati. Seguivo, ininterrottamente,  ogni suo singolo movimento. Mi accorsi che qualcuno lo aiutò a scendere dal cubo e lui, sorridendo, lo baciò. Ricordo che fosse un bacio languido a bocche spalancate. L’altro ragazzo gli sussurrò qualcosa all’orecchio, poi lo prese per mano e insieme si diressero in un luogo a me sconosciuto. Osservai attentamente la sua figura, le sue gambe, traballanti cercavano di sostenere il suo peso, i piedi che ogni tanto s’incrociavano nel tentativo d’inciampare, il braccio dell’altro ragazzo infilzato nei suoi fianchi troppo dolci per essere trattati in quel modo. Mi affascinai guardandolo, fino a quando mi riuscì difficile vederlo poiché sparì dietro ad una porta. Per il resto della serata avevo deciso di buttarmi in pista e scolare qualche bicchierino in più. Infondo avevo tutto il diritto di divertirmi. Ricordo perfettamente come, molto più tardi, il mio stomaco iniziò a bruciare, trachea, esofago fino alla gola. Corsi in bagno, spingendo e scontrando tutti coloro che mi ostruivano il passaggio. Arrivai davanti alla porta bianca fradicia, la spinsi con forza per poi gettarmi nel primo bagno e riversare tutto ciò che avevo ingerito. Vomitai fino a sentirmi male. Poi cercai di sistemarmi e uscito dal bagno mi lavai le mani e il viso. Stavo per uscire, per poi dirigermi a casa quando un rumore richiamò la mia attenzione. Mi voltai di scatto e lo vidi. Lo guardai come se tutto ciò fosse un sogno. Era ubriaco, decisamente troppo, probabilmente aveva assunto anche qualche droga ma non me ne preoccupai. Il volto attraversato da una smorfia disgustata, le guance prendevano fuoco e gli occhi sembravano diamanti. Ricordo pezzi di ghiaccio, cristallini risplendevano nei suoi occhi, mi abbagliavano, mi accecavano. Rimase immobile difronte a me, mi fissò per qualche secondo e poi abbassò il capo, fissando i piedi, come se fosse in imbarazzo. E mi venne da ridere perché in quello stato era impossibile che le guance diventassero rosse e gli occhi bassi, insomma si era pur sempre drogato o fumato o che so io.. così il suo  sguardo si posò sulla mia figura, indietreggiò fino a scontrarsi contro il muro e cadde, si accasciò a terra. Le ginocchia appiccicare al busto, le braccia sopra di esse e la testa incastrata tra i due arti superiori. I miei occhi continuavano a vagare imperterriti sul suo corpo, sulla sua figura così dolce e con il sorriso ancora incastrato sulle labbra. Esso morì all’istante quando il ragazzo a terra ruotò le braccia portando i polsi verso l’alto, permettendomi di vedere la pelle bianca, quasi morta. Il mio respiro si affannò, gli occhi si sgranarono, la gola divenne improvvisamente secca. Avrei desiderato poter scoprire ogni parte di quella pelle candida ma mi accorsi che probabilmente, in quel momento, non avrei voluto, assolutamente farlo. Un’irrequieta paura s’impadronì del mio corpo, spingendomi ad avvicinarmi a quel ragazzo e inginocchiarmi difronte a lui. A quella distanza li vidi perfettamente, rossi come il sangue puro, profondi come un burrone, dolorosi come la morte. Li vidi quei tagli che rovinavano la sua pelle limpida, quel rosso non si addiceva affatto alla sua carnagione. Incapace di fare altro, presi il suo volto tra le mani e lo sollevai. Puntai i miei occhi nei suoi, bisognoso di una parola, di una spiegazione, di qualsiasi cosa. Ma non ricordavo bene lo stato in cui lui si trovava, non aveva le forze per reggersi in piedi, figuriamoci di formulare un discorso o addirittura parlare. Così continuò a fissarmi a scrutarmi, in fin dei conti ero uno sconosciuto, ma quelle iridi troppo chiare, mi stavano gridando, mi supplicavano, chiedevano aiuto. Ancora impaurito continuai a guardarlo nella speranza di riuscire a capire altro o solo per il semplice fatto che adoravo poter rispecchiarmi in quegli occhi. Mi persi nei miei pensieri fino a quando il ragazzo, ormai stanco di dover sopportare quel contatto visivo, chiuse le palpebre e la sua testa cadde per essere poi sorretta dalle mie mani. E in quel momento non ricordo bene cosa successe, ma io non potevo, non riuscivo e assolutamente non volevo lasciarlo lì, da solo. In quella posizione, in quel momento sembrava l’essere più indifeso e dolce del mondo. Non so cosa mi spinse in quel momento a fregarmene di tutto e prenderlo tra le braccia per portarlo nel mio appartamento, ma una cosa di cui sono sicurissimo è che non me ne pentirò mai.  E forse incontrare quel ragazzo, questo ragazzo, che ora è proprio qui difronte a me, seppure sia stato un errore madornale, mi ha permesso di amare. Eh si, esatto questo ragazzo mi ha fatto scoprire l’amore e io non smetterò mai di ringraziarlo. Ultimamente, però , le cose mi stanno sfuggendo dalle mani. Lo so, ho sempre saputo a ciò a cui sarei andato incontro, è sempre stato chiaro sui suoi problemi e ricordo quel giorno in cui me  parlò. Il cuore smise di battere per qualche secondo e non riuscivo più a sentire il sangue scorrere nelle vene. Lui mi aveva raccontato tutto, si era spogliato si era mostrato a me per quello che era, ma io non riuscivo ad abbandonarlo e mai, mai assolutamente mai, sarei capace di farlo. Avevo accettato ogni sua stranezza, ogni suo lamento per ogni cosa, ogni sua pazzia, ma il fatto che spesso ed anche troppo spesso cercava di uccidersi era una cosa che non accettavo. Sa quanto io tenga a lui, glielo dimostro ogni fottutissimo giorno stando sempre al suo fianco, sa esattamente che io darei la vita affinché lui viva serenamente. E so anche che lui mi ama, lo so, dal modo in cui mi guarda, dalle sue carezze, dalla sua voce che urla il mio nome mentre facciamo l’amore, da come vuole proteggermi dal mondo ma poi si accorge che neppure lui riesce a sfuggirgli e allora si accascia addosso a me. Ha trovato in me una persona a cui affidarsi, una persona che può proteggerlo, una persona da amare. Ma allora se lui mi ama davvero perché non finisce di farsi del male? perché ogni volta finisce per spezzarmi il cuore? Perché non capisce che se lui se ne andrà, io sparirò con lui? E sono le solite domande, che mi pongo, le solite a cui ancora non ho trovato una soluzione, una risposta.. Sono quei momenti in cui mi ritrovo su un filo  e devo mantenere l’equilibrio, la mente lucida, per non cadere e precipitare in un burrone. E solitamente è la sua voce a salvarmi, sono le sue mani minute e soffici che mi tirano e mi portano sulla terra ferma, sono le sue labbra che scacciano la paura, sono i suoi occhi che soffocano il dolore. E allora perché una persona prima ti manda a morire sopra ad un burrone e poi ti salva la vita?? Perché quella persona deve essere colei che ami?? perché mi sono innamorato della persona più sbagliata e masochista del mondo?? Ma alla fine lo sappiamo tutti, non possiamo controllare l’amore, ne tanto meno decidere chi amare. In realtà non sappiamo nemmeno che cosa sia e tutti pretendiamo di trovarlo. Tutti vogliamo essere amati da qualcuno, lo vogliamo talmente tanto che a volte ci affidiamo troppo al destino, al desiderio. E alla fine finiamo sempre per distruggerci, ma non solo noi stessi, per un tuo errore, per un tuo sbaglio ci sono sempre altre persone che soffrono con te, per te, a causa tua. Ma perché allora tutti dicono che innamorarsi sia una cosa bellissima? Perché non dicono la verità? Non è meglio dire all’intero mondo che l’amore è solo sofferenza, che non sempre i nostri sforzi sono ripagati, che quelle farfalle nello stomaco non sempre esistono?? Ma no!! Ovviamente no, siamo talmente sadici e masochisti che preferiamo far credere all’altra gente che questo sentimento sia perfetto, che noi l’amore vero lo abbiamo trovato solo per essere invidiati, mentre in verità esso ci distrugge dentro. Ed è vero, harry all’amore vero non ci ha mai creduto e forse mai lo farà, ma sa che Louis, il suo Lou, è la cosa più bella che ha nella sua vita. E lo guarda con amore, gli sorride con dolcezza e poi si alza avvicinandosi a quel corpo. – Buongiorno- sussurra nel suo orecchio, per poi lasciargli un tenero bacio sulle labbra. Il ragazzo dagli occhi azzurri lo guarda e gli sorride ma non si azzarda a spiccicare parola. Ed Harry capisce che probabilmente gli serve ancora del tempo per riprendersi, per ricollegare i pezzi del puzzle, per trovare una nuova scusa. Così va a prendere la sedia e l’avvicina ancora di più al letto di Louis e si siede, aspetta che il ragazzo parli. Si accomoda e allunga le gambe, fino ad arrivare sotto il letto, rilassa i muscoli del volto e termina il tutto con un sonoro e profondo sospiro.  E pensa che è davvero stanco, la sua forza e voglia di lottare se ne stanno andando, ogni giorno pezzo per pezzo, sta per sparire.  Odia fare l’amore con il suo ragazzo di notte per poi ritrovarselo la mattina a letto con i polsi macchiati o altre parti del corpo, odia il fatto che vanno a fare un giro e il suo ragazzo prova a buttarsi da un ponte, o tuffarsi in un lago ghiacciato. Tutto ciò lo fa sentire un fallimento, pensa sempre di non essere all’altezza, che Lou, piuttosto che stare con lui, preferisca morire. E fa male pensare che l’amore della tua vita non ricambi il sentimento. Ma non quel male di una ferita dove basta applicare un semplice cerotto e tutto passa. No assolutamente no… questo di cui parlo è quel dolore che ti lacera dentro, che non ti permette di respirare, che cerca in tutti i modi di distruggerti e molte volte, dannatamente, esso ci riesce.  Ma cazzo io lo amo. Lo  amo con tutto il mio cuore anche se non credo nel vero amore, cerco di proteggerlo anche se so che lui può sfuggirmi, in qualsiasi momento, dalle mani senza che io me ne accorga, spero sempre che un giorno decida di smettere di vivere questa vita di merda e decida di crearsene una insieme a me, anche se so che questo non accadrà mai. Ma io lo amo, ed è questo l’importante. Ho fatto un giuramento ed intendo mantenerlo a tutti i costi, ho promesso di proteggerlo, di sostenerlo anche nei momenti più fragili e complicati, di tenergli sempre la mano, di stargli al fianco. E io lo farò, perché io lo amo. Ed è proprio per questo che oggi ho deciso di mostrarglielo, gli farò capire quanto lui sia importante per me. Il silenzio troneggia ancora in questa stanza, le grandi finestre permettono ai raggi di luce di entrare e riscaldare la mia testa e lo so che fa male stare sotto al sole, ma non mi frega sto da dio in questa posizione e mi voglio godere quei minuti di pace. Ed ecco che arriva un dottore e sono costretto a risvegliarmi, sistemarmi sulla sedia e aspettare. Il ragazzo con il camice ci informa che non c’è nulla di grave, che è sano come un pesce e può lasciare la stanza quando più preferisce. E sorrido e penso che oggi è proprio un giorno fortunato. Inizio a raccogliere i pochi oggetti di Lou e li metto in una borsa. Il castano mi guarda accigliato – Harry, ma che stai facendo?- mi giro verso il ragazzo, e sorrido a quegli occhi azzurri per poi andargli incontro. –Ma come amore, non hai sentito il dottore?? Puoi uscire da qui, perciò muoviamoci dobbiamo andare in un posto oggi- gli accarezzo il viso cercando di essere il più dolce possibile. Lui sgrana gli occhi, forse pensa che sto male, ma poi mi sorride perciò penso che tutto vada bene. Come riesce a stregarmi con un solo sorriso? Gli appoggio i vestiti sul fondo del letto e intanto finisco di controllare se ho dimenticato di prendere qualcosa. Lo vedo alzarsi dal letto per riuscire ad allacciarsi i pantaloni ed è allora che noto, un enorme livido violaceo sul fondo della schiena, vicino alle fossette. E penso che anche lui se ne sia accorto adesso, perché posa le sue mani su quella parte, troppo colorata, di pelle e i suoi occhi si chiudono, la testa rivolta verso l’alto e una terrificante espressione disgustata appare sul suo volto. Come se lui stesso si facesse schifo da solo, come se provasse ribrezzo verso se stesso, ma forse non sa che lui è la persona più bella in questo mondo, almeno per me. Cautamente mi avvicino a lui, dietro la sua figura e sfioro quel livido, terrorizzato dal fatto che potessi fargli del male – Va tutto bene amore- gli sussurro all’orecchio. Vedo come i suoi occhi si stringono, come si gira verso di me e lentamente, troppo lentamente solleva le palpebre. E giuro che sto per morire, non so come faccio a stare ancora in piedi, ma chi ti ha creato ragazzo. Mi investe completamente, come un’onda in un mare in tempesta ed è impossibile da evitare, ormai ci sono dentro. È la fine. Quell’azzurro mi soffoca continuamente, senza preoccupazione, tutte le medesime volte e io non posso fare altro che annegare in quel limpido mare, per poi ritornare a galla. Magari un giorno non sarò più in grado di vedere la luce del sole, rimarrò intrappolato. Ma oggi mi sta ringraziando, lo capisco dalle venature che attraversano le sue iridi, lo noto dalla posizione rilassata del suo viso, lo capisco dal leggero sorriso che spunta sul suo volto. E allora lo bacio. Lo bacio per fargli capire che io ci sono e sempre ci sarò e lui sembra capire poiché porta le mani a sfiorare il mio viso e  approfondisce il bacio. Ci stacchiamo dopo pochi minuti e continuo a fissarlo proprio come lui fa con me, finisco per stringerlo tra le braccia e lasciargli un ultimo bacio a stampo. Prendo la borsa a terra e insieme ci dirigiamo verso la macchina. Farei guidare anche Lou, non sia mai ho fiducia in lui, ma penso che non sia proprio il caso, così mi siedo al posto del guidatore e lui mi affianca, pronti per partire. E che il viaggio inizi. Sapevo dove portarlo, come avrei potuto dimenticarmi di quel posto. Il nostro primo bacio. Quel luogo per me sta a significare tutto ciò che ho costruito con Lou, è stato l’inizio di una nuova vita, di un nuovo sentimento, di una nuova persona. – Allora Haz, dove mi porti? Ti avviso non un ristorante o luoghi dove si mangia perché potrei vomitarti tutto addosso – sta ridendo – E non penso che tu voglia- il sorriso non ha abbandonato il suo volto e non posso che esserne felice. Sorrisi in sua direzione – No Boo tranquillo- gli faccio la linguaccia, so quanto odia quel soprannome – Non ci sarà nulla da mangiare- lo tranquillizzo per poi rivolgere lo sguardo verso la strada. Il cielo è limpido, solo poche nuvole lo macchiano e un leggero venticello scuote le enormi chiome degli alberi. La fortuna oggi è davvero dalla mia parte. Il resto del viaggio viene accompagnato solo dal rumore della radio, che stranamente sta mandando canzoni fin troppo dolci, il suo sguardo è perso, è rivolto oltre il finestrino e sta guardando ma non vedendo ciò che lo circonda. Si trova in un mondo suo, dove nemmeno a me è permesso entrare. Siamo arrivati, riesco ad intravedere la collinetta e la linea dell’orizzonte che divide il mare dal cielo. È bellissimo. Spengo il motore della macchina e rifletto. Magari tutto questo è solo una cazzata, magari lui non apprezzerà il gesto. Sento un calore proveniente dalla mano, la sua mano, l’ha intrecciata tra le mie dita, sta accarezzando la mia pelle, mille cerchi si stanno formando, invisibili, su di essa. Guardo le nostre mani, sono così diverse, la mia è enorme, troppo rispetto alla sua, piccola e soffice, assomiglia a quella di un bambino. La stringo, forte e la porto alle labbra lasciandoci un semplice bacio. Mi sorride. Solo questo mi basterebbe per andare avanti. Sorridi, sorridi sempre e non smettere mai di farlo. Scendo dalla macchina e m’incammino verso la collina. Mi fermo, il panorama da qua è mozzafiato. Il vento feroce, si scontra rudemente contro il mio viso, i capelli scossi dalle correnti d’aria, le spalle strette e le mani affondate nelle tasche dei jeans, ammiro lo splendore del mare che mi appare difronte. E in quel momento penso che sarebbe bellissimo se avessi le ali. Potrei volare, potrei portare Lou in giro per il mondo, fargli scoprire nuove realtà, accendere in lui la voglia di vivere.Potrei semplicemente donargli il cielo, il sole. Qualsiasi cosa per lui. Sento dei passi, i fili d’erba sotto il suo peso producono un leggero brusio ma il rumore si è amplificato nelle mie orecchie e mi da terribilmente fastidio. Ancora dietro di me afferra la mia mano, si affianca al mio corpo – Il nostro primo bacio- dice guardando la distesa d’acqua, luccicare sotto i raggi del sole. E io annuisco e sorrido perché non ho nient’altro da dire. Lascio la presa e mi posiziono dietro le sue spalle. Cingo i suoi fianchi morbidi con le mie mani – Il nostro primo bacio- sussurro al suo orecchio – Te lo ricordi Lou??- sul suo viso compare una smorfia e si gira con il volto per potermi guardare – Certo Haz che me lo ricordo…- i suoi occhi sono diventati di un azzurro chiarissimo, quasi bianco e tutto ciò che rispecchiano è preoccupazione e sincerità. Riporta lo sguardo in avanti. – E ti ricordi ciò che ti dissi quel giorno, dopo quel bacio??- lo sguardo perso nel vuoto, la bocca aperta pronto a rispondere, la fronte aggrottata. Annuisce semplicemente. – Quel giorno, dopo quel bellissimo bacio, il primo, ti dissi che ti sarei stato sempre accanto, che mai ti avrei abbandonato- le mie mani iniziano a vagare sul suo corpo, il vento contro i nostri corpi, il cuore scalpita. – Mi avevi raccontato tutta la tua storia, il tuo immenso dolore che ti lacerava e ti lacera tutt’ora l’anima, la paura, straziante, di vivere su questo mondo perché ti sentivi rinchiuso in una bolla e non riuscivi ad uscirne.- le parole escono come fiumi in piena, il bisogno di dirgli la verità mi sta soffocando – Ed ogni sentimento, ogni dolore, ogni terrore, paura, gioia, tristezza, amarezza, felicità che tu provavi, le sentivo sulla mia pelle, come se io stesso le vivessi in prima persona.- un sospiro pesante taglia l’aria, il suo. Ha gli occhi chiusi e so che ora l’ho fatto sentire in colpa- Haz..- inizia lui e so che sta per scusarsi ma non voglio sentirle quelle maledette parole. Lui non deve darmi nessuna spiegazione, lui è la mia vita, non ne ha bisogno. – No Lou, lasciami spiegare- lo interrompo io – Ho sofferto ogni giorno insieme a te e non pensare assolutamente che io te ne stia dando la colpa- la testa sulla sua spalla, inizio a baciargli il collo – Sei tutto per me, sei la ragione per cui la mattina, stanco, mi alzo dal letto e ti preparo la colazione. Sei la ragione per cui vado al lavoro ogni giorno, cercando di guadagnare abbastanza per poterti rendere felice.- il vento sbuffa sempre più forte, i vestiti iniziano a svolazzare, la pelle che piano inizia a colorarsi di rosso, come se volesse portarci via. Senza rendermene conto sollevo le nostre braccia, pronti a volare, a spiccare il volo. - La ragione per cui ho abbandonato la mia vecchia vita perché sei l’unica persona che mi abbia fatto capire il significato della parole amore.- le mie mani si fondono con le sue ed inizio ad esplorarle ad accarezzarle come se fosse la prima volta. Le rigiro più volte tra le mie mani beandomi di quella morbidezza tipica della sua pelle. Le bacio, delicatamente assaporandone il gusto, le annuso godendo del delicato odore. Continuo così fino a quando le mie labbra sfiorano i suoi polsi e percepisco il solco dei tagli.- Sai che darei la vita per te, sono qui per te, sono rimasto al tuo fianco cercando di non far spegnere la luminosità del tuo sorriso. Non potrei vivere senza. Sono qui, sono qui sempre pronto a sostenerti perché parte del mio cuore appartiene a te ed allontanandomi non sopravvivrei a lungo.- poso le mie labbra sul sangue secco mantenendo il contatto con le sue dita.- E ho paura, Lou, ho un’immensa paura che tu te ne vada, che tu sparisca da un giorno all’altro senza che io abbia cercato in tutti i modi di fermarti. Se tu muori io non starò un secondo ad aspettare, sarò pronto a raggiungerti in qualsiasi momento. Ricordatelo Lou- lo abbraccio forte, fortissimo, come se avessi paura che all’improvviso sarebbe sparito. Lo abbraccio perché ne ho bisogno, perché ho bisogno che lui mi dica che anche lui ci tiene a me. Ho bisogno di lui, per riuscire a vivere ho semplicemente bisogno di quel ragazzo. – Ti amo- sussurro al suo orecchio e noto come trema a quelle parole – Ti amo tantissimo, ti amo in tutti i modi possibili ed immaginabili. Anche se è sbagliato, anche se è tutto un errore- lo prendo per i fianchi e lo giro verso di me, punto i miei occhi sui suoi – Non smetterò mai di combattere, per me, per te- sfioro i suoi capelli- Per noi. Ti amo Louis- gli lascio un piccolo bacio sulla fronte. Lui mi guarda, ha gli occhi lucidissimi, le guance sono di un rosso infinito, le labbra secchissime. Le palpebre si abbassano ed una lacrima trasparente solca il suo volto. Impaurito porto le mie labbra sulla sua guancia, cancellando quella lacrima. – Lou- ho paura. Apre gli occhi. L’iride  ricoperta da uno strado lucido d’acqua. L’azzurro rispicca, scintilla, baciato dai raggi del sole. Le parole mi muoiono in bocca. – Harry, ti amo- mi fissa, mi guarda. – Ti amo più di me stesso, ti amo più della mia vita, ti amo senza ritegno, ti amo infinitamente. E non ne ho pudore, non me ne vergogno perché non potrei nemmeno far finta di odiarti. Non potrei starti lontano nemmeno per qualche ora, non ne sarei capace.- gli occhi bassi, le lacrime hanno ricoperto il suo viso. – Ti amo come Minnie ama Topolino, come Diabolik ama Eva, come Batman ama Catwoman e non smetterò mai di farlo.- sta ridendo perché insomma ha scelto dei paragoni alquanto strani, ma io mi unisco a lui. Il suo sorriso rispicca e il mio cuore si riempie di gioia. Si avvicina a me ancora con gli angoli della bocca tirati verso l’alto e le scie delle lacrime visibili che ora si sono fermate.- Ti amo Harry- il verde sta affogando nell’azzurro e capisco che è realmente sincero, che tutto ciò che ha detto è vero. Affonda le mani nei miei capelli e mi spinge verso di lui. Le nostre labbra s’incontrano, si uniscono, si fondono. Questo ragazzo mi ha davvero rubato l’amina, il cuore, il senso della ragione, sono completamente suo. E mentre i nostri sapori si uniscono, mentre i nostri corpi si abbracciano per ripararsi dal gelido vento, mentre i nostri cuori si legano incondizionatamente, penso che oggi sia davvero un giorno fortunato.
 

Allora  immagino che pochi saranno arrivati  fino in fondo perchè bhe, lo ammetto, ho scritto troppo, dovvero tanto.  ma quando la mente viaggia, i pensieri nascono e un sacco di idee si realizzano, non ci puoi fare niente.  o scivi o scrivi.  era nato tutto dalla canzone " i believe i can fly" di  R Kelly, la conoscete  giusto?? è famosissima ma per chiunque non l'abbia mai sentita bhe vi consiglio di farlo.  l'immagine di Harry e Lou  sopra ad una collina  pronti a volare, con il vento addosso è meravigliosa nella mia mente, perciò ho dovuto e ripeto dovuto scriverla.  però ammetto  che tutto ciò mi fa un po'  ricordare Titanic, ma vabbè questi sono dettagli. spero che vi sia piaciuta perchè sono stata notti intere a rimuginare su questa storia, ad immaginare le loro frasi  e alla fine, ringraziando qualcuno che lassù mi vuole bene, sono riuscita a terminarla. okkey penso di aver finito... recensite se vi va..  

un bacio xSofi




  
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