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Autore: Icy    03/03/2013    2 recensioni
Lui è un mago, carismatico, focoso, simpatico e allegro.
Lei è una strega, chiusa, timida e rifiuta la sua natura.
Il destino li ha fatti conoscere, e non solo, ma.. cosa succederà?
C'è sempre qualcuno pronto a mettere i bastoni tra le ruote, soprattutto se si parla di un amore proibito.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo 13 -

 

Alfea si stava lentamente svuotando, gli invitati, streghe e specialisti, stavano tornando nelle rispettive scuole. C'era grande agitazione e preoccupazione nell'aria, riguardo le lezioni del giorno dopo: tutti avevano pensato a prepararsi per la festa di Alfea, nessuno aveva avuto abbastanza tempo anche per studiare.
Apparentemente le più tranquille erano proprio le fate.
Apparentemente.
«Non c'era da fare niente per domani, giusto? Perché non ho fatto niente.» chiese Luna alle sue due nuove amiche.
«Se ci fosse stato qualcosa da fare?» domandò curiosa Rosa, fissando la ragazza dai capelli castani.
«Non lo farei comunque, ovvio, no?» rispose Luna guardando con aria stranita Rosa, la quale avvertì l'occhiata dell'amica e arrossì violentemente.
«No, fortunatamente no, in fondo le lezioni sono appena iniziate!» esclamò Wa nin.
Le tre ragazze stavano rientrando nella scuola con passo tutt'altro che deciso, al contrario strusciavano quasi i piedi, soprattutto la fata della musica, che non era abituata a portare tacchi alti.
«Qualcosa non va Wa nin?» chiese premurosa Rosa, notando l'affaticamento della ragazza dai capelli fucsia.
«Nono, sto bene, è solo che mi fanno un po' male i piedi.» rispose in fretta Wa nin.
«Non preoccuparti, con un po' di pratica si risolve tutto, dopo non vorrai più levarteli, i tacchi!» esclamò soddisfatta la principessina di Solaria, con aria altezzosa e saccente.
A Wa nin non stava esattamente simpatica, ma erano coinquiline e, come la madre, doveva fare buon viso a cattivo gioco.
«Sapete, oggi è stata una bella serata, se non fosse stata per quella strega smorfiosetta, ma dico, l'avete vista? "Colpire alle spalle qualcuno, sbaglio se dico che anche questa è una mossa sleale? O siccome l'hai pensato e messo in atto tu diventa una cosa leale?" Ma chi si crede di essere?» sbottò ad un certo punto la castana, cercando, con scarsi risultati, di imitare la voce di Glace.
«Beh, tu non sei stata molto leale ad attaccarla alle spalle...» sussurrò tra sé e sé la ragazza dai lunghi capelli neri. Fortunatamente per lei Luna non la sentì.
Wa nin sospirò, aveva già capito che discutere con la fata del sole e della luna sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio: un'impresa impossibile... E una perdita di tempo.
«Io direi di andare in camera, si sta facendo tardi e domani abbiamo lezione.» propose Rosa, per poi sbadigliare.
«Sì, sono assolutamente d'accordo! Non posso presentarmi alla prima lezione con le occhiaie, ho bisogno delle mie ore di sonno. La mia pelle è molto delicata.» disse Luna, con fare melodrammatico.
«Voi andate pure ragazze, io vi raggiungo dopo.»
«Qualcosa non va Wa nin?» chiese premurosa Rosa.
«No, sto bene, è solo che non ho sonno e mi piace stare qui fuori.» rispose la ragazza dai capelli fucsia, con un ampio sorriso.
«Okay, a dopo allora.» rispose la fata dei fiori, rassicurata dal fatto che l'amica stava bene. Ricambiò il sorriso.
«A dopo, se ci trovi sveglie!» disse Luna, salutando con la mano Wa nin mentre, insieme a Rosa, si allontanava dalla festa alla volta del loro appartamento.
La fata della musica decise di sedersi sul prato, lontano dal luogo in cui si era svolta la festa, ma non troppo da rimanere nell'oscurità totale. Il buio non la intimidiva, ma era sempre meglio tenersi in guardia.
Per un momento, nella sua mente, prese vita il pensiero che Glace potesse tornare indietro solo per attaccarla alle spalle... e cosa? Non ne aveva il motivo.
No, quella strega non le stava simpatica, ma al momento non era esattamente sua nemica, le era semplicemente indifferente. E le stava bene così.
Cacciato questo pensiero, Wa nin chiuse gli occhi e per un lungo istante si studiò le note, gli accordi, le parole di una canzone che sua madre le cantava sempre quando era una bambina, la sua ninna nanna.
In realtà non era proprio sua, sua madre l'aveva scritto per la sua nonna, che però era morta troppo presto.
«La tua musica è la mia, suono per te..» senza accorgersene aveva iniziato a canticchiare, sovrapensiero.
A interrompere quell'istante in cui il tempo e lo spazio non esistevano più, dove qualunque cosa fosse altro rispetto alla fata, fu una specie di mugolio. Wa nin smise di cantare per restare in ascolto.
«C'è nessuno?» chiese ad un certo punto. Nessuno le rispose sentì un rumore, come di macerie che cascavano.
«Argh, cos'è successo?» domandò una voce maschile alle sue spalle.
Wa nin si girò, non si era ancora accorta di essere vicino alla parete crollata della scuola, né tanto meno che il cugino di Glace fosse ancora lì.
«Sei stato attaccato da una strega...» rispose timida la ragazza.
«Da una strega? E perché mai?» domandò il ragazzo, stupito.
«Non lo so, non l'ho capito.» rispose Wa nin arrossendo di colpo. Per ora non aveva dato risposte molto esaudienti e se ne rendeva conto.
«Ah, me la puoi descrivere? Perché forse so chi è, la strega.»
"Okay, questa è una domanda semplice, forza e coraggio Wa nin." pensò tra se e se la fata.
«Aveva lunghi capelli biondi, la pelle chiara, gli occhi azzurri e...»
«Aveva un ciondolo strano o un tridente?»
«Sì, aveva un tridente!» rispose Wa nin, soddisfatta di essere stata quanto più chiara e descrittiva possibile.
«Che stronza che è mia cugina.» ringhiò tra se e se il ragazzo.
«Quella era tua cugina?»
Stavolta era la fata della musica a fare le domande.
«Sì.» rispose secco il ragazzo. Non era la risposta che si aspettava, o meglio, se la aspettava più articolata, ma dovette accontentarsi.
«Oh, mi spiace...»
«No, tranquilla. Ci sono abituato. Comunque sono Drake.» disse, prima di alzarsi.
«Piacere, io sono Wa nin.» rispose allegra la ragazza, prima di accorgersi che Drake se ne stava andando.
«Hey!!» lo richiamò, correndogli dietro.
«Che vuoi?» domandò secco il bruno.
«Vai già via?»
«No, pensavo di restare in questa scuoletta per il resto della vita.» rispose ironico, senza girarsi verso la fata.
«Beh, potresti almeno salutare!» lo ribeccò subito Wa nin.
«Ciao.» disse Drake, senza fermarsi.
Wa nin lo guardò perplessa, ma non rispose, si girò e fece per andarsene.
«Beh, potresti almeno rispondere!» le urlò Drake, imitando il suo tono.
La fata della musica avvampò, ma ringraziò l'oscurità che in quel momento non permetteva a Drake di guardarla in faccia. Intanto il ragazzo se n'era andato.
Che tipo, però.
Silenziosa e immersa nei suoi pensieri Wa nin si affrettò a raggiungere la sua stanza, dove le sue amiche già dormivano beate, e appena toccato il morbido materasso cadde tra le braccia di Morfeo.

Saaalveee!
Non ho molto da dire, un paio di cose veloci:
- Non ho ricontrollato il testo per vedere se c'erano errori, è tardi e devo andare a nanna;
- Wow, il mio primo capitolo pubblicato da maggiorenne!;
- Non l'ho ancora detto, ma la figlia di Musa, a mio parere, non può che chiamarsi come la madre morta di Musa, ovvero Wa nin;
- Non è bellissimo il colore azzurro?
Vado a finire una traduzione d'inglese, baci,
la vostra maggiorenne Icy
  
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