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Autore: Aelle Amazon    03/03/2013    1 recensioni
Era il suo migliore amico, dopotutto. Come poteva pretendere di dimenticare in soli cinque giorni un legame forte come quello che li aveva uniti? Come poteva fare per lasciarsi alle spalle sette anni di risate, di litigi, di pianti, di riavvicinamenti senza sentirsi egoista?
Si avvicinò alla finestra e la spalancò. Spostò una sedia e vi si arrampicò sopra, alzandosi sul davanzale e aggrappandosi con tutte e due le mani ai lati.
Chiuse gli occhi e allentò la presa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Torn Apart

 

 

 

 

 

 

 

 

Non era ancora riuscita a superare la perdita di Max.

Era il suo migliore amico, dopotutto. Come poteva pretendere di dimenticare in soli cinque giorni un legame forte come quello che li aveva uniti? Come poteva fare per lasciarsi alle spalle sette anni di risate, di litigi, di pianti, di riavvicinamenti senza sentirsi egoista?

Semplicemente, un modo non c’era. La felicità che aveva provato con Max aveva riempito le sue giornate, le aveva rese meravigliose e degne di essere vissute. E ora che era da sola si sentiva sperduta, bisognosa della guida e dell’affetto di una persona che ormai non c’era più.

Perché Max era morto.

Che strano.

Faceva ancora fatica a pronunciare quella parola. Morto. Aveva un sapore amaro in bocca. Faceva fatica a deglutire quel boccone perché sapeva che le sarebbe rimasto in gola, bloccandogliela. Poi sarebbero arrivate le lacrime.

Lo sapeva.

Già sentiva gli angoli della bocca tremare, gli occhi inumidirsi.

Ed eccola di nuovo, lì, a piangere. Abbracciava il cuscino. Lo stringeva, lo stritolava. Vi aveva affondato la faccia, come per nascondersi. Ma in quella camera bianca non c’era nessuno che potesse vederla.

Era da sola, ormai. Sola in una stanza di ospedale. Sola a disperarsi. Sola per tutta la vita.

Perché, ne era certa, nessuno sarebbe mai stato come Max. Nessuno l’avrebbe mai capita come lui. Nessuno l’avrebbe mai fatta ridere come lui. Nessuno sarebbe mai stato come lui.

Perché lui era troppo anche per lei. Non se lo meritava. Non aveva saputo dargli abbastanza valore ed era finita col perderlo.

Non aveva prestato attenzione. Se lo avesse fatto, se avesse prestato più attenzione alla strada, ora Max sarebbe stato accanto a lei. Magari con qualche ferita, ma sarebbe stato lì.

Era solo una stupida. Una stupida che non meritava di vivere.

Strappò la flebo dal braccio e si trascinò giù dal letto a fatica. Aveva il respiro corto, spezzato. Il cuore le batteva a mille, ma non le importava più. Aveva deciso, non si sarebbe tirata indietro.

Si avvicinò alla finestra e la spalancò. Spostò una sedia e vi si arrampicò sopra, alzandosi sul davanzale e aggrappandosi con tutte e due le mani ai lati.

Deglutì, finalmente in dubbio.

Mosse un piede nudo in avanti, sentendo il freddo lambirle la pelle.

Chiuse gli occhi e allentò la presa.

Magdalena.

Si fermò di scatto, allarmata. Brividi le corsero lungo la schiena. Si voltò, attenta a non perdere l’equilibrio.

-Max?- sussurrò.

Lena. Lena, perché?

Era la sua voce. Lo sapeva. L’aveva sentita troppe volte per non riconoscerla.

-E’ colpa mia- si costrinse a dire. –E’ colpa mia se non ci sei più.-

No. Non è colpa tua. Puoi riuscirci, Lena. Vai avanti senza di me. Sei forte, lo so.

-Non ce la faccio … -

Sì che ce la fai. Sei coraggiosa.

Chinò la testa, mentre un singhiozzo più forte degli altri la scuoteva. Non era forte, non era coraggiosa. Non lo era per nulla. Max tendeva sempre ad elogiarla troppo.

-Mi manchi, Max … -

Nessuno le rispose questa volta. Pensò di essersi inventata tutto, di essere una pazza, ma poi sentì qualcosa sfiorarle i capelli. Una brezza gentile. La stessa sensazione che le davano gli abbracci del suo migliore amico.

Scese dal davanzale e si rannicchiò sul pavimento. E scoppiò in un pianto straziante.

  
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